Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Nymeria87    04/01/2019    4 recensioni
la mia prima Jonsa con tutto il cuore...
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[dal testo] scese da cavallo continuando a cercare tra la piccola folla che si stava radunando attorno a loro…
ancora niente…ma dove poteva essere, a chi poteva chiedere…
cautamente, senza smettere di studiare ogni singola persona, si girò ancora una volta, 
e li, sul parapetto che si stagliava di fronte a lei, infine lo vide!
[...]erano loro due, il centro del mondo erano loro due,
ad ogni passo Jon realizzava davvero chi aveva di fronte,
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riparto dalla 6x4 per ricostruire il loro percorso insieme, interpretando il non detto che traspare incontrollabile dall'alchimia del loro rapporto.
primissima fanfic, spero piaccia!
La ff si conclude con Winds of Winter, seguiranno altre 2 ff che andranno a percorrere gli eventi della settima e dell'ottava stagione.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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Lungo artiglio giaceva sul tavolo, con l’elsa rivolta verso l’alto, in attesa di essere brandita, per lasciare una volta per tutte le stanze destinate al Lord Comandante; Jon, smanioso e determinato, si apprestava a radunare l’occorrente per allontanarsi da quel luogo che sentiva oramai estraneo ma che per lui era stato Casa per tutto quel tempo.
Edd impugnò l’elsa opaleggiante dall’effige di Lupo, ne rimirò la perfezione della lama ed avvicinatosi a Jon, indaffarato dai preparativi per la partenza, con sguardo fisso sulla finestra diede voce a quelle domande a cui non avrebbe voluto risposta:“Dove andrai?”
Jon, voltatosi appena e rallentando i suoi gesti, come se si fosse reso conto solo in quel momento della presenza dell’amico, rispose: “ a Sud!”,
“e cosa farai?” chiese prontamente Edd mantenendo lo sguardo verso la luce esterna; Jon questa volta scorse la prosternazione del confratello e replicò accennando un sorriso triste: “starò al caldo”.
Lo sguardo di Edd era una lama: lo inchiodava a quel momento e in quello spazio.
Jon non si capacitava del fatto che nessuno, neanche Edd, si rendesse conto che ogni secondo che veniva trattenuto in quel castello era un’agonia; avrebbe voluto non essere del tutto guardato, avrebbe voluto essere già fuori dalle mura, in sella al cavallo in mezzo alla neve,
con Spettro al suo fianco e il Castello Nero alle spalle; voleva andarsene velocemente, non guardando in faccia nessuno, perché nessuno, nessuno di loro aveva bisogno di spiegazioni dopo tutto quello che era successo; tutti sapevano, e sapevano fin troppo: la sua guardia era giunta al termine nel momento in cui il suo cuore era stato trafitto da un pugnale ben affilato.
E nonostante tutto, nonostante Edd avesse visto il corpo dell’amico martoriato dalle ferite ed avvolto dal pallore della morte, nonostante avesse contemplato l’inganno e il tradimento dei suoi stessi confratelli, nonostante poi ancora incredulo, avesse scorto il fulgore dello sguardo di Jon redivivo che si specchiava negli occhi dei suoi aguzzini mentre questi si dimenavano convulsi penzolando dal cappio,
nonostante tutto, nonostante tutto questo, Edd, ancora, non voleva comprendere le ragioni che avrebbero condotto Jon verso un destino diverso dal suo.
Si avvicinò al tavolo dove Jon stava trafficando, cercò sostegno allo sconforto che gli gravava sulle spalle adagiando con troppa forza la spada sul bancone; Jon, nonostante stesse armeggiando con le fibbie della sua sacca, attendeva lo sfogo del confratello, ben consapevole che nulla gli avrebbe fatto cambiare idea, cosa che infondo sapeva anche Edd.
“Ero con te ad Aspra Dimora…”
Jon, vinto, smise di cercare di mantenersi occupato, la collera che lo divorava e che cercava di reprimere si stava mischiando con la delusione e lo sconforto, la necessità di andare contro se stesso per fare giustizia quale Lord Comandante l'aveva logorato dall’interno ed Edd era uno specchio da cui non poteva fuggire, così come non poteva fuggire da quello che c’era al di là della barriera, e che si faceva sempre più vicino.
Sconfitto abbandonò le braccia al corpo, gli occhi gli caddero al pavimento logoro quanto la sua anima, e attese di ascoltare i suoi stessi pensieri con il suono della voce di Edd.
“Abbiamo visto cosa c’è li fuori. Sappiamo cosa sta arrivando qui, come puoi lasciarci proprio ora?!”
Jon restituì lo sguardo intenso, come poteva non capire: “Ho fatto tutto quello che ho potuto, lo sai”
“Hai fatto un giuramento!” 
“Aye” replicò Jon deciso,“ho dedicato la mia vita ai Guardiani della Notte, HO DATO la mia vita!”
“Per tutte le notti a venire...” continuò Edd.
“Mi hanno ucciso Edd, i miei stessi confratelli!” urlò Jon, “ti aspetti che rimanga qui dopo questo?!”. 
 
Ed avvenne,
inaspettato come una folgore, il suono del corno di avvistamento arrestò qualunque replica,
qualunque sguardo, qualunque pensiero. Entrambi si mossero rapidi verso quel suono.
“Aprite i cancelli” gridò una voce…
 
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Neve.
Leggeri candidi fiocchi di neve ricoprivano ogni superficie; scendendo incuranti dalle nubi, danzavano sui volti dei Guardiani della Notte, tutti con gli sguardi volti verso i cancelli, che pesanti iniziavano ad aprirsi svelando le forme di 3 inaspettati visitatori.
Una donna cavaliere dallo sguardo fiero apriva la strada, seguita da una giovane, dai capelli di rame, tutta arruffata e infreddolita ma dagli occhi colmi di timorosa speranza, a chiudere il piccolo gruppo stava un ragazzo moro, dallo sguardo gentile ma pur sempre guardingo. L’insolita comitiva si fece strada nel cortile interno alle mura, seguito dagli sguardi interrogativi dei Guardiani e della Gente del Popolo Libero che si apprestavano ad avvicinarsi per osservare meglio.
Giunonica, con la spada ben salda a fianco, la donna cavaliere restituì ad ogni sguardo un vivo avvertimento: era lampante che ella fosse lo scudo umano della fanciulla, l’avrebbe difesa da ogni possibile aggressione, avrebbe dato la vita per lei. Guardandosi attorno studiava ogni singolo volto, ogni gesto, ogni sussurro. Tormund non aveva mai visto niente che potesse somigliare minimamente a quella amazzone bionda e impenetrabile, non potè fare altro che guardarla e guardarla e guardarla ancora, tanto era profondo il turbamento della sua anima.
Sansa voltava lo sguardo ad ogni cavalcata, continuava irrequieta a guardarsi attorno, senza dire una parola, ma la sua mente non le dava tregua. Dov’era Jon? e se Ramsey avesse mentito, se Jon non si trovasse più li al Castello, o peggio, se Jon fosse morto anche lui, cosa ne sarebbe stato di lei, cosa avrebbe fatto?
Occhi sconosciuti continuavano ad osservarla, ma dovunque posasse il suo sguardo, in nessun viso le parve di riconoscere Jon.
Scese da cavallo continuando a cercare tra la piccola folla che si stava radunando attorno a loro.
Ancora niente…ma dove pùò essere? a chi posso chiedere?
Cautamente, senza smettere di studiare ogni singola persona, si girò ancora una volta.
E lì, sul parapetto che si stagliava di fronte a lei, infine lo vide!
 
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Scottato.

Jon era rimasto scottato dalla visione di quegli occhi, di quel viso, di quei capelli che richiamavano un tempo lontano, dove guerre e violenza facevano ancora esclusivamente parte dei racconti attorno al fuoco, narrati appena prima di andare a dormire.
Sansa…
Come poteva essere davvero lei, davvero lì, in quel momento?
Tra tutti i suoi fratelli Sansa era la più improbabile a trovarsi in un luogo come il Castello Nero, un fiore dell’estate in mezzo a carbone e neve.
Non può essere davvero lei.
E nonostante la pelle diafana arrossata dal freddo ed i capelli in disordine a causa del lungo viaggio, il contegno e l’eleganza nel portamento erano così innati in lei che non era riuscita a celare il suo rango di lady.
Sansa…
Non poteva essere lei, eppure eccola di fronte a lui, con una luce di speranza negli occhi che avrebbe abbagliato anche un cieco.
Jon iniziò a scendere i pochi gradini della scalinata che lo separavano dalla nuda e fredda terra,
doveva guardare più da vicino poiché la mente non si capacitava delle immagini che gli occhi continuavano a mandarle.

- -

Respiro.
Guardarlo, sapere che esisteva ancora e che era a pochi passi da lei, le aveva ridonato il respiro; Sansa, finalmente, dopo anni, era tornata a respirare, e non solo… il cuore batteva, batteva ancora, batteva veloce, batteva di vita e di amore e di tutte le cose più belle e incredibili che potevano accadere, il cuore di Sansa batteva incontenibile e inarrestabile.
Jon.
Era davvero lui, ed era lì con lei: un volto caro, familiare; mai stato così bello, mai stato così Casa!
E poi il dubbio, la paura: l’avrebbe mai accolta dopo tutto quello che era successo?
Promessa a chi aveva decapitato loro padre, per poi andare in sposa ad un Lannister ed essere nuovamente svenduta ai Bolton, legittimandoli quali protettori del Nord.
Jon avrebbe mai capito?

- -

Erano loro due, il centro del mondo erano loro due!
Ad ogni passo Jon realizzava davvero chi aveva di fronte, gli tornavano alla mente tutte le notizie che aveva avuto sulle vicissitudine della sorella, faceva collegamenti, supposizioni,
e gli occhi disillusi di lei confermavano tutti i tormenti che aveva dovuto subire.
Sansa, non può essere davvero lei.
si fermò a pochi passi inerme, gli mancò il respiro.
Sansa…
E poi fù calore, un profumo di gelsomini notturni e limoni e il cuore che tornava a battere,
per la seconda volta in quello stesso giorno, ma di un battito diverso, non più meccanico, ma anzi con una volontà sua e in un frangente, avvolgendo sua sorella tra le braccia, cullandola come per farle sapere che nulla più le avrebbe fatto del male, comprese senza remore la vera ragione del suo risveglio dall’ombra.
 



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