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Autore: _Akimi    31/12/2018    3 recensioni
"Poteva rimanere a casa, ascoltando alla sua tv il concerto di Capodanno - ma no, era lì, accomodato su un divano lontano dalla sua Austria, nonostante Ludwig non lo avesse obbligato, anzi, fomentando il suo legittimo bisogno di solitudine.
Ma quel sacrificio, così immenso per una persona come lui, lasciava intuire il piacere di stare assieme, pur non potendosi considerare una coppia convenzionale.
E loro non volevano esserlo, mai, già troppo avvezzi a sottostare alle buone regole delle rispettive nazioni."
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Germania/Ludwig
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sphärenklänge

‹Germania, 31 Dicembre 2018>

Nel salone caldo riecheggiavano le note complesse di un valzer di Josef Strauss - archetti contro corde tese, sguardi concentrati sugli spartiti e brevi, piccolissimi sorrisi.
Non una parola ad interrompere l’esecuzione, solo il lieve scroscio dell’acqua sui piatti nel lavandino e brevi passi che portarono Ludwig al suo divano.
Lì sprofondò senza fare il minimo rumore, cercando di farsi piccolo tra la pila di cuscini su cui Roderich si era rifugiato, più per innata accidia che per coprirsi dal freddo.
Dalla finestra si intravedevano un paio di fiocchi cadere sulla strada deserta, ma mentre quell’abituale quadro d’inverno avrebbe portato gli amanti a stringersi gli uni vicino agli altri, Roderich e Ludwig se ne stavano fermi, a debita distanza.
Fianco a fianco - come lo erano da anni, da sempre -, ma solo i loro gomiti si sfioravano leggermente, come se un tocco più intimo non potesse fare altro che portare guai, complicanze indesiderate.
Una riservatezza che pochi comprendevano, ma alla quale Ludwig non poteva rinunciare - erano così, una coppia o in qualsiasi altro modo volessero definirsi, e non vi era nulla da mettere in discussione nei loro atteggiamenti.
Non avevano bisogno di gesti plateali, di baci o di abbracci, poiché era nella quiete più estrema che il sentimento reciproco viveva, libero e senza costrizioni sociali.
Esattamente come la flebile candela che Roderich si preoccupò di accendere pochi attimi più tardi, liberandosi svogliato dai fitti strati di coperte e pesanti maglioni che indossava.
La lingua di fuoco si rifletté nelle sue iridi, riscaldandogli la pelle, illuminandogli il minuscolo neo che impreziosiva il suo volto - e in quel punto le attenzioni di Ludwig convergevano sempre, ricordandosi dei primi anni in cui timidamente lo aveva desiderato.
Ed ora la pudica passione giovanile era scomparsa, ma Roderich non era cambiato molto dalle iniziali occasioni in cui avevano imparato a conoscersi - invecchiato, come tutti, ma il tempo era stato gentile con lui, conservando l’eleganza nei suoi gesti e gli impercettibili modi per mostrare affetto.
L’essere espansivo non era una sua caratteristica, eppure le sue scelte rivelavano, in silenzio, più di quanto volesse persino ammettere.
Poteva rimanere a casa, ascoltando alla sua tv il concerto di Capodanno - ma no, era lì, accomodato su un divano lontano dalla sua Austria, nonostante Ludwig non lo avesse obbligato, anzi, fomentando il suo legittimo bisogno di solitudine.
Ma quel sacrificio, così immenso per una persona come lui, lasciava intuire il piacere di stare assieme, pur non potendosi considerare una coppia convenzionale.
E loro non volevano esserlo, mai, già troppo avvezzi a sottostare alle buone regole delle rispettive nazioni.

«Anche dopo tutti questi anni, davvero continui a crederci?»
Ludwig lo bisbigliò piano, quasi divertito, vedendo l’altro poggiare un cucchiaio contro la fiamma della candela; un piccolo cavallo di latta andava a sciogliersi per via del calore, raffreddandosi non appena Roderich lo buttò in una ciotola di acqua posta a fianco.
«Non ho mai creduto a queste cose, lo sai.»
Eppure la fusione lo intrigava, da sempre, anche se nessuno dei due ne aveva mai compreso il motivo; era una tradizione che si portavano appresso da quando erano ragazzini e, forse, benché lo trovasse sciocco, anche Ludwig se n’era affezionato un poco.
Non al punto di credere davvero al Bleigießen - era troppo razionale per ipotizzare il proprio futuro in un pezzo di metallo deformato -, ma era un’attività per loro, un’abitudine consolidata dal tempo condiviso assieme.
E ciò che reputava speciale non era tanto la lieve superstizione che Roderich nascondeva per non essere preso in giro, ma la sensazione di déjà-vu che ogni volta rivivevano, forte e indelebile, con l’inarrestabile passare degli anni.
Un’emozione che la molibdomanzia né qualsiasi altra strana arte avrebbe mai raccontato; era la loro memoria a vivere, in qualsiasi parte d’Europa si trovassero.
«Che cosa ti sembra?»
L’austriaco soffiò vicino al suo volto, accompagnato dal lieve tintinnio di un triangolo proveniente dalla Wiener Philharmoniker in TV.
Il Sphärenklänge walzer era una delle sue composizioni preferite - si erano conosciuti suonando gli Strauss, dopotutto -, ma la mente di Ludwig era più concentrata su altro, messo alla prova davanti al convergere casuale di tutte quelle coincidenze.
Non credeva in una sorta di predestinazione, alla fatalità, eppure quel breve momento racchiudeva così tanti frammenti della loro vita dal portarlo a domandarsi se Roderich non lo avesse pianificato attentamente in anticipo.
Impossibile, ma pur sempre un’alternativa più valida del semplice “destino”.
«Non saprei.»
Rispose allora, concentrandosi nel riconoscere una qualche figura nel metallo sotto i suoi occhi; un oggetto, forse, o un qualcosa che gli ricordava il ronzare degli insetti e i colori vividi delle lontane primavere passate assieme, a Graz o a Vienna.
«Un’ape, credo. Anche se non so che cosa possa significare. Idee?»
«Nulla di importante, è solo un augurio per il 2019.»
Un lieve rossore colorò le guance di Roderich - stava mentendo, male, come suo solito - e Ludwig era consapevole che qualsiasi tentativo per convincerlo a dire la verità sarebbe stato vano.
Rimaneva curioso, forse come non lo era mai stato - e il pensiero di quell’ape argentata lo seguì per tutta la notte, anche a fine concerto, superando lo scoccare dell'ultima ora dell'anno.

Un buon modo per cominciare il 2019.


Note Autrice:
Ritorno a fine anno come l'anno scorso – purtroppo salterò in TV il concerto (che spero di recuperare nei giorni seguenti), quindi godetevelo per me perché la setlist è bellissima.
Tra i pezzi, vi è anche il citato Sphärenklänge walzer (che si può tradurre come armonia celestiale), che dovete ascoltare per forza, ovviamente.
Per quanto riguarda il Bleigießen – in italiano molibdomanzia, è una tradizione tipica di Capodanno (come avrete capito) – vi linko una cosa a riguardo.
Le figure finali hanno significati diversi e l'ape indica una proposta di matrimonio.

Buon 2019!

 
  
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