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Autore: Joy    02/01/2019    3 recensioni
“Forse non condividerai i suoi progetti di guerra,” sibilò gelido “ma a quanto pare non puoi fare a meno di condividere il suo letto.”
Albus/Gellert
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“L'hai rivisto, non è così?”

Albus Silente contemplò il liquido ambrato nel boccale tra le sue mani. “Aberforth, non è com-”

“L'hai rivisto.”

“Non sarò parte dei suoi progetti politici, puoi star tranquillo.”

Un pugno sbatté sul tavolaccio di legno, un paio di clienti mezzi ubriachi sollevarono appena la testa per poi tornare ad abbandonarsi al torpore dell'alcol.

“Merlino, Albus!” tuonò il giovane proprietario della locanda. “Lo stai vedendo regolarmente.”

“No.” gli rispose l'altro all'istante “Non è così.” e serrò la mascella.

Aberforth afferrò uno straccio malmesso, lo passò vigorosamente sul bancone e lo gettò con rabbia nel lavello. Aveva un' espressione dura ed Albus vi lesse tutte le ferite e le questioni irrisolte del loro passato.

“Forse non condividerai i suoi progetti di guerra,” sibilò gelido “ma a quanto pare non puoi fare a meno di condividere il suo letto.” e non si premurò di nascondere il disgusto che provava pronunciando quelle parole.

Albus indietreggiò come schiaffeggiato, ma pensò di meritare la vergogna che provava.

“Una sola notte, Aberforth.” mormorò tuttavia mentre si voltava per andarsene. “Una sola notte in quasi quindici anni.”

E chiuse la porta alle sue spalle senza far rumore.

 

La brughiera scozzese era ricoperta da uno spesso strato di ghiaccio e sferzata dal vento gelido. Sull'altura, nel punto esatto dove il mare agitato schiumava contro il cielo, si stagliava scura la figura dell'uomo che aveva cercato invano per le precedenti due ore.

Gellert gli si avvicinò di qualche passo, finché non poté distinguere le sue spalle curve e la mano strettamente avvolta attorno all'impugnatura della bacchetta, poi si voltò ad accarezzare il piumaggio dorato della fenice posata sulla sua spalla.

“Brava piccolina.” le sussurrò e la osservò librarsi in aria in graziose volute.

Poi il suo sguardo tornò a posarsi sull'uomo che gli dava la schiena.

“Albus.” lo chiamo piano.

L'atmosfera era satura di tensione e sebbene Gellert l'avesse più di una volta, e a ragione, immaginato, non aveva mai visto con i propri occhi la reale estensione del potere di Albus Silente.

Avanzò ancora finché non sentì un formicolio alla base della nuca, proprio all'attaccatura dei capelli, e capì di essere entrato nell'area di riverbero.

Ne fu ammaliato.

“Albus,” ritentò addolcendo la voce. “tuo fratello... È me che odia.”

Albus si voltò verso di lui furente, lo sguardo sottile i lineamenti pietrificati dalla rabbia e il pastrano che si agitava dietro di lui, quasi volesse sfuggire alla sua collera.

“Sei qui per consolarmi?” sibilò a denti stretti. “Questa è una cosa insolita.” e dalla punta della sua bacchetta scaturì un fiotto di scintille.

“È insolito anche vederti così.” gli rispose Gellert, indicando le spirali di potere che s'innalzavano dalla sua figura fino ad infrangersi con un crepitio contro le nubi dense di neve.

“Cosa ti aspettavi? Un sorriso? Una tazza di tè? Sono solo un uomo, Gellert!” e la sua voce tuonò rombando sopra i flutti squassati.

Gellert rimase immobile, gli occhi incatenati ai suoi per lunghi istanti.

“Non mi aspetto niente da te.” gli rispose poi “A volte cerco di estorcerti il privilegio di starti accanto, di far parte della tua luce, ma non mi aspetto niente. Sono io l'ombra oscura tra noi due, e lo sa anche Aberforth.” piegò la testa con familiarità e sorrise mesto. “È me che odia, Albus.”

Quello parve disorientato per la prima volta, lo vide perdersi nel suo sguardo prima di riscuotersi, poi con un movimento fluido del polso risucchiò gli strali magici sopra di lui e rinfoderò la bacchetta.

Respirò profondamente e lasciandosi alle spalle la scogliera brulla s'incamminò verso le braccia aperte dell'altro.

“Mio fratello odia ciò che sono.” spiegò con voce roca. “È sempre stato così.”

Il dolore aveva scavato solchi profondi proprio in mezzo ai suoi occhi e sulla fronte, Gellert tentò invano di cancellarli carezzandoli con le dita.

“Ti crede succube della mia influenza.” gli sussurrò “Si preoccupa per te.” e questa volta posò le labbra laddove le mani avevano fallito. “E fa bene. Non sono propriamente una compagnia raccomandabile.”

Albus si ritrovò a sorridere scuotendo la testa suo malgrado, perché davvero avrebbe voluto credere alle sue parole.

“Sai bene che non è così,” gli rispose “il suo rancore verso di me è nato molto prima del tuo arrivo a Godric's Hollow” si scostò leggermente da lui e riunendo le mani dietro la schiena s'incamminò verso il sentiero. “Io l'ho deluso.” dichiarò deciso “Li ho delusi tutti, te compreso. Vuoi forse negarlo?” aggiunse poi con una punta d'amarezza.

Quella schiettezza fece perdere a Gellert un passo, uno solo, ma dopo quell'attimo di esitazione si avvicinò al suo uomo e gli passò un braccio attorno alla vita.

“Non lo nego,” gli concesse “ma non per questo ho smesso di amarti.” e strofino il naso gelido contro il suo collo mentre si allontanavano a fianco, lo scricchiolio degli stivali sul terreno ghiacciato a fargli da sottofondo.

 

“Non ti avevo mai visto così arrabbiato.” esordì Gellert ciarliero, mentre si sfilava con disinvoltura stivali e calzoni davanti al fuoco scoppiettante.

Albus adagiò la testa contro il bordo della vasca e lasciò che l'acqua bollente sciogliesse la tensione della giornata.

“Avrei preferito che tu non mi vedessi affatto in quelle circostanze.”

Gellert si trattenne dal ricordargli che lo aveva visto in condizioni ben peggiori, il giorno in cui era morta sua sorella.

“Il tuo potere è notevolmente aumentato in questi anni.” asserì invece, finendo di sbottonarsi la camicia per poi lasciarla cadere ai suoi piedi in un mucchietto.

“Ho ragione di credere che valga la stessa cosa anche per te,” mormorò Albus in risposta. “ma non credo di voler sapere come lo impiegherai.”

Sai come lo impiegherò.” lo corresse quello, posando entrambe le mani sul bordo della vasca. “Fammi spazio.” ordinò poi sfrontato.

Albus lo fissò intensamente.

“Che c'è?” chiese Gellert sollevando gli angoli della bocca in un sorriso furbo. “Non vuoi condividere il bagno così come condividiamo il letto?”

L'espressione sul viso di Albus divenne sospetta.

“Mi hai letto nella mente?” gli chiese serio “È così che hai scoperto della mia discussione con Aberforth?”

Gellert scosse la testa e il suo sorriso si addolcì un po'.

“Credimi, non c'è cosa che preferirei” ammise “ma no, non l'ho fatto.” e dopo aver scavalcato cautamente il bordo della vasca, s'immerse nell'acqua accomodandosi tra le braccia dell'altro.

Con il respiro di Albus tra i capelli e il battito del suo cuore contro la schiena, preferì non confessargli che per quanto lo desiderasse, entrare nella sua mente, e scoprire l'intera portata dei suoi rimpianti e del suo dolore, lo terrorizzava.

Chiuse gli occhi e posò la testa sulla sua spalla.

“Ho letto quella di Aberforth.” ammise però, e lo sentì irrigidirsi contro la sua schiena.

“Non se n'è neanche accorto.” si affrettò ad aggiungere. “Non mi interessa sapere cosa pensa tuo fratello, ero solo preoccupato per te.”

Il corpo di Albus dietro di lui tornò morbido e accogliente e finalmente senti le sue braccia avvolgerlo e stringerlo a sé.

Sentì la stretta delle sue mani diventare carezze e le sue labbra umide posarsi sulla sua spalla.

Sentì il suo respiro caldo alla base del collo risvegliare brividi che lo attraversarono fino alle punte dei piedi.

E sentì la sua voce roca, rotta dal desiderio, contro il suo orecchio.“Domani mattina” mormorava “saranno due notti in quasi quindici anni.”

Gellert rise e rabbrividì di piacere. “E magari potrebbero ancora aumentare.” azzardò.

Albus mugolò in approvazione lasciando una scia di baci sulla sua pelle, poi staccò brevemente le labbra dalla sua pelle per riprendere fiato.

“Tieni tu il conto d'ora in poi.”

 

FINE

 

 

Salve a tutti e buon anno!

Spero che questo Albus arrabbiato e decisamente insolito non abbia turbato nessuno, avevo queste immagini che mi giravano in testa e alla fine ho pensato che prima o dopo avrebbe dovuto sfogarsi. A mio parere è uscita di lui un'immagine molto umana che prevede ombra e luce e che personalmente trovo abbastanza in linea col personaggio.^_^

Fatemi sapere le vostre opinioni, se vi va.

Un abbraccio forte forte,

Joy.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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