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Autore: AlsoSprachVelociraptor    03/01/2019    0 recensioni
Lloyd Richmond, giovane film-maker dal fisico fragile, la mente contorta, il cappello della Planet Hollywood calato sui suoi cinici occhi azzurro ghiaccio e il fidato coltellaccio appeso alla cinta, è pronto a tutto per diventare il regista che ha sempre sognato di essere.
Anche essere mandato dalla BBC a Ronansay, un'isola sperduta a nord delle fredde coste della Scozia e bagnata del tremendo mare del Nord a indagare su un misterioso hotel che si dice essere infestato dai fantasmi.
All'albergo, tuttavia, Lloyd troverà segreti ben peggiori di uno spirito; scheletri nell'armadio, doppiogiochisti pericolosi, destini segnati nel sangue, porte chiuse a chiave, il mare del Nord affamato che chiederà sempre più sacrifici umani.
E sì, anche un fantasma.
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[Storia liberamente tratta alla serie tv "Two Thousand Acres of Sky" della BBC, anche se NON c'è bisogno di conoscere la serie per leggere la storia, dato che ne è solo ispirata. Anzi, se non la conoscete è molto meglio]
Genere: Comico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-Un hotel infestato dai fantasmi?-

Dennis sospirò pesantemente, mettendo a posto le scartoffie sulla sua nuova scrivania. Lucida, di mogano nero che aveva cerato fino a pochi istanti prima. Finalmente, finalmente aveva una scrivania! Quanti anni aveva passato a fare l'imbecille per strada, senza essere riconosciuto per i suoi sforzi?

Ora che Brian, il suo manager e un pezzo grosso alla BBC era andato in pensione, il suo nebuloso e non del tutto legale ruolo spettava a lui. La BBC avrebbe avuto grandi cambiamenti. Tra cui....

-Io non ci vado in culo alla Scozia per vedere dei fantasmi del cazzo!- gridò Lloyd, gli occhi fuori dalle orbite e il viso rosso di rabbia. Pestò i piedi per terra e si agitò, sbattendo le sue manacce sulla sua preziosa scrivania.

Dennis storse il naso. -Non sei grato per essere stato assunto alla BBC?- cercò di cambiare argomento.

Lloyd Richmond, nuova stella di Londra, un ragazzotto di ventitré anni basso e magrolino direttamente dall'East End e dal marcato accento cockney, trasandato e dai capelli neri spettinati sul viso infantile e pallidissimo. Nessuno si aspetterebbe quel mocciosetto ossuto dietro al genio dei più grandi cortometraggi del millennio, capaci di sconvolgere tutto il Regno Unito. Cortometraggi violenti e tremendi e pregni di sentimenti negativi ma attraenti, da cui non potevi staccare gli occhi anche se provocavano conati lungo l'esofago. Documentari crudi, seri e realisti, impegnati e comici, eppure tragici nella loro monotonia, che raccontavano dei sobborghi crudeli in cui Richmond era cresciuto.

Beh, era cresciuto poco, a vederlo. Sembrava ancora un ragazzino nodoso e pallido, troppo pallido e ossuto, quasi un... fantasma.

Dennis rise alla battuta che era fulminata nella sua mente, sotto a un'altra bestemmia del ragazzo davanti a lui.

Si schiarì la voce e cacciò le mani di Lloyd dalla sua nuova scrivania. -Farai un buon lavoro, Richmond.-

-Infilatelo su per il culo, il tuo buon lavoro- sibilò il ragazzotto, soffiandosi via dal viso i capelli. -Io non sono un cazzone che va a riprendere i fantasmini e i demonietti! Io sono un regista!-

-E fai un film allora! Ma sui fantasmi dell'albergo. Lo vuoi questo lavoro o no?-

Lloyd gridò dall'esasperazione.

Dennis gli sorrise, scartabellando ancora sulla sua nuova scrivania. Passò un foglio al ragazzo, che smise di fare i capricci definitivamente. Fissò il foglio con i suoi inquietanti occhi azzurro pallidi, per poi alzarli assieme alle sopracciglia sottili.

Oh, ora era convinto, eh?

-È un viaggio di quanti mesi tu vuoi, quanti te ne servono, pagati dalla BBC. Lo staff dell'hotel sarà a tua completa disposizione, per ogni tuo ordine.

-Ogni?- sussurrò lui.

Sapeva di Lucy, la ex assistente di Lloyd. Una giovane studentessa che aveva avuto la sfortuna di incontrare quella bestiaccia sotto forma di ragazzetto.

Avevano avuto una mezza relazione, ammesso e concesso che Lloyd avesse delle emozioni. Aveva finito per trattarla male come chiunque fosse nei paraggi di Lloyd, fino a buttarla giù dal balcone per noia. Non fu la prima, non fu l'ultima, e sicuramente non fu l'unica. Anche un paio di cameraman avevano subito la sua stessa sorte, dal set alla finestra al terzo piano del suo appartamento.

Un operatore una volta era rimasto sfregiato da una bruciatura di terzo grado causata da un gioco di Lloyd: voleva vedere fino a che punto la pelle umana reggeva il calore. Versandogli cera bollente sul viso, ovviamente.

Non era completamente centrato quel Lloyd Richmond, e usarlo ma da lontano per la BBC e per il nuovo lavoro di Dennis era il massimo. Un talento, una mente geniale nel corpo di un sociopatico rachitico.

Raramente lasciava la sua casa, il suo appartamento in cui viveva quasi come un hikikomori, un pazzo dal quoziente intellettivo incalcolabile.

La pazzia andava a braccetto con la genialità, no?

Forse non fino a quel punto.

Dennis sospirò di nuovo. La vita da ufficio non faceva per lui, ma ormai a quasi trentacinque anni non poteva più permettersi di correre dietro ai vip sul red carpet e farsi picchiare dai bodyguard come faceva quando ne aveva venti. Si ritrovava spesso a sospirare, ormai.

-Ogni- confermò Dennis. Sul volto scarno di Lloyd, finalmente, si dipinse un sorriso.

Sinistro, inquietante, ma pur sempre un sorriso.

Lloyd si calò il suo amato cappellino della Planet Holliwood di Cannes, un cimelio che si portava dietro fin da bambino, ed uscì dall'ufficio di Pennis trotterellando felice e quasi sbattendo contro l'enorme cugino di Pennis, Ken Touken, che tornava dallo stadio dove aveva lavorato fino a quel momento. Faceva il cronista delle partite di calcio, e ormai erano finite. Quando Lloyd era stato chiamato nell'ufficio dovevano ancora iniziare. Era stato dentro così tanto?

Touken era vicino alle macchinette a masticare una merendina con lo sguardo perso nel vuoto, come spesso aveva. Lloyd lo salutò con un sorrisino che di solito non aveva ma Ken era troppo perso nei suoi pensieri e, sinceramente, troppo stupido per accorgersene. Salutò col suo vocione basso e aprì la porta dell'ufficio da cui Lloyd era appena uscito, venendo accolto dalla voce acuta e fastidiosa dell'infuriato Dennis.

Erano affari suoi, non più di Lloyd.

   
 
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