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Autore: Tatuata Bella    01/01/2019    0 recensioni
Un viaggio attorno all’Italia che assomiglia più ad una fuga senza meta, l’unico scopo andare via dalle proprie case, dalle proprie vite.
C’è anche l’amore di due diciottenni, un amore che è paura. Terrore. Incertezza. Ansia. Panico. E infine follia.
Questa è la storia della vita di cinque ragazzi, la storia di un viaggio tragico, malato, ma intenso e vero. Una storia di droga, di devastazione, di squallore, di tragedia.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Song

5- House of wolves anybody burn the house out down
 
“Ok, ragazzi, ma siete sicuri?” chiese Luca.
Ci era voluto un po’ per convincerlo e adesso che si trovavano di fronte a quella facciata grigiastra gli stavano tornando tutti i suoi dubbi.
“Dai amore, alla fine ti divertirai, come sempre...vedrai.” disse Niki baciando Luca sulle labbra.
Luca annuì: “Sì…come sempre. Hai ragione.”
“Vado io. Seguitemi in fretta, mi raccomando” disse Niki lasciando andare la mano di Luca e addentrandosi dentro la clinica. 
Angelo e Luca attesero soltanto per un minuto scarso, poi il primo prese il secondo per un braccio: “Andiamo.”
I due varcarono insieme la porta della clinica, diretti verso la reception. 
Luca si bloccò quando sentì la voce di Niki e allungò un braccio per fermare anche Angelo.
“Vorrei tanto vedere la mia amica… E’ ricoverata nella stanza 15… per favore…” diceva Niki. Dalla loro visuale, Luca e Angelo potevano intravedere solo in parte Niki, sportasi quanto più poteva verso il suo interlocutore.
“Ma signorina, nella stanza 15 non c’è nessuno” disse l’infermiere.
“Oooh. Ma ne è sicuro?”
Angelo fece un cenno a Luca, che si abbassò senza esitare per far salire l’amico sulle sue spalle. 
Angelo estrasse un accendino dalla tasca e mise la fiamma sotto il rilevatore del sistema antincendio.
“Perchè non scatta? Cazzo…”
“Stai calmo, Luca. Adesso scatta.”
Angelo non fece in tempo a finire la frase che un centinaio di sirene cominciò a suonare all’unisono e tutti i corridoi vennero inondati da spruzzi d’acqua.
Angelo riportò i piedi per terra con un salto e si mise a correre a perdifiato, seguito da Luca. Ben presto vennero raggiunti da Niki, raggiante in volto, che rideva a più non posso. 
Appena arrivarono di fronte alla stanza numero 10, Angelo spalancò la porta.
Piera era già in piedi, un sorriso lievemente malizioso stampato sul viso, incorniciato da lunghi capelli biondi. Scuoteva la testa: “Siete fottutamente prevedibili. Sapevo che eravate voi”
Angelo la afferrò  per un braccio: “Zitta e corri!”
Si riversarono tutti insieme nel lungo corridoio, che pullulava di degenti che erano usciti tutti in massa, superarono l’accettazione, in cui regnava il caos e scoppiarono a ridere quando l’infermiera che Niki aveva distratto li vide e gli urlò dietro: “torna qui stupida cagna!”
Era comunque troppo lontana per fermarli ormai.
Si precipitarono tutti giù per la scala antincendio, facendo quattro gradini alla volta, cadendo, rialzandosi, ridendo, urlando. Urlando vendetta alla vita.
Continuando a correre, presero un autobus semivuoto al volo, fermandosi a riprendere fiato solo dopo essersi seduti, ancora ridendo tutti e quattro come matti.
Piera, mezza soffocata dalle sue stesse risate, si aggrappò con le mani ad un palo gettando all’indietro i capelli biondi e scompigliati: “Dio, ragazzi… siete fantastici!”
“Ma se hai appena detto che siamo prevedibili” disse Luca sorridendo.
“Sì ma adesso sono fuori. Prima ero ancora là dentro” rispose Piera, raggiante.
Niki, ridendo come una pazza si appoggiò alla minuscola spalla di Piera: “Allora, splendore, che effetto ti fa la libertà?”
Piera abbracciò Niki, urlando: “woooooo! Uno sballo!” 
“Era una vita che non uscivi da lì. Come stai?” chiese Angelo, con il suo solito tono serio e un po’ suadente che faceva sentire chi gli stava attorno come se fosse l’unica persona esistente sull’universo.
“Adesso…benissimo. Ma voglio sapere voi, com’è il mondo reale, che cosa mi sono persa…” rispose Piera, sedendosi nel posto vuoto vicino a Angelo. “Luca, Betty come sta?” aggiunse poi, rivolta a Luca.
Luca sorrise un po’ sarcastico: “Lo vedrai stasera. Devi solo aspettare qualche ora.”
 
  
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