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Autore: Walt96    01/01/2019    3 recensioni
Dopo mesi di viaggio tra i mondi, il passato di Walt viene rivelato e le tenebre più oscure che hanno spezzato la sua vecchia vita sembrano man mano riaffiorare.
I Referenti, i più potenti combattenti in nome della Luce di ogni mondo, stanno finalmente per riunirsi per fronteggiare l'immensa minaccia che incombe.
Le forze oscure stanno riunendo oggetti: mistici artefatti provenienti da ogni angolo dell'universo, con tutti la stessa abilità: il potere di riportare in vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Re Topolino, Sora
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Questa storia è il terzo ed ultimo capitolo della saga "Kingdom Hearts W" iniziata ormai nel 2016. Consiglio la lettura dei precedenti capitoli per comprendere al meglio gli eventi di questa storia, compresi i personaggi e i vari dettagli che formano la trama e le sottotrame. 
Vi lasico il link del mio profilo autore nel caso in cui voleste recuperare il resto della storia : https://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=954501 un saluto a tutti!



 
Kingdom Hearts
3W
 
 
 
Capitolo 1
 
Duckburg
 
 
 
«Woha!» esclamò Topolino quando il suo frammento di stella lo fece bruscamente atterrare all’interno del giardino, nell’atrio del suo castello.
Dopo una manciata di secondi il cielo sereno sopra di lui si illuminò un bagliore rosa e Walt apparve a mezz’aria, scendendo dolcemente verso terra.
«State bene Maestà?» chiese il giovane atterrando vicino a lui.
«Non preoccuparti Walt, ho utilizzato questo metodo per anni prima di diventare un maestro del Keyblade. Ci sono abituato» ripose il re massaggiandosi la schiena «Devo vedere Minnie prima di ripartire per Paperopoli».
«Ma certo. Dista molto Paperopoli?» disse Walt entrando con lui nel castello.
«No, non molto. Con la gummyship dovremmo raggiungerla in dieci minuti al massimo».
«Posso viaggiare più veloce di così» gli suggerì Walt.
«Ma non hai il potere di trasportare altre persone, giusto?» chiese Topolino anche se era sicuro di quell’informazione.
«In realtà da quando sono venuto in contatto con la Splendisfera di Palkia all’interno del Monte Corona, le mie abilità legate allo Spazio sono notevolmente migliorate» spiegò.
«Beh, allora sarebbe sciocco non approfittarne!» rispose sempre entusiasta il re.
Oltrepassarono il bellissimo colonnato bianco che portava dal giardino alla sala del trono, ma oltrepassarono anche quest’ultima e proseguirono verso lo studio del re.
Si trovarono di fronte ad un’immensa porta di legno e Walt si chiese come fosse possibile che un essere minuto come il re potesse aprire una soglia così massiccia.
Quando il re si avvicinò spinse delicatamente il portone e, invece di spostarsi cigolando, si aprì una minuscola porticina a misura di Topolino.
Walt non poté trattenere un sorriso.
«Topolino!» esclamò una squillante voce femminile.
«Minnie!» rispose lui correndole incontro mentre Walt si accovacciava per riuscire anche lui a oltrepassare la porticina.
«Non ho avuto tue notizie per settimane! Siamo state in pensiero!» disse Minnie abbracciandolo e dandogli un bacino.
«Ha ragione Maestà. Ci lasciate sempre qui senza uno straccio di notizia» disse Paperina.
«Dovete scusarci ma inviare informazioni senza la gummyship era impossibile» disse Topolino «Non c’è bisogno che vi presenti, vi conoscete già» disse riferendosi a Walt.
«È un piacere rivedervi, Regina Minnie» disse lui baciandole la mano elegantemente e facendo lo stesso con Paperina.
«Volevo accertarmi che steste bene prima di ripartire. Paperino e Pippo dove sono?» chiese il re.
«Sono nella sala del trono, vi stanno aspettando» disse Paperina.
«Purtroppo dobbiamo ripartire subito per Paperopoli, andremo ad avvertirli».
«Cerca di farci avere qualche aggiornamento questa volta» lo incoraggiò la regina dandogli un buffetto sulla guancia.
«Non devi preoccuparti, mi fido dei miei amici, tornerò sano e salvo!» disse e si salutarono.
Salutate le dame, i due Referenti entrarono nella sala del trono dove Paperino e Pippo stavano in pensiero negli angoli al fianco del trono con lo schienale a forma delle orecchie del re.
«Vostra Maestà!» starnazzò Paperino e gli corse incontro tutto agitato, abbracciandolo.
Pippo ci mise qualche secondo in più a capire cosa stesse succedendo e poi li raggiunse abbracciandoli entrambi e sollevandoli da terra.
«Yuk! Non sapevamo dove foste finiti! Siamo contenti di rivederti sano e salvo Walt».
«Non c’è molto tempo. Dovrete entrare di nuovo in azione per aiutarci» li interruppe Topolino.
I due allora assunsero una posizione più formale, mettendosi sull’attenti e dicendo in coro: «Siamo pronti Vostra Maestà!».
«Dovete raggiungere immediatamente Sora che vi sta aspettando al castello di Yen Sid, chiedete udienza al maestro e fatevi indicare dove l’ultima porta per il Regno dell’Oscurità ha probabilità di trovarsi e andate a cercarla. Fate molta attenzione!» impartì Topolino.
«Noi Referenti abbiamo delle questioni urgenti da risolvere in altri mondi e questo ci terrà impegnati per un po’, non possiamo andare noi. Appena l’avrete trovata, custoditela. Tenteremo di raggiungervi il prima possibile» aggiunse Walt.
«Non c’è altro?» chiese Paperino.
«Proteggete Sora, e tornate sani e salvi» aggiunse Walt.
Loro capirono e con la mano alla fronte li salutarono andando verso la gummyofficina di Cip e Ciop.
I due Referenti tornarono nell’atrio dove lo spazio era più ampio, Topolino cercò di spiegare al meglio in quale posizione geografica si trovasse Paperopoli e dove, all’interno della città, fosse posizionato il deposito di Paperon de Paperoni.
Walt acquisì le informazioni e si concentrò per aprire un varco.
Una volta visualizzato il luogo di destinazione nella mente, alcune sottili scariche lo avvolsero e subito un portale rosa si aprì nei giardini del castello Disney.
«Prego» lo invitò Walt indicando il passaggio.
Topolino era un po’ titubante ma ci entrò con falso fare disinvolto, seguito dal ragazzo.
 
 
 
 
Uscirono da quello stesso portale proprio alla base della collinetta erbosa su cui si ergeva l’enorme deposito di Paperon de Paperoni.
«Benvenuto sulla Collina Ammazzamotori!» presentò il re.
Walt si osservò intorno: Paperopoli era una città immensa e urbanizzata e in un solo sguardo riuscì a vedere molte strade piene zeppe di persone che andavano e venivano; non se l’aspettava così popolosa.
L’immenso deposito di Paperone era una struttura cubica gigantesca, con le mura blu e gialle e dipinto sulle facciate vi era un enorme simbolo del dollaro, in cima aveva una cupoletta rossa con a fianco l’eliporto privato dello zione.
Avanzarono sulla strada che portava al deposito.
Topolino era già stato in visita moltissime volte a casa di Paperone, esattamente come lui aveva fatto al castello Disney e si conoscevano da anni. Infatti sembrò non notare le diverse telecamere che sorvegliavano la zona e Walt rimase incuriosito da un antipatico cartello di legno, in bella vista sulla collina, che recitava la scritta “Sciò!”.
Avanzando ne incontrarono altri con altre scritte come “Andate via!” o “Non avrete niente!”.
«Nonostante la sua avidità Paperone è una delle persone con più buon cuore che abbia mai conosciuto, non farti ingannare dal suo carattere burbero» disse Topolino quando arrivarono al portone.
Un interfono si accese non appena suonarono al citofono e ne uscì una voce femminile: «Qui è Miss Paperett, come posso esservi utile?» chiese.
«Ehem…» si schiarì la voce Topolino «Siamo Re Topolino e Walt, siamo venuti per incontrare Paperone».
«Ma certo il principale vi stava aspettando!».
«Miss Paperett! Quante volte le ho detto di non perdere tempo con i mendicanti?!» la interruppe la voce di Paperone in lontananza.
«Ma principale, sono il re e Walt. Sono venuti per lei».
«Ah sì? Finalmente!» disse tutto allegro «Falli entrare, cosa aspetti?».
Un po’ imbarazzati Walt e Topolino si guardarono, il portone blindato si aprì e tutti i marchingegni che mantenevano sicuro l’accesso al deposito si spensero per lasciar passare i due ospiti.
Il deposito era una struttura architettonica molto complessa, con piani di uffici, moltissime trappole per i ladri e ovviamente l’area più grande dove risiedevano tre ettari cubici di denaro, tra monete e banconote.
Paperone era un papero evidentemente più anziano di Paperino, con le basettone, la tuba a cilindro nera sulla testa, le ghette alle zampe e vestito con un elegante completo blu, il tutto condito con un aria da vero gentiluomo.
Si reggeva ad un bastone di legno ma aveva tutt’altro l’aria di una persona indebolita dall’età, anzi, sembrava più grintoso e arzillo di loro.
«Ma che piacere conoscerti Walt!» disse stringendogli energicamente la mano.
Walt stava per rispondergli quando tre paperotti corsero velocissimi giù dalle scale urlando.
«Wow! Allora è questo il Referente?» disse Qui, il paperotto vestito di rosso.
«Scommetto che puoi fare esplodere un’intera montagna!» disse Quo, il paperotto vestito di blu.
«Mi insegni a sparare i fulmini?» aggiunse Qua, il paperotto vestito di verde.
Qui, Quo e Qua lo tempestarono di domande a raffica, prendendolo per mano e cercando di trascinarlo nella loro cameretta.
«Ragazzi! Che cosa vi ho detto prima! Non dovete importunare gli ospiti!» lo sgridò zio Paperone.
Walt era sempre stato simpatico con i bambini e si rattristì a vedere la delusione sul volto dei nipotini: «Ragazzi se fate i bravi mentre sono con lo zio, dopo vi faccio una piccola dimostrazione dei miei poteri, ok?» gli disse amichevolmente accarezzandogli le piume sulla testa.
«Yee!» gridarono in coro tornando nella loro cameretta.
«Sono delle pesti quando ci si mettono» sospirò Paperone.
Walt osservò dalla porta del caveau l’immensa distesa di monete dorate che era presente nel deposito e ne rimase sbalordito; poi lo zione fece strada per un corridoio che portava verso una galleria piena di tesori, quadri e reliquie di tutte le epoche.
«Vi starete chiedendo perché ho richiesto la vostra presenza qui, immagino» disse avanzando appoggiando il bastone a terra da vero signore d’altri tempi.
«Ci conosci bene Peperone, sai quali sono i nostri compiti. Non ci avresti disturbato se non fosse qualcosa di serio» ipotizzò il re.
«Esattamente, siamo qui per un tesoro, o almeno credo, di dubbia natura. Nell’ultima delle mie avventure me ne sono imbattuto per caso e non ho potuto fare altro che portarlo con me. Ho capito subito che proveniva da un mondo diverso, un mondo a me sconosciuto» così dicendo arrivarono davanti ad una porta estremamente spessa.
«Di che cosa si tratta?» chiese incuriosito Walt.
«Non credo di essere in grado di descriverlo, meglio che lo vediate con i vostri occhi» disse assumendo uno sguardo serio e preoccupato.
Paperone parlò prima all’interfono: «Miss Paperett non voglio essere disturbato per nessun motivo» disse.
«Ma il suo pranzo è pronto, cosa dovrei farne?» rispose la voce della segretaria.
«LO VENDA!» le urlò Paperone chiudendo la comunicazione.
Inserì il codice nel tastierino della porta ed essa cigolando si aprì.
Il sorriso di Walt, nato spontaneamente per la scena precedente, svanì in un istante quando la porta si spalancò.
 
 
 
 
Stupore misto a preoccupazione ne presero il posto sul suo volto.
Non riusciva a calcolare gli anni che erano passati dall’ultima volta che lo aveva visto e non avrebbe mai pensato di rincontrarlo nella sua vita.
Solo che l’ultima volta che lo aveva osservato era circondato da luminose catene, che ormai non esistevano più.
Su un piccolo piedistallo fluttuava il cuore nero di Antonella.
Walt si avvicinò lentamente incredulo che lo stesse vedendo veramente davanti a lui ancora una volta.
La sua reazione fece preoccupare ancor di più il re che bramava spiegazioni: «Walt… cos’è?» chiese camuffando le sensazioni negative.
Walt per un attimo non gli rispose ma osservò soltanto il cuore, in quel momento l’unica cosa che contava era quello.
Gli avvicinò la mano ma il dito venne respinto violentemente da quella che sembrava essere una specie di piccola sfera protettiva.
«Avevo ragione a preoccuparmi allora?» chiese Paperone che si era anch’egli fermato a contemplare il cuore che aveva trovato.
«Sì...» rispose Walt con un filo di voce «Questo è l’essenza di Antonella. Pensavo fosse stata distrutta…»
«Antonella? La maestra che generò l’Oscurità e distrusse il tuo mondo?» chiese conferma Topolino.
«Sì…» rispose Walt con gli occhi lucidi di lacrime, non poteva essere. Tutto ciò non doveva esistere.
«Cosa intendi come essenza?» chiese ancora il re.
«Non lo so con esattezza, io e i mei amici non l’abbiamo mai capito. Sono degli oggetti che erano custoditi nel Santuario dei Maestri ad Athom, uno per ogni maestro. Ma il mio mondo è andato distrutto interamente quando Antonella e Walter si sono scontrati… non ho mai ritrovato un briciolo di Athom in giro per l’universo, come è possibile che questa reliquia sia qui ora? Dove è stata trovata, Paperone?» chiese alla fine riacquisendo un minimo di lucidità.
«Nel sottosuolo del Cimitero dei Keyblade» rispose Paperone.
«Il Cimitero dei Keyblade!?» esclamò il re «Quel luogo è macchiato dai più oscuri eventi che i custodi del Keyblade abbiano mai visto» aggiunse.
«Forse non erano gli eventi ad essere oscuri, ma il luogo ad essere contaminato» ipotizzò Walt.
Si avvicinò al cuore di nuovo contemplandolo, si chiese se in qualche modo fosse distruttibile, e non poté non ricordare gli effetti della sua liberazione dalle catene di Luce. Tutta l’Oscurità che aveva inghiottito Athom e la sua vita si era sprigionata proprio perché Lucas e i suoi subdoli amici lo avevano liberato.
Con lo sguardo perso nel vuoto sussurrò «Siamo in pericolo…».
«Siamo in pericolo» ripeté a voce più alta incrociando gli sguardi con i presenti, poi si avvicinò alla parete metallica del caveau.
La toccò con la mano e un potente campo magnetico si sprigionò in tutto il deposito di Paperone con un suono profondo.
I vestiti dei presenti iniziarono a fluttuare mossi dall’elettricità statica che aveva invaso l’aria all’interno della struttura e nonostante il loro immenso peso, tutte le monete presenti nel caveau gigante si sollevarono muovendosi placide.
Con l’altra mano Walt rinchiuse il cuore di Antonella in una piccola bolla di Spazio, separandolo definitivamente da loro.
«Cosa hai intenzione di farne?» chiese il re preoccupato.
«Non lo so, per ora spero solo di tenerlo al sicuro, lontano da chiunque» disse il giovane Referente mentre il cuore, ora sotto la sua custodia, volteggiava dal piedistallo al suo palmo.
«Vi prego di farlo sparire il prima possibile» chiese Paperone scortandoli di nuovo nel corridoio principale, «inizialmente pensavo si trattassi di qualcosa di prezioso, un raro tesoro, ma se le cose stanno così desidero solo vederlo lontano da qui!».
«Non si preoccupi Paperone, me ne occuperò io ora» disse Walt quando un tonfo risuonò dalla postazione di Miss Paperett.
Era caduta a terra, svenuta a causa di un fumo violaceo che aveva inalato, probabilmente soporifero.
«Cosa sta succedendo?!» disse scaldandosi Paperone.
Topolino evocò immediatamente il Keyblade e Walt studiò attentamente i movimenti delle particelle elettriche nell’aria.
Dalle scale che portavano al piano superiore, stava scendendo una figura corpulenta e puzzolente.
Il piccolo Quo si dimenava nella morsa di Jacob.
«Mascalzone! Sgrunt! Lascia in pace mio nipote!» esclamò Paperone minacciandolo col suo bastone da passeggio; fortunatamente Topolino lo fermò.
«Te la sei sempre presa con quelli più piccoli, perché non provi con uno della tua taglia?» lo invitò Walt che stava pensando velocemente a come assicurarsi sia la salute del piccolo Quo sia come mantenere con sé il cuore di Antonella.
«Non vedo perché dovrei rischiare attaccando te, insulso protettore della Luce. Consegnami il cuore!» gli urlò contro Jacob.
«Subdolo e infame come il tuo Veleno» lo appellò Walt, il cuore era lì sopra la sua mano ma non poteva perderlo.
Al comando di Walt, alcune monete sospese per aria all’interno del deposito uscirono lentamente dalla porta blindata e il ragazzo sfidò Jacob con lo sguardo.
Per quanto fosse tonto, anche lui comprese che ogni moneta da mezzo dollaro che aveva di fronte era in realtà un piccolo proiettile di metallo pronto ad essere usato così passò alle maniere forti; dall’unghia appuntita del indice, si formò una goccia di veleno verde probabilmente letale, pronto ad essere iniettato al piccolo paperotto.
Era solo una questione di velocità, ma entrambi sapevano chi dei due fosse il più veloce.
Al comando mentale di Walt, tutte le monete schizzarono verso Jacob con una mira meticolosamente studiata per non colpire Quo e, mentre l’energumeno spariva nell’Oscurità, i proiettili di Walt fracassarono completamente la parete davanti a loro.
Jacob anche se era svanito, era riuscito a ferire di striscio Quo, che perse subito i sensi prima di toccare terra.
«Nipotino mio!» gli corse incontro Paperone prendendolo in braccio, mentre i fratellini guardavano la scena dall’alto delle scale, impauriti.
«Provo a curarlo!» gli disse Topolino «Energiga!» scandì eseguendo l’incantesimo di cura più potente che conosceva.
Una luce investì Quo ma gli effetti tardarono ad arrivare.
«Ci vuole Tsunade! Valla a prendere con un portale, Walt!» gli consigliò il re.
«No, non c’è tempo, il Veleno è un abilità che agisce in fretta, ci provo io» rispose il giovane.
«E come?».
«Le particelle di veleno occupano una piccola quantità di Spazio, seppur minima. Cercherò di estrarle».
Appoggiarono Quo a terra e Walt lo avvolse con un’aura rosa mentre quei secondi decisivi scorrevano.
Miss Paperett si risvegliò apparentemente senza danni mentre Walt estraeva microscopiche bollicine di Spazio dal corpo di Quo.
Quando il processo fu concluso il suo corpo non presentava più nemmeno una particella di veleno e dopo qualche secondo si risvegliò con uno sbadiglio.
«Sigh! Piume delle mie piume!» esclamò zio Paperone abbracciandolo forte con le lacrime agli occhi.
Anche Qui e Qua scesero dalle scale tutti contenti facendo le feste al fratello.
Nonostante il clima di festa, il re guardò cupamente Walt «Non ci conviene portarlo con noi, mettiamo inutilmente a rischio la vita di chi ci circonda» gli spiegò.
Walt era in ansia all’idea di separarsi da quella reliquia così importante per le sorti dell’esistenza ma dovette cedere e, con un movimento fluido della mano, la bolla con il cuore svanì, nei meandri dello Spazio.
«Dove l’hai spedita?» chiese il re sottovoce.
«In un luogo ben protetto. Non lo possono raggiungere facilmente» lo rassicurò lui, poi si voltò verso Paperone e lo prese per le mani.
«Paperone io voglio ringraziarla. Quello che ha trovato e che ci ha affidato potrebbe seriamente aver determinato le sorti di questa guerra. Grazie»
«Puoi sempre contare su di me, mio caro» gli disse lui sollevandosi la tuba in segno di rispetto.
«E voi ragazzi? Siete soddisfatti della dimostrazione?» chiese simpaticamente Walt.
«Si!» risposero in coro Qui e Qua.
«Ma io non ho visto niente!» si lamentò Quo; Walt gli accarezzò la testa.
«Obbedite allo zione» li salutò Topolino.
«È ora di raggiungere gli altri, direi» suggerì Walt.
«Ma certo!» e con un ultimo saluto, abbandonarono Paperopoli.
 
 
 
 
Jacob riapparve in cima alla parete di roccia che circondava il bassopiano, e raggiunse David e Lucas che si trovavano proprio sopra al punto in cui si ergeva l’enorme statua erosa.
«Sono arrivato tardi, c’era lui» comunicò ai compagni.
Lucas era in piedi intento ad osservare ciò che stava facendo David, che invece era seduto verso il vuoto, con le gambe incrociate.
«Non mi pare che tu ci abbia combattuto» insinuò David alzandosi e osservando che Jacob non aveva danni o ferite.
«No ma ho preso un ostaggio!» disse il ragazzo corpulento sorridendo come se quella fosse stata la mossa più logica da fare.
«Sei un vero… idiota» lo accusò David «CI SERVE!» urlò evocando la falce e descrivendo un fendente tale che quasi avrebbe tagliato la pancia di Jacob in due.
«Devo forse ricordarti che ho ucciso Avis con questa?! VAI SUBITO A CERCARLO!» gli urlò mentre il compagno svaniva nuovamente per la sua missione.
Con il fiatone per l’arrabbiatura, David si risiedette nello stesso punto di prima, davanti al vuoto e con un rotolo di pergamena davanti.
Lucas aveva assistito alla scena senza commentare, d’altronde la stessa sorte sarebbe potuta toccare anche a lui.
«Riesci a c-c-capirci qualcosa?» chiese, sperando che l’amico si fosse calmato.
«Sì, tra poco tempo riusciremo a formularla. Ma da sola non basta» ripose.
Lucas si aspettava l’ultimo commento, ciò che dovevano fare era di proporzioni strepitose.
«Non ci rimane molto tempo. Hai anche tu una missione ricordi?».
«Sì».
«Bene. Allora va, ed eseguila».
Lucas svanì nell’Oscurità mentre David si reimmerse nella lettura della Tecnica della Resurrezione Impura.










Angolo dell’Autore:
Eccomi tornato con l’ultimo libro dedicato a Walt e ai Referenti!
Scusate il ritardo ma ho avuto diversi impegni e non ho potuto dedicarmici quanto meritava fino ad ora.
Cosa ne pensate di questo capitolo, di ciò che è successo e di ciò che potrebbe succedere?
È inutile che stia a presentarvi i personaggi, ormai li conoscete già; sono gli eventi che vanno presi in considerazione!
Dopo due viaggi in giro per i mondi e uno all’interno del passato di Walt abbiamo capito molte cose tra cui che David è rimasto un fedele servitore di Antonella.
Il cuore di Antonella è stato ritrovato e fortunatamente è in custodia di Walt in persona.
È possibile che accada quello che sembra?
Walt e i Referenti sarebbero in grado di fermare questa minaccia che già una volta a portato alla distruzione di Athom?
In cosa potrebbe consistere la “missione” assegnata a Lucas?
Dove abbiamo lasciato gli altri Referenti e cosa stanno per affrontare?
L’esistenza non è mai stata così tanto in pericolo.
 
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione!
Critiche commenti e nuove idee sono sempre ben accetti!
 
Il prossimo capitolo sarà pubblicato il 20 gennaio.
 
See you next time
   
 
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