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Autore: xUndercoverGirl94x    05/01/2019    0 recensioni
"Perché quando perdi il tuo tutto,ti ritrovi con il vuoto che riempiva"
Justin è una specie di Vampiro molto rara.
Anche lui ha il suo lato umano ma spesso "il mostro" che è in lui prende il sopravvento e Justin cambia non solo mentalmente ma anche fisicamente. I suoi occhi diventano azzurri e la sua pelle bianca.
Cloe è una semplicissima umana, come tutte le ragazze della sua età ha i soliti problemi adolescenziali; i suoi genitori.
I due ragazzi si incontreranno fra le mura della scuola e appena Justin incrocerà lo sguardo della ragazza, sia il suo lato umano che il suo lato Vampiro vorranno una cosa: lei.
Solo ed unicamente lei.
[IN FASE DI REVISIONE]
©2014 (Wattpad)
©2017 (EFP)
Tutti i diritti riservati.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Pattie Malette, Selena Gomez
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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-What time I come to pick you up?-

Incastrata

Erano passati esattamente quindici giorni da quando Chaz mi aveva consegnato la foto di Cloe, per nottate intere mi ero chiesto se l'opzione del 'ricatto' fosse l'unica opportunità per uscire insieme a lei e, quando avevo realizzato che non avrebbe mai accettato un invito a cena da parte mia, ero arrivato alla conclusione che in fondo mi sarei preso ciò che mi spettava. Probabilmente dopo oggi mi avrebbe considerato una persone squallida e calcolatrice ma non avevo altre opzioni da prendere in considerazione.

Camminando lungo i corridoi mi fu impossibile non notare l'amica bionda di Cloe intenta a dipingere il proprio armadietto con colori scuri, per nulla intonati ai colori chiari che ricoprivano i corridoi e gli armadietti dell'UCLA.
"Dove posso trovare Cloe?"
"Perché dovrei dirtelo?" Chiese con un sorriso sul volto, ce la metteva tutta per farmi apparire ridicolo ma nonostante questo mantenni la calma.
"Dove è Cloe?" Richiesi sentendo la ragazza accanto a me sbuffare "Sei così noioso, come farà a sopportati la mia amica proprio non lo so" poggiando il pennello intinto di rosso sull'armadietto iniziò a disegnare una stella, aggrottando la fronte osservai come non si curava minimamente della precisione.
"Dovresti usare meno tinta, sta colando" la informai ricevendo la più totale indifferenza da parte sua.
"È stata chiamata giù in segreteria" bofonchiò, quando girandosi verso la sua destra incontrò la mia figura,capendo che non me ne sarei andato senza l'informazione.

Abbassando lo sguardo verso il pavimento mi tratteni dal ridere e sussurrando un grazie Bridgit fui diretto verso le scale per raggiungere il piano inferiore, dove si trovava la segreteria.
Percorrendo il lungo corridoio intravidi una figura femminile intenta a leggere alcuni annunci fissati se una lastra di legno. Osservandone attentamente il profilo riconobbi quei lineamenti contratti per l'attenzione che stava riponendo nel leggere.
Quando le fui dietro le spalle portai il mio viso accanto al suo orecchio facendole sentire il calore della mia voce.
"A che ora avevamo detto?"
Cloe sussultando si voltò velocemente verso di me portando i suoi capelli, precedentemente ben sistemati lungo il lato destro della spalla, dietro la schiena lasciando esposto ai miei occhi il suo collo.
"Justin" disse in un bisbiglio.
"Non era mia intenzione spaventarti" mi scusai educatamente osservando come il suo respiro pian piano ritornava normale. "Che ci fai qui?" Mi chiese sistemandosi i capelli lungo entrambe le spalle. "Credevo che questa fosse una struttura pubblica" dissi prendendomi gioco di lei, osservando il modo in cui increspò le labbra a causa della mia risposta potei dedurre che ero riuscito a stuzzicarla.
"Un edificio pubblico dove è obbligatorio partecipare alle lezioni scolastiche" contrabbattè lasciando un fugace sguardo all'orologio appeso al muro, dietro alle mie spalle. "Rispondere alla mia precedente domanda vi risulta troppo complicato Miss. Gomez?"
"Se solo foste così gentile da ripropormela Mr. Bieber" subito dopo aver detto la frase potei vedere come sul suo volto si dipinse un velo di serietà che prima era sostituita dalla spensieratezza.
"A che ora ti vengo a prendere?"
"Credevo fosse chiaro, Justin devi smetterla. Non ci siamo parlati per giorni e ora-" Mi chiese iniziando ad allontanarsi da me. "Cosa ho fatto?" Chiesi interrompendo ciò che voleva dirmi. Aggrottando la fronte mi parve confusa e quando capii che non avrebbe detto niente continuai.
"Qualcosa devo aver fatto per meritarmi tutto questo. Ti ho forse offesa? Sei venuta a conoscenza di fatti poco gradevoli sul mio conto?" Cloe lasciando le labbra socchiuse iniziò a disapprovare lentamente "devo andare, mi è stato detto di tornare dopo pochi minuti e credo sia passato abbastanza tempo" sussurrò cercando di allontanarsi da me ma appena realizzai che mi stava nuovamente sfuggendo dalle dita le afferrai il braccio impedendole di sfuggirmi. "Questa volta no" dissi prendendo il mio telefono in modo da farle vedere la foto.
Cloe si avvicinò al dispositivo e osservò più da vicino la sua foto.
"Come diamine l'hai avuta?" Chiese alzando lo sguardo verso i miei occhi.
"Non è importante questo Cloe" le dissi premendo col pollice il tasto di blocco impedendole di vedere ancora la foto. "Non capisco, è una semplice foto, per caso non mi è permesso andare alla festa di una mia amica?" Chiese cercando,invano, di apparire spensierata. "Sai che non sono io a vietartelo" risposi notando poco dopo come la sua espressione facciale mutò drasticamente. "Sei...perfido" disse serrando la mascella "devi darmi la foto ed eliminarla dal telefono" disse incrociando le braccia al petto, la trovai quasi tenera in quella posizione. "Non sono perfido, mi riprendo ciò che mi spettava. Quindi, a che ora passo a prenderti?" Chiesi nuovamente.

"Signorina Gomez? Ma dove è finita?" Sentimmo pronunciare da una delle donne all'interno della portineria.
"Alle sette" rispose Cloe prima di lasciarmi solo. Alla fine era finita come l'ultima volta che le chiesi l'orario dell'appuntamento ma ora avevo vinto io.

Col sorriso stampato sul volto salii le scale pronto a percorrere in tutta fretta il corridoio osservando che la terza ora era iniziata già da qualche ora.

"Signor Bieber, al prossimo ritardo andrà a conoscere la Preside" disse Mr. Wayne appena aprii la porta.
Scusandomi per il ritardo andai a sedermi nel posto libero fra Chaz e Ryan. "Mi spieghi dove cazzo sei stato? Dovevamo incontrarci prima della lezione, non durante" mi rimproverò Chaz mostrandomi il suo volto contratto dalla rabbia. Scusa papà gli scrissi sul tavolino con un lapiz.
"Justin sono dannatamente serio, capisci che è pericoloso?" Bisbigliò facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Rischierò"

Cloe's POV

"Si Carly ho capito, d'accordo di ad Elèna di smettere di parlare perché altrimenti non capisco neanche ciò che dici tu" dissi iniziando ad esasperarmi.
"Ora le dico tutto" bisbigliò Carly alla nostra amica mettendo fine al fastidioso brusio che si sentiva in sottofondo.
"Ti supplico metti il vestito che comprammo insieme, secondo noi staresti benissimo" insistette Carly facendomi alzare gli occhi al cielo per la decima volta quella sera. "Ci penserò Carly, ve lo prometto"
"Fammi venire da te per sistemarti i capelli" implorò la ragazza dall'altro lato del telefono.
"Carly piantala, io avevo intenzione di andarci con la tuta" ribadii facendo così in modo che Elèna prendesse il controllo del telefono di Carly.
"Non dirlo più! Non capisco come un'idea del genere ti sia passata per la testa. Capisci con chi stai uscendo?"
"Elèna ridammi il telefono!" Urlò Carly prima che la chiamata si interruppe.

Sospirando aprii l'armadio dal quale entrassi il vestito marrone e una maglia rossa con le maniche larghe e lunghe con un paio di jeans chiari leggermente strappati lungo le ginocchia. Poggiando sul letto i vestiti rimasi qualche minuto a fissarli cercando di capire quale tra i due vestiti sarebbe stato il più adatto per uscire con un bastardo?
Afferrando la maglietta e i jeans iniziai a svestirmi per poterli indossare. Osservandomi allo specchio presi dal comodino una spazzola iniziando a passarla lungo i capelli fino quando il telefono iniziò a suonare.

Da Carly
Anche tu sai che col vestito marrone staresti benissimo. Fammi la foto quando hai finito di prepararti.

Mordendomi il labbro osservai un'ultima volta la mia figura riflessa sullo specchio, sospirando mi girai afferrando il vestito lo sto facendo per te Carly bisbigliai tra me e me mentre mi cambiavo nuovamente.
Al piano inferiore il campanello suonò facendomi sorridere malignamente, uscendo dalla stanza mi affacciai lungo la scalinata. "Non apritegli, può benissimo aspettare" dissi bloccando mio padre che già si trovava in mezzo al corridoio.
Ritornando in camera iniziai ad applicare il fondotinta sul viso eliminando le borse sotto gli occhi e le varie imperfezioni. Successivamente applicai un ombretto argentato sulle palpebre che successivamente iniziai a sfumare, per finire applicai una buona dose di mascara e andando verso il mio porta gioie presi degli orecchini d'argento a forma di foglia.

Osservando l'orologio osservai che erano sono passati venti minuti da quando Justin  aveva suonato il campanello così passai a scattare delle foto per Carly e con calma cercai delle scarpe adeguate.

"Sapete che farmi attendere quasi un'ora per la vostra compagnia e un oltraggio Miss Gomez?" Girandomi verso la porta trovai Justin appoggiato contro lo stipide della porta.
"Non potevamo lasciarlo fuori tesoro" disse mia madre raggiungendoci in camera. "Dove avevi detto che andate?" Chiese mio padre sbucando dall'ombra, vederli tutti lì mi mise a disagio ma decisi di non darlo molto a vedere anche se osservando il viso di Justin capivo che aveva colto il mio stato d'animo.

"Usciamo con Bréanainn, Dalia, Nathan e Carly" risposi facendo annuire Justin per confermare la mia bugia. "Perché non è passata a prenderti Carly?" Chiese mio padre mentre mi infilavo le scarpe.
"Nathan è voluto andare a prendere Carly" rispose Justin sorprendendomi, non ero sicura che prima mi avrebbe assecondata ma mentire ai miei genitori per coprirmi andava oltre ogni mia aspettativa.
Con un piccolo sorriso stampato sul viso uscii per prima dalla stanza scendendo succesivamente le scale.

"Chiamami quando finite, vengo a prenderti" disse mio padre facendomi leggermente imbarazzare. "Non si preoccupi signor. Gomez, Carly mi ha chiesto di accompagnare Cloe da lei. Credo vogliano fare una specie di serata fra ragazze" rispose Justin facendomi venire dei brividi lungo tutte le braccia. Si stava spingendo troppo oltre così decisi di intervenire

"Carly mi aveva riferito che l'incontro era stato rimandato" dissi passando una mano lungo il mio braccio scoperto cercando di darmi conforto da sola.
"A me non ha detto nulla quindi credo si tratti di una incomprensione" ribattè Justin facendomi increspare le labbra.
"Ci teniamo aggiornati comunque Cloe va bene?" Chiese mia madre facendomi annuire in risposta.

"Sei proprio un cretino" sussurrai serrando la mascella per l'irritazione che aveva creato in me. "Ci divertiremo non temere" mi rassicurò facendo partire la macchina. "Credo di essere già sulla lista nera di tuo padre" disse Justin dopo alcuni minuti di silenzio.
"E anche sulla mia se è per questo"
"L'avevo notato solo che ancora non ne comprendo i motivi Miss Gomez" sorridendo appena tentai di portare una mano al livello della bocca per impedirgli di vedere il mio stupido sorriso.
"Cosa abbiamo detto sul nascondere i sorrisi?" Chiese facendomi leggermente disapprovare girandomi verso il finestrino così da non vederlo più.

"siamo arrivati?" domandai iniziando a spazientirmi  "se glielo dico non mi divertirei più Miss Gomez"
"lo prendo come un no" sbuffai picchiettando le dita sullo sportello non riuscendo a stanquillizzarmi in altro modo. Restando con lo sguardo puntato verso il finestrino ammirai il paesaggio notturno.

Verso le otto e mezza Justin parcheggio l'auto facendomi finalmente uscire, quando mi guardai intorno tutto ciò che vidi fu un parcheggio. "Dovremmo proseguire a piedi" mi informò facendomi uscire gli occhi dal loro posto.
"A piedi? Scusa non potevi dirmelo quando eravamo in camera? Io mi sono messa dei tacchi" dissi osservando come Justin iniziò a ridere per ciò che avevo detto.
"Quaranta minuti Miss Gomez" mi ricordò facendomi alzare gli occhi al cielo.
Iniziando a camminare osservai come Justin mi porse il suo braccio così da potermici aggrappare in modo da sforzarmi meno, riducendo gli occhi a due fessure lo fulminai con lo sguardo e rifiutai il suo aiuto.
"Sei sempre così orgogliosa" bisbigliò.

Seguendolo lungo un sentiero stretto fatto da sassolini chiusi gli occhi cercando di non lamentarmi, quando li riaprii osservai che davanti a noi c'era una piccola salita.
"Giuro che ti uccido" dissi piagnucolando per il dolore ai piedi.
Justin fermandosi fece qualche passo indietro in modo da raggiungermi e portando una mano dietro le mie ginocchia mi alzò prendendomi a mò di sposa.
"Cosa stai facendo?" Chiesi spaventandomi per il gesto improvviso. "Vuoi farti il resto a piedi o lascerai che ti aiuti?" Chiese Justin iniziando a camminare, non rispondendo alla sua domanda poggiai il volto sulla sua spalla tentando di rilassarmi.

"Siamo arrivati" sussurrò Justin poggiandomi su qualcosa di freddo e morbido.
Aprendo gli occhi capii di trovarmi in una casa. "Mi sono addormentata?" Chiesi alzandomi dal bianco divano sul quale mi aveva adagiata pochi secondi fa. "Per poco, comunque se vuoi seguirmi, credo che ora tu sia affamata" disse Justin prendendo la mia mano per condurmi verso la sala da pranzo.

Sinceramente credevo che tutto questo fosse un piano ben congegnato. Justin non sapendo cucinare aveva deciso di farmi stare a digiuno così da 'costringermi' a mangiare qualsiasi cosa lui avesse preparato.

Quando entrammo nella stanza rimasi sorpresa, non credevo che si fosse impegnato così tanto per me.

__________

Capitolo revisionato e modificato

In caso di errori ortografici vi chiedo di informarmi subito in modo che io possa provvedere alle correzioni in prima possibile

Grazie

 

   
 
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