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Autore: PattyOnTheRollercoaster    17/07/2009    4 recensioni
Ellen ha perso la memoria e ora vive a Daret. Quando due sconosciuti si presentano nella città lei ha un flashback. Siccome nulla la può convincere a restare a Daret, città devastata e che verrà presto invasa dagli Urgali, li segue. Così Brom ed Eragon si ritrovano appresso questa ragazza, dalla memoria perduta e dalle straordinarie capacità nell'arte della spada. Grazie al suo viaggio Ellen scoprirà il suo passato, legato con un filo sottile, ma indistruttibile, a quello di Eragon e Brom.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Passato Presente & Futuro'
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Capitolo diciotto: Il ritorno dell’amore

L’esercito dei Varden si schierava sul versante sud, mentre l’esercito Imperiale a nord. Erano in netta minoranza. Quando Eragon scese sulle terre rosse che erano le pianure alcuni soldati lo indicarono e alcuni impugnarono addirittura l’arco.
“Fermi! E’ Eragon Amazzaspettri!” gridò qualcuno. Saphira atterrò sollevando una grossa nube di polvere che fece tossire Ellen. Quando furono scesi e la nube si fu diradata davanti a loro trovarono diversi soldati. Tutti si inchinarono di fronte ad Eragon, che li ringraziò e chiese loro dove si trovava Nasuada. Uno dei soldati li guidò attraverso le tende, finché non giunsero in uno spiazzo dove si trovava una tenda più grande delle altre. Il soldato disse loro di entrare, anche se si  stava tenendo una riunione.
Eragon scostò un drappo che copriva l’entrata e sbirciò dentro. All’interno c’erano un tavolo con diverse persone sedute attorno, fra le quali riconobbe subito Arya. Eragon ebbe una contrazione allo stomaco ma poi fu richiamato alla realtà da Nasuada.
“Eagon!” esclamò lei alzandosi dal tavolo. Gli corse incontro e lo abbracciò. “ Sei cambiato molto dall’addestramento degli elfi. Ellen, è un piacere rivederti” disse la ragazza abbassando leggermente la testa. Arya li salutò cordialmente, senza tradire alcuna emozione.
“Nasuada” disse Eragon, “sono lieto di essere tornato per poter adempiere al mio dovere. Combattere affianco a te e ai Varden è l’unico motivo del mio addestramento”.
“Ti ringrazio di averci preso in così tanta considerazione Eragon Ammazzaspretti. Vorrei presentarti i nostri alleati” e così dicendo Nasuada si votò verso il tavolo e presentò loro Orrin, Re del Surda, e i capi di alcune tribù nomadi di Alagaesia, alcuni dei quali avevano la pelle nera come quella di Nasuada. Eragon, Saphira ed Ellen salutarono tutti cordialmente.
“Eragon, vorrei parlarti un attimo in privato” disse poi Nasuada gentilmente. Il ragazzo acconsentì e i due cominciarono a camminare e a parlare. Ellen non sapeva bene perché, ma sentiva che Nasuada non gli era ostile come prima, quando l’aveva ‘conosciuta’ nel Farthen Dur. Arya diede istruzioni ad un soldato perché desse a Saphira da mangiare e a Ellen una tenda, poi, ripensandoci, disse che per ora avrebbe potuto dormire nella sua. Ellen rimase sorpresa da quella concessione. Non le pareva che Arya fosse una donna molto espansiva e si preoccupò un po’ per quel gesto.
  Forse si sente in dovere di farlo perché ora sa che siamo sorelle … sorellastre, disse a Saphira.
  Può darsi, ma non pensarla in questo modo. Potrebbe essere un segno di affetto da parte sua. Forse vuole dimostrarti che lei ti sente come parte della famiglia ora.
  Forse …
Dopo qualche minuto Eragon entrò nella tenda di Arya, dove c’era anche Ellen.
“Dov’è Arya?” chiese trafelato il ragazzo.
“Non lo so” rispose lei, incuriosita dal comportamento del ragazzo. “Perché?”. In quel preciso istante arrivò Arya.
“Eragon. Che cosa succede?”.
“Devi parlare con Nasuada, è totalmente impazzita!” disse lui. Le due ragazze rimasero sbigottite.
“Come hai detto, prego?”.
“Nasuada ha dato il permesso agli Urgali di arruolarsi ai Varden!”.
“Cosa?!” esclamò Ellen guardando Arya per una conferma. “Ma è una pazzia! Che cosa passava per la testa a Nasuada quando ha deciso questo?”.
“Non insultare il capo dei Varden, Ellen.” disse grevemente Arya guardando Ellen con severità, “Per quanto sia giovane quella ragazza è saggia e scaltra”.
“Ma gli Urgali sono dei mostri! Non hanno il controllo necessario per allearsi con qualcuno, vedrai che si rivolteranno contro i Varden!”.
“Se Nasuada ritiene che sia giusta un’alleanza, allora gli Urgali si uniranno a noi. Non potete mettere in discussione il potere del capo dei Varden”. Di fronte all’ultima affermazione sia Eragon che Ellen ammutolirono. Aveva ragione, non potevano fare nulla contro una decisione di Nasuada.
  Gli Urgali possono essere dei validi alleati, disse Saphira pochi minuti dopo, mentre camminavano per il campo.
  Non credo proprio!, esclamò Ellen.
  Non è giusto rimanere ciechi solo per razzismo. La cultura degli Urgali è più vasta di quanto pensiate. Date loro una possibilità. Sono sicura che saranno determinanti per questa guerra.
Eragon non disse nulla. Per lui si poteva anche evitare che un gruppo sparuto di mostri si unisse ai Varden. Avrebbero solo causato disordini e panico fra gli uomini.
Il Cavaliere si guardò attorno. Tutti i Varden si stavano preparando per l’imminente battaglia. Chi si allenava con la spada, che si rifocillava, chi si metteva l’armatura.
Una nuova battaglia era alle porte.

“Oh no, Eragon” mormorò Ellen guardando il cielo. Tutti e due gli eserciti, quello dei Varden e quello dell’Impero, si erano fermati alla vista della grossa sagoma che era comparsa in cielo. Un drago, rosso come le fiamme dell’inferno, stava raggiungendo veloce il campo di battaglia. Nel vederlo Eragon si era alzato in volo con Saphira, pronto a battersi.
Un grido unanime da parte dei soldati imperiali diede loro nuovo vigore e forza. Si buttarono contro i Varden con rinnovato impeto e scossero le truppe nemiche.
In cielo, intanto, cominciava la battaglia fra i due draghi e i rispettivi cavalieri. Eragon era già spossato per la battaglia e non sarebbe mai riuscito ad avere la meglio contro l’altro uomo, che era un guerriero molto potente e per di più in forze. Ad una manovra complicata la spada scivolò in mano ad Eragon e Saphira scese in picchiata per permettergli di riprenderla. Poco prima che potesse arrivare a terra il drago rosso, più piccolo di lei ma lo stesso molto forte, la raggiunse e le sferrò una zampata sulla coscia. Saphira si voltò con rabbia e riuscì a mordere il drago sulla gola. Quello ruggì e si dimenò, ma Saphira non lasciò la presa. Strinse più forte le mascelle e scosse il drago. In quella, il cavaliere sul suo dorso cadde a terra, ma non si fece troppo male, ed Eragon, per riprendere la spada, lo raggiunse in fretta saltando giù dalla sella di Saphira.
Ellen, dal campo di battaglia, vide cosa stava succedendo. I due erano un po’ lontani ma poteva raggiungerli. Poteva aiutare Eragon. Si districò dalla folla a forza di colpi di spada e di scudo e cominciò a correre per raggiungere la collina dove stavano i due cavalieri. Poteva vedere Eragon steso a terra e l’altro Cavaliere, che si era tolto l’elmo, parlargli. Non riuscì a vedere il volto dell’uomo, perché era troppo lontano, ma le sembrò di riconoscerne vagamente il profilo e la postura. Quando stava per arrivare alla collinetta vide il Cavaliere voltarsi verso di lei e rimettersi l’elmo. Raggiunse in fretta la cima della collina appena in tempo per vedere il Cavaliere scappare. Eragon era ancora a terra e si stava rialzando a fatica.
“Eragon muoviti! Possiamo ancora prenderlo!” disse, e corse giù a rincorrere l’uomo.
“Aspetta!” gridò Eragon. Ma la ragazza non le diede retta.
Ellen correva dietro al Cavaliere senza fermarsi. Stava perdendo fiato in fretta. Sentì un ruggito di dolore provenire dall’alto e guardò distrattamente la battaglia che si svolgeva fra i due draghi. Ancora una volta Saphira aveva la meglio sul suo avversario. Anche io posso averla!, si ritrovò a pensare. Si costrinse a correre più forte. I polpacci bruciavano e i piedi protestavano per il dolore. In pochi secondi raggiunse il cavaliere e gli si buttò addosso, bloccandolo a terra e sedendosi sulla sua schiena.
Ellen tolse la spada dell’avversario dal fodero e la gettò lontano, poi prese la sua e la puntò alla gola del Cavaliere. “Non pensavo che un Cavaliere dei Draghi fosse così facile da uccidere” disse ansante. “Non usi una delle magie che ti ha insegnato Galbatorix, eh?”. Ellen si alzò e voltò l’uomo con la schiena al suolo, tenendolo fermo con un piede premuto forte sul petto. “Traditore. Voglio vederti in faccia prima di ucciderti”.
L’uomo cercò per scappare ma Ellen glielo impedì. Prese l’elmo e lo sfilò.
Il suo cuore saltò parecchi battiti. La mano serrata sulla spada si aprì lentamente e quella cadde a terra con un rumore metallico. Ellen tolse il piede dal suo petto e arretrò, quasi spaventata più che incredula.
“M …” cercò di parlare ma riuscì solo ad emettere un rantolo sordo. Murtagh rimase a terra a guardarla con tristezza. Si alzò a sedere e si mise la testa fra le mani, guardando le goccioline di umidità che si erano formate sull’erba.
“Io … non volevo che lo scoprissi così. Forse se te lo avesse detto Eragon sarebbe stato meglio”.
La sua voce! Da quanto Ellen non la sentiva. Vellutata e dolce, ma non come quella degli elfi. Aveva qualcosa di più terreno ma che suonava sublime alle orecchie della ragazza. Era la voce che Ellen amava.
La ragazza deglutì più volte. Aveva le braccia stranamente molli, come tutto il resto del corpo. Era come se qualcuno le avesse levate il senso del tatto. Senza sapere bene perché si sedette affianco a lui sull’erba.
“Ciao, eh” disse.
A Murtagh scappò un sorriso. “Ciao. Che bello rivederti”.
“Murtagh … cos’è successo dopo che gli Urgali ti hanno portato da Galbatorix?” chiese Ellen con un fremito nella voce. Non osava guardare il ragazzo in viso, così teneva gli occhi puntati sulle mani.
“L’uovo di Castigo si è schiuso per me” disse il ragazzo lasciando la frase in sospeso. “Lui”, la voce di Murtagh si fece dura nel pronunciare quella parola, “ci ha fatto giurare nell’antica lingua”.
Ellen non cercò nemmeno di reprimere la risata amara che la scosse. “Vi ha fatti giurare … perché non ti sei rifiutato? Piuttosto che tradire Eragon avrei patito mille sofferenze”.
Murtagh si voltò di scatto verso di lei, rabbioso. “Credi che non ci abbia provato?! Eh?! Credi che mi piaccia?! Galbatorix conosce il nostro vero nome, ci ha obbligati a giurare! E ora … dobbiamo eseguire i suoi ordini. Tutto qui”.
“Quali sono i suoi ordini?” chiese la ragazza, reprimendo le lacrime.
“Ha detto di cercare di uccidere Eragon. Io ho cercato, per questa volta. Ma la prossima non sarà così facile. Impartirà ordini precisi e non potrò sfuggire”.
“Hai trovato una scappatoia?” chiese Ellen incredula.
“Si. Non è stato molto complicato per questa volta”.
Rimasero in silenzio per un po’, osservando ognuno dalla parte opposta al compagno. All’improvviso Murtagh si voltò verso Ellen, un leggero sorriso in volto che non riusciva a reprimere.
“Però sono contento che sei qui. Se non fossi così testarda non mi avresti mai seguito”.
Anche Ellen sorrise. “A volte può essere un pregio”.
“Mi sei mancata”.
“Anche tu. Però devo ammettere che io sono stata la più fortunata”.
“Questo di sicuro” disse Murtagh sospirando. Accarezzò la guancia di Ellen, come faceva sempre prima, e alla ragazza scappò una lacrima. “Non c’è bisogno di piangere, sai?” la informò il ragazzo.
“Io dico di si”.
“Ma come siamo diventati pessimisti”.
Murtagh si sporse e baciò delicatamente Ellen sulle labbra, aveva uno sguardo sofferto, come se credesse che quello era l’ultimo bacio. Alla ragazza scappò un altro singhiozzo, le labbra premute contro quelle di Murtagh. Senza preavviso si allacciò a lui e rimase lì, abbracciata al ragazzo, sull’erba.
“Una … soluzione ci sarebbe sai?” disse lui accarezzandole i capelli.
“E cioè?”.
“Vieni insieme a me” disse Murtagh velocemente.
Ellen sciolse l’abbraccio e lo guardò, stupita. “Cosa? No, non posso! E cosa direi ad Eragon? Tu piuttosto dovresti venire con noi!”.
“Non posso lo sai. Sono sotto giuramento”.
“Ma … allora …” disse la ragazza cercando febbrilmente una soluzione. Qualcosa che le permettesse di stare ancora assieme a lui, all’uomo che amava. E probabilmente, pensò in quel momento, l’unico che avrebbe mai potuto amare in vita sua.
“Ellen!” Murtagh la richiamò alla realtà, “Vieni con me alla corte di Galbatoix. Potremo stare assieme e … potresti aiutare Eragon da lontano. Ma soprattutto, io sarò tutto il tempo lì, e noi due …”.
“Tutto il tempo?” lo interruppe dubbiosa la ragazza.
“Tutto quanto” rispose Murtagh mettendole entrambi le mani sulle guancie. Il ragazzo poté sentire la morbidezza della sua pelle. Gli era mancata così tanto. “Allora? Cosa ne dici?” chiese guardandola negli occhi.



Fine Prima Parte


Questa Fan Fiction non è stata scritta a fini di lucro. Tutti i personaggi sono fittizi e la maggior parte appartengono a Christopher Paolini, ideatore della Saga dell’Eredità.




E la prima parte è finita! Eh, ma come sono cattiva, vi lascio in sospeso così XD ... lo so che mi tirerete dietro insulti di vario tipo per questo, e avete pure ragione (lo farei anche io). B'è comunque non so esattamente quando comncierò a postare la seconda e ultima parte. La verità era che volevo vedere se questa avrebbe avuto qualcuno che la seguiva, e siccome questo mio desiderio è stato esaudito ovviamente posterò la seconda! ^^ L'unico problema è che ha ancora bisogno di qualche capitolo (anche se la trama ce l'ho già in mente) e di un titolo decente. B'è, per il link alla seconda parte controllate questa storia, così non avrete problemi a trovarla!^^
KissyKikka: come vedi Ellen ha incontrato Murtagh molto più velocemente di quanto ti aspettassi. B'è, che dire? Lieta di averti stupita. Ma su una cosa hai ragione, Lifaen è inquietante, e contro Murtagh non ha alcuna possibilità! XD B'è, grazie di cuore per avermi seguita e recensita, e spero che continuerai a farlo. Un bacione! ^^
Grazie a chi ha recensito, ai lettori silenziosi (in fondo non m'importa che non recesite, prima non lo faceva nemmeno io), e a chi ha messo la FF sulle Seguite o sui Preferiti. Grazie mille, mi avete dato un motivo in più per impegnarmi a scrivere! Grazie davvero con tutto il cuore :)
Un saluto a tutti,
Patty.
   
 
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