Anime & Manga > Lupin III
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Autore: ghostmaker    04/01/2019    2 recensioni
Lupin ama tutto della vita da ladro, non solo creare e portare a termine dei furti spettacolari, ma anche quelle giornate di riposo in cui riesce a divertirsi con i suoi amici di sempre. Quasi tutti gli amici perché c’è una persona che incontra spesso, ma che non vive accanto a lui; una persona speciale alla quale Lupin è legato, ma che tiene lontana per la paura di perderla. Nei loro incontri c’è sempre tensione mista ad ammirazione ed è chiaro che sentimentalmente sono legati nonostante tutto. Lupin ha sempre pensato che fosse giusto mantenere il distacco ma lei, il giorno prima, gli ha fatto una domanda precisa cui dovrà rispondere. «Cosa sono io per te?»
[Storia partecipante al contest “Una tazza di emozioni” indetto da Freeshane sul forum di EFP]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Fujiko Mine, Lupin III, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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NUOVO INIZIO!?





L’ennesima fuga di Lupin è terminata in una caffetteria e, nonostante Zenigata continui a inseguirlo, ha deciso di non camuffarsi utilizzando una qualsiasi delle sue maschere perfette, ma se ne sta seduto comodamente a un tavolo posto proprio davanti alla vetrina principale del “Café Paris”. Sorseggia con estrema tranquillità un caffè mentre con la mano libera sfoglia le pagine di un giornale, ma, allo stesso tempo, i suoi occhi sono vigili. Lupin è tranquillo perché attende qualcuno che conosce piuttosto bene e non si sta preoccupando minimamente della presenza di sconosciuti che possano intralciare i suoi piani, infatti, lui non è entrato per caso in questa caffetteria. Un anziano signore, tremante e zoppicante, si side proprio davanti a Lupin che, sorridendo, chiede: «Jigen, perché ti sei travestito in questo modo?»
«Io mi domando perché tu non lo abbia fatto! Zazà è ancora nel quartiere e gli basterà guardare attraverso il vetro per scovarti».
«Oggi non m’interessa passare inosservato; come ti ho detto, ho un appuntamento galante e voglio che lei mi veda così come sono».
Jigen, dimenticando dove si trova, si accende una sigaretta e la cameriera, notato il fumo, lo informa in modo perentorio: «Signore, qui è vietato fumare!»
«È più facile che mi scoprano per colpa tua!» dice sarcasticamente Lupin.
«Lascia stare e rispondimi: perché mi hai fatto venire fino a qui per il tuo appuntamento? Lo sai che non mi fido di lei, soprattutto quando tu, come ora, sei così coinvolto».
«Oggi ho bisogno di tutti e tu Jigen mi sei sempre utile. L’appuntamento durerà pochi minuti e sarò costretto a fuggire più velocemente possibile».
«In pratica ti dovrò fare da autista per una fuga d’amore» dice Jigen sospirando. «Come mi hai chiesto ho posteggiato l’auto davanti all’uscita secondaria, ma vedrai che poi ti pentirai ancora una volta per averle dato fiducia» aggiunge prima di alzarsi dalla sedia per uscire dalla porta principale del Café Paris.

Lupin, uscito l’amico, chiama la cameriera. «Posso avere dell’altro caffè?»
La ragazza, pochi minuti dopo, appoggia la tazzina sul tavolo e, visibilmente eccitata, si ferma a guardare Lupin.
«Sì, sono proprio io».
«Lei è il famoso ladro Lupin III; io sono una sua ammiratrice! Per me è un onore servirla e le confesso che un poco mi tremano le gambe».
Lupin osserva il cartellino che indica il nome della ragazza.
«Cara Margot, ti ringrazio per quest’attenzione particolare, ma puoi stare tranquilla perché non sono qui per fare qualche furto» dice Lupin mentre le autografa per lei il tovagliolo.
«È per te ma in cambio posso chiederti un favore?» domanda Lupin consegnandole il tovagliolo.
«Tutto ciò che vuole».
«Esattamente tra un minuto entrerà un uomo vestito in modo particolare e, se sei una mia ammiratrice, lo riconoscerai di sicuro appena lo vedi. Ecco, vorrei che facessi una cosa per me».
La cameriera si abbassa, Lupin le dice qualcosa all’orecchio e la ragazza, sorridendo divertita, muove la testa in segno di assenso.

Come aveva previsto Lupin, entra nel locale l’uomo vestito in modo particolare che, in realtà, è uno dei suoi compari. La cameriera, appena vede Goemon, gli salta addosso abbracciandolo.
«Signore, posso servirla? Sono brava nel mio lavoro!»
Goemon inizia a diventare rosso dalla vergogna mentre la ragazza, dopo avergli dato un bacio sulla guancia, passa davanti a Lupin ridacchiando divertita.
«Ehi Goemon, vieni!» sono le parole di Lupin, bofonchiate e intervallate dalla risata che non riesce a trattenere.
«Sei stato tu! Ti dovrei tagliare in due per questo scherzo!»
«Scusa amico mio, avevo bisogno di stemperare la mia tensione con qualcosa di divertente e tu eri la cavia perfetta per quest’occasione».
Lupin smette di ridere. «Jigen è posizionato fuori dall’uscita secondaria, pronto a mettere in moto la macchina per la fuga, mentre tu dovresti eliminare qualsiasi problema possa intralciare la nostra partenza».
«So che la polizia ti sta inseguendo perché ho visto personalmente Zenigata non troppo lontano da questo locale, e sono sorpreso che tu lo stai aspettando».
«Proprio così Goemon; desidero che anche lui sia testimone di quest’avvenimento. Dopotutto è quasi di famiglia» dice Lupin accennando un sorriso.
«Io fatico a comprendere le tue azioni, penso che tu stia per essere fregato ancora una volta da quella donna».
«Questa volta è diverso; sono io ad averle fissato un appuntamento al Café Paris perché devo assolutamente darle una risposta».
Goemon si accorge della presenza di un'altra persona conosciuta e chiede: «Perché c’è pure lei qui?».
«Serve sempre una ragazzina intraprendente che sappia usare la tecnologia».
«Fai come vuoi» dice Goemon mentre esce dal locale.

La persona che il samurai ha notato in precedenza si siede a un tavolo posto vicino a quello di Lupin, in modo da mettersi con le spalle quasi appoggiate all’uomo. Indossa un cappellino di una squadra di calcio di Parigi e la visiera è abbassata in modo che gli occhi siano ben coperti.
«Io non so perché sto facendo questo per te, Lupin» sussurra la ragazzina.
«Sai cosa disse il famoso Machiavelli? Non c’è nulla di più difficile da realizzare, né di più incerto esito né più pericoloso da gestire, che iniziare un nuovo ordine di cose; e oggi io, forse per la prima volta nella mia vita, ho paura del passo che sto per compiere per questo nuovo inizio. Oggi non ci saranno trucchi, non potrò uscire da questa situazione cercando delle scappatoie così, per sentirmi meno solo, desidero avere accanto i miei più cari amici. E tu sei una di loro, mia cara Amy».
«Si dice Ami! Imparerai mai a dire il mio nome?»
«Mi piace chiamarti Amy perché, stuzzicandoti, sei anche più carina».
La ragazza, imbarazzata dalle parole di Lupin, sospira, poi, ridacchiando, dice: «Lo sai che siamo quasi tutti contrari a questa tua nuova idea eppure ti affidi a noi senza pensarci un attimo».
«Un uomo, in ogni occasione importante, può fidarsi soltanto dei veri amici e, per paradosso, anche dei proprio veri nemici come il “paparino” che, pur antagonista, non ha mai smesso di rispettarmi».

Una donna entra nel Café Paris; il suo profumo inebriante, lo Chanel n° 5, attira gli sguardi di ogni uomo seduto ai tavoli della caffetteria, anche quelli già in compagnia di altre donne. Fujiko Mine indossa un completo di color azzurro cielo, tanto corto da mostrare le sue lunghe gambe lisce e vellutate, si toglie lentamente il largo cappello mostrando i suoi fluenti capelli castani e infine osserva l’intera sala sorridendo conscia che ogni suo movimento ha attratto maggiormente l’attenzione di tutti i presenti. Lo sguardo della donna non è sereno, anzi, appena adocchiato Lupin, diviene quasi minaccioso, ma allo stesso tempo ansioso e angosciato. Fujiko si siede davanti a Lupin e lui, come suo solito, non riesce a mascherare l’attenzione morbosa che provava per il seno prosperoso della donna. Lei, però, non è qui per giocare come fanno spesso nei loro incontri; spalanca i suoi bellissimi occhi di color nocciola e, senza sorridere, pronuncia soltanto il nome della persona che ha davanti. «Lupin».
«Cherì».
Una parola a testa e poi attimi di silenzio che sembrano un’eternità. Fujiko attende che sia lui a prendere l’iniziativa.
Lupin scrolla le spalle e chiede: «Vuoi che risponda alla tua domanda dell’altro giorno, vero?»
«Sì, fallo, Lupin».
Lupin rimane di nuovo in silenzio, sposta il suo sguardo verso la vetrina per vedere cosa succede fuori dal locale mentre Fujiko attende senza mostrare impazienza. Lui sorride quando vede sopraggiungere, dall’altro capo della strada, la persona che stava aspettando, quell’ispettore che è diventato una presenza fissa nella sua vita, quella persona che, mentre corre verso il Café Paris, urla: «Lupin! Sei in arresto!»

Zenigata piomba nel locale come una furia, agita in aria le sue manette e poi le lancia con precisione sui polsi di Lupin, senza sapere che la sua entrata è anche il segnale che Ami stava attendendo.
«Hello, Underworld! Protocollo LuMi».
Improvvisamente tutte le serrande del locale si abbassano e le porte si chiudono; l’illuminazione, prodotta dai grandi lampadari della caffetteria, si abbassa creando una luce soffusa mentre le candele, disposte sul tavolo di Lupin e Fujiko, si accendono illuminando i loro visi. Lupin prende una rosa dalla giacca e la dona a Fujiko dicendo: «Cherì ti amo».
«Lo so».
«Sei la donna più radiosa del mondo».
«So anche questo, ma cosa sono io per te? La tua amante? La tua rivale? Un ostacolo? Un porto in una tempesta? »
«Ci ho pensato molto, davvero tanto, e la risposta migliore è che tu sei l’unica donna che voglio avere sempre vicino, in qualunque posto e in qualsiasi momento, per il resto della mia vita».
Lupin, che si era già liberato delle manette, estrae un cofanetto dalla tasca, lo apre davanti agli occhi di Fujiko che può ammirare un anello di diamanti che, con la luce delle candele, brilla in tutta la sala come la luce del mattino.
«Fujiko Mine… mi vuoi sposare?»
Gli occhi di Fujiko brillano di luce propria; lei avrebbe potuto rubare anelli di maggior costo ma in quel momento, quell’oggetto, le sembra l’unica cosa di valore che abbia mai visto in tutta la sua vita di ladra. Fujiko sporge in avanti il viso e Lupin, mentre le tiene la mano, la bacia mentre di tutti gli avventori del locale, entusiasti, applaudono. Anche Zenigata è rimasto a guardare tutta la scena, le sue lacrime stanno inondando il pavimento del locale e, cercando di asciugarsi gli occhi con il lembo della giacca, dice singhiozzando: «Sei in arresto… Lupin!»
«Paparino!»
«Smettila di chiamarmi in questo modo, tanto non m’incastri con questa scenetta romantica» risponde Zenigata continuando a piangere dall’emozione.
«Aspetta un attimo; devo concludere questo grande affare» dice Lupin mettendo l’anello al dito di Fujiko.
Lui e lei si guardarono intensamente negli occhi. Lupin afferra la mano di Fujiko, insieme corrono verso l’uscita secondaria inseguiti da Zenigata mentre Ami, alzatasi dalla sedia, è avvicinata dalla cameriera che esclama: «Che uomo favoloso! Che cosa darei per averlo sempre vicino a me».
«Hai ragione» dice Ami togliendo il cappellino. «Io vorrei essere vicina a lui, ma se sono troppo vicina, mi sento irrequieta; desidero che sia mio, ma se fosse tutto per me, sarei solo delusa, bramo di sapere tutto di lui, ma sogno che mi sorprenda ancora una volta. Secondo te come si chiama qualcuno così?»
«Eroe» risponde la cameriera sorridendo.

Lupin e Fujiko hanno raggiunto l’uscita secondaria dove, senza troppa fatica, Goemon si era già sbarazzato di alcuni poliziotti che bloccavano la strada per la fuga della macchina. Zenigata, seguendo i due fuggitivi, raggiunge l’uscita ed è pronto a lanciare delle nuove manette ma deve fermarsi perché davanti a lui si para Goemon.
Il samurai non perde tempo; con movimenti fluidi e precisi distrugge il nuovo set di manette e, nello stesso istante, taglia in pezzettini l’impermeabile di Zenigata che, in un batter d’occhio, si ritrova in mutande. Goemon entra nell’auto saltando attraverso il tettuccio aperto della macchina e Jigen, atteso il momento giusto, accelera imboccando la strada per uscire dal vicolo.
«Lupin… ti prenderò!» è l’urlo di Zenigata mentre sull’auto Goemon chiude gli occhi dicendo: «Ancora una volta ho tagliato qualcosa d’inutile».
Jigen, rivolge lo sguardo verso Goemon; il samurai inizia a ridere da solo ed è così divertito da contagiare tutti gli altri che partecipano alla sua risata.
«Lui non cambierà mai!» dice Fujiko guardando Lupin negli occhi.
«È un nuovo inizio» risponde Lupin prima di baciare nuovamente Fujiko.










N.d.A.
- Questo racconto può essere considerato un finale alternativo all’ultima puntata della quinta serie di Lupin III; sicuramente meno spettacolare ma più romantico sia per il luogo sia per ciò che lui chiede a Fujiko. Ogni personaggio conosciuto della serie svolge la sua parte per aiutare Lupin a intraprendere una nuova avventura. Forse, però, il bello della relazione tra Lupin III e Fujiko Mine è proprio quello di non “prendersi” in modo definitivo, ma di “inseguirsi” continuamente rendendo sempre vivo il loro rapporto. Anche Ami, parlando con la cameriera, esprime in poche frasi ciò che rende unico e inimitabile Lupin ed io, per scelta personale, ho lasciato che Fujiko non rispondesse in modo inequivocabile alla proposta di matrimonio con il classico “sì lo voglio” e che Lupin, nel finale, chiedesse alla donna se ciò che stavano per fare era “un nuovo inizio” senza permetterle di rispondere baciandola.
- In alcuni dialoghi ci sono le parole esatte utilizzate nella puntata finale della quinta serie di Lupin III.
- Nella stesura del testo ho incontrato un problema su come sia giusto scrivere “?!” o “!?” trovando informazioni diverse che non si escludono, così ho scelto la forma “!?” che è quella che preferisco.
- Ringrazio Nuel che mi ha dato l’opportunità di sistemare, a livello grammaticale, questa storia.

  
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