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Autore: missgenius    04/01/2019    2 recensioni
"I alone know, as I think I do know, your love besides Thor, and that was the wicked Loki".
Post Ragnarok.
Asgard è distrutta, tutto è cambiato e nessuno sa dove si trovi Sif. Solo una persona sa, e il desiderio e la paura di ritrovarla si scontrano prepotenti. Loki potrà riuscire a convincerè la sua amata che per una volta nella vita è sincero? Ciò che lo attende potrebbe cambiare drasticamente il corso degli eventi.
*Sifki*
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif, Thor
Note: Movieverse, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Loki fu il primo a soccorrerla.
"Sif? Sif? Riesci a sentirmi?"
Si inginocchiò accanto a lei, dandole dei colpi leggeri sul viso.
"Per gli dèi, scotta! Ha la febbre alta!"
In quel momento uscì dalla porta Milhka attirata dal frastuono di prima.
"Oh no, mia signora!"
Thor la fermò per una spalla. "Tu sai che cos'ha, non è vero?"
La ragazza annuì spaventata. "Sì, non ha preso le sue medicine. Sono di sopra in camera da letto."
Loki la prese in braccio e seguì la giovane gnoma. "Che genere di medicine, che cosa ha?"
Salirono le scale fino alla piccola camera da letto.
"Ehi, mi hai sentito?! Sei forse sorda per caso? Ti ho chiesto che cosa ha Sif!"
Milhka indietreggiò impaurita. Thor si avvicinò e lo prese per le spalle.
"Loki, fratello, calmati, fare così non risolverà le cose. Lasciamo che la ragazza ci aiuti e poi vedremo di scoprire quello che è successo."
Loki prese un respiro profondo cercando di calmarsi. La gnoma si avvicinò alla toeletta prendendo una fiala e un bicchiere d'acqua. Versò qualche goccia della pozione nel bicchiere e gliela portò alle labbra.
"Che cos'è?" ringhiò Loki.
"È l'unico rimedio che funzioni su di lei per abbassare la febbre."
Loki sbuffò e si sedette sulla sponda del letto. Fece in modo che le sue mani si raffreddassero abbastanza quanto la sua natura da gigante di ghiaccio gli permettesse per non farle del male e gliele mise sulla fronte e sulla nuca.
"Che stai facendo?" Thor si avvicinò al capezzale.
"Con il freddo le si abbassa la temperatura. Posso provare a fare un incantesimo curativo, ma sarà sempre un palliativo finché non si scopre che cosa ha."
Entrambi si girarono verso Milhka.
"Io...non lo so. Nemmeno i nostri guaritori sono riusciti a capirlo. So solo che ha iniziato a stare male un paio di settimane dopo che è venuta. Il giorno in cui ha mandato quei manigoldi su per il raggio arcobaleno ha avuto il primo attacco. Ha iniziato a rimettere da quel giorno. E svenire. La febbre alta non la abbandona. Con questo rimedio riesce ad abbassarsi ma i suoi effetti sono molto limitati."
"Grazie per le cure che le avete prestato, ve ne siamo grati." Thor fece un sorriso per tranquillizzare la ragazza.
Lei fece una piccola riverenza e corse via fuori dalla stanza.
Loki iniziò a disegnare delle piccole rune luminose sulla sua fronte.
"Cosa pensi che possa essere?"
Lanciò un'occhiata al fratello. Thor non l'aveva mai visto così preoccupato. "Non ne ho idea...se avessimo la camera della guarigione...."
"Ma non l'abbiamo e lei sta male, devo fare qualcosa Thor. Vado a chiamare i nostri guaritori dalla navicella. La visiteranno loro."
Uscì dalla stanza a grandi falcate senza aspettare risposta.

Thor rimase a vegliare sulla fanciulla guerriera finché non vide svolazzare i suoi occhi e aprirsi lentamente. Si avvicinò a lei. "Sif, stai bene? Come ti senti?"
"Come se avessi combattuto contro un intero esercito da sola."
Si guardò intorno nella stanza.
"Dov'è Loki?"
"È andato a chiamare i nostri guaritori. Nel mentre ti ha fatto un incantesimo per abbassare la febbre."
Sif iniziò a guardare il soffitto, mentre gli occhi le si riempirono pericolosamente di lacrime.
"Sif, che cosa c'è? Non c'è nulla per cui non si possa trovare una cura."
"Cosa vi ha detto Milhka?"
"Solo che hai iniziato ad avere questa febbre dopo un paio di settimane che sei arrivata. Nulla più."
Sif fece un sorriso tirato. "È proprio una ragazza fedele."
Thor si sedette sulla sponda del letto e gli prese una mano.
"Sif..."
"Sono incinta."
Un silenzio stordito accolse la sua affermazione. Un silenzio che durò qualche minuto.
"Ti prego Thor, dì qualcosa."
"Loki...Loki è il padre?"
"Sì."
Il sorriso che sbocciò sul suo viso rese la situazione paradossale.
"Ma è fantastico!! Devi subito dirlo a Loki, lui sarà..."
"No!" La sua espressione feroce lo fece indietreggiare.
"Cosa..Perché?"
Sif si mise a sedere sulle sponde del letto. "No. Loki non lo dovrà mai sapere. È stato un errore. Un dannatissimo errore."
"Sif, ma cosa stai dicendo? Tu...Non lo ami? Voi vi amavate."
"No!...cioè... Sì, ma è stato una vita fa. Eravamo ragazzi, e poi tutto è andato a rotoli. È finito tutto. Per colpa sua. E adesso... quello che è successo quella notte...è stata opera di qualche sua magia, ne sono certa. Per potersene vantare scommetto. E se sapesse di questo bambino... Odino solo sa se non lo trasformerebbe in un'arma per le sue brame, qualunque esse siano...non glielo permetterò. Non toccherà mio figlio. Mai. Non lo deve sapere. Thor giurami su tua madre che non glielo dirai."
"Ma..."
"Giuramelo!" Sif aveva le lacrime agli occhi. Thor la guardò per alcuni secondi prima di abbassare lo sguardo.
"Lo giuro su mia madre."
Sif espirò. "Grazie."
"Sif, però devi ascoltarmi. So tutte le colpe di cui si è macchiato mio fratello. Ma adesso è cambiato. Era sotto il controllo dello scettro quando ha compiuto quei crimini su Midgard. È finita adesso e lui ti ama Sif, ti ama più di quanto abbia mai amato nessun altro. Non ha mai smesso di amarti, dalla prima volta in cui ti ha vista."
Sif scosse la testa.
"Ti ricordi? Avevamo 8 anni. Tu ti sei arrampicata su un albero per raccogliere ciliegie per tutti. Loki adorava le ciliegie. Mi ha detto che non avrebbe mai più incontrato una come te. Si è inginocchiato e ti ha chiesto di sposarlo. L'aveva visto fare in una rappresentazione teatrale qualche giorno prima. Nostra madre non riusciva a smettere di ridere."
Un piccolo sorriso si formò sulle sue labbra al ricordo.
"Gli risposi che prima avrei dovuto chiedere a mia madre."
"E poi gli chiedesti se era veramente un principe. La cosa ti diede fastidio perché tu volevi essere una guerriera, non una principessa."
Sif rise. Poi ritornò seria. "E ora sto per diventare madre. Io, sto per diventare madre." Si mise una mano in fronte e chiuse gli occhi.
Thor le si avvicinò prendendole le mani e notando con sollievo che non erano più calde come prima.
"Loki non è malvagio come hai iniziato a pensare. Il ragazzo che amavi è ancora lì. Non è così meschino. Farebbe qualsiasi cosa per te." Le sfiorò la pancia appena pronunciata sotto la tunica. "Farebbe qualsiasi cosa per voi."
"Non posso fidarmi di lui. Non posso affidargli il mio cuore per vederlo di nuovo andare in frantumi."
"Dagli una possibilità."
"Non posso."


Sif rimase da sola nella stanza. I guaritori l'avevano visitata. Avevano subito scoperto il suo segreto e anche in quel caso li aveva fatti giurare di non dire assolutamente niente. Nemmeno loro erano riusciti a capire il perché della febbre. Senza le loro tecnologie curative non potevano scoprire molto. Le dissero solo che per adesso l'unica cosa da fare era ripetere l' incantesimo curativo del principe Loki ogni volta che fosse finito l'effetto. Si distese sopra le lenzuola. In effetti non si sentiva così bene da quando era iniziato questo calvario. Si posò le mani sull'addome e ripensò ancora una volta alla piccola creaturina che stava crescendo dentro di lei.

Quando l'anziana guaritrice le aveva dato la sconvolgente notizia la sua prima reazione era stata la negazione.
No. Non poteva essere vero.
Non poteva essere successo davvero.
No. No. No.
Perché? Come??
No. No. No.
Tutta colpa sua. Tutta colpa sua.
No.
Lei era la dea della guerra!
Non poteva essere una madre. Non la madre del figlio di Loki.
Odino, padretutto, fammi svegliare da questo incubo.
Non è possibile.
Il figlio di Loki.
Non sarebbe potuta tornare ad Asgard. Se si fosse saputo avrebbe perso tutto. Tutto quello che aveva costruito con fatica e sudore e sangue. Già era difficile farsi accettare come donna guerriera. Figurarsi una donna incinta guerriera. C'era un'unica soluzione.
Poteva risolvere tutto. Non era un problema raro fra le cortigiane della Taverna. Sicuramente le guaritrici avevano qualche rimedio per risolvere il problema. Ed eliminare il fastidioso inquilino della sua pancia. Un inquilino non voluto. Indesiderato.
Che si era insediato grazie all'inganno.
Un piccolo esserino che...non aveva nessuna colpa.
Che non aveva deciso di esistere.
Che era figlio dell'unico uomo che avesse mai amato nella sua vita.
Che era anche parte di lei.
Il suo bambino. Suo figlio.
Lei aveva ucciso tante vite. Tante, troppe. Ma sempre per una buona causa. Non era un'assassina di innocenti. Non avrebbe potuto convivere con i sensi di colpa di aver ucciso una vita innocente. La vita di suo figlio. Il suo bambino.

Aveva pianto. Per tre lunghi giorni. Pensando al passato, al presente, al futuro. Quello che era stato, quella che stava succedendo, quello che sarebbe successo. E in preda all'angoscia, alla paura e a un altro sentimento che gli riscaldava il cuore ma di cui si spaventava a dargli un nome prese la decisione. Lo avrebbe tenuto.
Doveva solo aspettare fino a che il bambino non fosse nato, lì su quel regno. Poi sarebbe tornata a casa e avrebbe cresciuto suo figlio nel segreto. Nessuno avrebbe saputo delle sue origini.
Nessuno.
  
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