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Autore: meiousetsuna    29/12/2018    2 recensioni
Storia partecipante al Contest "l'Amore, quello vero" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP
Ambientazione: Sesta serie
Damon è tornato dall’altra dimensione solo per ritrovare il suo grande amore, e vivere finalmente una vita che ha conquistato e che gli è stata donata dal sacrificio di Bonnie. Ma Elena non l’ha aspettato, non è più davvero se stessa…
Dal testo:
Forse quattro mesi erano sufficienti perché si fosse infatuata di un altro? No.
Aveva imparato una lezione, almeno. Non credere di poter essere preferito aveva creato tutto quel disastro da cui Katherine e i Viaggiatori avevano tratto vantaggio; poteva fidarsi, ora.
“Lo so, non ho mantenuto la promessa quel giorno, non ho potuto, baby. Ma non ho perso la speranza, anche se volevo cedere tantissime volte, perché dovevo tornare da te. Hai diritto di essere arrabbiata, ma baciami, adesso”.
“Cosa ti fa credere che bacerei te?”
Con nostalgia,
Setsuna
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante al Contest "l'Amore, quello vero" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP
Ambientazione: Sesta serie
Paring: Damon/Elena
Genere: malinconico, romantico, drammatico


Love and Other Drugs

Ormai parlare di sorte avversa ha senso quanto lamentarsi che il sole tramonti e la luna sorga: eppure Damon non riesce a riprendere a respirare normalmente, dopo che le parole di Elena lo hanno trapassato da parte a parte. Il silenzio che lo circonda è di quelli che hanno un suono, un peso, un profumo, un sapore. Può avvolgerti come una coperta calda e confortevole, isolarti dal mondo che è lì fuori, che chiama il tuo nome con voce graffiante, spaventosa, che grida il suo monito.
‘Ti avrò, prima o poi’.
‘Ma non oggi’, è la sua risposta. Damon non conosce il concetto di rassegnazione.


Mentre procedevano verso casa, Stefan aveva cercato di introdurre il discorso, ma la felicità di aver ritrovato il suo fratellino era tale da non fargli cogliere le allusioni sottili che il piccolo cercava di suggerirgli.
“Troverai Elena cambiata, Damon; ha sofferto moltissimo e non ha elaborato il lutto in modo equilibrato, è meglio che tu lo sappia da me. Per un periodo ha cercato di parlare col tuo fantasma, si è fatta aiutare da Luke Parker, con delle pratiche magiche pericolose”.
Il bruno rallentò il passo, per avere tempo di assorbire l’informazione senza smettere di camminare verso casa, era più forte di lui.
“L’abbiamo dovuta fermare, era una specie di dipendenza e la rendeva aggressiva; capisci che questo ha attratto attenzioni di cui non sentivamo certo la mancanza, così, ora… è tutto differente”.
Damon lo guardò con un sorriso complice, quello che per un secolo e mezzo non aveva potuto permettersi con lui, approfittando dell’occasione per posargli ancora un braccio sulle spalle.
“Quando ci guarderemo negli occhi sprizzeranno scintille e si ricorderà di amarmi, qualsiasi cosa sia successa non conterà nulla, Stef. Bonnie si è sacrificata per farmi tornare, te l’ho detto, penso che vorrebbe la sua amica di nuovo felice. Non sprecherò questa occasione fratello, questa volta non distruggerò tutto, le offrirò ogni cosa che le ho promesso. Poi mi racconterai di te, di Barbie, Rick, Enzo, dei nostri amici umani”.
Il tono di Damon era malizioso, le labbra sollevate in un angolo, per giocare a fare arrabbiare Stefan: il vampiro, però, non riuscì neppure a produrre una replica sbiadita di quella finta provocazione.
“Io sarò in giardino, se avrai bisogno di me”.
Quando aprì la porta del salone Elena era lì, ancora più bella di come la ricordava; no, altrettanto bella della visione dipinta dalla sua immaginazione, perché non avrebbe potuto piacergli maggiormente.
La ragazza restò immobile a fissarlo, mentre lui avanzava passo dopo passo con gli occhi illuminati dall’emozione.
Quando sollevò la mano per accarezzarle il viso, prima di stringerla, toccarla, darsi a lei come qualcosa di sua proprietà e prenderla fino allo sfinimento, sentì un colpo secco di cui all’inizio non riuscì ad identificare la provenienza, finché il formicolio sulla guancia sinistra si trasformò in un leggero dolore.
Uno schiaffo. L’aveva respinto con uno schiaffo, ma non era isterica perché troppo sconvolta; neppure spaventata, o fuori di sé.
Lo fissava come qualcuno di estraneo che si fosse preso una confidenza non richiesta.
Forse quattro mesi erano sufficienti perché si fosse infatuata di un altro? No.
Aveva imparato una lezione, almeno. Non credere di poter essere preferito aveva creato tutto quel disastro da cui Katherine e i Viaggiatori avevano tratto vantaggio; poteva fidarsi, ora.
“Lo so, non ho mantenuto la promessa quel giorno, non ho potuto, baby. Ma non ho perso la speranza, anche se volevo cedere tantissime volte, perché dovevo tornare da te. Hai diritto di essere arrabbiata, ma baciami, adesso”.
“Cosa ti fa credere che bacerei te?”
‘Non ti ricordi quanto ti piaceva? Te lo spiegherò di nuovo, subito!’ Perché quello che pensava non riusciva neppure ad affiorare sulle labbra? Perché ogni sillaba lo aveva pugnalato al cuore, alla pancia, trovando con facilità il suo bersaglio?
Prima che potesse rispondere qualcosa di cui si sarebbe pentito, Rick era arrivato appena in tempo, chiamato da Stefan, e in due l’avevano quasi trascinato via, mentre Elena correva a chiudersi nella sua stanza. Nella loro stanza. Perché senza che ci fosse un motivo particolare, era lì che dormiva, non aveva preso in considerazione di cambiarla.
La porta era stata sbattuta con forza, la chiave girata nella toppa, come se potesse davvero tenerlo fuori, se avesse voluto forzarla.
Elena sospirò pesantemente, una mano sul petto. Sapeva di averlo ferito in modo atroce, ma era quello che voleva. Era contenta che non fosse morto, tutto sommato, perché il suo amico Stefan meritava la tranquillità che un tale fratello, per motivi inspiegabili, gli trasmetteva. In quanto a lei ricordava troppo bene Jeremy ucciso selvaggiamente da quel mostro spezzandogli il collo proprio di fronte ai suoi occhi, quando l’aveva respinto. ‘Perché sarà per sempre Stefan’.
A quanto pare non si era dimostrata la verità.
Tra loro era finita, questa era una certezza, una realtà.
Rivide la scena del chiarimento con Rick come se fosse un film proiettato sulle pareti di quella stanza, la scatola dei ricordi, le fotografie… si fidava del suo quasi patrigno, non l’avrebbe ingannata. Lei e Damon erano stati insieme. Guardò il letto, immaginando per un attimo – solo un piccolo cedimento – i loro corpi avvinghiati tra quelle lenzuola profumate di lavanda e di sesso e non poté trattenere un brivido. Chissà com’era farlo con lui. Probabilmente violento, ma appagante. Forse aveva urlato di piacere tra le sue mani, pensò con profonda vergogna; una cosa che non le avrebbe mai fatto sarebbe stato costringerla.
Il rumore di mobili spezzati, bottiglie infrante e parole cattive e disperate che provenivano dal piano sottostante facevano da colonna sonora alle sue riflessioni; quello era Damon. Instabile, aggressivo, ingiusto, sanguinario.
Gli stavano spiegando cosa era successo e stava reagendo male.
‘Damon non si arrabbia, si vendica’. Le parole di Stefan le ricordava chiaramente, e per un momento fu tentata di uscire per controllare che Rick stesse bene, ma si fermò con la punta delle dita sulla maniglia.
“Elena”.
Era lì, non l’aveva neppure sentito avvicinarsi, essere un vampiro di un secolo e mezzo aveva i suoi vantaggi.
“So cosa è successo. Forse dovrei essere lusingato di sapere che non vivevi senza di me, o forse avrei dovuto strappare il cuore del professore e mangiarlo accompagnato da un buon Chianti!”*
“Dimmi che non l’hai fatto!”.
Damon si lasciò andare, appoggiando la fronte sulla porta. Erano tornati indietro, così tanto.
“Certo che no, è il mio migliore amico ed è una persona della tua famiglia. So qual è il tuo ultimo ricordo chiaro di noi, me l’ha detto. Sono cambiate tante cose Elena, in un certo modo sono cambiato anche io”.
“Non ti credo, ti sei sempre vantato di fare quello che volevi, di ferire gente innocente… è comodo adesso cercare di colpevolizzarmi per la mia decisione, ma la verità è che tu rovini ogni cosa; quello che non capisco è come ho potuto innamorarmi di te”.
“Perché ho cercato di essere un uomo migliore, per te. No, non sono stato troppo bravo, non posso ingannarti. Ho continuato a sbagliare, ho pagato, ho cercato di sistemare quello che ho danneggiato, Elena. Non sono andato così male se ho ritrovato mio fratello, se il tuo si fida ancora di me, se Bonnie mi ha voluto salvare, se Barbie non mi ha piantato un paletto nella schiena proprio ora, per trasformarmi in una decorazione d’arredo. Soprattutto se tu mi hai voluto. Perché hai lottato per me, mi hai dato amore, mi hai scelto. Da’ credito a te stessa”.
‘Non so quello che sono’. Questo era quello che la vampira sentiva in quel momento.
Lo detestava, la disgustava, eppure sapeva che era stato diverso. Inghiottì a fatica, sentendo un umanissimo sapore di fiele riempirle la bocca. Non era il caso di parlargli di Liam, lo avrebbe ridotto a un corpo maciullato quella notte stessa.
“Se ti chiedessi di provare a ricordare? Coraggio, non ti viene in mente niente del nostro primo incontro? Ero sdraiato sulla strada vicino al Wikery Bridge, prevedevo che avrei incontrato qualcuno di speciale. Sai, hai provato quella sensazione? Ti senti come se avessi di fronte qualcuno che hai già visto prima, come se lo conoscessi da sempre, anche se all’inizio ti ho scambiata per Katherine. Era la notte del tuo… incidente d’auto. Ti ho chiesto cosa volessi dalla vita, ma tu non lo sapevi, ancora. Io sì”.
“Me l’hai spiegato, immagino”.
“Era facile, lo leggevo nelle stelle che brillavano nei tuoi occhi giovani, Elena. Un amore che ti consumasse, avventura, un po’ di pericolo”.
“Non c’era nessuno, Damon. Sono rimasta a rimuginare sulla rottura con Matt, finché sono passati i miei genitori, per riportarmi a casa. Ma non siamo mai arrivati”.
“Mi dispiace, così tanto. Vorrei abbracciarti adesso, ma non posso, lo capisco. Ma darei qualunque cosa per poterti toccare ancora una volta”.
‘Sta piangendo?’ Se l’udito da vampira non la tradiva, il rumore sordo di una lacrima sottile era appena percettibile al di là dello spessa barriera di quella porta. Non era legno, era un muro, di solidi mattoni. Ogni sbaglio, ogni atto violento, avevano contribuito a costruirlo, solido e spesso. Era freddo ma sicuro restare da quella parte; era quello che voleva, giusto?
“Una notte in cui avevo deciso che avrei aiutato Stefan lottando con lui, non contro di lui, ci siamo dati il nostro primo bacio, Elena”.
“Che stai cercando di fare?”
Damon sorrise in modo stanco. “È stato dolce e perfetto. Per la prima volta era giusto, non mi hai preso a schiaffi, anzi. Avrei potuto spingere sull’acceleratore, ma non l’ho fatto. Perché il mio fratellino aveva sacrificato tutto andando via con Klaus, dovevi decidere quando ci avessi avuti tutti e due di fronte a te, liberamente, non mentre eri disperata”.
“La prima volta che abbiamo ballato?” Damon non aveva aspettato nessuna risposta, stava dando fondo a tutte le sue risorse.
“Stefan non era in grado di presentarsi, era un momento buio. Ti ho accompagnata io e ci guardavano tutti con invidia; eravamo una coppia perfetta, mi divoravi con gli occhi come se avessi scoperto solo in quel momento quanto sono sexy”.
“Sei sempre stato presuntuoso, questa è la parte di cui non dubito, ma non ricordo nulla, se non che mi sono vergognata da morire, scendendo quella scala da sola. Nient’altro, una delle peggiori esperienze di una ragazza a un ballo scolastico”.
“Eppure, potranno confermarti che c’ero. Caroline può farlo”.
“Già. Non dovresti nominarla neppure, Damon, non capisci? Ogni parola che dici peggiora la situazione, è una pietra in più che mura questa porta. Hai abusato di lei, gravemente”.
“Sì, e non c’è niente che possa cambiarlo. Ero qui per riavere Katherine, perché credevo che mi avesse amato quanto io amavo lei; per questo non mi curavo dei danni collaterali. Poi le ho salvato la vita, quella di Liz, ho preso un morso da Tyler Lockwood per lei, puoi verificare”.
Elena rimase in un perfetto silenzio, turbata dalla sincerità che poteva avvertire chiaramente.
“Anche quando ti dicevano che era il sirebound ad averti portata da me, tu sapevi che non era così; possibile che adesso non riesci a trovare un pezzo del tuo cuore che sia rimasto legato a noi? Mi hai desiderato, mi hai preteso per te, Elena. Abbiamo fatto l’amore fino a cancellare il resto del mondo, ti ho fatta sentire viva, tu mi hai ridato la mia umanità. È stato magnifico, perché ce lo siamo proibito per tanto tempo… il viaggio a Denver, hai scordato anche quello?”
“Sono andata a riprendere Jeremy e siamo sfuggiti per miracolo a Kol. Sono stata solo fortunata”.
“Non proprio”. La voce di Damon era spezzata, come la sua anima.
“Detesto interpretare ruoli non miei, ma sono stato l’eroe! Non ho dato di matto, vi ho riportati sani e salvi indietro, e tu mi hai dato il bacio più fantastico della mia vita. Giuro che te lo farò ricordare”.
“Io sono stata sempre fedele a Stefan!”
“Perché ti ho assecondata; ora chi è l’ipocrita, qui?”
Un pugno sbattuto sull’anta la fece tremare come se stesse per staccarsi.
Mi dispiace. Se puoi scorda anche queste due parole, hum? Non è colpa tua. Lo so che stavi tentando di tutto per tenere in piedi il rapporto con mio fratello e credimi, hai fatto un ottimo lavoro. Non volevo che il punto fosse non poter riavere lui, ma preferire me. La collana, Elena…”
“Era importante e l’ho persa”.
“Te l’ho riportata, la sera del tuo compleanno”.
“Era il simbolo del mio legame con Stefan, lo sapevi bene”.
“Sì. Elena?”
“Cosa?”
“Grazie. Di stare toccando la mia mano”.
Elena fissò come ipnotizzata la sua sinistra, che mossa da una volontà propria era sfuggita dalla gola, dove aveva sentito la mancanza del suo ciondolo, fino ad appoggiarsi alla porta, come se quello che le mancava potesse trovarsi lì.
“Non mi arrenderò, sono sopravvissuto alla morte definitiva per te; ce la faremo come al solito. Dormirò qui fuori, va bene?”
Damon non attese inutilmente una risposta, sedendosi sul pavimento con le spalle sulla porta, abbracciando le ginocchia per stare più comodo.
“Potevo almeno portarmi da bere, e per giunta sto parlando da solo ad alta voce”.
“Non da solo”. Il bruno alzò il viso verso Stefan, che l’aveva raggiunto con una bottiglia di bourbon, ma senza bicchieri; sedutosi a terra di fronte a Damon, prese un sorso e la passò al fratello, che non aveva più parole da pronunciare.

Fine

*
Come Hannibal Lecter… mi mancava il senso dell’umorismo di Damon!
N.d.A.= Ho usato i momenti usati da Rick per cancellarle la memoria, anche se non condivido affatto la loro scelta come attimi più importanti, tranne la 3x19; è solo per rispetto della storia originale.
Il titolo: “Love and Other Drugs”:  è un film del 2010 diretto da Edward Zwick, che parla di un venditore illegale di medicinali. Con questo la parola “Drugs” assume il suo doppio significato, mentre l’italiano “Amore & altri rimedi” non offre molto… Elena, per dimenticare Damon, prima di farsi cancellare la memoria si è fatta aiutare da Luke con le droghe magiche.

  
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