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Autore: hapax    17/07/2009    5 recensioni
Alla fine del XV secolo, la vita di una ragazza accusata di stregoneria.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Inquisizione
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strega4 Sì, sì, sì, dirò tutto quello che volete.
Sono una strega, lo ammetto, ma fate cessare questo dolore.
Ascoltate questa mia falsa confessione, compiacetevi nell'udire i miei finti peccati, godete pure del mio dolore, ma mettete fine a questa sofferenza!
Dalla bocca come un fiume in piena vomito le bestemmie che mi porteranno alla condanna, ma la morte non mi terrorizza, anzi la desidero, e il solo pensiero di non sentire più le ferite di questo corpo martoriato mi rende quasi felice.


La giovane donna si sedette sul prato all'ombra di un Noce, esausta.
Non ce l'aveva fatta: madre e figlio erano morti, e lei non aveva potuto fare nulla di più che posarle sul seno il corpo senza vita di quel bambino nato morto, tenendole la mano fino a che la Nera Signora non s'è presa anche lei.
Benedetta sapeva che la colpa non era sua, che la ragazza era troppo giovane e troppo debole per avere un figlio, ma non riusciva comunque a non pensare a che cosa avrebbe pensato la gente; mesi prima un'epidemia di colera aveva decimato il paese: lei aveva fatto tutto il possibile, ma sapeva benissimo che quella battaglia era persa in partenza; ricordava con angoscia quelle persone disperate, che si aspettavano da lei una pronta guarigione non volendo credere di essere spacciate.
La gente stava cominciando a perdere fiducia in lei.

- Apri la porta, maledetta, apri la porta! -
Di colpo la porta di legno cedette.
Gli uomini inferociti invasero la stanza, distruggendo ogni cosa coi loro bastoni.
- È qui! - gridò uno trascinando la donna per i capelli.
Benedetta urlava, piangeva, implorava, ma a nessuno importava del suo dolore.
All'improvviso il gatto saltò giù da uno scaffale e piantò le unghie sul volto dell'uomo che teneva per i capelli la sua padrona; quell'estremo gesto dei lealtà gli costò caro: un colpo ben assestato colpì la bestia facendola sbattere contro il muro, e un debole miagolio accompagnò il suo ultimo respiro.
- È una strega, come sua madre. -
- È stata lei! Ha fatto il malocchio al villaggio! -
- Ha attirato su di noi ogni sventura! -
- Ha fatto morire i nostri figli! -
Le voci, come un eco, si ripetevano tante e tante volte, e si confondevano, si sovrapponevano, si facevano bestiali.
Benedetta svenne.


La luce del sole mi ha svegliata: la luce del mio ultimo giorno.
Sento i passi avvicinarsi alla mia cella, la voce del mio confessore, il tintinnio delle catene pronte a serrare i miei polsi.
Mi sento calma, non ho più paura, e attendo la morte con impazienza.
Le fiamme lambiranno il mio corpo, bruceranno la mia pelle, scioglieranno la mia carne, ma se il Signore Iddio avrà pietà di me non sentirò dolore, e la mia anima sarà finalmente libera.


Fine



Purtroppo a causa di numerosi impegni ho faticato a scrivere e pubblicare quest'ultima parte.
Ringrazio chi ha avuto la pazienza di arrivare fino in fondoe a chi ha commentato, e porgo i miei complimenti a chi ha riconosciuto un qualcosa de "La chimera" di Vassalli, che nonostante sia passato molto tempo dall'ultima volta che l'ho letto mi ha comunque dato alcuni spunti per scrivere la storia di Benedetta.
Nonostante si tratti di un'opera di fantasia ho cercato di non inventare troppo per quanto riguarda il processo alle streghe da parte dell'inquisizione (cattolica e non): le domande fatte dall'inquisitore non erano casuali, ma facevano realmente parte delle procedure indicate per condurre i processi per stregoneria, come pure l'attenzione per la storia di Agnese (che in una riga del primo capitolo chiamo ancora Amelia: era il primo nome che avevo dato a quel personaggio e per disattenzione non l'ho cambiato), il modo in cui è stata arrestata, ecc.
Ho voluto lasciare apposta lo spazio al lettore di immaginare cosa possa essere accaduto tra un fatto e l'altro della vita di Benedetta: se qualcuno volesse trarne spunto per una qualsiasi storia, libero di farlo.
  
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