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Autore: Lucas Rider    29/12/2018    1 recensioni
2042, l'intero pianeta è sotto il controllo delle multinazionali, che hanno abolito gli Stati e unificato il pianeta.
Risvegliata senza più ricordi una giovane ragazza si ritroverà in un distopico mondo tecnologico dove il rapporto tra robot e umani sta cambiando drasticamente.
Ma la ricerca di sé stessa la porterà a verità molto più oscure e pericolose.
Ho intenzione di pubblicare mediamente un capitolo ogni due settimane.
Spero che apprezzerete la mia storia, e recensioni, positive o negative, sono sempre bene accette.
N.B. questa storia fa parte di un Universo fantascientifico inventato da me che comincia a differenziarsi da quello reale dal 2020.
Pubblicherò altre storie ambientate in questo Universo, tutte ambientate dopo "Metal Angel", che fanno parte dello stesso Ciclo ma ambientate in un futuro molto più lontano.
Genere: Guerra, Science-fiction, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Il Cimitero era la parte peggiore di Asphalt Town.
Nel Cimitero erano seppelliti cadaveri … di armi, motori, navi e armature.
Una vera distesa di metallo che si estendeva per decine di chilometri quadrati.
Era stato creato per riciclare i rifiuti di guerra, tutti quegli strumenti di morte distrutti o resi inutilizzabili durante la Grande Guerra Planetaria degli anni venti, tonnellate e tonnellate di metallo.
Parte dei rifiuti erano stati riutilizzati , fusi e usati come nuove risorse ma solo una minima parte, l’enorme quantità era troppa, nonostante tutti gli sforzi e venti anni a disposizione. La massima parte delle scorie rimaneva sul posto, schiacciata sul suo stesso peso, come in paziente attesa.
Lo Scarabeus sorvolò il Cimitero, schivando le altissime torri di fusione costruite per riciclare il metallo: sotto di loro un’enorme via vai di operai, macchine e robot intenti a scavare il prezioso materiale: scintille arancioni si sprigionavano quando tagliavano i pezzi troppo massicci per essere trasportati in una volta sola.
Ed eccolo, nascosto in bella vista, il laboratorio 19.
A prima vista sembrava solo un’altra torre di fusione, ma era quello l’effetto voluto.
All’interno uno squadrone di poliziotti robot garantiva la sicurezza ai ricercatori e all'esterno armi camuffate, pronte a distruggere ogni ostile.
Il Capitano Kar chiese il permesso di atterrare sulla pista di atterraggio  della torre, identificandosi.
Lo Scarabeus cabrò e atterrò, e i rotori rallentarono.
Il portellone si aprì e Spring,  in divisa militare, marciò sulla pista fiancheggiato da Duke e sei soldati.
Evitò di storcere il naso anche se il fetore era potente; l’odore del fumo, dello zolfo e del metallo fuso poteva essere percepito da chilometri di distanza.
Ad accoglierli, due robo-poliziotti e due ricercatori.
Il più alto, un uomo indiano di cinquant’ anni, sovrappeso e dalla faccia rovinata li salutò: “Onore a Sun!”.
Spring ricambiò il saluto e si fece guidare all’ interno della torre.
La torre era stata costruita gerarchicamente su nove livelli in base alla riservatezza di ogni reparto.
L’indiano si chiamava Aram Holapur, ed era il capo dei ricercatori; lavorava al progetto “Metal Angel” da cinque anni ormai, figlio della collaborazione delle multinazionali Robosoft ed E.T.R.O.M.
Il suo vice si chiamava invece Lighthouse, un uomo alto di origini americane.
Il gruppo, scortato da robot e soldati scesero al livello 2.
“Kehinde mi ha parlato del progetto Metal Angel, ma quel poco che ci ho capito non mi permette di comprendere il quadro generale … potrebbe illuminarci?” chiese il militare.
“Certamente, Comandante Spring; il progetto nasce per la creazione di un nuovo tipo di robot avveneristico; un robot estremamente complesso sia per l’intelligenza che per la struttura fisica… io e la mia squadra abbiamo creato numerosi prototipi in passato che, ahimè si sono rivelati malfunzionanti.”
Scesero di altri due livelli: questo piano era quasi completamente occupato da numerosi processori collegati a moltissime postazioni di tastiere e monitor mediante cavi multicolore: “Qui è dove sviluppiamo l’intelligenza artificiale, il mio collega potrebbe parlarvene meglio”
Lighthouse, indicando i processori con le sue dita ossute cominciò con una lunga e noiosa spiegazione riguardo alla programmazione e riguardo alle procedure della Robosoft ma venne interrotto a metà da Spring: “Piacevolissima e interessante conversazione ma noi non siamo qui per parlare di informatica e siamo in una situazione di emergenza.
Potremmo rimandare il discorso a tempi più pacifici?”
“Certamente” disse l’indiano, aggiustandosi gli occhiali “Vi guido subito ai livelli riservati”.
Attraversarono un corridoio illuminato da luci a led azzurre, la fredda luce celeste rischiarava lo stretto passaggio e, grazie al microchip impiantato nella mano del ricercatore Holapur, attraversarono numerose porte blindate altrimenti inacessabili a qualunque altro essere, umano o macchina.
Raggiunsero così l’anticamera del livello 9 , una piccola sala illuminata da una luce argentea.
Gli occhi verdastri del Comandante Spring non potevano fare a meno di notare, il sudore sulla fronte del ricercatore indiano.
L’ambiente era ben areato, anzi faceva anche abbastanza freddo per le persone più sensibili ... Spring fiutò la paura dell'uomo.
Approfittandone, cominciò ad incalzare Holapur di domande: “Mi parli del Soggetto Zeta, signore”, la voce era pacata ma il tono faceva sembrare Spring un avvoltoio che ha già puntato la preda.
Holapur deglutì e si fece coraggio: “Il Soggetto Zeta era il nostro ventiseiesimo prototipo, una meraviglia di tecnologia e un’intelligenza artificiale comparabile a quella di un umano” “Addirittura?”
“Certamente, una macchina perfetta, al 99,7%”
“99,7%?”
“Aveva qualche problema sì, ma niente che non avremmo potuto risolvere.”
“E chi era il principale responsabile del prototipo?”
Holapur diresse i suoi occhi color tenebre verso Lighthouse, come in cerca di aiuto.
Lighthouse rispose “Il dottor Virgin ha tentato di violare qualche procedura ed è stato sollevato dall’incarico”
“Sollevato dall’incarico” …, il Comandante sapeva benissimo l’uso di quella espressione.
“Ed è per questo che ha hackerato il sistema di difesa e permesso a quell’ androide di fuggire”.
“Un bastardo fino all’ ultimo” pensò il Comandante.
“Signore, potrebbe gentilmente guidarmi all’ interno del livello?” chiese Spring, gentilmente ma con l’aria di uno che non si aspettava un no.
“Non è possibile, l’accesso è vietato alle persone di rango inferiore al nostro”
“Allora entreremo solo lei e io”.
“Insieme ai robot”
“Meglio così”.
Con un gesto della mano, Holapur disegnò un simbolo nell’ aria e la porta di novanta centimetri di acciaio in fibra di tungsteno si aprì.
“Capitano Duke, resti fuori e acquisisca maggior informazioni sul Soggetto Zeta da Lighthouse, io farò una chiacchierata all’interno”
Chiusa la porta gli occhi si dovettero abituare alla penombra di quel luogo oscuro.
La sala era ampia, dal soffitto altissimo: sulle pareti erano incolonnate circa una trentina di capsule di vetro alte ognuna due metri.
Le capsule emanavano una luce turchese, per via di un denso liquido fosforescente all’ interno di ognuna di esse.
Il liquido veniva trasportato da lunghi tubi color argento dal soffitto fino cima delle capsule, mentre il liquido di fuoriuscita attraversava un tubo di silicio dalla base.
I vari tubi di scarico si immettevano in due grandi tubi più grandi, simili a grossi boa pulsanti sul pavimento di alluminio.
“Ottima miscela il Soul-bracer” disse il ricercatore, riferendosi al liquido color zaffiro.
“Come?” chiese Spring.
“Una sapiente miscela di cromo-vanadio, francio e mercurio: brevettata da me, la sostanza permette di dare proprietà uniche ai metalli a cui viene a contatto per abbastanza tempo.
Tossica per l’uomo ma permette ai metalli di ricevere proprietà di superconduttori di elettricità, di raggiungere una durezza quaranta volte superiore a quella del puro diamante e una resilienza inimmaginabile.
L’unico modo per distruggere un metallo sottoposto al trattamento sarebbe quello di liberare una altissima quantità di energia altamente concentrata.
Nel futuro potrebbe essere usata per costruire reattori a fusione nucleare o astronavi che viaggeranno nelle profondità dello spazio.
Qui, dentro quest’ultima capsula aperta, conservavamo il Soggetto Zeta, che purtroppo non è stato per un tempo abbastanza lungo nel liquido”
disse Holapur, con un leggero rammarico, indicando una capsula vuota. Dietro di lui i due robot scarlatti gli davano sicurezza.
“Si risparmi la lezione di chimica e mi parli della fuga di questo meraviglioso Androide, il Soggetto Zeta”
“Ecco,  pensavamo di cavarcela da soli senza avvisare i piani superiori …” deglutì.
“Che cosa?”
“La fuga è avvenuta prima di quando si immagini, Comandante, ed avevo pensato che dare il compito di recuperare il soggetto sarebbe potuta ricadere su un semplice mercenario …”
“Che cosa, ha divulgato informazioni così preziose all’ esterno !?!”
“Guardi, mi dispiace pensavo fosse una buona idea, Drell è il miglior mercenario del Sistema Solare …”
“Dannazione , lei ha compromesso dei segreti importantissimi, lo capisce?” disse Spring, decisamente alterato e con i nervi che stavano per cedere.
“Si ricomponga, Comandante, non sapevamo cosa fare.”, provò ad ordinare goffamente il ricercatore;per farsi forza fece un cenno ai robot e loro puntarono le armi addosso a Spring.
Spring si ricompose e fece una telefonata celebrale con il suo SmartWatch.
Era avanzatissimo e unico nel suo genere, riuscì dunque a parlare telepaticamente con Kehinde , il suo superiore, e a riferirgli tutto, senza che Holapur se ne accorgesse.
“Ha compromesso un progetto importantissimo, sa quello che deve fare”
Ordinò Kehinde telepaticamente.
Con un gesto fulmineo, quasi istantaneo, Spring prese a sua pistola a raggi energetici e praticò due precisi fori nella testa dei due robot.
“Ma cosa …”
Con un’innaturale calma Spring rinfoderò l’arma, mentre le pesanti macchine cadevano al suolo provocando un grande fragore, con un leggero fumo bianco che usciva dai fori dove il plasma rovente si era scavato un percorso sino al cervello dei robot.
“Conosco questi robot, i loro punti forti e i loro punti deboli”
Holapur era troppo terrorizzato perfino per muoversi.
Con una precisa coordinazione dei muscoli il militare scaraventò il ricercatore nella capsula aperta.
Con un abile gesto la richiuse, e la sigillò pigiando un pulsante sulla tastiera.
“Cosa ha intenzione di fare? Liberami, liberami, ti prego!”
Cominciò a battere pugni sul vetro, gridando e disperandosi, gli occhi neri si muovano velocissimi e il cuore batteva in modo estremamente rapido.
Il Comandante pigiò su un paio di pulsanti e il Soul-bracer, lo stesso liquido che il ricercatore aveva inventato, riempì la capsula.
“Una morte rapida” pensò Spring. Non provò né rammarico né piacere ad uccidere il ricercatore , eseguiva solo il suo dovere.
“Aram Holapur, lei è sollevato dal suo incarico” disse Spring.
 
Lo Scarabeus attivò i motori e ascese al cielo grigio.
“Alla fine ha ricevuto tutti i dettagli dall’ ex-vice capo ricercatore, Lighthouse?” chiese Spring.
“Certamente, ci ha fornito un’ottima quantità di dati su aspetto fisico, come ragiona, come rintracciarlo. È stato estremamente collaborativo” rispose Duke.
“Di sicuro sarà felice quando scoprirà di essere stato promosso”
“Perfetto … sa che c’è?”
“Cosa , Capitano Duke?”
“C’è qualcosa di strano riguardo tutta storia … tutta questa segretezza solo per un prototipo di un androide mi sembra eccessiva”
“Noi non ci poniamo domande, noi eseguiamo gli ordini senza discutere; è così che ho scalato i gradi dell’esercito. Stia attento Capitano, la missione potrebbe essere più difficile del previsto, potremo avere mercenari e criminali ora che la notizia è stata divulgata, dobbiamo solo sperare che Drell, il mercenario, tenga la bocca chiusa.”
Lo Scarabeus ascese ancora, diretto verso la luce rosata del tramonto.

Nota dell'autore: questo capitolo è stato modificato e revisionato, alcuni errori e frasi che stonavano sono stati modificati o cancellati. Ringrazio Trainfaz per avermi fatto notare queste sviste e spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento.
   
 
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