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Autore: Mangakarjiuana    01/01/2019    3 recensioni
|Dal testo|
"Faccio schifo, Iwa-chan"
L'aveva detto quasi sputando, tanto era l'orrore che provava verso se stesso.
Iwaizumi era pervaso da un moto d'ira ogni volta che Oikawa se ne usciva con esclamazioni del genere, ma quella volta si limitò semplicemente a sorridere amaramente, continuando a guardare davanti a sé.
"Eppure... c'è qualcuno che pensa tu sia fantastico"
-Ispirato a "If I could tell her" di "Dear Evan Hansen"-
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata particolare, quella.
Hajime e Tooru si ritrovavano seduti sul letto di quest'ultimo, schiena contro la parete e sguardo fisso nel vuoto: avevano perso.
Per l'ultimo servizio, che non aveva nemmeno superato la rete.
E l'ultimo servizio era di Oikawa.
Nessuno dei due osava fiatare, eppure c'era davvero bisogno di parole, perchè il castano era probabilmente sul punto di scoppiare a piangere, e Hajime lo sapeva.

Ovviamente l'aver perso non dipendeva solo dall'ultima battuta, ma era impossibile dirlo al capitano, che era entrato nella sua cupola scura, dentro la quale si consumava lentamente con mille 'se solo mi fossi allenato di più'.
Iwaizumi aveva provato innumerevoli volte a fargli capire che erano una squadra, e che se perdevano, la colpa era di tutti loro, ma nulla da fare.
Lui trovava che quel ragazzo non riuscisse mai davvero a guardarsi allo specchio, che oltre alla propria immagine non riuscisse a vedere la bellezza che aveva all'interno di sé, e che dipendesse troppo dalle parole degli altri per poter almeno ostentare sicurezza. Doveva ripetere ad alta voce quanto fosse incredibile… per convincere sé stesso.
Neppure con lui era sempre sincero a riguardo. Solo raramente per quello che riguardava la pallavolo riusciva ad aprirsi e rivelargli le sue insicurezze.

Eppure, adesso, tutta quell'insicurezza non riguardava soltanto la partita persa.
Lo sapeva.
Glielo leggeva in faccia.
E sapeva perchè: nessuno aveva fatto il tifo per lui a quell'ultimo punto che avrebbe determinato la vittoria avversaria, perchè c'erano troppi punti di differenza, e se anche avesse fatto punto, non sarebbe servito a molto.
Nessuno aveva creduto potesse ribaltare la situazione.
Anche i suoi genitori, che erano andati a vedere la partita, non avevano detto una singola parola di incoraggiamento.

"Faccio schifo, Iwa-chan".
L'aveva detto quasi sputando tanto era l'orrore che provava verso se stesso.
Iwaizumi era pervaso da un moto di ira ogni volta che Oikawa se ne usciva con esclamazioni del genere, ma quella volta si limitò semplicemente a sorridere amaramente, continuando a guardare davanti a sé.

"Eppure... c'è qualcuno che pensa tu sia fantastico".
Tooru corrucciò le sopracciglia.
"Chi? Una mia fan?".
Spalancando gli occhi, improvvisamente rosso fino al midollo, Hajime annuì -forse troppo energicamente-.
"O-ovviamente!".
Il ragazzo sembrò perdere interesse verso quello che stava dicendo, poggiando il capo sul palmo della mano.
"Che dice?".

Gli occhi verdi dell'altro si puntarono verso le loro ginocchia, che a causa delle gambe incrociate si sfioravano.
Distolse lo sguardo appena realizzato ciò.
"Be'… Ha detto che… non c'è niente come il tuo sorriso, e quando le tue labbra sottili si piegano verso l'alto ed i tuoi occhi si socchiudono, capisce che è reale, non di quelli che sfoggi per compiacere gli altri, e lo trova… perfetto".
Una piccola smorfia, che doveva essere l'inizio di qualcosa di simile ad un sorriso, si formò sul viso del ragazzo.
"Poi?".
Iwaizumi si mordicchiò il labbro inferiore con gli incisivi.
"Trova adorabile il modo in cui arricci il naso quando sei contrariato o infastidito".
Questa volta era sicuro che quello di Tooru fosse un piccolo sorriso.
"Ed ha notato che, quando ti annoi, giochi con la cerniera della giacca della Seijo e più di una volta l'hai rotta".
C'era una nota di rimprovero nella sua voce, e l'alzatore ridacchiò.
"Sa che disegni stelline agli angoli della pagine dei quaderni e che sei stato rimproverato più volte per questo".
Ora era Iwaizumi a ridere.
"Ed ha anche notato che continuavi a cantare quelle stupide filastrocche per bambini per prendere 'decisioni importanti'."

Tooru poggiò il capo sul ginocchio e si voltò appena verso l'altro.
"E come mai non mi ha mai detto nulla? Insomma, le mie ammiratrici solitamente sono molto dirette, lo sai".
Il moro gettò all'indietro il capo, socchiudendo gli occhi.
"Tutto quello che ha notato non te l'ha detto, sebbene volesse, perchè… non avrebbe saputo come dirtelo… non avrebbe trovato la maniera giusta per farlo".
Sorrise malinconicamente.
"Eppure... si dice sempre: 'Se potessi dirglielo… dirgli tutto quello che vedo. Se potessi dirgli che lui è-è tutto per me! Però è qualcosa di così strano, che nemmeno io riesco a capire al cento per cento, che non so come fare per parlargliene. Se potessi dirglielo… se- se solo potessi dirglielo".
Oikawa si avvicinò appena, accavallando le gambe per non dargli fastidio e lasciando che le loro spalle si sfiorassero.

"E... Cos'altro ha detto?".
Il ragazzo fu colto alla sprovvista.
"Su di te?".
Tooru si grattò il retro del collo, improvvisamente in imbarazzo.
"N-no, c-cioè, se non ha detto null'altro non import-".
Hajime gli afferrò le mani, allarmato.
"N-no, non è questo! Solo che… cioè, pensa così tante cose di te che… d-devo solo cercare di ricordare le migliori tra queste!".
Gli rilasciò subito le mani, imbarazzato.
"Quindi, emm… pensa che tu sia veramente carino, c-cioè che sia veramente carino che tu abbia messo delle mollette tra i tuoi capelli per tenerli scostati dalla fronte, durante gli allenamenti".
Il sorriso di Oikawa fu impagabile.
"Lo pensa davvero?".
Iwaizumi sorrise, con le guance porpora dall'imbarazzo, ed annuì.
"E si chiedeva perchè ti ostini a non voler mai indossare gli occhiali, quando trova che ti stiano da favola…".
Si bagnò le labbra.
"Adora il modo in cui soffi sulla cioccolata calda, che bevi ogni pomeriggio invernale, per poi berla lo stesso quando è ancora bollente e ritrovarti a dover raggiungere il primo rubinetto con la lingua penzoloni".
A questa affermazione, il ragazzo mise su il broncio, facendo ridacchiare Hajime.
"Ti trova dolcissimo quando mastichi il piccolo alieno che si trova sulla punta della tua penna, prima di ogni test, per poi pentirtene ogni volta perchè non vuoi rovinarlo".
Inspirò con forza dalle labbra, come per prendere coraggio.
"E... cazzo, ama quando, lontano dagli sguardi degli altri, indossi quei vecchi maglioni di tua nonna sui quali hai appuntato pezzi di stoffa con immagini di alieni, ed i pantaloni che sono troppo corti per essere della tua taglia... e riesce finalmente a parlare con il vero Tooru, che non è una persona frivola e piena di sé, ma semplicemente… Tooru".

Si voltò verso Oikawa, che lo osservava con occhi trepidanti, e pendeva dalle sue labbra.
"Ma...  tiene tutto dentro la sua testa… Se potesse dirti… quanto tu sia speciale, nei piccoli gesti che fai, senza rendertene conto. Ma... cosa bisogna fare quando si vede la persona che si ama circondata da così tante altre persone che la ammirano come fai tu? Sembra così distante. E tu ti senti così… poco adatto… come se non fossi abbastanza. Inizi a pensare: 'Perchè mai dovrebbe scegliere me? Cos'ho che gli altri non hanno?' E anche se sai di conoscerlo in una maniera differente, anche se sai di essere visto in maniera diversa rispetto a loro… credi sempre che questa differenza sia tale solo ai tuoi occhi. Sapendo tutto ciò, come fai a dirgli 'ti amo'?".
Lo disse tutto d'un fiato, e si ritrovò ad affondare nuovamente gli incisivi nel labbro inferiore, dovendosi quasi aggrappare a qualcosa.

"Iwa-chan, c'è un solo modo di dire 'ti amo'… ".
Gli si avvicinò e poggiò la propria fronte contro la sua.
"... e non è nemmeno difficile… ".
Con le dita costrinse i suoi denti a lasciare andare il labbro e, sorridendo, soffiò contro le sue labbra.
"... ti amo… ".
Deglutì a vuoto.
"Visto? N-non è così difficile, Iw-".
Prima di poter finire la frase, venne travolto dalle labbra di Hajime, facendo cadere entrambi distesi sul letto a causa dello slancio.
Quando si distaccarono, Oikawa sembrava sul punto di scoppiare in lacrime, o forse era lì per lì dallo scoppiare a ridere. Non lo si poteva dire con certezza, ma di sicuro sorrideva come aveva mai fatto nella sua vita.
"Stavi parlando troppo".
Disse Iwaizumi, intrecciando le loro dita e facendo ridacchiare il ragazzo sotto di sé.
"Disse 'la mia fan', che ha dovuto elencare tutto ciò che mi rende fantastico per potersi dichiarare"
Il rossore di Hajime era pari a quello di una fragola matura, probabilmente.
"Vuoi che ti picchi, Shittykawa?".
Scosse velocemente il capo, con gli occhi sgranati, per poi sorridere divertito e piegare le labbra verso l'interno. L'avvicinò a sé, facendolo ricadere sul proprio petto e gli allacciò le mani dietro il collo, costringendolo con il viso premuto sulla propria maglia. Il ragazzo ricambiò la stretta, circondandogli goffamente il petto con le braccia.
"Grazie, Iwa-chan".
Non sapeva se si stesse riferendo alla dichiarazione; al sorriso che grazie a lui era tornato in così poco tempo sulle sue labbra; al fatto che lo stesse stringendo così forte, come a volerlo rassicurare che lui era perfetto così; oppure al semplice fatto di esserci.
In ogni caso, piegò le labbra in un sorriso contro il tessuto della maglia dell'altro, stringendolo ancora di più; non aveva bisogno di chiedergli spiegazioni: come ogni cosa che lo riguardava, l'avrebbe scoperto continuando a camminare al suo fianco.





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Angolo rjiuanoso:

Va bene, non so come sia, ma riascoltando 'If I could tell her' ho subito pensato: "Cazzo, questo è Iwaizumi" quindi... ecco come è nata 'sta cosa.
   
 
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