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Autore: Fafanella    05/01/2019    3 recensioni
SEQUEL DI Wakabayashi Fottuto
“Con me hai chiuso”...
Quelle parole, mi hanno ferito molto più ...
quel caprone non mi ha dato modo di spiegargli che ...
NOTE: OK CI HO PRESO GUSTO...LA VERITA' E' CHE LI TROVO COSì MALEDETTAMENTE ECCITANTI!
Genere: Comico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'LA TIGRE E LA PANTERA'
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Quando apre la porta, ci giriamo tutti di scatto.
E’ in tiro, cappotto sartoriale e scarpe lucide, ma da dove cazzo viene? 
Indossa addirittura un cappello tipo gangster e i guanti in pelle.
E’ così maledettamente eccitante.
Taro lo sfotte subito
“Ehi Al Capone, siamo solo a Gennaio, è presto per la strage di San Valentino!”
Scoppiamo tutti a ridere, anche Genzo, ma non accenna a liberarsi né del cappello e né dei guanti, però apre il cappotto e si sfila la sciarpa, sotto ha un gilet che lo avvolge alla perfezione, sono costretto a guardare altrove, se non voglio fare cazzate.
Tsubasa si alza e gli va vicino, non riesco a sentire cosa gli chiede, ma ormai conosco Genzo, gli risponde con serietà e ha quell’espressione di quando vuole tranquillizzarti.
Si alza anche Taro, appena gli è vicino esclama
“La tua ultima fiamma è un po’ troppo selvaggia, a giudicare da quei graffi!”
Mi giro e noto subito, che dalla camicia aperta si intravedono delle escoriazioni, lui si limita a sorridere sghembo.
Si sfila il guanto sinistro e il cappotto, ma è mai possibile che diventi ogni volta più affascinante?
Incrocia i miei occhi e faccio lo spavaldo
“Capitano non glielo dici?”
Tsubasa scoppia a ridere, ma Genzo ha lo sguardo preoccupato
“Non sei in camera con me portierone” gli dice tutto d’un fiato
Lui volta la faccia verso Taro con gli occhi terrorizzati
“Neanche con me, mi spiace, ha deciso il Mister”
“Sei in camera con Hyuga” dice il capitano
“CHE?” con il volto tirato “Non esiste, io non starò in camera con lui”
Alzo le braccia in segno di vittoria ed inizio a riscuotere i mie soldi.
“Ha scommesso che ti saresti opposto, lui però non ha battuto ciglio, anzi si è fatto una grassa risata” spiega Tsubasa.
“Certo che mi oppongo, parlerò io con il Mister”
“Non hai niente di cui discutere con me, Genzo, ho deciso così e così sarà! Tanto più, che non puoi neanche giocare e la tensione fra voi, dovrebbe essere minima”
Scatto in piedi all’istante, mi avvicino a grandi falcate, gli afferro la mano ancora guantata, che ritrae subito con una smorfia di dolore.
“Togliti quel fottuto guanto Wakabahashi!” gli digrigno fra i denti a muso duro.
“Kojiro, sta calmo” mi mettono una mano sul petto sia Taro che Tsubasa, poi quest’ultimo
“Ha, ha avuto in incidente in moto, è appena uscito dal pronto soccorso”
Gli tiro via il cappello, una garza abbastanza grande gli prende parte del lato destro della testa, lo fisso funesto e gli urlo ancora
“TOGLILO!”
Lui sostiene il mio sguardo e Mikami, lo invita a dare spiegazioni a tutti.
“Ho battuto la testa sul guard rail violentemente, al punto da spaccare il casco in due, mi hanno messo 10 punti e ho una distorsione al polso e due dita fratturate, oltre a varie escoriazioni su tutto il corpo” 
Mi tolgo di dosso le mani dei mie compagni e mentre lo supero gli dico, in un sibilo che solo lui può sentire
“Con me hai chiuso”
Lo vedo irrigidirsi e lo so che vorrebbe fermarmi, ma so anche che non farà niente.
 
Quelle parole, mi hanno ferito molto più dell’incidente, quel caprone non mi ha dato modo di spiegargli che sono stato coinvolto, non l’ho causato io.
Sono passati due giorni, siamo nella stessa camera ma non lo vedo mai.
Ha la capacità di rientrare che ormai sono crollato e la mattina, va via, prima che mi risvegli.
Non fa altro che allenarsi, fino a distruggere ogni pensiero, ogni sentimento o qualsiasi cosa possa esserci stato fra noi.
Non incrocia ne il mio sguardo e ne il mio cammino, è come se non fossi qui.
Non parla con nessuno, nemmeno con Ken, il quale in realtà, è diventato mio allievo.
Mikami me lo sta facendo allenare ed è veramente migliorato tantissimo, talmente da non aver affatto bisogno di me. Ma stargli dietro non mi fa pensare a quel coglione, cafone e troglodita di Hyuga.
Durante la partita di allenamento noto Ken esasperato, so perfettamente perché, il cavernicolo lo sta risparmiando.
Seguo l’azione e il mio sesto senso è in allerta, il tiro è angolato, potente ma non come, se ci fossi io in porta.
Ken non lo afferra, gli dà una sciabolata e lo rimanda al mittente urlandogli contro
“COSA DEVO FARE? VUOI IL SORRISETTO STRONZO DI GENZO, PER TIRARE IN PORTA, COME SI DEVE?”
Hyuga per la prima volta dopo giorni mi guarda, io per reazione faccio spallucce e lui esplode, carica il tiro con tutta la sua potenza.
Resto immobile, mi fischia rapido vicino all’orecchio destro e si schianta sul piede della panchina piegandolo.
Restano tutti muti, Kojiro ha il respiro corto e gli trema il labbro inferiore, mentre con tutto il fiato che ha in corpo investe Ken
“NON RISCHIERO’ DI FARTI DEL MALE, NON RISCHIERO’ CHE LA NAZIONALE RESTI SOLO CON YUZO, NE BASTA UNO DI IDIOTA EGOISTA! CI HA GIA’ PENSATO IL DAMERINO A CERCARE DI INFRANGERE IL SOGNO DI TUTTI”
Siamo piombati tutti in un religioso silenzio, che è il mister a spezzare
“Kojiro va a lavarti, ti stai allenando troppo, hai accumulato troppa tensione”
Non ribatte, cammina sicuro verso di me, deve passarmi di fianco obbligatoriamente.
Istintivamente lo afferro per un braccio e tutti gli occhi sono puntati su di noi, ma non me ne curo, con tono imperativo gli dico
“Bifolco, quando deciderai di voler sapere come sono andate le cose, sai dove trovarmi”
Mi guarda, con gli occhi di chi è stato deluso fin dentro l’animo, mi sussurra
“Non mi interessa sapere come sono andate, l’unica cosa che conta è che non ti abbia sfiorato minimamente l’idea, di chiamare me e non Tsubasa”
Lascio la presa immediatamente, sento un nodo alla gola che non mi fa respirare, ma poco dopo vengo investito dalla rabbia, non è andata come crede.
Guardo il Mister e gli dico “Devo sistemare questa cosa, se vuoi la tigre in campo”
Mikami mi fa cenno che posso raggiungerlo e scatto subito.
Entro nello spogliatoio, è già sotto la doccia, ci entro anche io tutto vestito.
Non mi vede, ma so perfettamente che sente la mia presenza.
I muscoli sono in tensione.
Si sta insaponando lentamente e con sapienza, i capelli bagnati sono ancora più lucenti e addolciscono i suoi lineamenti.
Mi sto eccitando, quando vedo le sue spalle scosse da piccoli singhiozzi.
La sua voce è bassa mentre appoggiandosi alle mattonelle dice
“Potevi morire, egoista pezzo di merda, potevi morire e hai avvisato Tsubasa, ma lo capisco, è il tuo miglior amico, ma io…Io avrei chiamato te”
Non reggo, non posso vederlo così, avverto un dolore stringermi il cuore e non posso fare altro che ricorrere al mio sarcasmo pungente
“Apparirei come uno stronzo insensibile, se ti dicessi che ho fissato troppo il tuo culo, ed ora ho EXCALIBUR NELLE MUTANDE?”
Kojiro si volta piano trattenendo una risata che esplode quando si accorge della mia erezione.
“TU SEI UNO STRONZO INSENSIBILE GENZO” afferma poggiandosi con la schiena alle mattonelle, io affondo
“OK, OK, TE LO CONCEDO, MA DOVRO’ PUR TROVARE UNA ROCCIA IN CUI INFILARLA”
“A EXCALIBUR, OVVIAMENTE” dice continuando a ridere.
Io faccio spallucce e rafforzo il gesto anche con le mani, come a dire ora che si fa?
Resta a guardarmi senza muoversi, l’acqua gli accarezza il corpo ed io vorrei essere ogni goccia.
Mi avvicino, poggio le mani ai lati della sua testa, mentre ogni mio indumento diventa zuppo.
“Non ho chiamato Tsubasa, lui ha chiamato me e gli ha risposto il paramedico che mi ha soccorso, spiegandogli l’accaduto e… Non ti ho chiamato, perché non volevo farti preoccupare” gli sussurro sfiorandolo appena.
Lui mi bacia con avidità, ma io mi scanso
“Ah, lo sai cosa voglio” gli dico in un sibilo
Lui mi afferra per i fianchi e diventa ancora più bramoso, ma mi scanso ancora
“Kojiro” dico il suo nome come fosse una supplica e mi poggio completamente su di lui.
Le sue mani si infilano sotto la mia maglia e me la tolgono rapidamente, i suoi occhi nei miei, mi aiuta a liberarmi dei pantaloni e dei boxer. Lo pungolo ancora
“Come hai fatto a resistermi, in questi giorni?”
“E tu?”
“L’autocontrollo e la mia disciplina, non la tua Tigre”
Fa quella faccia beffarda e afferma
“Mi sono fatto consolare da altri, non sei l’unico bel ragazzo Genzo”
Lo afferro per i polsi e accecato dalla gelosia
“Non sei divertente, Kojiro. Non me ne frega niente di quello che fai lontano da me, evita racconti unitili”
“Non lo vuoi sapere con chi mi sono divertito?”
Serro ulteriormente la presa sui suoi polsi e gli dico furioso
“Prega che non venga mai a saperlo”
Inaspettatamente mi bacia, come piace me, in quel modo dolce e terrificante.
Un brivido pervade il mio corpo tanto da avere la pelle d’oca.
Si stacca soddisfatto
“Mi piaci geloso”
Sgrano gli occhi e cerco di andar via, ma lui non è dello stesso avviso, mi afferra con presa salda dalle spalle e mi sussurra
“Lasciami vedere queste escoriazioni, a quanto andavi idiota?”
“Sono stato travolto, certo non andavo piano, non vedevo l’ora di rivederti” dico di getto
Alza la testa e il suo sguardo cambia… Sono nuovamente la sua preda.
Mi bacia ancora come piace a me e mi sussurra
“Sarà il caso di occuparsi di excalibur adesso”
“Suggerimenti? Conosci una roccia adatta?”
Annuisce e mi travolge…
Ancora ansimanti, ci guardiamo e all’unisono
“SIAMO FOTTUTI”
 
 
 
   
 
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