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Autore: ViolaClegane    06/01/2019    0 recensioni
Viktor, il guardiano della Torre dell'Orologio, veglia sulle lancette e sulla luna, mentre una ragazzina ostinata cerca di scappare di casa. In un mondo notturno e allusivo, strani fiori bianchi inducono il sonno e i sogni intrecciati dei personaggi svelano un inquietante mistero. Una favola notturna sul senso del perdersi e ritrovarsi, fra innocenza e disincanto.
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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È l’imbrunire. Qui nel faro il tramonto ha da qualche tempo qualcosa di malinconico. Per via del mare di fronte a noi o del tempo che ci siamo lasciati alle spalle.
Martina, ormai, al tramonto è sempre triste. Come le piaceva una volta, il Tramonto! Ora invece si siede vicino alla finestra e guarda fuori. Se le parlo non mi sente o finge di non sentirmi. Poi mi chiede di avvicinarmi e mi stringe la mano.
 
- Ti ricordi, Viktor, il libro dello zio? - chiede.
 
- Certo che lo ricordo.
 
- Tu credi che avesse ragione? Che non fosse impazzito? Intendo dire, riguardo a quello che ci succede dopo che siamo morti. Credi davvero che l’anima sia immortale e che saremo in grado di rinascere e riconoscerci sempre, in ogni vita?
 
Era sempre stata così, non aveva mai imparato. Per essere felici, bisogna solo prendere l’abitudine di non farsi domande che saranno sempre senza risposta.
 
- Io credo di sì. Voglio dire, perché dovrebbe mentire? - la rassicurai.
 
- Non saprei. Perché gli faceva comodo. Perché la gente inventa storie per non avere paura. Perché era pazzo. Per un sacco di buone ragioni.
 
- Ma i sogni? Come te li spieghi?
 
Martina non voleva invecchiare. Martina voleva rimanere sempre bella, come quando ci siamo conosciuti. No, forse un po’ dopo, quando era un po’ meno bambina.
 
- Diventerò brutta -  dice.
 
Secondo me sarà sempre bellissima: è la mia Martina.
 
Ma lei non si accontenta dei come. Vuole i perché.
- Anche se si rinascesse, se tu non ricordi nulla della tua vita passata, è come se non fossi davvero tu. Non lo so, non mi convince. Non mi piace l’idea che quando ti ritroverò non ricorderò nulla di questo. E chissà di quante altre vite prima. Eppure chissà quante cose ti sono capitate da piccolo che tu non ricordi. E nonostante questo non puoi dire di non essere tu. Ma se dovessimo rinascere, mi ameresti ancora?
 
- Non è una domanda a cui si può rispondere. Come faccio a sapere cosa farei se rinascessi e non mi ricordassi niente di me? Sarei un’altra persona e non posso garantire per quello che farebbe un’altra persona.
 
- Invece saresti tu. Tu, tu, sempre tu. Eri tu, in tutti quei sogni, in tutte le vite che abbiamo già vissuto. Ti ho sempre riconosciuto. Dimmelo! Se ci trovassimo in una situazione difficile, se tu fossi di un’altra o se le circostanze ci volessero separati, fuggiresti con me? Non mi abbandoneresti?
 
- No, come potrei?
 
- Mi vorresti anche se fossi brutta?
 
- Beh, brutta non so … - dico ridendo e attirandola a me.
 
- Non scherzare!
 
- Non capisco dove vuoi arrivare. Erano solo sogni che ti hanno impressionata. E delle teorie di un vecchio pieno di immaginazione, che forse sono vere e forse no. Non lo sapremo mai. Non pensarci più.
 
Era certo che non aveva resistito al richiamo del fiore. Fin dove aveva guardato? Dovevo trovarlo e distruggerlo prima che fosse troppo tardi, prima che si spingesse troppo oltre. Non l’avevo mai vista così turbata. Non so perché ma mi viene in mente quella sera, quando si era arrampicata fin sulla torre per cercarmi. Glielo dico e ridiamo insieme di allora.
 
- Non ti stavo cercando. Volevo solo scappare di casa.
- Questo è quello che pensi tu. Se non fossi stata lì per me, saresti scappata e basta. Invece sei arrivata perché avevo bisogno di te, altrimenti saresti andata via. Perché ero solo e trasandato, perché avevo una pettinatura ridicola. Per quale altro motivo, sennò?
 
- E se ci saranno davvero ancora altre vite, altre vite in cui sarebbe difficile amarmi, ci proveresti, almeno? Faresti delle pazzie per me?
 
- Martina, tesoro, siamo stati insieme in questa vita. Siamo stati bene, felici. Non ti basta?
 
- No, non mi basta.
 
   
 
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