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Autore: Ladyhawke83    03/01/2019    3 recensioni
Storia partecipante all’iniziativa del gruppo Facebook “il giardino di efp” - una challenge sotto l’albero-.
Prompt scelto: 5) A decide di confessare a B i suoi sentimenti la notte della Vigilia, ma poi lo vede baciare C…
Fandom: fantasy, D&D.
Personaggi: Wulos/Dorlas
Rating: arancione
Occhi di smeraldo
“Mia Signora perdonate, vi siete fatta male?” Chiese Dorlas andandole praticamente addosso, mentre svoltava l’angolo nel chiostro dell’Academia.
Quando la riconobbe, il mago ebbe l’istinto di mandarla a quel paese, per avergli fatto cadere tutti gli appunti appena riordinati dopo ore di studio in biblioteca.
“Wulos che diavolo ci fai qui?” Chiese il mezzelfo non curandosi di mascherare il fastidio.
Lei non rispose, ma lo sguardo che gli diede fu più che eloquente. Occhi rossi, gonfi di lacrime, naso sgocciolante e capelli in disordine. No, una tale trascuratezza non era da lei e Dorlas lo sapeva, doveva essere successo qualcosa di molto grave per farla piombare in Academia proprio la vigilia di Natale.
“Ma tu hai pianto? Stai male? È successo qualcosa?” Dorlas la scuoteva leggermente riempiendole la testa con quelle inutili e sciocche domande.
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante all’iniziativa del gruppo Facebook “il giardino di efp” - una challenge sotto l’albero-.

Prompt scelto: 5) A decide di confessare a B i suoi sentimenti la notte della Vigilia, ma poi lo vede baciare C…

Fandom: fantasy, D&D.

Personaggi: Wulos/Dorlas

Rating: arancione

 

 

 

 

Occhi di smeraldo

 

“Mia Signora perdonate, vi siete fatta male?” Chiese Dorlas andandole praticamente addosso, mentre svoltava l’angolo nel chiostro dell’Academia.

Quando la riconobbe, il mago ebbe l’istinto di mandarla a quel paese, per avergli fatto cadere tutti gli appunti appena riordinati dopo ore di studio in biblioteca.

“Wulos che diavolo ci fai qui?” Chiese il mezzelfo non curandosi di mascherare il fastidio.

Lei non rispose, ma lo sguardo che gli diede fu più che eloquente. Occhi rossi, gonfi di lacrime, naso sgocciolante e capelli in disordine. No, una tale trascuratezza non era da lei e Dorlas lo sapeva, doveva essere successo qualcosa di molto grave per farla piombare in Academia proprio la vigilia di Natale.

“Ma tu hai pianto? Stai male? È successo qualcosa?” Dorlas la scuoteva leggermente riempiendole la testa con quelle inutili e sciocche domande. 

Wulos non voleva pensare, non voleva parlare e, se avesse potuto, avrebbe anche smesso di respirare in quell’istante.

“Dorlas, lasciami...” Disse solo la maga puntando lo sguardo, colmo di lacrime non ancora versate, sulle mani curate e forti che le stringevano le spalle.

“Perdonami, è che mi hai fatto preoccupato...” Dorlas si allontanò di poco da lei, per osservarla meglio. Era pallida, sembrava dimagrita e aveva segni scuri sotto gli occhi, il cui color verde smeraldo sembrava spento.

“Dov’è Simenon?” Chiese lei ignorando i tentativi di lui di estorcerle qualche parola a riguardo.

“È con gli altri Gran Maghi ad un concilio. Non tornerà prima di domani”.

“Capisco...” La voce di Wulos si incrinò nuovamente lasciando spazio di nuovo ai singhiozzi e alle lacrime.

“Vieni con me, hai bisogno di sederti e di un posto tranquillo” 

Dorlas la condusse dolcemente, ma rapidamente, lontano dal cortile centrale e dagli occhi indiscreti degli ultimi studenti rimasti in accademia, in vista delle feste natalizie.

La neve morbida e candida scricchiolò sotto i loro piedi e dense nuvole di vapore uscirono dalle loro bocche, mentre percorrevano la breve distanza tra il chiostro e le stanze dove il mezzelfo aveva deciso di accompagnare Wulos.

“Eccoci qui. Non è certo sfarzosa ed elegante come i luoghi a cui sei abituata tu, ma è pur sempre un alloggio confortevole” sottolineò il mago dei legami, mentre porgeva una sedia alla sua distratta ospite.

“Sono i tuoi alloggi?” La domanda arrivò con un filo di voce, ma contornata da un certo sarcasmo.

“Sì” Rispose lui porgendole una coppa e del vino rosso rosato.

“Se non sono di tuo gradimento, Mia Signora, mi adopererò per chiedere ospitalità al Re in persona” La prese in giro lui, tentando di alleggerire la tensione e il portamento grave che alleggiava intorno alla maga dai fluenti capelli neri.

“Dorlas, ti prego, non sono in vena di scherzare...” rispose lei, trangugiando il contenuto della coppa argentata tutto d’un sorso.

“Vacci piano con il vino, altrimenti ti ubriacherai...” 

“E se anche fosse? Sei forse diventato la mia coscienza senza che io lo sapessi?” 

Si vedeva che lei cercava di punzecchiarlo, ma in realtà soffriva tremendamente ed aveva i pensieri altrove.

“Vuoi almeno dirmi cosa ti succede? Non è da te tutto ciò?” Sottolineò il mezzelfo.

“Perché cosa sarebbe da me? Dimmelo avanti...” il tono iroso di Wulos sorprese Dorlas, ma non lo dissuase dal tentativo di farla parlare.

“Inveire contro il prossimo, renderti il più possibile antipatica, avanzare richieste assurde...”

Wulos lo squadrò sollevando un sopracciglio con il calice fermo a mezz’aria.

“Questo è da te, non certo il piangere disperata, il presentarti dimessa, o il bere tutto questo vino!” Ammise Dorlas afferrando il calice dalle sue mani. Wulos trattenne la coppa semivuota e attirò a sé il mago per rubargli il più improbabile dei baci.

Le labbra di Dorlas si scontrarono con quelle di lei e a poco a poco cedettero a qualsiasi resistenza, solo quando il bacio si fece più intenso e lui sentì la lingua di lei sfiorargli i denti, allora ritrovò la lucidità e si ritrasse.

“Wulos cosa diavolo fai? Sei impazzita?”quasi gridò lui, pulendosi la bocca con una manica.

“Esagerato!” Era solo un bacio innocente!” Cercò di dissimulare Wulos.

“Adesso mi dici cosa diavolo hai combinato, subito!”. 

Dorlas sbattè la mano tremante sul tavolo, chiaramente scosso, ma ancor di più sconvolto per quel bacio assurdo.

Fuori la neve aveva ripreso a scendere copiosa e soave, rendendo tutto ancora più surreale.

“Francesco mi ha tradito”

Le parole di quella frase uscirono dalle labbra diWulos chiare, ma pesanti come macigni e taglienti come la lama di un assassino.

La mano della maga si strinse attorno alla coppa di vino.

“Volevo parlargli, volevo dirgli che lo amavo, che avrei fatto qualsiasi cosa per lui, anche aspettarlo, o seguirlo fino in capo al mondo” Wulos fece una paura e prese un lungo respiro “E invece dopo aver fatto l’amore con me e avermi giurato amore, con futili promesse, l’ho trovato in una tenda sudicia a sbaciucchiarsi sulla paglia con un’altra...” la maga sentiva gli occhi pizzicare. Le lacrime premevano per uscire di nuovo e srotolare giù dai suoi negli occhi smeraldini.

“Capisci? Io lo amavo e lui dopo aver condiviso il letto con me, si è trovato subito un nuovo passatempo. Mi ha tradito con una volgare ragazzetta”.

Per tutto il tempo Dorlas non disse una parola, limitandosi a fissarla, come se la vedesse per la prima volta.

“Ehi! Mago, mi stai ascoltando?” Chiese lei ad un tratto, facendolo sobbalzare.

“Si, Wulos. Credimi ti capisco. Mi dispiace...” la voce del mezzelfo sembrava distante, improvvisamente distaccata.

“Tutto qui quello che hai da dire? L’unico uomo di cui mi sono innamorata è uno stronzo e tu sai solo dire mi dispiace?”

La maga alzò di un’ottava di troppo il tono della voce, ma era chiaro che il suo bersaglio non era Dorlas, ma semmai se stessa.Era talmente adirata con se stessa, da non riuscire a perdonarsi di essere stata così cieca di fronte a tutti quei segnali.

Dorlas si avvicinò, occhi profondi la scrutarono e, per la prima volta Wulos, si sentì guardare fin dentro l’anima da quei suoi occhi celesti come il cielo d’inverno.

“Mi dispiace, Wulos...” 

La baciò senza neanche lasciarle il tempo di replicare, con una sicurezza ed una delicatezza tale che lei non poté far altro che abbandonarsi a quel contatto.

Si sentì sollevare leggermente da lui che con un braccio la avvicinò a sè, mentre con l’altra le sfiorava parte del viso e dei capelli.

“Non sono mai stata baciata così...” Ammise lei arrossendo, non appena lui le concesse di nuovo di respirare.

“Vuol dire che lui non ti amava abbastanza allora...” sottolineò Dorlas rubandole il contenuto del calice, facendo scendere nella gola il liquido corposo e dolce fin dentro le viscere, il mago ne sentiva il bisogno.

“Perché tu invece mi ami?” Domandò Wulos confusa e accaldata. Sentiva la testa vorticare e le tempie pulsare.

“Non ancora, ma potrei farlo, se lo volessi...” la mezzelfa rimase spiazzata da una così strana confessione. Ora non sapeva più se essere contenta di quel bacio così passionale, o vergognarsene a morte. Nel dubbio si toccò nervosamente la collana di pietre preziose che le aveva regalato Francesco come pegno d’amore, convinta che sfiorare quegli smeraldi rivestiti di bugie, le avrebbe dato la forza per capire, per andarsene, per non rendersi ancora più ridicola. Non di nuovo, e non davanti a quel mago qualunque.

“Non piangere Wulos, hai degli occhi così belli, occhi che meritano solo di splendere...”

Mentre Dorlas le parlava, carezzandole una guancia, lei non si era nemmeno accorta di aver ricominciato a piangere.

Quante lacrime posso cadere dagli occhi, si chiese lei e lui l’abbracciò piano.

Tutto quello che venne dopo fu così inaspettato, così intenso, ma anche così folle, che lei quel pomeriggio tra gemiti e carezze, tra verità e bugie, tra passione e rimpianto, tra coperte di lana e di neve, non lo avrebbe più dimenticato. 

Nonostante non l’amasse, Dorlas era stato in grado di darle qualcosa che sfiorava le corde del suo cuore ferito, lenendo il dolore come un balsamo, facendola sentire di nuovo viva, accendendo nei occhi e nei suoi sospiri a fior di labbra, nuova speranza, nuovo calore.

“Buon Natale Wulos”

“Buon Natale anche a te Dorlas”. Lei sfiorò il naso del mezzelfo con il proprio e sorrise.

“Sei gelato!”.

“Per questo ti ho stretta a me... sono o non sono il mago dei legami?” Le rispose baciandola nuovamente con trasporto.

Fuori la neve aveva smesso di cadere, lasciando lo spazio ad un tramonto anonimo, brumoso, e freddo che a Wulos sembrò, invece, il più bello degli ultimi anni.

 
   
 
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