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Autore: kithiara    17/07/2009    10 recensioni
"Il signor Darcy? Avrei potuto perdonare la sua vanità, se non avesse mortificato la mia."
E se invece dietro al suo orgoglio si fosse celata soltanto una profonda timidezza?
Ecco come immagino debba aver vissuto in prima persona il primo incontro con la dolcissima e pungente Elizabeth.
Leggete e magari lasciate un commentino!
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Spudorata

E così siamo arrivati pure al terzo capitolo, è incredibile giacchè mi ero ripromessa di non trasformare mai più una one-shot in un racconto a capitoli…

Dico, ma l’avete notata la citazione?? Santo cielo, sto proprio impazzendo, adoro questo romanzo, ne adoro il film e a volte vorrei aver vissuto a quei tempi o ritrovarmici catapultata ora, specialmente da quando ho visto la serie tv inglese in quattro puntate “Lost in Austen”…se non l’avete vista, dovete assolutamente farlo!

Farneticazioni a parte, questo capitolo è un altro missing moment e vuole andare a scoprire quello che non ci è stato dato sapere della visita di Elizabeth e dei suoi zii a Pemberley. Io credo che ne siano successe di cose e ho scelto per raccontarle la figura, nel libro e nel film solo accennata, di Georgiana Darcy.

Come al solito, fatemi sapere cosa ve ne pare.

 

Chiara

 

 

 

Orgoglio o timidezza?

Ovvero: Siamo tutti folli in amore.

 

Capitolo 3 – Pomeriggio a Pemberley

 

“Vi credevo a Londra.”

“No. Non sono a Londra.”

Elizabeth e Darcy

 

 

Era una magnifica giornata di sole, l’aria era tiepida e intorno a Pemberley gli unici rumori che si sentivano erano i versi degli uccelli acquatici che volavano in stormi sui laghetti circostanti.

All’interno dell’imponente e ricca dimora della famiglia Darcy invece, era la dolce melodia che si sprigionava dai delicati tasti d’avorio dell’elegante pianoforte a coda a riempire l’aria.

Georgiana Darcy era considerata, a ragione, una delle più brillanti e dotate pianiste della contea, per quanto fosse troppo modesta per accettare questo complimento da chiunque non fosse il suo amato fratello.

Fratello che, come sua abitudine ogni qualvolta i suoi impegni non lo tenevano lontano da casa, passava il tempo ad ascoltarla mentre si esercitava con tanta costanza e dedizione.

In quel momento però, suo fratello pareva turbato, erano in attesa dei loro ospiti e non gli riusciva di stare fermo.

“William per favore, potresti smetterla di camminare in questo modo per la stanza? Mi stai facendo girare la testa!”

 

Si bloccò all’istante, arrossendo leggermente per la vergogna di essere stato ripreso.

“Chiedo scusa, temo di essere un po’ nervoso.”

Sorridendogli complice, la giovane lo prese scherzosamente in giro

“Forse perché quest’oggi verrà in visita da noi la signorina Bennet?”

“Ma che dici! Miss Bennet non c’entra nulla…” negò lui con fin troppa foga

“Ah no?! Eppure non hai fatto altro che parlare di lei per tutta la mattina…e come se non bastasse, ormai non conto più le volte in cui hai sistemato il nodo della cravatta!” disse la ragazza, ridacchiando fra sé e sé.

“Che sciocchezza…voglio solo che tutto sia in ordine per i nostri ospiti.” Il rossore sul suo viso non accennava a diminuire, ma lei continuò ad infierire senza pietà.

“Non è che per caso vuoi fare buona impressione su di lei?”

 

Adorava farlo arrabbiare, perché in quei momenti riusciva sempre a mettere in luce lati di lui che il ragazzo si sforzava di tenere nascosti, ma che erano quelli che lo rendevano più umano  e più…divertente.

Darcy stava giusto per rispondere, quando il valletto entrò nella stanza per annunciare l’arrivo dei signori Gardiner e della signorina Elizabeth Bennet.

 

Finalmente! Georgiana era veramente impaziente di conoscere la donna che aveva fatto perdere la testa a suo fratello. Perché era di questo che si parlava…suo fratello era innamorato e anche se lui si ostinava a non volerlo ammettere, lei, con la sensibilità che contraddistingue le donne, lo aveva capito.

Per questo, quando la ragazza fece il suo ingresso in sala, le corse incontro accogliendola come una sorella.

 

Decisamente non era come si era aspettata…era molto meglio!

Aveva temuto che il fratello si fosse infatuato della solita giovane ricca di beltà, ma povera di spirito e invece si trovò davanti una donna certamente piacevole, seppur con discrezione, ma soprattuto acuta, dallo sguardo intelligente e la battuta pronta.

“Suonate a quattro mani, signorina Elizabeth?” le chiese curiosa

“Solo se costretta.” fu la risposta sincera e divertita di lei

“Fratello, dovete costringerla.” lo stuzzicò Georgiana

Dopo un piccolo scambio di battute, aveva già deciso che Elizabeth Bennet le piaceva.

E poi, non aveva potuto fare a meno di notare il modo in cui il suo fratellone l’aveva guardata…

 

*************************************************

 

Fu un the estremamente piacevole, servito nel giardino preferito da Georgiana, quello che dava sul laghetto, condito da brillanti conversazioni e risate spensierate.

Darcy e il signor Gardiner si erano congedati dalle signore per dedicarsi all’hobby maschile per eccellenza, la pesca e sarebbero rimasti fuori tutto il pomeriggio.

La signora Gardiner dopo un po’ era stata rapita da Mrs Moore, l’anziana governante che si occupava della cura di Pemberley e di tutti i suoi abitanti con la stessa premura con cui una vecchia chioccia accudirebbe i suoi pulcini. La donna, fin troppo modesta nella vita di tutti i giorni, non aveva però visto l’ora di poter mostrare a qualcuno tutte le migliorie apportate alla casa, non disdegnando certamente i complimenti che ne avrebbe ricevuto in cambio.

Così le due ragazze erano rimaste sole.

 

Come si era immaginata, Elizabeth si dimostrò essere di estrema compagnia, mai una volta il suo modo di fare risultò troppo lezioso o i suoi racconti noiosi, né diede mai l’impressione di sentirsi imbarazzata o meno che divertita dagli anedotti su Darcy che naturalmente lei, da buona sorella minore, le stava propinando.

Al contrario, pareva essere proprio interessata e questo non potè che farle piacere; vedeva il modo in cui i suoi occhi si illuminavano al sentir nominare William, il modo in cui le guance le si colorivano mentre ascoltava i teneri ricordi d’infanzia che lo riguardavano e si chiese se la ragazza se ne rendesse conto.

No, forse no. O forse, molto più probabilmente, stava iniziando ora ad esserne consapevole e ancora faticava ad ammetterlo persino a sé stessa…si stava innamorando di Darcy.

Bene! Decisamente si preannunciavano degli sviluppi interessanti; l’idea di avere per cognata una ragazza gentile e divertente come Elizabeth la solleticava parecchio e se quel tontolone di suo fratello non si decideva a farle una proposta seria quanto prima, ci avrebbe pensato lei a dargli una bella scossa!

 

Un’idea già prendeva forma nella sua mente, per questo si rivolse alla nuova amica con aria innocente.

“Elizabeth, voi pescate?”

“Una volta, quando ero bambina. Mio padre mi portava sempre con sé, ma non credo di aver mai pescato niente di più di qualche vecchia scarpa. Generalmente preferivo passare il tempo leggendo e osservando mio padre.” fu la sua risposta sincera.

“Quindi non mi accompagnereste a raggiungere mio fratello e vostro zio a pesca?” chiese con tono fintamente rattristato, ben sicura che la ragazza, estremamente cortese, non avrebbe potuto dirle di no. E infatti…

“Se lo desiderate, vi farò sicuramente compagnia.”

“Meraviglioso!” esclamò con gioia, battendo le mani.

Un attimo dopo le due giovani erano già dirette al piccolo pontile affacciato sul lago, dove una leggera imbarcazione a remi le attendeva.

 

*************************************************

 

In quello stesso momento, al centro del lago, il signor Gardiner intratteneva il suo giovane anfitrione con racconti spassosi intervallati da roboanti risate che con sua grande sorpresa, non infastidivano minimamente il compassato ragazzo; tutt’altro, Darcy trovava la compagnia dello zio di Elizabeth estremamente divertente e più di una volta si era ritrovato a condividere l’ilarità dell’uomo, lasciandosi andare a sua volta alle risate.

Per la prima volta dopo molto tempo, si sentiva di nuovo bambino, l’atteggiamento schietto del signor Gardiner gli aveva riportato alla mente suo padre, mettendolo estremamente a proprio agio.

Il fatto poi che fosse una bellissima giornata di sole, che Elizabeth fosse seduta poco distante da dove si trovavano e che lui potesse scorgerla da lontano senza essere notato, contribuiva a rendere per lui ancora più perfetta quella giornata così atipicamente familiare.

 

“Possiamo ritenerci veramente fortunati ad avervi trovato in casa, signor Darcy.” stava dicendo in quel momento il suo ospite “E’ stato un vero piacere fare la vostra conoscenza ed in più era da molto tempo che non partecipavo ad una pesca così proficua!” affermò sorridente, indicando con una mano il capiente cesto di vimini traboccante di pesci.

“La vostra proprietà è veramente un luogo incantevole, sono convinto che vostro padre sarebbe orgoglioso di come siete riuscito a gestirla.”

“Siete molto gentile signore, in verità ho sempre cercato di fare del mio meglio e ho avuto la fortuna di circondarmi di persone valide. La bellezza innata di questi luoghi ha fatto il resto.” assicurò il giovane, intimamente compiaciuto da quel sincero complimento.

“Naturalmente, deve essere per questo che mia nipote è rimasta letteralmente a bocca aperta davanti allo splendore di Pemberley.”

Il suo cuore perse un battito, sapere che la ragazza di cui era innamorato aveva ammirato la dimora che lui così tanto amava lo rendeva stranamente agitato. Quasi balbettava quando rispose.

“Sono lusingato che la signorina Elizabeth sia rimasta così positivamente colpita, per mio conto, sono altrettanto lieto che abbiate voluto accettare il mio invito a restare. Mia sorella Georgiana poi, era molto curiosa di conoscere la signorina Bennet.” ammise il giovane, omettendo di dire che lui stesso aveva caldeggiato l’idea di passare un pomeriggio in compagnia della fanciulla.

“E’ comprensibile, non mi sembra che ci siano molte giovani donne qui a Pemberley e vostra sorella sarà stata certo molto contenta di poter stringere amicizia con la nostra Elizabeth.”

 

Darcy rimase sorpreso dall’acuta deduzione e dal garbo del suo ospite e non potè che assentire; in effetti quando Georgiana era lontana da Londra e dalle sue amicizie, passava il tempo sola nella grande dimora di famiglia, studiando, suonando il piano e solo saltuariamente riceveva la visita di qualche vicina.

Naturalmente quando lui non era in viaggio per lavoro passava tutto il tempo che poteva con lei, ma nonostante questo e malgrado il carattere tranquillo e riservato della giovane, lui era certo che a volte la sua dolce sorellina si sentisse sola.

 

Col pensiero rivolto a lei, Darcy lasciò vagare lo sguardo lungo la superficie immobile del lago che rifletteva come uno specchio le fronde degli alberi circostanti, poi più in là verso il giardino assolato dove fino ad un attimo prima avrebbe giurato di aver scorto la chioma bionda della sorella. Dov’era ora? Che il caldo sole pomeridiano fosse diventato all’improvviso troppo afoso per le due giovani, tanto da far loro cercare riparo in casa?

Improvvisamente desiderò di poterle raggiungere, la barca era diventata uno spazio troppo angusto per contenere tutto il suo desiderio e la compagnia, fino a quel momento impeccabile del signor Gardiner, non più sufficiente.

Poi le vide e il suo cuore fece un balzo; remando e ridendo si stavano avvicinando pian piano a loro, non se n’era accorto subito perché in un primo momento volgeva loro le spalle, ma ora vedeva chiaramente la piccola barca dondolare vistosamente sull’acqua a causa del loro remare inesperto.

Cosa facevano lì? Era pericoloso, da come la loro imbarcazione ondeggiava rischiavano di finire in acqua da un momento all’altro…e Georgiana non sapeva nemmeno nuotare!

 

La preoccupazione si dipinse per un attimo sul suo viso, tuttavia non potè fare a meno di scacciarla con un sorriso, vedendo come entrambe le ragazze fossero piacevolmente divertite dalla reciproca compagnia. I volti graziosi erano arrossati dal sole, alcune ciocche di capelli, sfuggiti all’acconciatura, accarezzavano i loro candidi colli al ritmo del vento che soffiava pigro.

Erano l’immagine della serenità e a quella vista Darcy si sentì pungere gli occhi e dovette distogliere lo sguardo per non farsi sopraffare dalla tenerezza.

 

“Mio caro amico, credo che la nostra tranquillità sia finita!” furono le divertite parole del signor Gradiner alla vista dell’imbarcazione che li stava per affiancare e delle sue due giovani occupanti.

Sorrise a sua volta con complicità all’uomo, poi educatamente rivolse la propria attenzione alle fanciulle; cercando di sembrare naturale, volse per un attimo lo sguardo verso Elizabeth i cui profondi occhi scuri erano già fissi su di lui, per poi voltarsi imbarazzato in direzione di Georgiana che lo fissava con uno sguardo furbetto sul suo doce viso da adolescente.

Qualcosa gli diceva che quell’angioletto di sua sorella stava tramando qualcosa, ma la vicinanza di Elizabeth gli rendeva impossibile pensare con raziocinio. Era completamente in balia degli eventi.

 

*************************************************

 

Non si era mai divertita così tanto in vita sua.

Inizialmente aveva dovuto mentire ad Elizabeth, dicendole che aveva già portato una barca e sapeva perfettamente come si rema, ma naturalmente al primo tentativo a vuoto, quando i remi avevano sbattuto disordinatamente sulla superficie dell’acqua, rischiando poi di uscire dalla loro sede e di allontanarsi con la corrente, non aveva più potuto nasconderle la verità.

Quello che l’aveva sorpresa era stata la reazione di Elizabeth, per nulla offesa per essere stata raggirata, aveva semplicemente riso della sua goffaggine e recuperati i remi dall’acqua, aveva iniziato a vogare con stile e buona lena, quasi fosse la cosa più naturale di questo mondo per una ragazza.

 

“Dovete sapere che la maggior parte delle volte mio padre si addormentava sulla barca… soprattutto dopo aver mangiato accompagnando il tutto con più di un sorso di vino! A quel punto io dovevo riportare entrambi sani e salvi a casa.” si era giustificata la ragazza, la stima della quale stava già crescendo nel suo cuore.

Risero entrambe, non capacitandosi della facilità con cui riuscivano a comprendersi l’un l’altra.

“Io invece sono un disastro, non ho mai imparato nemmeno a nuotare!” ammise

“Ma come, vostro fratello non vi ha mai insegnato?” le domandò l’amica incuriosita

“Oh lui di certo lo avrebbe fatto, ma vi confido una cosa se promettete di non dirgli che ve l’ho detto…è un pessimo insegnante! Non che non sia bravo, questo no di certo, anzi è un abile nuotatore, ma è così apprensivo...non potevo fare due metri senza che lui accorresse in mio soccorso appena iniziavo a sguazzare! Così alla fine l’ho convinto che nuotare non faceva per me.” sorrise e gli occhi le si illuminarono al ricordo degli sforzi del fratello.

Capisco. E prometto che nulla di tutto quello che mi avete detto uscirà mai dalla mie labbra.” scherzò la ragazza “Ma se vi fa piacere potrei insegnarvi io a nuotare, in fondo l’ho fatto con tutte le mie sorelle.”

“Lo fareste veramente?” chiese entusiasta

“Con molto piacere. Sapete, non sono molte le cose che posso vantarmi di saper fare, non so dipingere, né cucire un abito, non ho mai suonato uno strumento e sono stonata come una campana, ma per quanto riguarda le attività da maschiaccio come arrampicarsi sugli alberi e nuotare, bè allora sono la persona giusta!” asserì divertita

“Oh Elizabeth, voi siete la sorella che ho sempre desiderato e che non ho mai avuto!” rispose con enfasi

“Suvvia, così mi fate arrossire. E poi avete avuto un fratello e mi pare che siate stata proprio fortunata…” si schermì la giovane

“Assolutamente! William è ciò che di meglio una donna possa desiderare. Naturalmente io parlo come sorella, ma parola mia, la donna che lo sposerà scoprirà in lui un vero tesoro!” dichiarò maliziosamente, facendo arrossire l’amica per le velate implicazioni che le sue parole celavano.

“Ah eccoli! Che vi dicevo? William è già in apprensione per il nostro gesto sconsiderato! Vi prego, reggetemi il gioco e facciamolo preoccupare ancora un po’, è così divertente vedere il modo in cui le sopracciglia gli si corrugano quando è in ansia!” disse divertita iniziando ad agitare i remi sull’acqua.

“Georgiana, parola mia siete veramente crudele, come potete far angustiare quel poveretto in questo modo?” chiese la ragazza, subito però scossa da un eccesso di risate e assecondando di buon grado la sua richiesta di appoggio.

Fu così, complici e spensierate, che si presentarono ai due uomini che le guardavano perplessi.

 

Mentre si avvicinavano, non aveva potuto non notare come lo sguardo di Darcy avesse indugiato sul viso di Elizabeth, quasi a volerlo imprimere nella mente e come gli occhi di quest’ultima lo avessero a loro volta cercato, mentre con candore il suo sorriso si apriva luminoso.

Sorrise fra sé, il suo piano stava procedendo nel migliore dei modi, ora doveva solo fare in modo che restassero da soli.

“Signor Gardiner, vedo che la sua pesca è stata molto fruttuosa!” affermò cordiale

“Lo è stata davvero, si vede che i pesci di questo lago vengono tenuti a stecchetto, perché appena hanno visto le mie esche si sono fiondati a frotte!” scherzò l’uomo

“Oh no di certo, scommetto invece che è tutto merito della vostra tecnica! Sareste così gentile da insegnarla anche a me?” chiese con enfasi

“Ma…Georgiana! Non mi pare il caso di abusare in questo modo del nostro ospite.” s’intromise Darcy, stupito dal comportamento così poco consono della sorella.

“Nessun problema, per carità, sarò ben lieto di introdurre vostra sorella all’arte segreta della pesca!” rispose gentilmente lo zio di Elizabeth.

“Fantastico! William, puoi aiutarmi a salire sulla barca col signor Gardiner? E naturalmente tu dovrai prendere il mio posto…” poi rivolgendosi ad Elizabeth, che aveva seguito lo scambio di battute con aria via via più confusa “…Elizabeth mia cara, posso sperare di non avervi recato offesa con la mia decisione, vero? Non lo farei se non fossi sicura di lasciarvi in più che buone mani.”

La ragazza scosse la testa in segno di diniego, affermando che poteva sentirsi libera di fare quello che più desiderava e che lei si sentiva più che al sicuro in compagnia di Mr. Darcy.

Pronunciando queste parole aveva abbassato lo sguardo turbata, così pure Darcy che aveva iniziato a fissare con insistenza la punta dei propri stivali, rassegnandosi poi ad aiutare la sorella a passare da un’imbarcazione all’altra senza finire in acqua.

 

Quando entrambe le barche furono di nuovo stabili, le nuove coppie formatesi si salutarono dandosi appuntamento di lì a più tardi.

Georgiana osservò compiaciuta suo fratello allontanarsi lentamente, remando senza nessuna fatica né premura e chiacchierando amabilmente con la sua giovane amica, la quale si voltò una sola volta, indirizzando verso di loro un cenno di saluto con la mano.

“Pare che quei due vadano piuttosto d’accordo.” la voce del signor Gardiner la fece sussultare

“Mi sembra naturale, trovo che siano due spiriti affini.” disse con sincerità.

“Siete una ragazza molto matura per la vostra età, signorina.” Il tono dell’uomo pareva divertito, forse aveva compreso la sua manovra per lasciare da soli i due giovani perché continuò “E adesso ditemi, siete veramente interessata ad imparare la mia tecnica di pesca?”

Georgiana gli rivolse un sorriso luminoso rispondendo con slancio

“Assolutamente sì!”

 

*************************************************

 

“Sono veramente desolato che mia sorella vi abbia abbandonato in questo modo. Non è da lei comportarsi in modo così maleducato. Vi prego di perdonarla.” disse il ragazzo mentre vogava piano, le braccia muscolose tese sotto la leggera stoffa della camicia, la giacca abbandonata per il troppo caldo sul fondo della barca.

Era la prima volta che si ritrovavano veramente soli da quel piovoso giorno di aprile quando, preda dell’ardore che lo animava, le aveva finalmente dichiarato il suo amore e lei…lo aveva respinto.

Il comportamento della giovane pareva essere mutato nel frattempo, ora gli sorrideva e quando si rivolgeva a lui lo faceva con più gentilezza. Probabilmente la lettera di spiegazioni che le aveva scritto era quantomeno servita a fare in modo che lei non lo disprezzasse, ma questo non voleva certo dire che lei avesse cambiato idea su di loro…

Non sapeva se avrebbe mai più trovato il coraggio di riproporsi, sapere che i suoi sentimenti non erano condivisi lo aveva ferito profondamente, proprio in quell’orgoglio che la fanciulla gli aveva così amaramente rinfacciato. Tuttavia non poteva fare a meno di amarla e chissà, col tempo magari il coraggio sarebbe tornato.

Per il momento gli bastava la sua compagnia.

Certo poteva essere sconveniente che un gentiluomo e una signorina nubile rimanessero soli, per di più in barca, ma cos’altro avrebbe potuto fare? Avrebbe dovuto impuntarsi, rifiutarsi di cedere a quello che sembrava solo uno sciocco capriccio e apparire così un mostro davanti agli occhi della sorella e della giovane che ora gli stava di fronte in quell’angusto spazio, guardandolo con quegli occhi capaci di togliergli il sonno? Non avrebbe potuto farlo, così si era limitato a cogliere l’occasione al volo.

 

“Non vi preoccupate per me signore, ho tre sorelle minori e so bene quanto siano volubili e impulsive a volte; non mi sento affatto offesa né tantomeno mi considero una fanciulla in pericolo. Dopotutto voi siete un gentiluomo e io non potrei sentirmi più al sicuro.” Ammise la ragazza

La sua risposta lo turbò alquanto, per questo si trovò a sussurrare

“Signorina Elizabeth, la vostra generosità è pari soltanto alla vostra bellezza.”

La giovane arrossì vistosamente, distogliendo lo sguardo.

Darcy si morse la lingua per la sconsideratezza che aveva avuto rivolgendole quel complimento così sincero quanto inopportuno.

“Perdonatemi. Probabilmente è colpa di questo caldo, mi sta facendo parlare a sproposito.”

Elizabeth sollevò lo sguardo e per un attimo lui credette di leggere nei suoi occhi scuri un pizzico di delusione, ma fu veramente un secondo, perché subito dopo erano tornati luminosi e ridenti.

“Signore, forse faremmo meglio a discorrere del tempo e di quanto questo posto sia un vero paradiso o passeremo il resto del pomeriggio a scusarci per cose di così poco conto!” rise lei

Ancora una volta, non potè impedire al proprio cuore di battere più forte, ma non si trattenne dal ridere con lei.

 

Impiegarono più del previsto per ritornare al pontile, perché da lontano avevano notato alcuni cervi pascolare lungo la riva ed Elizabeth si era a tal punto emozionata alla vista dei magnifici animali, da chiedergli di rimanere per qualche minuto fermi in contemplazione delle loro lunghe corna ramificate.

Lui naturalmente aveva assecondato con piacere questo suo desiderio, beandosi di ogni attimo in più passato in sua compagnia.

Dopo di chè aveva ripreso a remare di malavoglia verso riva, sinceramente dispiaciuto che quel pomeriggio speciale stesse volgendo al termine.

 

Quando ebbero ormeggiato e il movimento della barca si fu fatto più stabile, si issò sul pontile e voltandosi poi verso la fanciulla, le tese una mano per aiutarla a salire.

Quel semplice gesto gli riportò alla mente quel lontano giorno a Netherfield, subito dopo il loro secondo incontro, quando le aveva stretto la mano per aiutarla a salire in carrozza. Ricordava ancora la sensazione di calore che aveva provato, quasi si fosse scottato.

Quella volta lei era rimasta sorpresa dal suo gesto, ora invece accettò con fiducia il suo aiuto issandosi con agilità al suo fianco, il dolce profumo dei suoi capelli che si insinuava delicatamente nelle sue narici.

Chiuse gli occhi per assaporare quel momento, ma poi la udì mormorare preoccupata “Il mio scialle!” e li riaprì giusto in tempo per vedere lo scialle scivolare lentamente in acqua.

Fu questione di un attimo, un movimento improvviso per cercare di afferrare il morbido pezzo di stoffa candido al volo e Darcy si ritrovò in acqua.

 

*************************************************

 

Un pomeriggio veramente piacevole e che di sicuro avrebbe ricordato per molto tempo, a questo stava pensando mentre, con l’aiuto del signor Gardiner, riportava a riva la piccola imbarcazione.

Lo zio di Elizabeth, non solo le aveva insegnato diverse tecniche per la pesca in lago, ma su sua insistenza, le aveva anche spiegato come remare nel modo più corretto. Era stato faticoso, ma aveva imparato quasi subito.

 

Notando che suo fratello ed Elizabeth stavano attraccando proprio in quel momento al pontile e non desiderando interromperli, aveva rallentato appena in tempo, facendo credere al suo compagno di navigazione di voler fare ancora un po’ di pratica coi remi.

Senza domandare oltre, lui l’aveva assecondata, così facendo aveva potuto osservare da lontano tutta la scena…

Il modo in cui le mani dei due giovani si erano unite, la confusione nello sguardo di entrambi, il movimento sinuoso dello scialle che trasportato dal vento si posava sulla superficie del lago e…gli spruzzi sollevati dal corpo del fratello che franava in acqua!

 

O Signore, fa che non si sia fatto male! Fu quello il suo primo pensiero, riflesso anche negli occhi del signor Gardiner che aveva assistito alla scena allo stesso modo di lei.

Fu lo stesso pensiero che riconobbe nella reazione di Elizabeth, rimasta impotente sul pontile, china sul bordo dell’acqua in attesa di vederlo riaffiorare, ma tesa e pronta a buttarsi in caso di necessità.

Se avesse ancora avuto bisogno di una prova che le dimostrasse quanto fossero profondi i sentimenti della giovane per William, ebbene le sarebbe bastato osservare la sua preoccupazione in quel momento. E la ragazza non ne era nemmeno cosciente.

 

Poi la vide, la testa bruna del fratello che faceva capolino fra le acque e sentì accanto a sé il sospiro di sollievo del signor Gardiner. Solo allora si tranquillizzò, sentendo l’adrenalina defluire dal proprio corpo e le lacrime salirle agli occhi.

In quel momento sentì che avrebbe potuto anche lasciarsi sopraffare dal lato comico della situazione.

 

*************************************************

 

Dio del cielo che spavento! L’aveva visto scivolare in acqua senza poter fare nulla, ma era successo tutto in un secondo e lei era stata presa alla sprovvista.

Poi attimi interminabili in cui non l’aveva visto riemergere e il suo cuore si era come fermato.

Pensieri irrazionali le avevano riempito la mente…non poteva perderlo…poi finalmente eccolo ricomparire, il fiato corto per l’apnea prolungata, i capelli fradici incollati al viso, un accenno di sorriso nella sua direzione, mentre con aria soddisfatta le mostrava ciò che stringeva in mano…il suo scialle.

Lacrime di sollievo le scivolarono lungo le guance, le asciugò velocemente perché non c’era motivo per cui lui le vedesse, poi gli andò incontro sulla riva.

 

Un improvviso calore le salì alle guance, mentre lo guardava risalire lentamente dal lago, i vestiti bagnati incollati al corpo e la sottile stoffa della camicia, resa trasparente dal contatto con l’acqua, che metteva in evidenza i muscoli del petto e la peluria scura che lo ricopriva.

Il suo incedere riusciva ad essere elegante nonostante la situazione ed Elizabeth non potè fare a meno di ammirarlo, proprio come aveva fatto il pomeriggio precedente con il busto che lo ritraeva.

Un’improvvisa ondata di affetto la travolse e per un momento si chiese come sarebbe stata la sua vita se avesse accettato di sposarlo mesi prima, se fra di loro non ci fossero stati fraintendimenti, se i suoi pregiudizi non l’avessero resa cosi cieca, se avesse saputo passare sopra all’orgoglio di lui.

Si vide felice, amata, protetta e un profondo senso di malinconia la pervase.

Ci sarebbe stata una seconda possibilità?

Quando lui le fu vicino, immobile e silenzioso, con quello sguardo dolce che aveva imparato a conoscere e ad amare, provò l’impulso di abbracciarlo, ma naturalmente si trattenne, sarebbe sembrato troppo sconveniente.

Per questo rimase immobile a sua volta, continuando a fissarlo negli occhi.

 

Uno starnuto improvviso spezzò quel silenzio forzato e guardandosi sorpresi, come risvegliati da uno stato di trance, i due giovani scoppiarono a ridere contemporaneamente.

Sì, forse dopotutto ci sarebbe potuta essere una seconda possibilità.

 

 

 

 

 

 

Spazio dell'autrice

 

Bene, anche questo capitolo è finito.

Come avrete avuto modo di notare, mi sono permessa di prendere in prestito la scena della camicia bagnata di Darcy, resa così famosa dalla trasposizione televisiva di Orgoglio e Pregiudizio del 1995 con protagonista Colin Firth, proprio per questa occasione…mi pareva che ci stesse proprio bene!

E adesso passiamo ai ringraziamenti senza indugiare oltre!

 

Cupidina 4ever= Spero di non averti fatta aspettare troppo e che il nuovo capitolo ti sia piaciuto! Penso che sia impossibile non amare questi personaggi, sono così veri. Kisses ^.^

 

Isy_264= Bentrovata! La mia fervida immaginazione ha partorito ancora, dici che è plausibile un pomeriggio a Pemberly così come l’ho pensato io? Di una cosa sono sicura…avrei voluto esserci!! Se hai qualche scena particolare che ti andrebbe di “rivedere” fammelo sapere e chissà che tu non mi dia dei nuovi spunti per scrivere ancora!! Un bacio ^__^

 

Beab= Carissima Bea, innanzitutto grazie mille per i complimenti, sto ancora gongolando! Non so se sia il mio animo romantico, il fatto che incredibilmente io mi senta in qualche modo fuori posto in questo secolo, o solo perché ho amato tanto lo stile della Austen, ma adottare il suo modo di scrivere mi è risultato più semplice del previsto. Oddio, adesso l’ho detto e verrò smentita di sicuro!! Comunque spero che vorrai seguirmi ancora. Fra parentesi, ho seguito il tuo consiglio e ho letto Persuasione, molto bello, ma continuo a preferire Orgoglio e Pregiudizio! Ora sto leggendo Emma e con calma penso di leggerli tutti. Comunque è vero e forse lo dovrei specificare meglio, le mie storie si rifanno più al film che al libro, sarà perché l’ho visto almeno 50 volte?? ^__^

 

Perelun= Dolcissima amica, il fatto che, pur non essendoci mai viste io ti senta così vicina, è una cosa che adoro! Per ogni cosa che scrivo so che tu ci sei e naturalmente vale lo stesso anche al contrario, niente può impedirmi di seguire la tua Storia (con la S maiuscola, la merita tutta!!). Quindi ecco qui un nuovo parto della mia mente malata, lo so che non è ancora quello che vuoi tu…ma mi perdoni vero??? Un abbraccio ^.^

 

SognoImmortale= Bè innanzitutto complimenti per il tuo nickname, di grande effetto!! Spero di aver placato la tua ansia e averti regalato un attimo di relax nello studio. Spero presto di poter leggere qualcosa di tuo. Besos

 

Freeze= Grazie per i complimenti, che accetto sempre arrossendo un po’. Con questo capitolo spero di non aver deluso nessuno, se così fosse non esitare a farmelo sapere. ^__^

 

WhiteMask= Anch’io sono estremamente sicura che Elizabeth abbia avuto una bella sorpresa dopo il matrimonio…chissà che non mi decida a scrivere anche di questo!! Non so se hai visto il film e in particolare il finale alternativo, a mio parere non sarebbe andato bene come finale, troppo poco Austeniano, ma di sicuro non si può dire che non fosse accattivante! Se non l’hai visto ti considero di fare un giretto su YouTube!!

 

Per voi e per tutti gli altri che hanno letto e non recensito…statemi benone!

Chiara

  
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