Videogiochi > Final Fantasy XV
Ricorda la storia  |       
Autore: Noa    29/12/2018    1 recensioni
Al Principe Noctis viene notificato il nuovo assetto politico derivato dagli accordi di Re Regis ed il consigliere Izunia del Niflheim, una pace non proprio serena suggellata da un matrimonio di forma con Lady Lunafreya di Tenebrae. Analisi del giovane erede al trono prima dell'inizio della sua avventura da una prospettiva differente, i saggi e malinconici occhi di Ignis.
lievi spoilers sulla trama del videogioco
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Regis Lucis Caelum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era uno di quei giorni falsamente quieti quando Insomnia e il suo stato maggiore vennero sconquassati. Uno di quei giorni sornioni, pigri e tetri, quando le notizie sembrano dover arrivare come secchi di acqua gelata… le brutte notizie. Il cambiamento è sempre una notizia vissuta come brutta all’inizio, strana e da analizzare in seconda istanza, ma vissuta e valutata onestamente solo poi. 
Il primo impatto fu: sgomento.
Aveva appena smesso di piovere, una fine primavera con un piacevole vento fresco che non voleva cedere il passo all’estate, la porta della biblioteca privata della famiglia reale sbatté con violenza, a seguire un respiro affannato poco regale. Il Principe Noctis fissava l’unico occupante della sala con occhi sgranati stritolando una missiva ufficiale in pugno.
-Ignis…- un rantolo la voce, scomposta, pervasa dal caos. 
-Mio principe?- Formale, lo era sempre a palazzo.
-Lo sapevi? – proruppe- che cos’è?- 
-Temo mi servano maggiori informazioni…- Affabile il nobile nel fare l’attendente e consigliere del principe, sempre posato e pronto a fredda analisi invece che impeti emotivi. 
Noctis gli scoccò un’occhiata torva e con gesti sgraziati posò la notifica reale sul tavolo. Ignis prese la pergamena elegante e lesse velocemente, nessuna reazione, la sua espressione rimase calma, posata, abbassò il foglio e scrutò il troppo emotivo principe ereditario che portava scritto in faccia disappunto e stizza a caratteri davvero troppo marcati per un reale.
-Noctis – esordì placido, - ricordi le nostre lezioni di Diplomazia Politica? I come ed i perché dovuti a ragioni più grandi?-
-Che cos’è?- Tuonò ancora l’altro, -le ricordo!! Dannazione se le ricordo, questo che cos’è?-
-Un accordo unilaterale, Lucis deve accettare- misurò le parole, -Lucis ha già accettato. Sua maestà ha…-
-Perché? Cosa cambia? Diventeremmo una città stato,…? ma solo se accettiamo di celebrare un matrimonio che senso ha? Dov’è la ragione politica superiore? Dove…- Stava arrancando alla ricerca di una ragione, disperatamente. Un bisogno viscerale di una risposta che  non sarebbe arrivata.
Il modo in cui guardava Ignis ferì profondamente l’amico, che veniva nuovamente rilegato nell’ingrato compito di mostrare il lato oscuro del reale. Il lato del dovere, il lato dell’obbedienza…
Ignis sospirò, mentre il Cavaliere dentro di lui doveva mantenere il sangue freddo, la posa calma, il fare pacato, essere la giusta guida per il giovane Principe, preparato, ma decisamente non pronto al ruolo. Non ancora, ma promettente. 
-L’impero ha vinto l’intera carta politica- approcciò il tutto con moderazione, prendendo tempo, la missiva era come un faro li sul tavolo, ma deviò strada nell’argomentare. -Insomnia non è che la capitale di Lucis, c’è un regno fuori dai cancelli di questa città intoccata dalla guerra, un regno in ginocchio, mio principe… un popolo che soffre- ancora formale. 
Noctis tacque, pronto ad ascoltare ora, ma ancora turbato, un tumulto sconquassato che si imponeva di trattenere, ma che Ignis poteva notare. Conoscerlo troppo bene lo feriva, il modo in cui distoglieva lo sguardo, la tensione nelle braccia, nel pugno sinistro che serrava inconsciamente.
-Piantala…- sibilò con lo sguardo a terra, -qual è il punto?-
Ignis si avvicinò di un passo, l’istinto placato di sfiorarlo, non sarebbe stato appropriato, quindi concesse solo un momento di silenzio.
-Imposizione di forza, lo chiedono perché possono chiedere. Non c’è ragione politica che richieda un matrimonio, non stiamo unendo nulla, il Niflheim ha vinto e si prende le terre di Lucis, lasciando la sua capitale come libera città stato solo perché non possono valicare il potere del cristallo, ma così facendo dicono al mondo che ci hanno sconfitti-
Parole dure, volutamente senza filtri o attenuanti. Era l’unico modo per prepararlo al passo successivo, quello che lui stesso stava processando, quello che con tutto il raziocinio e il buonsenso del mondo non riusciva semplicemente ad acquisire come dato.  
-Quindi è una sceneggiata? Sposo Luna perché parlare di un matrimonio mentre un regno viene smembrato è meglio per i salotti nobiliari? E mio padre me lo ordina semplicemente? Come se mi stesse chiedendo di partecipare ad una cena di stato?- Un altro impeto del principe, straziato nel suo ruolo di marionetta, timoroso di alzare la voce in un ambito dove l’ombra del padre era ancora troppo grande, ma furioso del suo accettare in silenzio. 
Ignis sorrise… unico errore nella sua posa, un sorriso dolce e malinconico. Amava questo lato del carattere del principe, amava la contraddizione nel suo animo, semplicemente… amava Noctis. Una verità così semplice, banale persino, ma troppo complicata per il mondo, quindi lo guardava composto e sorrideva tra le braccia della mestizia, come si confaceva al suo ruolo di braccio destro.
-Questo è tuo dovere in quanto erede al trono. Ubbidire.- riprese parola con voce ferma, nessun vacillare, non era lecito, -in tutta onestà Noct – voluto il nomignolo, - credo che tuo padre si senta in colpa per Lady Lunafreya sin dai tempi del vostro incidente a Tenebrae. Vedervi sposati forse rappresenta una forma di pace e redenzione per quel passato tanto doloroso, non c’è malizia o crudeltà nella decisione di sua maestà- ammorbidì il tono di voce.
-Ah si? E non ha nemmeno scelto di parlarne con me?  Non sa nemmeno cosa pensa Luna… o cosa possa volere!- veemente il rimprovero che muoveva Noctis, frustrato.
Questa volta il sorriso di Ignis fu semplicemente misurato, necessario al ruolo. Accomodante quando basta per contenere la reazione dell’altro.
-Sei affezionato a Lady Lunafreija- una dichiarazione non una domanda, ma il tono falsamente interrogativo.
-Che cosa significa?-
-E’ una constatazione-
-E allora? Sono affezionato anche a te, dobbiamo forse sposarci per questo?- Una stoccata imparabile questa, possibile solo perché genuina di ignoranza di una visione più grande, dolorosa perché onestamente manchevole del quadro di insieme.
L’uomo dissimulò con una risata simulata, distolse garbatamente lo sguardo e nessuno notò la fitta del suo animo. 
-Sarebbe sicuramente interessante e mi piacerebbe vedere come ti proporresti, sono un uomo pretenzioso – sdrammatizzò, - ma sto cercando di darti una prospettiva Noctis-
-Fantastico- sibilò allontanandosi verso le vetrate.
-Non ti è stato chiesto di sposare l’imperatore Aldercapt, ma un’amica di infanzia, per cui nutri affetto. Riesci a seguirmi?-
-Ah stupendo, tutto apposto allora… quindi festeggiamo un matrimonio mentre Lucis tutta perde se stessa, mentre le mura di Insomnia si fanno veramente invalicabili, perché ora divenuta prigione!- Sbottò esasperato, senza contegno, quel contegno che negli anni gli veniva imposto e gli causava frustrazione e maremoti interiori. 
Ignis non era imperativo come Gladiolus, conosceva il suo principe, sapeva che a porte chiuse gli andavano concessi crolli di etichetta e forma, sfoghi. Sapeva che era più grande del viziato e disinteressato figlio del re dipinto da alcuni dei politici, ma gliene andava concesso modo di esserlo. 
-Onora Lucis in quanto suo erede, sii forte per tutto il tuo popolo in ginocchio. Se avrai la determinazione di vivere l’adesso con il sorriso sulle labbra, anche Lucis sorriderà con te abbracciando il futuro con speranza invece che con disperazione.-
Un discorso a voce bassa, tono vivido e rimarcante. Ignis guardava la figura di Noctis che gli dava le spalle, proprio per nascondere le incrinature del suo contegno, la sua rabbia infantile, la sua stizza non idonea. Scrutava protetto dal non esser visto il ragazzo che stava diventando uomo, che parlava del dramma di un popolo e dell’assurdità delle facezie di corte, un uomo per cui valeva la pena vivere.
Il principe si volse due secondi dopo la fine delle parole dell’altro, sentendosi infantile per le rimostranze, occhi carichi di emozioni contrastanti, ma trattenuto dal fare altri commenti, conscio dei sui doveri. I suoi occhi blu pieni di caos incrociarono lo sguardo con Ignis, un silenzio strano tra due, forse qualcosa negli occhi verde acqua del suo consigliere lo avevano bloccato, quando provò a prendere parola un secco bussare li interruppe… le parole si persero.
-Avanti?- disse il cavaliere.
Un attendente fece capolino.
-Sua maestà richiede la presenza di sua altezza il principe-
Noctis lanciò un ultimo sguardo a Ignis, per poi incamminarsi.
-Arrivo- piatto e vuoto il tono.
L’obbedienza.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy XV / Vai alla pagina dell'autore: Noa