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Autore: Smartox_    30/12/2018    0 recensioni
"Aprì la porta, rimanendo sulla soglia per qualche istante, ad osservare la mora mentre dormiva; sorrise in modo spontaneo quando la vide fare una piccola smorfia a causa della luce. Era tipico della mora."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Sofia Robbins Sloan Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Arizona si era trasferita da poco a New York, aveva preso un appartamento accanto a quello di Callie, e con quest’ultima stava cercando di ricominciare da capo. A volte era difficile, altre volte invece era decisamente troppo semplice.

Passavano insieme tutto il tempo che avevano a disposizione, si ripetevano che era per il bene della loro figlia, ma sapevano che quella era solo una scusa.

Arizona si era svegliata da poco, aveva indossato una tuta, e come tutte le mattine era andata da Callie per la colazione, e per passare del tempo con la figlia.

Aprì la porta con la propria chiave che la mora le aveva dato qualche giorno prima, e si era subito guardata attorno. C’era qualcosa di stano, ma proprio non riusciva a capire cosa.

Si chiuse la porta alle spalle, e solo in quel momento si accorse che la casa era decisamente troppo silenziosa. Non sentiva alcun odore di caffè, nessun rumore di ciotole mosse, niente.

Si diresse verso la cucina, vedendola effettivamente vuota, così andò prima verso la stanza di Sofia, vedendo la bambina dormire ancora, così chiuse di nuovo la porta, in modo da non far entrare la luce del giorno, e si diresse nella stanza accanto.

Aprì la porta, rimanendo sulla soglia per qualche istante, ad osservare la mora mentre dormiva; sorrise in modo spontaneo quando la vide fare una piccola smorfia a causa della luce. Era tipico della mora.

La bionda si richiuse la porta alle spalle, dirigendosi poi verso il letto, cercando di fare il più piano possibile. Si fermò accanto ad esso, per poi abbassarsi, passò una mano tra i capelli della mora, dandole poi un leggero bacio sulla fronte “sveglia dormigliona” sussurrò a poca distanza dal volto dell’altra, facendo un sorriso quando la vide iniziare a svegliarsi.

Callie aprì gli occhi, poi assunse un’espressione confusa, guardando la bionda per un po’ “che ci fai qui già a quest’ora?” chiese con la voce ancora impastata dal sonno, sentendo come risposta una risata.

“Sono le undici del mattino, Calliope” disse la bionda, continuando a guardarla, sedendosi poi sul bordo del letto, continuando a passare le dita tra i capelli dell’altra.

Callie corrugò la fronte, poi si alzò di scatto “cazzo, sono in rita-” non riuscì a completare la frase, perché le labbra della bionda si erano appena posate sulle proprie, in un dolce bacio.

La mora sorrise, ricambiando il bacio, allontanandosi solo dopo qualche istante “buongiorno anche a te” disse in un sussurro, sollevando una mano per poterle accarezzare una guancia.

Arizona la guardò, lasciandole un altro bacio sulla fronte, per poi togliersi le scarpe, stendendosi accanto a lei “non sei in ritardo, oggi hai il giorno libero, e a quanto pare Sofia salterà la scuola” disse con una piccola risata, allargando poi le braccia, aspettando che la donna si avvicinasse, stringendola poi a sé “anche se in effetti per il mio stomaco sei in ritardo, perché io ho fame, e sai che non sono molto capace a cucinare” aggiunse poi, con un’altra risata.

La mora la guardò in modo divertito, poi si allontanò, tirandosi su a sedere, girandosi poi a guardarla “come hai fatto a sopravvivere senza di me quando io ero qui, e tu a Seattle?” chiese in modo retorico, assumendo un’espressione divertita.

La bionda alzò le spalle, poi la tirò nuovamente giù, facendola stendere ancora una volta “non lo so, ma posso dire con certezza che è stato un periodo orribile” ammise a voce bassa, con espressione seria.

Callie la guardò per un istante che le parve infinito, poi le diede un bacio sulla guancia “già, ne so qualcosa” disse annuendo piano “e posso assicurarti che non è stato orribile soltanto per te” aggiunse poi, spostando lo sguardo verso il soffitto “ma adesso siamo qui, insieme, e ci stiamo riprovando, e non voglio portare sfortuna, ma sembra stia andando tutto bene” concluse girandosi nuovamente in direzione della donna, perdendosi ad osservare quei suoi occhi azzurri di cui si era innamorata fin da quando li vide da Joe, quando si incontrarono per la prima volta.

Rimasero a guardarsi per lunghi istanti, poi si avvicinarono l’una all’altra, le loro labbra premute le une sulle altre, i loro corpi stretti l’uno all’altro, le coperte che venivano spostate, ed i baci che si facevano sempre più umidi.

Non ci volle molto per ritrovarsi entrambe sotto le coperte, ad amarsi come mai avevano fatto, a riempirsi di umidi, dolci, e lunghi baci, di morsi, e di carezze, con i corpi che si muovevano in sincrono.

Le loro mani si muovevano bramose sui loro corpi, e non potevano farne a meno. Non potevano fare a meno delle mani e delle labbra dell’altra.

Riempirono la stanza di sospiri, di gemiti, e del loro amore, della loro passione, passione che non si erano mai dimostrate in quel modo, fino a quel momento.

Restarono abbracciate a lungo, ad accarezzarsi, e lasciarsi piccoli baci, a dirsi cose che non si erano mai dette, senza parlare minimamente, bastava un solo sguardo da parte dell’altra per capire tutto.

“Calliope?” sussurrò la bionda, dopo infiniti attimi di silenzio, la mora si girò verso di lei, e dalla sua espressione capì ciò che voleva dirle. Aveva la stessa espressione di quando lo disse per la prima volta.

Callie si avvicinò a lei, baciandola ancora una volta, senza darle il tempo di proferir parola “anche io” disse con tono di voce basso, appena si allontanò, accennando una piccola risata quando vide la confusione nel volto dell’altra alzando poi gli occhi al cielo con fare divertito.

"Anche io ti amo” sussurrò a sua volta, accarezzandole piano i capelli, poggiando poi il volto contro l’incavo del suo collo, inspirando il suo profumo.

Restarono a letto a lungo, a parlare del più e del meno, e a stringersi, a farsi le coccole e a lasciarsi baci. Restarono a letto finché non videro il volto di una Sofia ancora assonnata fare capolino sulla porta “facciamo l’albero?” aveva detto con la voce impastata dal sonno.

Arizona rise “sì amore, arriviamo subito” le rispose con tono divertito, girandosi poi verso la mora appena la bambina richiuse la porta “forse è ora di alzarci” le fece notare, dando poi uno sguardo alla sveglia posta sul comodino “considerando che è praticamente ora di pranzo” aggiunse poi, allontanandosi dalla mora, riprendendo poi i propri vestiti, indossandoli nuovamente.

Callie andò a fare la doccia, mentre la bionda si diresse verso la cucina. Vide Sofia seduta sul divano a guardare la tv, così si avvicinò a lei, lasciandole un bacio sulla nuca.

“Allora, cosa vorresti mangiare?” le chiese sorridendole dolcemente, corrugando la fronte quando la bambina le lanciò un’occhiataccia “oh, andiamo, non cucino poi così male, e poi tua madre è sotto la doccia, ed io voglio rendermi utile” aggiunse la bionda, sedendosi poi accanto a lei.

Rimasero in silenzio per un po’, l’una accanto all’altra “cosa ne dite se mangiamo qualcosa di veloce come un toast, e poi facciamo l’albero?” chiese la mora, avendo sentito la fine della loro conversazione, poi indicò la bionda “e visto che tu vuoi renderti utile, potresti andare a prendere le decorazioni natalizie” le propose con un sorriso, per poi dirigersi verso la cucina, iniziando a preparare i panini.

La bionda scese nello scantinato, accompagnata dalla bambina, presero gli scatoloni, e poi tornarono su.

“Oh, stavo per chiamare la polizia, credevo foste morte” disse Callie in modo scherzoso, finendo di mettere i piatti in tavola, “adesso andate a lavarvi le mani, così potrete pranzare”.

Si sedettero a tavola, mangiando più velocemente del solito. Sofia non era l’unica a voler fare l’albero ed addobbare la casa.

Quando finirono si alzarono subito da tavola, dirigendosi verso gli scatoloni, aprendoli, tirando fuori il tutto.

Posizionarono l’albero accanto alla finestra, in modo da farlo vedere da fuori, misero le luci, ed infine lo decorarono con le palline. Presero le calze, appendendole al camino, prima quella di Callie, quella di Sofia in mezzo, e poi quella di Arizona.

La bionda si avvicinò alla mora, stringendola, quando videro che Sofia stava appendendo un’altra calza, quella con sopra il nome di Mark “è natale anche per papà, anche se non c’è” disse semplicemente, per poi prendere l’altro filo di luci, girandosi poi verso le due.

“Allora? Volete restare lì e lasciarmi fare tutto da sola?” chiese alzando un sopracciglio. La bionda rise “sei uguale a tua madre” disse divertita, avvicinandosi poi a lei, aiutandola ad attaccare le luci sul camino.

Finirono di decorare la casa dopo qualche ora. Le due donne sedute sul divano, mentre Sofia era in camera sua.

Stavano osservando il lavoro fatto, quando sentirono un “adesso dovreste baciarvi”; si voltarono, trovando la bambina con un rametto di vischio in mano, proprio sopra le loro teste.

Le due sorrisero per poi avvicinarsi l’una all’altra, si diedero un piccolo bacio, a fior di labbra, per poi allontanarsi ancora una volta “pensi di restare qui con quel rametto ancora per molto?” chiese Arizona, a poca distanza dalle labbra di Callie, per poi girare appena la testa, per poter vedere Sofia scuotere la testa, con un sorriso, e poi tornare verso la propria stanza.

Arizona si avvicinò nuovamente alla mora, riprendendo a baciarla, mentre le accarezzava piano una guancia, per poi allontanarsi dopo qualche istante.

“Buon Natale, Torres” sussurrò con un sorriso, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. La mora sorrise a quelle parole, poggiando poi la testa sulla sua spalla, accoccolandosi al suo fianco.

“Buon Natale anche a te, Robbins”

Angolino me:
​Innanzitutto, salve. 
​Non l'ho mai fatto, anche perché prima non c'era, ma vorrei dedicare questa fanfiction alla mia ragazza, perché è stata lei ad ispirarmi, e a darmi il prompt. 
​Detto questo, spero che questa storia vi piaccia, come sempre ho cercato di fare del mio meglio.

 
  
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