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Autore: Yurha    02/01/2019    1 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

Il Natale a New York era uno spettacolo meraviglioso e, senza ombra di dubbio, era ancor più meraviglioso viverlo in quella enorme ed estremamente vitale città dell’East Coast.
Tutto era illuminato da infinite di luci colorate, tutti i profumi tipici di questa festa aleggiavano nei pressi di pasticcerie, forni e caffetterie e lo Spirito natalizio si poteva respirare in ogni dove, per non parlare dei negozi, tutti addobbati con vetrine allestite e decorate con scene tratte dai più famosi racconti e canzoni di Natale.
Tutta la città si era lentamente trasformata in un enorme parco divertimenti e tutti i suoi otto milioni di abitanti speravano e pregavano con tutte le loro forze che i loro sogni si potessero avverare nella Magica Notte dell’Avvento.
Tutti e otto milioni non aspettavano altro che quel momento.
Tutti, eccetto un uomo, un Procuratore di nome Michael Cutter.
Ciò che dal suo punto di vista si avvicinava di più a dei festeggiamenti era continuare con la solita e classica routine.
In quel momento era da solo, impalato e con sguardo imbambolato davanti la grande finestra del suo ufficio, situato al sesto piano del palazzo della Procura Distrettuale in One Hogan Place. Guardava annoiato la vita frenetica scorrere al di fuori di essa.
Con le mani nelle tasche dei formali pantaloni beige, stava osservando la colonna interminabile di automobili e le persone camminare velocemente in ogni direzione come fosse una colonia di formiche ma stava osservando anche la neve cadere copiosa ed a fiocchi grandi sulla sua città, sulla Grande Mela.
Sospirò dalle narici.
Quella visione avrebbe dovuto regalargli un pò della grande gioia del Natale che tutti percepivano chiaramente e si sforzò anche di apprezzare tutto ciò ma in realtà pensava che fosse solo una scusa per poter spendere valanghe di soldi ‘senza’ i soliti rimpianti o scrupoli.
Scosse la testa, poi si voltò, tornando a guardare la sua scrivania, sopra cui vi era il suo enorme carico di lavoro da smaltire, ‘possibilmente’ come disse Jack, prima che le festività terminassero, dato che erano tutti, o quasi, casi arretrati, casi rimasti insoluti o aperti per colpa di qualche cavillo giuridico e processi nulli.
“Ho davvero lasciato da parte tutto questo in un solo anno?.. Credo di aver battuto qualche record..” si disse, scrutando le quattro alte pile di fascicoli e l’enorme cartone con i sigilli dell’archivio ancora chiuso ai suoi piedi.
Anche quando avrebbe potuto prendersi le ferie e starsene comodamente a casa ad oziare, scelse comunque di presentarsi in ufficio, così come altri pochissimi colleghi che vedeva passare di tanto in tanto, ma tutto ciò gli stava bene, non era una novità per lui.
Passò anni ed anni nello stesso modo ma negli ultimi cinque, quasi non vedeva l’ora di concludere le lunghe giornate per andare direttamente a casa e buttarsi sul suo comodo e morbido letto caldo, dicendosi che doveva rallentare, che ormai non era più un ragazzino che doveva dimostrare chissà cosa per fare colpo su qualcuno di non ben specificato.
L’unica vera e buona ragione per cui il Procuratore Cutter non si trasformò nel verdissimo Grinch, fu solo perchè Connie, la sua Assistente, si offriva volontaria costantemente per dargli una mano, dividendo così il suo interminabile e noioso lavoro d’ufficio.
Questo gli dava modo di vivere le festività con un pò più di tranquillità ma, durante quell’ultimo mese, notò che Connie non passava più le notti o lunghi tempi in ufficio in sua compagnia, infatti quella stessa sera, il piano che programmarono appena dopo pranzo, cambiò senza preavviso.
Connie guardò l’orologio al suo polso più volte nel corso del pomeriggio e quando le cinque finalmente arrivarono, aveva già finito di raccogliere le sue cose e aveva perfino indossato il cappotto nero, cappello, guanti e sciarpa di lana rossa, quindi arrivò sulla porta dell’ufficio di Mike e come sempre, gli augurò la buonanotte con un sorriso, andandosene poi in tutta fretta.
Mike sospirò un’altra volta, si grattò la nuca e si sedette sulla sua usatissima, comodissima e adoratissima poltrona nera.
Alzò automaticamente lo sguardo.
Dalla sua posizione poteva benissimo vedere l’ufficio di Connie.
Anche se non c’era più da circa tre d’ore, si sentiva esattamente come se non la vedesse da giorni.
Guardava quell’ufficio chiedendosi cosa la rendesse così felice di andarsene prima dal lavoro, senza però trovare una risposta soddisfacente.
Credendo di invadere la sua privacy, non le fece mai domande strettamente personali, infatti, anche facendole delle domade generiche, si sentiva esattamente come se le chiedesse di mettersi a nudo davanti a lui.
Era una cosa sicuramente imbarazzante per entrambi e non voleva che lei, dopo gli anni passati a lavorare insieme e a forgiare una forte amicizia, si costruisse un muro attorno per colpa sua.
In fine si confortò, sentendosi immediatamente meglio, col pensiero che se scappava via prima durante le festività, avrebbero lavorato insieme fino a tardi una volta finite, una volta ripreso il normale orario.
Bhè, sicuramente era molto evidente ed assolutamente innegabile il fatto che tutte le volte che si ritrovavano nella stessa stanza, Connie riusciva a trasformare le fredde e piovose giornate di Mike in assolatissime giornate estive e questo non lo notò solo lui.
Questa sensazione era avvertita da tutti in ufficio, sembrava fosse per molti come una graditissima ventata d’aria fresca.
L’irritante vibrazione del suo cellulare, amplificata dalla poca superficie rimasta libera della scrivania, interruppe i suoi pensieri.
Lo prese sentendo un tuffo al cuore che svanì all'istante non appena lesse il nome scritto sul display, quindi rispose.
«Cutter.»
«Buonasera Mike, sono Lupo.» rispose il Detective Cyrus Lupo con voce stanca. «Lo Strangolatore ha colpito ancora, a Central Park questa volta, sulla nuova pista da jogging nei pressi del laghetto. Ci trova all’entrata Sud-Ovest, se volesse venire a dare un’occhiata alla scena.»
Mike chiuse gli occhi e sospirò frustrato. “Mio Dio.. Questa è la sesta vittima dall'inizio di Dicembre..” pensò mentre prendeva velocemente
 il suo cappotto dalla gruccia. «Okay, arrivo subito.»
 


Buon 2019 a tutti!
Lo so, è da un bel pezzo che non scrivo, ma sapete com'è.. lavoro, feste, ancora lavoro, ancora feste ed il tempo per scrivere è stato pari a zero, anzi, sotto zero..
Comunque, spero di farmi perdonare con questa lunga FF a tema natalizio (postdatatissimo xD) e spero di aver fatto un buon lavoro. =D
Con Affetto e un grosso abbraccio,
°YURHA°

  
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