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Autore: Elizabeth_2206    02/01/2019    3 recensioni
Uno scorcio fugace della coscienza di una donna in uno degli attimi più difficili della sua vita.
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Di certo non ti saresti mai aspettata che fosse così silenzioso, così naturale, come lo scorrere di un ruscello che ti porta via.
Una morte così dolce… te la meriti?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Riza Hawkeye
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Amestris' Tales'
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Labilis
 
Il dolore ti colpisce all’improvviso, lasciandoti a bocca aperta per l’immediatezza con cui il tutto avviene. Un secondo prima eri immobilizzata da quegli aspiranti King Bradley, mentre osservavi preoccupata il Colonnello, nella tua stessa condizione; l’attimo successivo la spada ti aveva già tagliato la gola, facendo schizzare sangue ovunque, sui tuoi vestiti e sul pavimento.
Ti accasci a terra, sconvolta, e tenti di premere sul collo più forte che puoi, cercando di fermare il sangue che continua a uscire. Sai che non ti volevano morta, altrimenti lo saresti già; volevano avere tutto il tempo per permettere al Colonnello di decidere se compiere una trasmutazione umana.
‘Non può farlo’
Lo sai tu, e sai che anche lui lo sa, ma non hai la forza di alzare lo sguardo, per vedere negli occhi la sua conferma. La testa sta cominciando a girare con sempre più intensità e per un attimo la percezione dello spazio sparisce, lasciandoti scivolare verso un baratro d’oblio.
E’ questa la fine? E’ così che ci si sente a morire?

Per tanto tempo te lo sei chiesta, dopo quello che era successo – quello che voi avevate fatto – ad Ishval. Hai immaginato più volte come sarebbe stato morire; ma ogni tua supposizione aveva sempre previsto qualcosa di più doloroso, di più violento e vivo, come un fuoco che divampa e ti incenerisce mentre tu ancora urli. Di certo non ti saresti mai aspettata che fosse così silenzioso, così naturale, come lo scorrere di un ruscello che ti porta via. Una morte così dolce… te la meriti?
Forse è per questo che il tuo immaginario ti ha fatto sempre pensare al fuoco, alla violenza; con tutto il dolore, la sofferenza che hai causato, come avresti mai potuto pensare ad una dipartita così liberatoria? E così il fuoco ha sempre tormentato i tuoi incubi, e ti sei convinta di un destino quasi prefissato per te, con un unico possibile epilogo. ‘Eppure’ pensi ‘Ho imparato a convivere con quel fuoco, a fidarmi di esso’.

Ed è vero. E’ quello che hai fatto per sette anni, rimanendo accanto a Roy Mustang. L’uomo a cui tu hai permesso ti diventare un mostro, e a cui hai chiesto di bruciarti la schiena per evitare che ne nascessero altri.
Riesci ancora a temere il fuoco, dopo averne provato gli effetti sulla tua stessa pelle? Se ti concentri, puoi ancora sentire lo schioccare delle dita e il dolore della prima fiammata, che ti aveva colpito la spalla sinistra. L’odore della carne bruciata, quel groppo alla gola per il rimpianto dell’ultimo momento quando avresti voluto cancellare tutte le tue scelte, come una gomma su un foglio, invece che decidere di incenerire tutto quanto, comprese le vostre vite. Eppure, di quel fuoco, non hai più avuto paura, anzi vedevi in lui l’ultima sponda, degna conclusione di quest’esistenza che non ha provocato altro che fiumi di dolore e sofferenze.
‘Almeno fino ad oggi’

Ti ritrovi a riconoscere che sì, per la prima volta, nel Giorno della Promessa, hai temuto il fuoco. Quando il Colonnello si stava accanendo contro Envy, scatenando su di lui tutto il suo potere, non hai potuto fare a meno di temerlo. Hai visto l’umanità sparire dagli occhi dell’uomo che seguivi e le fiamme di sono trasformate da redenzione a inferno.
Ma lo hai riportato indietro. Tu, Edward Elric e Scar lo avete fatto tornare sui suoi passi. Vi siete assicurati che riprendesse il sentiero giusto, quello che lo avrebbe portato a guidare il paese verso la pace e la giustizia. Proprio come gli avevi promesso, quel giorno di sette anni fa, hai fatto in modo da preservare la sua integrità morale. Non avevi accettato quella richiesta a cuor leggero, anzi; ma a distanza di così tanti anni sei rimasta quasi sconvolta dal dolore, dalla rabbia, che quell’uomo aveva dentro di sé. Di quanto avesse bisogno della tua guida. Se ora morissi, cosa accadrebbe?

La testa riprende a girare, mentre il sapore del ferro risale lungo la gola, dove la presa delle tue mani si sta indebolendo ogni attimo che passa. La vista ti si annebbia, sfumando nell’oscurità, mentre tu socchiudi le palpebre deboli. Senti le forze scivolare via, ma non hai alcuna intenzione di lasciare che accada.
Ora ricordi l’unico pensiero che ti ha impedito, in tutti questi anni, di mettere fine alla tua vita: seguire quell’uomo per condurlo verso il suo obiettivo. Non puoi permetterti di morire adesso.

Riapri gli occhi lentamente e ti accorgi di essere trascinata. Quando la vista finalmente diventa più nitida, vieni lasciata cadere. Un nuovo dolore ti stordisce per qualche secondo e perdi la presa sulla realtà.
“Se questa donna morisse, la trasmuteresti? Per me può andare.”
  Il dottore dal dente d’oro sta ancora cercando di convincere il Colonnello. Sorridi debolmente: sei sollevata che non abbia ceduto, in fin dei conti. Ora sta a te rassicurarlo. Devi convincerlo che non sia necessario fare nulla per te; che te la caverai. Devi guidarlo ancora una volta verso la scelta giusta, che è quella di non fare a nessun costo la trasmutazione umana, anche se volesse dire lasciarti morire. Se fosse per questo, saresti disposta ad accettarlo. Ma ora come ora hai bisogno di dimostrargli che sei ancora in grado di lottare.
“Non morirò…”
Quello che esce è solo un sussurro, ma attira l’attenzione sia del Dottore che del Colonnello.
“Io… mi è stato ordinato di non morire.”
Ansimi pesantemente, sollevata dall’essere riuscita a parlare, nonostante il farlo ti abbia resa esausta. Il Colonnello continua a guardarti, mentre il Dottore lo tenta nuovamente, questa volta con una pietra filosofale.
Disperata, cerchi una soluzione a questa situazione senza vie d’uscita. Fai vagare lo sguardo verso le pareti della stanza, verso le porte sorvegliate da quei soldati disumani. In un ultimo tentativo alzi l’occhio sinistro verso il soffitto, verso la cavità da cui fuoriescono quei cavi che sembrano vene pulsanti.
Ti si mozza il respiro.
Jelso, la chimera del gruppo di Kimbly che possiede l’abilità di trasformarsi in una specie di rana, è lì, in quella cavità, in attesa di entrare in azione. Aguzzi la vista, e riesci a scorgere dietro di lui anche Darius, il gorilla, e la principessina di Xing.
Forse un giorno morirai davvero, trascinata via come da una corrente, nell’oblio del dolore; oppure soffrendo terribilmente, vedendo la tua anima divorata dai tuoi demoni interiori divenuti realtà. Ma quel giorno non è oggi, non è il Giorno della Promessa. Lo vedi negli occhi limpidi di Mei, nel sorriso sornione di Jelso, nello sguardo preoccupato di Darius.
Rinvigorita, parli di nuovo, con voce roca e flebile ma piena di determinazione.
“Non sarà necessaria alcuna trasmutazione umana.”





Angolo dell'Autrice:
Ehilà, sono tornata. So che non mi faccio vedere da un po' ma questa sera mi è salita un po' di nostalgia e ho prodotto questo flusso di coscienza. La seconda persona mi appassiona molto e spero che come scelta stilistica vi piaccia. Aspetto i vostri commenti in merito.
Labilis è una parola latina che significa "fugace, effimero". Come i pensieri, le riflessioni che Riza fa in quei brevi attimi durante la battaglia contro il Dottore dal dente d'oro. Spero apprezziate questa One-shot, fatemi sapere.
A presto.
-Elizabeth
 
   
 
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