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Autore: Soul Mancini    30/12/2018    7 recensioni
Sono passati circa cinque anni dalla morte di Freddie. Roger, Brian e John decidono di riunirsi, dopo un periodo di inattività, per registrare il brano "No-one But You".
Mentre chitarrista e batterista in questo lasso di tempo sono riusciti a lottare e vincere contro il lutto, per John è come se il tempo si fosse fermato. Cosa si nasconde dietro i suoi occhi malinconici e il suo viso pallido?
[La mia personalissima versione dei fatti. Non voglio spoilerare altro ;)
Ne approfitto anche per augurarvi un felice 2019, nella speranza che sia pieno di buona musica, ispirazione e creatività! ♥]
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Brian May, John Deacon, Roger Taylor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Cryin' for no-one, no-one but you




"Ci darà buca, me lo sento!"
"Rog, calmati! È ancora troppo presto per dirlo!"
"Non vuole avere più niente a che fare con noi, è inutile che ci prenda per il culo!"
Roger camminava avanti e indietro per lo studio, nervoso, mentre Brian lo osservava appollaiato su una sedia.
"John non è il tipo di persona che non mantiene la parola data" commentò il chitarrista.
Roger si fermò e gli lanciò un'occhiata tagliente. "Perché, sei ancora in grado di capire che tipo di persona sia?" La sua voce era carica di rabbia e tristezza.
Brian si strinse nelle spalle. Il suo amico aveva ragione: era da almeno cinque anni, dalla morte di Freddie, che John aveva preso le distanze da loro. Inizialmente loro non avevano notato la cosa perché, a pochi mesi dall'accaduto, tutti e tre erano fragili e vulnerabili. Ma poi il bassista si era chiuso in se stesso, non si faceva più vedere né sentire.
Avevano dovuto insistere per convincerlo a registrare quel singolo assieme.
"Dobbiamo fare qualcosa" affermò Brian, per poi sospirare.
Qualcuno bussò alla porta dello studio e Roger subito si precipitò ad aprire.
Nella stanza fece il suo ingresso, con passo lento e incerto, un John estremamente magro e smunto: i capelli scompigliati gli ricadevano attorno al viso pallido e scavato, il suo corpo era talmente esile che pareva potesse spezzarsi da un momento all'altro.
Nel vedere il suo vecchio amico così fragile e inerme, a Roger passò tutta la voglia di gridargli contro e prendersela con lui.
"Ciao ragazzi" esordì John in tono piatto, guardandosi attorno spaesato. Erano anni che non metteva piede in uno studio di registrazione, per lui fu quasi come riscoprirlo da capo.
A Brian si spezzò il cuore nel vederlo in quello stato; si alzò e, senza dire una parola, lo abbracciò fraternamente, come tanti anni prima.
John era sempre stato il piccoletto, quello più timido e introverso, una sorta di fratello minore da proteggere. Ma ciò non spiegava come mai, mentre gli altri due erano riusciti a superare il lutto e riprendere in mano la loro vita, lui stesse ancora così male.
Brian ripensò al legame speciale che univa John e Freddie, un legame che forse nemmeno lui era mai riuscito a comprendere davvero.
"Come stai?" chiese il chitarrista, sciogliendo l'abbraccio.
"Cosi" rispose John con un'alzata di spalle.
Roger assisteva alla scena in silenzio, sconvolto e angosciato. Poche erano le cose in grado di togliergli la parola.
"Bene, allora..." prese in mano la situazione Brian. Si avvicinò a una grande scrivania e afferrò una manciata di fogli. "Questo è il testo della canzone, ma mi pare di avertelo già inviato. Come titolo pensavamo a No-one But You, ma è provvisorio, si accettano suggerimenti. In blu sono evidenziate le parti che canterò io, mentre quelle in arancione sono di Rog... invece per la chitarra pensavamo..."
Ma John non stava ascoltando, si mordeva il labbro inferiore e spostava lo sguardo da Brian a Roger. "Ma è proprio necessario?" borbottò a un certo punto.
"Stai scherzando, vero?" sibilò Roger basito.
"Se qualcosa non ti piace, la possiamo cambiare. Oggi siamo qui apposta per questo!" disse Brian, non prima di aver fulminato il batterista con lo sguardo. Sapeva che al suo amico bastava poco per perdere la pazienza, ma quello non era il momento giusto, bisognava stare calmi.
"Io ho deciso di collaborare, però... secondo me è controproducente. Questa canzone non aggiunge nulla a quello che è già stato, e non ha senso fare qualcosa senza Freddie" spiegò il bassista, mesto e distaccato.
"Se l'idea non ti piaceva potevi dircelo prima, almeno non avremmo sprecato tempo a riunirci qui" commentò Roger in tono sprezzante, ormai incapace di trattenersi. Voleva provocare John, portarlo a reagire e ad aprirsi con loro.
"Okay, basta. Prima di iniziare a lavorare sul brano, penso sia lecito fare una chiacchierata tra noi" decise Brian, già stufo della tensione che aleggiava nella stanza. Si avvicinò a John e gli si posizionò di fronte, sperando che l'altro sollevasse lo sguardo e incrociasse i suoi occhi. Ma lui non lo fece, continuò a tenere il capo chino.
"John, che cos'hai? Perché non parli con noi? Siamo preoccupati per te, sei cosi... stremato!"
"Penso non ci sia bisogno che vi dica perché sto così."
"Ah, ma per favore, non prenderci per il culo!" intervenne Roger. "Tutti noi abbiamo perso un amico e ne abbiamo sofferto. Ma sono passati cinque anni, cinque fottuti anni, e noi ci siamo rialzati. Perché tu no? Perché sei sparito?" Il batterista cominciava a infervorarsi, sentiva il viso rovente.
"Evidentemente mi andava di fare cosi" si difese John debolmente. Voleva mostrarsi imperturbabile, ma pian piano stava cedendo. Si era impegnato anni e anni per costruirsi una corazza e isolare le emozioni in un angolo remoto della sua mente, ma le parole dei suoi vecchi amici lo stavano mettendo a dura prova.
"Sai qual è il problema, Deacon?" proseguì ancora Roger. "Il problema è che tu non hai reagito, non hai cercato aiuto, ti sei arreso! Che cazzo di vita stai vivendo, eh?"
John alzò il capo di scatto, in maniera inaspettata, e lanciò al batterista un'occhiata di fuoco.
Brian sobbalzò, spaventato da quella reazione. Quello sguardo era inquietante, non aveva mai visto il bassista così irato.
"Che cazzo ne sai tu di me e della mia vita, Roger? Come ti permetti di giudicarmi? Cosa ne sai di me e Freddie?" esplose, le mani che gli tremavano dalla rabbia. "Sono un debole, uno stronzo, un amico di merda, ma cosa ne sai di cosa succede nella mia mente? Hai mai perso la persona che ami? Io si!"
Roger divenne di ghiaccio. Brian, pallido come un cadavere, guardò John con aria interrogativa.
Gli occhi del bassista si riempirono di lacrime: l'aveva detto, aveva riportato alla luce ciò che voleva dimenticare. Era come se nella sua testa fosse crollata una diga, e adesso un fiume lo stava investendo, distruttivo e implacabile.
"Io e Freddie l'abbiamo sempre tenuto segreto, non volevamo che si sapesse. Lui... mi è piaciuto da subito, da quando sono entrato nella band. Ci siamo sempre detti che non era una cosa seria, che io avevo una moglie, che lui non era fatto per le relazioni... ma io l'ho amato tanto e lui ha amato me. E quando lui se n'è andato, insieme a lui è morta anche una parte di me, la parte felice. Perché mi faceva stare bene, mi faceva sentire apprezzato come neanche mia moglie è mai riuscita a fare. Con lui, solo con lui, passavo dall'essere l'insignificante John a... qualcuno di speciale."
Ormai piangeva e tremava, scosso dai singhiozzi; sulle sue guance scorrevano quelle lacrime che aveva trattenuto per troppo tempo. Non si voleva mostrare così fragile di fronte a Brian e Roger, ma era stato inevitabile.
"Deaky" mormorò Brian con voce tremante. Lo prese per un polso – era cosi esile sotto le sue dita –, lo portò in un angolo della stanza, si accucciò per terra con la schiena contro la parete e lo invitò a fare lo stesso. John si accasciò sul pavimento in legno e allora Brian lo abbracciò, facendogli posare la testa sulla sua spalla.
Il bassista non riusciva a smettere di piangere, si stringeva al suo amico e si lasciava cullare tra le sue braccia, in silenzio.
Roger si accostò a loro e si rannicchiò a terra a sua volta, senza osare fare altro. Nella sua mente stavano già prendendo forma i sensi di colpa: come aveva potuto aggredire John senza sapere la sua storia, la sua versione dei fatti? Anche lui era sempre stato molto legato a Freddie, ma era diverso. John lo amava.
"È per questo che non posso immaginare un futuro senza di lui." John parlò di nuovo, la voce rotta dal pianto. "E fare musica mi fa male, perché mi ricorda lui. Vedere voi mi fa male, perché mi ricordate lui. Ogni cosa, pure una mosca che mi vola davanti o una porta che sbatte, mi riporta a lui."



Freddie entrò nella stanza fugacemente, chiuse piano la porta e poi intrappolò subito le sue labbra in un bacio.
Ancora non si era accorto dei suoi occhi gonfi e rossi.
Quando si staccarono, lo osservò bene in viso e i suoi lineamenti si addolcirono. "Deaky, perché piangi?" gli domandò, asciugandogli subito una lacrima con l'indice.
Era la prima volta che John piangeva di fronte a lui. Era troppo controllato e calmo per lasciarsi trasportare dalle emozioni, e quando capitava si nascondeva sempre.
Ma con Freddie era diverso.
"Io... Fred, sto tradendo mia moglie. Con un uomo. Cazzo, ho dei figli, non posso!" si sfogò, ma subito dopo se ne pentì. Freddie avrebbe potuto prendersela per quelle parole.
Il cantante si rabbuiò appena. "No, okay, lo capisco. Se è un problema, possiamo smettere oggi stesso" affermò con poca convinzione.
John abbassò lo sguardo. "Il punto è che io non voglio smettere, non ci riesco. Tu mi fai stare così bene..."
Freddie lo abbracciò e fece scorrere una mano sulla sua schiena. "Il mio Deaky, il mio dolce Deaky... mi dispiace che tu debba sopportare questo peso."
John piangeva senza emettere alcun suono, lasciava solo che le gocce salate gli inondassero il viso. Riuscì a calmarsi solo quando Freddie cominciò a catturare le sue lacrime con le labbra, lasciandogli dolci baci sulle guance, sul mento, sulle palpebre.



"Deaky, ascoltami." Roger gli si avvicinò e lo scrutò attentamente. "Io ho capito qual è il tuo problema: sei solo. Io e Brian, dopo che Freddie se n'è andato, ci siamo visti quasi ogni giorno. Abbiamo pianto insieme, abbiamo riso, ci siano sfogati, ci siamo presi delle belle sbronze, abbiamo ricordato i vecchi tempi... e alla fine, facendoci forza a vicenda, ci siamo risollevati." Lanciò uno sguardo carico di significato a Brian e l'altro ricambiò; ne avevano passato tante insieme. "E sai, tante volte ci siamo chiesti dove fossi tu, cosa stessi facendo, perché non fossi là con noi. Avevamo bisogno di te... e tu di noi. Noi non ti chiediamo di suonare con noi, se non lo vuoi, ma almeno di starci vicino. Noi faremo tutto il possibile per aiutarti perché... ti vogliamo bene, Deaky. E la tua vita, in un modo o nell'altro, deve andare avanti."
Neanche lui si era reso conto della lacrima che, fuori dal suo controllo, era scivolata su una sua guancia. Piangere non era proprio da Roger, gli capitava solo nelle occasioni straordinarie.
E parlare al suo amico col cuore in mano, vederlo debole e tremante, scoprire cosa stava davvero passando in quegli anni, era un evento più che straordinario.
John ebbe finalmente il coraggio di guardare il suo amico e si sorprese nel trovarlo cosi in apprensione.
Brian, che ancora lo stringeva tra le braccia, aggiunse: "Noi ti vogliamo nella nostra vita. Freddie non avrebbe mai sopportato di vederci cosi divisi."
Il bassista si lasciò sfuggire un sospiro. Gli sarebbe piaciuto provare a ricostruire un rapporto con loro, quel rapporto che non esisteva più dal '91, ma non sapeva se ci sarebbe mai riuscito. Stare con Brian e Roger era come rituffarsi nel passato, ripercorrere dei momenti troppo dolci e dolorosi.
"Non lo so, ragazzi. Per il momento registriamo questa canzone, poi si vedrà. Ah, se Freddie fosse qui ci direbbe: tesori, perché state sprecando tempo prezioso? Musica, dovete fare musica! Quanto mi manca, non ce la faccio senza di lui. Mi abbracciava sempre quando mi vedeva triste. Io... io lo amo."
Brian e Roger ascoltarono quello sfogo, il cuore spezzato dal trasporto e la malinconia nella voce di John.
Quest'ultimo sciolse l'abbraccio e si rimise in piedi, seguito dagli altri due.
"Scusatemi ragazzi, so che questo non è un comportamento da quarantacinquenne" mormorò John.
"Le Regine non hanno tempo e non hanno età, amico" ribatté Brian con un sorriso – il primo dopo ore.
"Sai cosa direbbe invece Roger Taylor in questo caso?" intervenne Roger in tono complice, circondando le spalle di John con un braccio.
"Andiamo a farci un drink?" tirò a indovinare il bassista.
"Esatto! Dai, asciughiamoci queste fottute lacrime e beviamoci su, abbiamo tante cose di cui parlare. Poi penseremo alla canzone. E poi si vedrà!"
"Sono d'accordo!" disse subito Brian.
John si asciugò gli occhi e tentò di ricomporsi, mentre ascoltava i battibecchi degli altri due.
“Non avrei mai pensato di vederti piangere, Taylor.”
“Ah, ma vaffanculo! La vecchiaia mi sta rincoglionendo.”
“Non c'era bisogno della vecchiaia per quello.”
“Cosa vorresti insinuare, Brian May?”
“Io sono più vecchio di te, eppure sono in ottime condizioni.”
“Ma piantala. Facciamo i conti una volta al bar: tu sarai già fuori dopo un bicchierino.”
“Vogliamo andare?” intervenne John divertito, accennando un sorriso.
Brian e Roger si scambiarono un'occhiata fugace e colma d'entusiasmo: era bellissimo vedere il loro Deaky sorridere, quel piccolo gesto era stato in grado di illuminare l'intera stanza e far nascere una speranza nel cuore dei suoi amici.
Roger prese sottobraccio gli altri due e li trascinò fino all'uscita, ridendo e rischiando di perdere l'equilibrio.
Forse loro tre avrebbero potuto ricostruire qualcosa, forse ci sarebbe stato un futuro per la loro amicizia.
Forse, chissà, Roger e Brian sarebbero riusciti a donare a John l'affetto di cui aveva bisogno per andare avanti.
Ma il bassista nel suo cuore sapeva che nulla e nessuno sarebbe stato in grado di rimpiazzare il suo Freddie.
 
 
 
♣ ♣ ♣
 
 
Secondo esperimento in questa categoria – poi ci do un taglio, lo prometto ai miei lettori, perché ora penseranno tutti che sto andando in fissa con i Queen XD
Questa fanfiction è strettamente legata a un fatto che mi ha colpito molto: la depressione di Deaky per la morte di Freddie e il suo conseguente allontanamento dalla band negli anni successivi. Ho voluto dare la mia versione dei fatti (a cui non credo, ma mi piace immaginare) e raccontare come potrebbe essere stato il momento in cui i Queen si sono riuniti per registrare No-one But You (Only The Good Die Young). Penso sia un momento cruciale per la band, perché questo brano è una ballad dedicata a Freddie e perché è l'ultima volta che vedremo i tre insieme in una canzone.
E niente, ho anche pensato che a questa chiusura di John fosse legato qualcosa di più ^^
Ho anche deciso di inserire un flashback, su cui inizialmente ero molto indecisa, per rendere il tutto più concreto e per poter accedere alla mente e ai ricordi del bassista.
Spero che anche questa piccola creazione vi sia piaciuta e vi abbia trasmesso qualcosa. Io mi sono commossa molto nell'immaginare queste scene!
Ringrazio i miei lettori abituali (in particolare Kim, che mi dà un supporto preziosissimo e mi incita sempre a mettermi in gioco) e chiunque sia giunto fin qui :3
Alla prossima!!! ♥
 
 

 
   
 
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