SENTENZA

Gli occhi di Tom tremano e fendono l’oscurità della notte, mentre Cecilia apre la porta. Lui, confuso e quasi impaurito, prova ad afferrare lo stipite con la mano: le gambe gli cedono, e quasi all’improvviso sente il freddo del pavimento marmoreo dell’ingresso a contatto con il proprio volto. Poi, il vuoto.
 

Tom riapre gli occhi disteso su bianche lenzuola damascate, con la fronte rivolta verso un’ampia finestra. Fuori, le macerie di una casa crollata sono ricoperte di ceneri ardenti: l’ultima lingua di fuoco dell’incendio distruttore dev’essere appena scomparsa, inafferrabile. 
Non è solo il fuoco ad aver perso la propria vita, in quelle ore.
Dapprima quasi impercettibile, il cigolio della porta d’ingresso gli stride nelle orecchie come il latrato di un lupo che preannuncia la morte di una preda inerme.

“Riddle!”

La voce di Cecilia è gelida e inflessibile, sembra la lettura di una sentenza di morte, ma quando lei si avvicina Tom sente il suo profumo e si volta. Per lui, quel profumo è l’ultimo ricordo lucido, come un rovo profumato sul ciglio dell’abisso; e, per risalire, Tom deve sporcarsi le mani di sangue.
Cecilia indica la costruzione devastata distendendo il braccio destro; con la mano sinistra, invece, accarezza lentamente la guancia di colui che era stato il suo fidanzato, prima di Merope. I suoi occhi sono vivi, fiammeggianti, sono roghi alimentati dalla passione e dalla vendetta.

“Riddle, io ti amo ancora.”

Il volto di Tom si rilassa per un istante, prima che lei riprenda a parlare:
“Lei è fuggita, morente, ma so che dentro di te è ancora viva, e vicina. Ti logora dall’interno, dilaniandoti le carni e la mente, e nonostante i suoi venefici filtri ti abbiano abbandonato il suo spirito maligno non lo farà. Per avermi, devi ucciderla.”

Lui la ama, l’ha sempre amata, e per lei si lascerebbe incenerire come le rovine dell’abitazione di Merope; ma dall’interno, qualcosa continua a fargli sentire l’abbraccio della strega, le sue parole d’amore. 
Qualcosa che lo disgusta nel profondo.
 

È di notte che ciascuno affronta i propri demoni, e Tom suda, agitato nel sonno, trovandosi di fronte Merope e Cecilia davanti a una voragine. Ma è lui, che rischia di cadere.
Merope è languida, ma ne suoi occhi si legge il terrore della fine; Cecilia, invece, sogghigna fiera, porgendogli un tizzone ardente.

 “Ora!”

Tom si avvicina a una Merope pietrificata fino a sfiorarla, ma senza toccarla, senza contaminarsi nuovamente con il suo marciume. Poi, di getto, le dà fuoco: Merope si scioglie come una maschera di cera, mentre lo sguardo di Tom si abbevera delle fiamme divampanti.

Cecilia lo sguarda e sussurra, tentatrice:
“Ti ho sempre amato, Tom”.



Note:
Questa storia nasce da un pacchetto di S.Elric_, che ringrazio per l'ispirazione:
16) Coppia: Cecilia/Tom Riddle Sr./Merope Gaunt. 
Indicazione: Tom torna da Cecilia con la coda tra le gambe. Stordito, in ginocchio di fronte l’ex amata. Ma Cecilia è una donna crudele, vendicativa. E perdonerà Tom ad una sola condizione: la morte della donna che lo ha sottratto a lei. 
[Note: due precisazioni, il tempo: fate attenzione, Tom torna da Cecilia prima che Merope muoia; la morte di Merope: ci sono molti modi per uccidere, e non tutti prevedono un’arma fisica].  
Purtroppo, questa storia non gli ha reso giustizia a sufficienza, e me ne dispiace.