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Autore: everythingidoiscool    04/01/2019    0 recensioni
North york, è questo il quartiere in cui sono nata e cresciuta, è questo il quartiere dove ho perso i miei genitori, è
questo il quartiere dove ho conosciuto LUI.
Questo quartiere è tutto ciò che mi rimane ma allo stesso tempo è tutto ciò che mi distrugge, in ogni pezzo di questa strada ci
sono frammenti di me. Ginocchia sbucciate, risate, lacrime, urla, la mia prima sigaretta, il mio primo bacio, la mia prima
sbornia, cazzo.
Annebbiata dai ricordi e dalla musica che proveniva dalle mie cuffiette mi fermai a prender fiato accovacciata sulle mie
gambe, niente era passato, non sarebbe mai passato.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 Settembre 00:48 California.


Ho capito, ho capito cosa significa essere abbandonati è esattamente così che ci si sente, il vuoto dentro, il buio pesto,
la consapevolezza che nessuno verrà a salvarti, o almeno questo è quello che voglio credere io perchè nessuno può salvarmi
io lo so nessuno può farlo sennò lui. Sono tre anni che non lo vedo, tre anni che non ho sue notizie, tre anni che non ridiamo
insieme, tre anni che non combiano una delle nostre insieme, tre anni che lui è andato così da un momento all'altro senza
dirmi niente senza spiegazioni, sono tre anni che io lo aspetto e mi chiedo ancora perchè l'abbia fatto. Sono arrabbiata,
sono distrutta, sapeva che era la mia ancora la mia salvezza, siamo cresciuti praticamente insieme lo sapeva che non era 
solo il mio migliore amico, sapeva che era il mio tutto lo odio lo odio per questo, per quello che mi ha fatto lo odio ma
mi manca, mi manca da morire.



Misi un punto al mio sfogo, alla mia tortura, la mia ossesione di ogni sera, quella da quando lui era andato via. Chiusi 
il diario, aprii il casetto di fianco al letto e lo riposai al suo posto. Mi alzai dal letto e mi avvicinai alla finestra 
aprendola mi sedetti sul suo davanzale e accesi una sigaretta. Inalai abbastanza fumo per sentire ardermi dentro, quella era 
l'unica emozione che riuscivo a provare da tre anni, era l'unica sensazione che il mio corpo avvertiva, del resto mi sentivo 
morta da tre anni. Fuori tutto taceva, riuscivo a sentire il mio respiro, sentivo l'aria fresca accarezzarmi il viso di 
quella notte. C'erano tante stelle e una luna bellissima che  mi soffermai a guardarla.

"So che lo stai facendo anche tu" dissi con voce roca.




3 Settembre  01:12 Colombia.



Feci l'ultimo tiro dalla mia sigaretta, e la buttai a terra calpestandola sotto i miei piedi. Ero da troppo tempo seduto su 
quella panchina a osservare la luna, forse da ore. Decisi di alzarmi e di entrare in macchina. Presi il telefono dalla tasca
del mio giubbino di pelle, aprii la rubrica del telefono e selezionai il numero che dovevo chiamare. Feci un sospiro prima 
di farlo, sapevo a cosa andavo in contro ma quella sera decisi che niente e nessuno poteva più ostacolarmi da ciò che era mio, 
mi sarei ripreso tutto, fino all'ultimo. Cliccai sul numero e mi portai il telefono all'orecchio. Squillava.

"Hey amico" dissero dall'altra parte del telefono.
"Hey Ty, ricordi sempre che mi devi un favore?" dissi ridacchiando senza troppi giri di parole.
"Beh sai mi aspettavo più un tutto ok? Da quanto tempo che non ci si vede oppure ti va di venire a fare un giro? Ma beh si
me lo ricordo" disse ridendo.
"Dai ho bisogno soltanto di questo e poi sarò fuori dalla tua vita per sempre" dissi riprendendo un tono serio.
"Cosa intendi Bieber? Dimmi che non ne hai combinata un'altra delle tue" riuscivo a immaginare la sua faccia in preda alla 
disperazione.
"Tranquillo" dissi ridendo "Dimmi dove sei e ti spiegherò tutto."


3 Settembre 8:43 Canada.
Non sapevo esattamente per quale legge fisica riuscii ad aprire gli occhi dopo appena 3 ore di sonno, ma ero li ferma nel 
letto, sveglia a fissare il vuoto.  
Guardai fuori dalla finestra lasciata aperta la notte che ormai era passata, tirava un aria fresca, i raggi del sole stavano
riscaldando la città, e gli uccellini iniziavano a cinguettare. Fu così che mi alzai dal letto direngendomi verso il bagno.
Mi osservai per vari minuti allo specchio, aprii il  rubinetto e iniziai a buttarmi dell acqua fresca sul viso ripetutamente.
Indossai la mia tuta preferita sportiva, le mie sneakers preferita, raccolsi i capelli in una coda spettinata, infilai in 
tasca il mio iphone e le cuffiette e chiusi la porta di casa. 
Cacciai dalla tasca il mio iphone collegando le cuffiette e feci partire una delle mie playlist preferite.Iniziai la mia 
corsa mattutina osservandomi intorno, troppi ricordi.
North york, è questo il quartiere in cui sono nata e cresciuta, è questo il quartiere dove ho perso i miei genitori, è
questo il quartiere dove ho conosciuto LUI.
Questo quartiere è tutto ciò che mi rimane ma allo stesso tempo è tutto ciò che mi distrugge, in ogni pezzo di questa strada ci
sono frammenti di me. Ginocchia sbucciate, risate, lacrime, urla, la mia prima sigaretta, il mio primo bacio, la mia prima
sbornia, cazzo.
Annebbiata dai ricordi e dalla musica che proveniva dalle mie cuffiette mi fermai a prender fiato accovacciata sulle mie 
gambe, niente era passato, non sarebbe mai passato.



Colombia 13:22 3 SETTEMBRE.
 "sei sicuro che sia una buona idea?" 
Cazzo era la centesima volta che Tyler mi ripeteva quella domanda, mi stava facendo saltare i nervi.
"si cazzo, TY, so quello che faccio e tu dovresti star zitto e guidare"
"okok amico, stai calmo non c'è alcuna fretta tra pochi minuti saremo lì e siamo in netto anticipo terrei ad aggiungere"
Girai il mio viso dal lato guida dove c'era Tyler, e sapevo esattamente l'espressione presente sul mio viso al quanto 
infastidita.
Tolsi il mio sguardo da Tyler e presi dalla tasca del mio jeans il pacchetto di Marlboro, ne estrassi una dal pacchetto e
portandomela alla bocca l'accesi abbassando di poco il finestrino dell'auto.
"hey hey amico, la macchina è nuova appena uscita dalla concessionaria non si fuma qui" quasi gli prendeva un colpa a tyler
lo guardai mostrandogli uno dei mie sorrisetti migliori "la prossima sta zitto e guida" distolsi il mio sguardo da lui
aspirando il più possibile dalla mia sigaretta e guardando la strada in avanti, non riuscivo a smettere di pensare quando 
sarebbe arrivato quel momento tanto atteso e per questo non riuscivo a smettere di sorridere.
Stavo arrivando.

Canada 21:45
Era la mia terza birra, forse anche la quarta.
Era venerdì, e il venerdì al club voleva dire soltanto una cosa A L C H O O L .
Il club è il locale più popolato di notte nel North York, il proprietario è un mio amico d'infanzia, Jason.
Siamo cresciuti insieme, non che mi sia andato sempre a genio ma nell'ultimo periodo mi è stato vicino.
Poi c'è la barman Lola, credo  che abbia stretto amicizia con me soltanto perchè le piacciono le donne e credo che il suo
obbiettivo sia quello di riuscire a portarmi a casa sua, ma tutto sommato è simpatica e inoltre fa dei cocktail pazzeschi.
" allora vuoi un altra birra" mi urla Lola a un centrimento di distanza dal mio viso.
"no grazie, questo giro per il momento lo passo" risposi io sorridendo.
" andiamo Sam è venerdì sera, scateniamoci un po" mi dice lei facendomi l'occhiolino
lo osservo ridendo "no c'è bisogno che sia venerdì, tu ti scateni sempre Lola" le dissi alzandomi e allontandomi dal bancone
bar.
Girai nel locale in cerca di qualche viso conosciuto, erano ormai anni che passavo le mie serate lì dentro eppure c'era 
sempre gente diversa, o era a me che non fregava un cazzo di ricordarmi di quella gente.
Decisi di uscire fuori a prendere un po d'aria, magari a fumare una sigaretta.
Uscì dal locale dando un cinque a Will il buttafuori del locale e accendendomi la sigaretta presa dalla pochette poco prima
di mettere piede fuori dal club.
Feci qualche tiro dalla mia sigarette, presi il mio iphone: messaggio da Jason.

21:55 da Jason:"dove sei? sono al club non ti ho vista"
22:17 "Jason sono al club da più di un'ora e non ti ho visto, aspettami al bancone arrivo"
Bloccai il telefono riposandolo in tasca, e feci gli ultimi tiri alla mia sigaretta per poi gettarla a terra.
Ancora una volta alzai il mio sguardo verso la luna, era più bella della sera precendete, m'incatai ad osservarla e per un
attimo mi dimenticai di tutto svuotai completamente la mia mente da qualsiasi pensiero.
Una voce m'interruppe "Hey, è tutto ok?"
Ci misi un po a capire che quella domanda era rivolta a me.
Era un ragazzo, non era del nostro quartiere, aveva il viso direi fin troppo abbronzato per un tipo delle nostre zone.
Capelli castano scuro, occhi verde alto 1,80 circa forse.
"hei sei sicura di star bene?" mi ripetè ancora una volta il tizio dagli occhi color smeraldo.
"da dove vieni? non ti ho mai visto da queste parti" fu l'unica cosa che mi uscì da chiedergli in quel momento.
"oh menomale temevo che fossi muta" disse lui ridendo
non riuscì a dir niente, e non volevo essere nei panni di quel povero ragazzo, sapevo quanto potessi essere fredda.
"comunque no, hai ragione non sono di queste parti, si può dire che sia qui per vacanza, vengo dal new jersey"
"mh" diciamo che non ero mai stata brava con gli approcci, per questo un  insignificant 'mh' fu tutto quello che riuscii a 
dire. 
"beh in tal caso sono felice che tu stia bene, ora scusami ma ho una serata che mi aspetta" fu cosi che il ragazzo-turista 
del mio quartiere mi piantò in asso per entrare nel club, lo osservai fino a quando non spari tra le gente del club.
Mi accesi un altra sigaretta e appongiandomi alla prima auto piu vicina a me ripresi a fissara la mia amata luna.

20:30 3 settembre, Canada
Non era cambiato niente, tutto era esattamente come l'avevo lasciato, le stesse case, le stesse panchine, gli starbucks,
e i locali, niente era cambiato o almeno speravo che niente fosse cambiato.
"Justin mi spieghi cosa ci facciamo da un'ora fermi in auto appartati in questi vicolo? sai ho una reputazione e vorrei che 
rimanesse tale anche in Canada."
"dio TY la smetti di dire cazzate? la smetti di fare domande? la smetti di farmi innervosire o vuoi che ti tiri un pugno in 
faccia cosi da romperti i denti e sperando che tu non riesca più a parlare?" mi rivolsi verso Tyler gettando fuori
quelle parole tutte d'un fiato.
"wowo amico ok,sta calmo, respira, dai ti faccio fumare una sigaretta se vuoi"
lo guardai esasperato e mi arresi all'idea che potesse star zitto.
Quando la mia attenzione fu attirata da una voce, la sua voce.
Era proprio lei, uscii da quella casa chiudendosi la porta alle spalle, si aggiustò i suoi lunghi capelli biondi come era 
solita fare. Stava parlando al telefono, non riusci bene a capire cosa dicesse ma una parola mi risuonò ben chiara CLUB, era
li che stava andando e io l'avrei raggiunta.


23:00
"finalmente sam ma dove ti eri cacciata" senti la voce di Jason preoccupata richiamarmi
"si hai ragione, so che mi stai aspettando da 30 minuti ma penso che abbia perso tempo a fumarmi circa metà pacchetto
di sigaretta" gli dissi sorridendo aggiustndomi i capelli.
"e vabbene sei perdonata soltanto se facciamo un brindisi insieme ci stai?" mi guardò lui maliziosamente
"per caso mi stai sfidando JAY?" dissi io con aria minacciosa
"vediamo cosa sai fare, Lola per favore due giri di jack" urlò jason  verso la bella barman.
"in arrivo capo" sorrise Lola guardandomi

23:58
"ok JAY credo che siamo ubriachi" appoggiati al bacone io e Jason facevamo la gara a chi barcollava di meno, e credetemi
era davvero una dura sfida.
"sono il proprietario del club non posso essere ubriaco Sam!" mi urlò lui quasi rimproverandomi
"okok Jason non siamo ubriachi" dissi io scoppiando a ridere "però ammetti che stavolta ho vinto io, sei più ubriaco di me"
aggiunsi dopo un po.
"oh andiamo Sam, so che Lola ha corretto qualcuno dei miei cicchetti soltanto per farti vincere e per il gusto di vedermi
ubriaco" sottileneò bene le utlime 5 parole rivolgendo lo sguardo a Lola
Lola alzò le mani in segno di resa, e io proprio non riuscii a trattenere le risate.
"bene credo che io andrò alla toilette" dissi guardando Jason, " riesci a rimanere due minuti da solo?" gli chiesi ridendo
mi guardo alzando il sopracciglio "tu sei sicura che non hai bisogno di aiuto per arrivare alla toilette?" mi chiese 
"no grazie, credo che ce la faccia da sola" lo risposi mostrando il mio miglior sorrissetto. Mi diedi una spinta dal bancone 
e sicura mi diressi al piano superiore dove si trovavano le toilette.
La gente era aumentata, c'era un gran casino, la musica risuonava nelle mie orecchie, a tratti vedevo sfocato, e io proprio 
non riuscivo a sbattere contro ogni singola persona che c'era in quel club.
D'un tratto vidi una persona a me familiare, due occhi a me familiari.
Non era possibile.
Cercai di riprendermi, focalizzai il mio sguardo, mi guardavo intorno, cercavo quegli occhi, quelli a me familiari che non 
vedevo da anni, niente.
E infatti non era possibile, la mia mente mi aveva sempre giocato brutti scherzi.

23:11
Ero al club, ero NEL club.
Nessuno che mi abbia riconosciuto, nessuno che mi abbia guardato, nessuno che si sia avvicinato, un estraneo, e intorno a me
c'erano estranei. In fondo qualcosa è cambiato, mi chiedo dove sia la mia gente, come se la stiano cavando, ma soprattutto
perchè il loro venerdì non era più lì al club.
Ma non avevo perso le buone abitudine, il mio posto riservato, il mio privè era sempre li, piano superiore, quel divanetto in
pelle rossiccia era sempre lì ed era sempre stato il mio, lì il mio posto dove potevo osservare tutto, dove potevo osservare 
lei.
E lei non era più lei.
I suoi capelli erano molto più lunghi e direi anche molto più biondi. Il suo braccio destro era tatuato a metà e dal suo 
abbigliamento intradevo dei tatuaggi anche sulle gambe. Era dimagrita, tanto, troppo. Se non avesse avuto quelle sue poche
lentiggini delicate sul viso non l'avrei quasi riconosciuta. I suoi occhi erano diversi, spenti,bui, opachi ma erano sempre
di quel verde brillante.
Era lì seduta al bancone, con Jason, quel tizio non mi era mai andato a genio, rideva. 
Ma loro non sanno quanto si stia sforzando per mostrare uno dei suoi miglior finti sorrisi, ma io si, io lo sapevo, io sapevo
tutto di lei. 
"beh Jus cosa hai intenzione di fare?" mi chiese Tyler risvegliandomi dai miei pensieri
"per il momento osserviamo Ty" gli risposi freddamente
"oh andiamo amico rilassiamoci un po che ne abbiamo bisogno entrambi che ne dici di una birra eh?" mi disse Tyler
ponendomi una birra
afferrando la birra feci un sorso "non allontanarti troppo" esclamai portandomi di nuovo la birra alla bocca.
"ricevuto capo" esclamò Tyler.
Nel giro di pochi secondi Tyler si confuse con il resto delle persone. 
La gente si divertiva, ballava, la musica risuonava sempre più forte nei miei timpani, eppure il mio sguardo era concentrato
soltanto su una persona. 
Sussultai nel notare che proprio quella persona era diretta al piano superiore, li proprio dove mi trovavo io.
La seguì con lo sguardo, e il mio corpo si muoveva in contemporanea nella sua posizione, volevo raggiungerla, dovevo vederla.
Mi persi tra le gente, spintonavo chiunque fosse d'intralcio, incrociai il suo sguardo e per un attimo il mio cuore si fermò.
Paralazzito.
Rimasi fermo nel bel mezzo della mischia fin quando i suoi occhi non scomparvero nel nulla.
Avevo fallito.

00:51
"ok, sto impazzendo, tutto questo non può capitarmi di nuovo, devo calmarmi e respirare" ripetevo a me stessa a voce alta.
Impulsivamente aprii il rubinetto e iniziai a buttarmi ripetutamente l'acqua sul mio viso, ripetei quei movimenti un centinaio
di volte, fino a quando non riuscii a calmarmi.
Presi l'asciugamano che era di fianco al lavandino e nervosamente mi asciugai il viso, dovevo tornare a casa.
Precipitosamente uscì dal bagno e urtai qualcosa o per meglio dire qualcuno.
Il mio sguardo andrò dritto negli occhi di quel qualcuno, occhi che già avevo visto, occhi verdi smeraldo.
Quel ragazzo, di cui ancora non sapevo il nome, mi afferrò per un fianco "tutto ok? scusa, c'è troppa gente qui che spintona"
mi disse sorridendo.
"si tranquillo, buona serata" gli risposi allontanandomi il più possibile da lui.
Scesi le scale che portavano all'uscita del club tempestosamente. Uscì dal club senza avvertire Jason, ne Lola, non avevo
voglia di rispondere a un interrogatorio, tirai fuori le chiavi dell'auto dalla mia pochette, nel giro di due minuti ero in 
auto dritta sulla strada di casa.
  
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