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Autore: Carlottapavone    05/01/2019    0 recensioni
Il Sole, l'unica divinità in cui gli umani avessero mai creduto, aveva mandato sulla Terra il suo bene più prezioso. I destini di Charlotte, una maga esiliata dal mondo magico, e di Liam, un ragazzo semplice, che al suo sedicesimo compleanno viene a conoscenza della magia, sono collegati. Dovranno affrontare mille avventure: nemici, alleati, morte, guerra e amore. La storia di due sedicenni che imparano a convivere con il loro più grande fardello... la vita.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Prologo ἡμεῖς δ'οἷά τε φύλλα φύει πολυάνθεμος ὥρη ἔαρος, ὅτ' αἶψ' αὐγῇς αὔξεται ἠελίου, τοῖς ἴκελοι πήχυιον ἐπὶ χρόνον ἄνθεσιν ἥβης τερπόμεθα, πρὸς θεῶν εἰδότες οὔτε κακόν οὔτ' ἀγαθόν· [...]      -Mimnermo Noi, quali le foglie, genera il tempo fiorito / di primavera, quando crescono rapide ai raggi del Sole, / pari a quelle dei fiori effimeri di gioventù / ci dilettiamo, ignorando il male e il bene / per mano dei Numi. [...]     Il Sole, l’unica divinità in cui gli umani avessero mai creduto, aveva mandato un messaggio; i mortali avrebbero dovuto ascoltarlo. Terremoti, uragani, maremoti e altre terribili calamità naturali si verificarono: il Sole aveva dato la vita, il Sole la poteva togliere. Le isole iniziarono ad essere sommerse, i Poli a sciogliersi, gli umani a morire. Un temerario gruppo di cento andò a chiedere perdono al dio Sole alla Sacra Rocca: il tempio piú antico e imponente che era mai stato dedicato a questa divinità; un viaggio difficile, dove la metà morì nel percorso e molti altri abbandonarono per paura del loro stessi destino. I comandanti di quel viaggio iniziarono a cercare un modo per fermare alcune tra le calamità che mietevano più vittime durante il percorso e così inventarono le Torri, che possedevano una sorta di campo protettivo intorno a tutto il perimetro della Sacra Rocca, ma erano ancora costruzioni troppo primitive, perciò in poco tempo si ruppero e dovettero ricostruirle. Acquisendo l'energia dalla luce solare, infatti, quando arrivò una tempesta di sabbia che durò per due settimane circa, smisero di funzionare. Fu necessaria una pausa più lunga del previsto per modificarne la struttura, ma finalmente ormai quasi un quarto di coloro che erano partiti riuscirono ad avanzare verso quell'imponente montagna in cui vi era il più antico santuario dedicato al Sole. A superare tutti questi ostacoli furono soltanto in tredici, poiché molti altri avevano abbandonato la causa. Come spesso accade in tutti i luoghi che non sono ben conosciuti vi erano moltitudini di leggende, che erano state tramandate da coloro che si vantavano di esserci entrati. Per riuscire ad entrarvi, bisognava passare dentro una montagna tutta cunicoli: il primo di questi miti che passò nella testa di Jack Blacklee, un giovane che aveva abbandonato la sua famiglia per cercare di salvare tutti coloro a cui teneva, si diceva che fosse la più antica e probabilmente la più veritiera. Secondo questa infatti solo una persona avrebbe seguito la via della luce, invece che quella del male: solo una sarebbe rimasta fedele al Sole invece che alle tenebre. Guardandosi indietro per cercare i suoi compagni, Jack rimase atterrito: la corda che prima era legata alla vita di tutti, lui compreso, adesso era per terra e non vi era traccia dei suoi amici, eppure era impossibile che avesse sbagliato strada, dato che era il primo della fila e gli altri erano legati a lui, evidentemente la fune era stata recisa. Anche se era preoccupato per i suoi compagni, continuò dritto, fino a quando arrivò a una specie di fontana divisa in sei settori, al centro dei quali c’era un fuoco acceso. La Fonte Sacra così veniva chiamata: si diceva che quella fonte possedesse vari poteri tra qui guarire i malati. L'acqua era cristallina, ma affacciandosi il giovane vide qualcosa muoversi. Jack sapeva che per evocare il Sole bisognava versare del sangue, così prese il coltello che teneva nello stivale destro e si tagliò il palmo della mano, dicendo contemporaneamente il suo nome. Quando finì il rituale, il Sole parlò.      -Chi è che osa evocarmi? - gridò il dio, come un tuono che si scaglia sulla la terra – Io ti conosco: tu sei Jack Blacklee, non è vero? Allora cosa sei venuto a chiedermi, mortale? – - Io non sono qui per chiedere, ma per pregarla come mia unica divinità- disse Jack, in realtà non sapeva che altro dire; d’altronde il Sole aveva mandato quelle calamità e non le avrebbe tolte se non di sua volontà. Doveva essere il più cortese possibile, perché inimicarsi un dio non sarebbe stata la migliore delle esperienze. -Sai come parlare Blacklee. Ma, anche se le tue parole sembrano convincenti, io posso leggere i tuoi pensieri, perciò dimmi cosa desideri e, se convenisse anche a me, potrei soddisfarti- tutti sapevano che il Sole pretendeva favori, ma lui si sarebbe sacrificato per salvare tutta l’umanità, per salvare la sua famiglia? Era pur sempre una sola vita rispetto a innumerevoli altre: la sua famiglia avrebbe capito, sua moglie avrebbe capito e magari anche suo figlio un giorno avrebbe capito. Il Sole, sentendo questi pensieri, rise. Jack pensò che probabilmente sarebbe dovuto essere più attento la prossima volta; d’altronde il dio poteva sentire  tutti i suoi pensieri. Nei racconti mitologici si raccontava dei poteri del Sole, ma nessuno era effettivamente certo se fossero veri oppure no; d’altronde pochi erano coloro che erano riusciti a vedere questa divinità, altrettanto pochi coloro che erano sopravvissuti. - Mi dispiace aver letto i tuoi pensieri, ma hai ragione: io chiedo sempre dei favori. Perciò potrei fermare queste calamità, se tu venissi a governare con me nel cielo: se tu diventassi mio consigliere- dopo aver detto questo, il Sole si mostrò per quello che era veramente: una donna, una bellissima donna. Capelli rossi le cadevano in boccoli sul viso sottile. Perciò la divinità che tutti avevano sempre creduto essere uomo in realtà era una donna. Ci fu qualche istante di indecisione da parte di Jack, ma poi si affrettò nel rispondere. - Come posso venire da lei, mia dea? – Jack aveva preso la sua decisione, ma poi pensò che se un giorno si fosse annoiata dei suoi consigli, avrebbe potuto rimandare quelle calamità e molte altre persone sarebbero morte. - Ma chiedo un’altra cosa, mia dea, desidero che i miei compagni, abbiano alcuni poteri per poter affrontare le calamità della Terra-. Si stupì della sua richiesta, che aveva fatto senza nemmeno pensare. Il Sole non avrebbe mai potuto accettare la richiesta: non poteva infatti donare i suoi poteri. Inoltre perché avrebbe dovuto aiutare la stessa specie che in questo momento desiderava estinguere? Ma la sua risposta lo stupì. -Ciò che tu chiedi è sensato Blacklee, ma non posso cedere i miei poteri, posso solo crearne di nuovi- abbassò le mani e dove le sue dita toccavano i vari settori della fontana, l’acqua si colorava di varie tonalità. Il Sole stava creando la possibilità di controllare l’acqua, l’aria, la terra, il fuoco, la Luna e le stelle. – Dono poi ai tuoi amici più cari, la possibilità di creare o distruggere altri pianeti. Ti ho accontentato Blacklee? - Jack annuì- Adesso avvicinati a me. Farò in modo che i tuoi amici vengano a bere da queste acque, ma, quando si riprodurranno, sarò io a scegliere quale potere della natura donare al neonato- il Sole mantenne la sua promessa. Ogni donna e uomo bevve da un potere e nacquero i maghi, che misero a capo della loro comunità i Supremi; ovvero coloro a cui era stato concesso il potere di creare nuovi pianeti.  Inizialmente quelle dodici persone non riuscirono a capire a cosa servissero, ma dopo un po’ impararono che servivano a proteggere la Terra. Avrebbero controllato gli elementi naturali per evitare altri disastri. Per secoli il Sole decise di non intervenire e di lasciare che si costituisse il mondo magico, ma i custodi, i figli di nessuno e i messaggeri non erano contenti. Queste tre categorie, pur sapendo dell’esistenza del mondo magico, non avevano alcun potere. Iniziò così la ribellione e i Supremi, ormai diventati i capi assoluti della gerarchia magica, non avevano alcuna idea di come affrontare questo nuovo problema. La comunità era in crisi e non sapeva di chi fidarsi. Il Sole mandò sulla Terra l’ultimo aiuto che avrebbe concesso. L’avrebbero seguito o ignorato? Avrebbero capito cosa fosse quell’aiuto? Probabilmente l’avrebbero ignorato, ma non avrebbero mai saputo che quello era il bene più prezioso che il Sole avesse mai potuto mandare.                                                                                          
   
 
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