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Autore: Soul Mancini    06/01/2019    4 recensioni
I cinque componenti dei Nothing But Thieves si riuniscono per festeggiare insieme l'arrivo del 2019. Tra alcol, fuochi d'artificio, deliri e sentimenti celati per troppo tempo, cosa potrà mai accadere? Come inizierà l'anno nuovo per i nostri ragazzi?
1. «“Solo voi sentite odore di marshmallow? Dev'essere lo shampoo di Joe...” borbotta il chitarrista, intrecciando le dita tra i miei capelli. Mi auguro che non siano impiastricciate di qualche alcolico, perché li ho lavati proprio oggi.»
2. «Prendo posto sul marciapiede accanto a Conor, accovacciato su se stesso e col mento posato sulle ginocchia, e gli circondo le spalle con un braccio. “Ehi...”
“Io voglio vomitare” mugola lui senza muoversi.»
NOTE:
- La storia si articola in due one shot che raccontano della stessa serata, ma possono essere lette separatamente, non sono collegate.
- La prima one shot, "My bloody lip never tasted so sweet", si è CLASSIFICATA TERZA a "Il contest del fluff" indetto da wurags sul forum di EFP.
- La seconda one shot, "I'm so drunk... on you" si è CLASSIFICATA PRIMA al "Imagine your Otp Contest" indetto da Emanuela.Emy79 e Arianna.1992 (ma valutato solo da Arianna) sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Conor Mason, Dominic Craik, Joe Langridge-Brown, Philip Blake
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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ReggaeFamily

I'm so drunk... on you




Conor, per favore...” borbotto, mentre il mio amico ridacchia e si riempie nuovamente il bicchiere di birra. Le braccia gli tremano leggermente, è un miracolo che la bottiglia in vetro non gli sia ancora scivolata di mano.

Un po' mi preoccupa, lo devo ammettere. Non è da lui bere così tanto in una volta sola e perdere così il controllo di sé, Conor detesta non ricordare ciò che fa. Ma oggi è Capodanno, è un'occasione speciale.

E dai, Phil, non rompere... però forse questa birra non mi va... ho la nausea...” Il cantante stringe il bicchiere nella mano destra, si sporge verso di me e lo avvicina al mio viso.

Gli lancio un'occhiata interrogativa.

Bevi, è per te” biascica lui con un sorriso storto.

Scuoto la testa e gli sfilo il bicchiere di mano, prendo un sorso e lo poso sul tavolo. “Che ne dici se tornassimo a casa?”

Conor mi guarda con gli occhi offuscati e prende a giocherellare col bordo della sua camicia color panna.

Mi metto in piedi e raggiungo Joe, Dominic e James, che stazionano su delle sedie dal lato opposto del tavolo.

Che dite, ragazzi? Sono quasi le quattro...”

Joe scatta subito in piedi, come se non aspettasse altro. “Sì, vi prego, andiamocene.”

Mi lascio sfuggire una risata. Il biondo è sfinito, me ne sono resa conto dall'inizio della serata.

Phil, mi potresti aiutare con Dom? È fuori come un balcone, non riuscirò mai a trascinarlo fuori” mi domanda poi, accennando all'altro chitarrista che continua a blaterare alle sue spalle, stravaccato su una sedia.

Così incarico James – stranamente sobrio e lucido – di dare una mano a Conor, mentre io e Joe tentiamo di convincere Dominic ad alzarsi e vestirsi.

Una volta sul marciapiede davanti al locale, mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo. L'aria fredda è rigenerante, spero che faccia bene anche a Dominic e Conor.

Mi guardo attorno: per la strada e la piazza sono sparse bottiglie di vetro vuote e spazzatura di vario genere. Dall'altro lato del grande piazzale, alcuni ragazzini ridono e barcollano. È strano pensare che, appena qualche ora fa, in questo esatto punto si accalcava una grande e festosa folla, ipnotizzata dallo spettacolo pirotecnico.

Torno a concentrarmi su Dominic, abbandonato di peso addosso a me, che ancora sta articolando frasi insensate e sta tormentando i capelli di Joe. Quest'ultimo non sembra particolarmente entusiasta. “Dom, ma tu sei venuto in macchina?” chiedo al chitarrista.

Certo, tesoro. L'ho parcheggiata nel ripostiglio, ma non rubarmela eh!” risponde prontamente lui, serio.

Mio dio, ma che sta dicendo?

Nel... ripostiglio?” borbotta Joe con una risatina.

Tesoro?!” aggiungo io, roteando teatralmente gli occhi, poi mi volto verso Joe: “Tu che sei venuto in taxi potresti portare via auto e proprietario? Non penso che sia in grado di guidare”.

Non vedo altre alternative. Lo porto da me” sentenzia lui, stringendosi nelle spalle. “Piuttosto... mi sa che Conor non è conciato molto meglio.”

Lo so bene, e so anche che lo dovrò accudire ancora per un po'.

Chiedo a Joe se se la sente di stare con Dominic mentre io vado a controllare la situazione di Conor: è accucciato sul marciapiede e non sembra stare affatto bene.

Sono più allarmato di quanto do a vedere. Ho sempre avuto un occhio di riguardo per il cantante, soprattutto nell'ultimo periodo.

Mi avvicino a lui e James e noto che Conor biascica qualcosa di incomprensibile, si stringe nel suo pesante giubbotto e ha la testa posata contro il palo di un lampione. Rivolgo un'occhiata preoccupata al batterista. “Che ha?”

Nausea, e gli gira la testa. Ho pensato che se l'avessi fatto sedere sarebbe stato meglio, ma io non me ne intendo: in genere sono io quello sbronzo e bisognoso di cure” spiega lui.

Prendo posto sul marciapiede accanto a Conor, accovacciato su se stesso e col mento posato sulle ginocchia, e gli circondo le spalle con un braccio. “Ehi...”

Io voglio vomitare” mugola lui senza muoversi. I capelli chiari gli ricadono sulla fronte ancora più disordinati del solito, il suo volto è verdognolo.

Se devi vomitare, fallo. Dopo starai meglio” lo rassicuro in tono pacato.

Ma non sulle mie scarpe, grazie” aggiunge prontamente James, che intanto si è posizionato di fronte a noi e ci osserva dall'alto in basso.

Non ci riesco. Mi fa male lo stomaco... Philip... mi porti a casa?” mormora ancora il mio amico in tono lamentoso, facendosi ancora più vicino e poggiando un gomito sul mio ginocchio.

Spero che i conati non lo colgano di sorpresa proprio ora che è addosso a me.

Tranquillo, dai, tra poco Price ci dà un passaggio.”

Che c'entro io?” si rivolta James, incrociando le braccia sul petto.

Io sono venuto con te e Conor ha preso il taxi. Sei l'unico munito di macchina” gli faccio notare in tono ovvio.

Mi rovinerà i sedili, i succhi gastrici sono corrosivi!” protesta lui in tono esasperato

Non succederà.”

Mi fa troppo male” piagnucola Conor. Si raddrizza e si porta una mano all'altezza dello stomaco. Mi si spezza il cuore quando incrocio i suoi occhi velati dalle lacrime, d'istinto lo stringo in un abbraccio.

Normalmente non sono così affettuoso, ma con Conor è diverso.

Spero che James non pensi male di me.

Per fortuna proprio ora il batterista sta scambiando qualche parola con Joe, che si è avvicinato a noi insieme a Dominic per salutarci. Almeno loro possono già tornare a casa, a differenza mia.

Saluto i ragazzi prima che si allontanino lungo il marciapiede. Per Joe sarà dura, lo so già. Domani gli chiederò com'è andata.

Ormai Conor piange senza ritegno tra le mie braccia, ma dubito sia per il mal di stomaco. Si è preso davvero una bella sbronza, è del tutto fuori controllo.

Ehi, Conor,” sussurro, “ce la fai a metterti in piedi? Così ci avviamo verso l'auto di James.”

Il mio amico non rispondo.

Sollevo lo sguardo verso James. “Tentar non nuoce, no?”

Lui si stringe nelle spalle e si china per aiutarmi a sollevare Conor da terra. Lo prende per le braccia, mentre io gli cingo la schiena e faccio leva sulle gambe per sollevarmi.

Quant'è leggero, il nostro piccoletto” commenta James con una risatina.

In effetti Conor si mette in piedi senza troppa difficoltà, ma proprio mentre tenta di trovare l'equilibrio, un conato lo porta a piegarsi in avanti.

Oh, cazzo!” James scatta indietro, lasciandomi solo a sostenere il suo peso. Ma io non mi faccio trovare impreparato: stringo il braccio sinistro attorno alla vita di Conor e faccio in modo che la sua schiena aderisca al mio petto, mentre con la mano destra gli tengo i capelli indietro.

Scarpe e giubbotto sono pieni di vomito. Spero che non si ricordi di questo momento, perché altrimenti si incazzerebbe con se stesso” commenta James con una smorfia disgustata e divertita.

Lo fulmino con lo sguardo. “Hai intenzione di fare la telecronaca di ciò che viene fuori dallo stomaco di Conor, o puoi anche andare a recuperare dei fazzoletti?”

Va bene, scusa.” Detto questo, si precipita all'interno del locale in cui abbiamo trascorso la serata, per poi ripresentarsi da noi qualche secondo più tardi con un intero dispenser di tovagliolini in mano.

Quello l'hai rubato da un tavolo?” mi informo, perplesso.

Potrebbe essere” sghignazza lui, porgendomi un fazzoletto.

Conor intanto sembra aver finito, così glielo passo sul muso. Dopodiché lo faccio indietreggiare e allontanare dalla pozzanghera formatasi ai suoi piedi. Nell'aria si è diffuso un odore nauseante, mi devo trattenere dall'impulso di tapparmi il naso.

Che situazione di merda. Non è proprio così che intendevo iniziare il 2019.

Con l'aiuto di James, ripulisco il giubbotto di Conor – per fortuna è impermeabile – e cerco di salvare ciò che si può delle sue scarpe da ginnastica.

Lui intanto non reagisce, si tiene in piedi a stento e ha gli occhi chiusi.

Lo devo ficcare nella mia macchina in questo stato? Non potreste prendere un taxi?” borbotta James, andando a gettare i fazzoletti usati in un cestino dei rifiuti poco distante.

Io stringo Conor contro di me e lascio che mi si abbandoni addosso, la testa poggiata sulla mia spalla. Non ha più nessuna forza, penso si stia perfino addormentando.

Ti prego, Price, fammi questo favore. Conor starà a casa mia, così non farai troppa strada per riportarlo. E ti giuro che non ti sporcherà i sedili.”

James sospira. “Va bene, prendo l'auto e la porto qui, così lo carichiamo e non se ne parla più!”

Sorrido. “Grazie fratello, ti devo un favore.”



Sposto lo sguardo dalla strada che scorre fuori dal finestrino al volto disteso e sereno di Conor. Adesso dorme beatamente accoccolato contro di me, con il capo posato sul mio petto. Io lo cullo tra le mie braccia e di tanto in tanto gli accarezzo la schiena attraverso il giubbotto. Non emana un odore tanto invitante, ogni tanto borbotta nel sonno, ma è tenero e la sua vicinanza non mi dispiace affatto. Anzi, mi sento onorato dal fatto che mi prenda come un punto di riferimento, che si appigli a me e cerchi le mie attenzioni.

Eppure so che non mi dovrei illudere troppo: Conor è ubriaco, ecco perché si comporta così. Lui non prova certo le mie stesse sensazioni.

Siamo arrivati!” annuncia James, parcheggiando l'auto di fronte a casa mia.

Apro lo sportello, scosto Conor dal mio petto e lo faccio adagiare sul sedile, poi esco dall'abitacolo e lo aiuto a fare lo stesso.

Phil...” mormora lui, schiudendo appena le palpebre.

Oh, si sta risvegliando.

Shh, è tutto a posto” lo rassicuro, stringendolo subito al mio fianco. È incredibile, appena lo lascio un attimo sulle sue gambe rischia di rovinare a terra.

Serve aiuto?” chiede James, abbassando il suo finestrino.

No, tranquillo. Cioè... effettivamente se mi aprissi la porta... oh cazzo.” Afferro le chiavi di casa dalla mia tasca, ma subito dopo mi cadono a terra.

Il mio amico subito scende dalla macchina, recupera il mazzo di chiavi e mi aiuta a trascinare Conor fino al divano di casa mia. Lo ringrazio di cuore.

Mi devi una birra, amico” è l'ultima cosa che dice prima di rientrare nella sua auto.

Non nominare alcolici proprio ora, altrimenti vomito come Conor!”

Rientro in casa, dove Conor mi aspetta sul divano con gli occhi sgranati. Deglutisco, leggermente inquietato: com'è che adesso sembra completamente sveglio?

Philip.”

Sì?”

Ci sono i piatti sporchi. Devo lavare i piatti.”

Scoppio a ridere. In effetti dopo pranzo non avevo voglia di rimettere a posto e ho lasciato le stoviglie nel lavello.

Mi avvicino a Conor e gli scompiglio i capelli, poi lo aiuto a sfilarsi il giubbotto. “Adesso non ci pensiamo. Andiamo, ti devi dare una lavata.”

Lui sbuffa.

Dai Con, hai vomitato, non ti puoi addormentare così.”

Si lascia sfuggire un mugugno, chiude gli occhi e poggia la testa sulla spalliera del divano.

Sospiro e mi passo una mano tra i capelli. Tutto ciò sta cominciando a stufarmi, ma non voglio perdere la pazienza. Non ci riesco, perché in fondo il mio amico mi fa troppa tenerezza.

Lo trascino in bagno, lo aiuto a sciacquarsi il viso, ma subito dopo mi blocco, indeciso sul da farsi. Lo dovrei svestire, sbarazzarmi di jeans e camicia sporchi, dargli uno dei miei pigiami. Ma mi sento a disagio a toccarlo così.

Inizio a sbottonargli la camicia e gliela sfilo con delicatezza, mentre le mie guance vanno in fiamme. Gli poso due dita sotto il mento e lo invito a sollevare il capo. “Conor, apri gli occhi.”

Lui mi obbedisce subito. “Devo lavare i piatti.”

Scuoto la testa. “Vado a prendere una tuta per te, anche se ti starà grande. Tu riesci a rivestirti da solo?”

Lui tace e mi guarda, gli occhi persi.

Okay.” Mi allontano da lui ed esco dal bagno. Mi fiondo verso il mio armadio e recupero una felpa verde bottiglia e un paio di pantaloni della tuta grigi.

Per fortuna dormiremo in due stanze diverse, altrimenti oggi potrei impazzire.



Scaravento il giubbotto di Conor sull'appendiabiti nell'ingresso, poi recupero le scarpe che si è sfilato mentre era sul divano. Domani controllerò il loro stato e se si possono recuperare, ma oggi mi limito a metterle in un angolo.

Sto per spegnere la luce e recarmi in camera mia, quando Conor appare sulla soglia della sala e si appoggia con una mano allo stipite.

Lo squadro da capo a piedi e sorrido nel rendermi conto che si è messo la felpa al contrario, con le cuciture verso l'esterno. È troppo tenero.

Che cos'è tutto questo disordine, Philip? Diamo una pulita, devo lavare i piatti!” esclama.

Basta Con, andiamo a dormire. Domani metteremo in ordine” ribatto subito, cercando di essere autoritario.

No, io voglio lavare i piatti! Lo sai che il casino mi dà fastidio, non riesco a dormire altrimenti!” insiste lui, sollevando il tono della voce.

Gli poso le mani sulle spalle e lo faccio indietreggiare per poter uscire dalla stanza. Per fortuna è ancora molto debole e non oppone resistenza.

Devo. Lavare. I. Piatti. Cazzo!” scandisce ancora Conor, divincolandosi dalla mia stretta.

Allora lo prendo per un polso e lo trascino nella piccola stanzetta degli ospiti, dove passerà la notte. Chiudo la porta e mi ci poggio contro in modo che non la possa aprire, poi gli lancio un'occhiata disperata. Lo prego mentalmente di darsi una calmata, perché sono distrutto e le sue grida in questo momento non sono per niente piacevoli.

Lui incrocia le braccia sul petto e mette su un broncio abbastanza buffo.

Conor...”

Che vuoi?” strilla lui.

Sbuffo. Di questo passo sveglierà i vicini.

Non lo sopporto quando è così isterico.

Ma tu non eri stanco? Sdraiati” gli consiglio.

Conor emette un gemito esasperato che mi ferisce le orecchie, poi mi si piazza davanti e mi preme le mani sul petto.

Rabbrividisco a quel contatto, ma cerco di non scompormi troppo. Non è questo il momento giusto per lasciarsi trasportare dalle emozioni.

Come faccio a dormire senza aver lavato i piatti? Sono in disordine!” strilla ancora Conor.

Non è in sé, è evidente.

Con una mano gli intrappolo i polsi, mi stacco dalla porta e lo conduco delicatamente verso il letto, ma lui cerca di divincolarsi e continua a gridare e lamentarsi.

Conor, basta, sveglierai tutto il vicinato!” sbotto, davvero spazientito.

Ma lui non ne vuole sapere. “Lasciami stare!”

Ora basta.

Senza allentare la presa sui polsi, lo stringo forte contro di me. Lui mi si spalma addosso, stavolta senza opporsi. Ha il viso a pochi centimetri dal mio.

È un'impresa riuscire a controllarmi, ora che è così vicino a me.

Stai zitto ora?” sibilo.

No, devo andare a...” comincia a blaterare.

Premo con decisione le mie labbra sulle sue, almeno così smetterà di tormentare le mie povere orecchie.

E infatti nella stanza, finalmente, cala il silenzio.

Conor non reagisce, rimane così, con le labbra intrappolate nelle mie. Solo dopo qualche istante si libera dalla stretta della mia mano e mi posa le sue sulle braccia.

Io sono completamente scombussolato da quel contatto. Per quanto tempo ho sognato quel momento? Per quanto tempo ho creduto che non sarebbe mai arrivato?

Non dovevo baciare Conor, ho sbagliato. Sono riuscito a reprimere quell'istinto per mesi e ora mi sto approfittando di lui, che è ubriaco.

Il mio amico si stacca da me, indietreggia di qualche passo e cade a sedere sul letto alle sue spalle. Mi guarda con gli occhi sgranati e le labbra leggermente schiuse. Ora non urla più, sembra essersi calmato del tutto.

Mi viene quasi da piangere. Ho rovinato tutto e ho paura che domani Conor ricorderà ogni cosa.

Scu... scusa” balbetto, torcendomi le mani e distogliendo lo sguardo da lui. Mi vergogno talmente tanto che non riesco più a sostenere il suo sguardo. Mi fisso le mani, escogito un piano per fuggire da quella stanza.

Ma qualche istante dopo sento un tocco leggero all'altezza della spalla, due dita che si posano sulla mia maglia e scorrono dolcemente per il braccio.

Trovo finalmente il coraggio di sollevare appena lo sguardo. Conor è di nuovo in piedi davanti a me, ha le labbra increspate in un enorme e sbilenco sorriso. “Phil...”

L'ho fatto per farti tacere” mi giustifico, le guance che mi vanno in fiamme. Di nuovo.

Rimango di sasso quando lui mi scaraventa sul letto. Mi sollevo sui gomiti, allarmato, ma lui subito mi si sdraia sopra e comincia a tempestare il mio viso di baci, fino a impossessarsi nuovamente delle mie labbra e approfondire quel contatto che prima era rimasto così superficiale.

Il cuore mi batte all'impazzata nel petto, non so che fare. Una parte di me mi suggerisce di ricambiare, di godermi quel momento che ho sempre desiderato; dall'altra parte però c'è la mia coscienza, che mi suggerisce di non dare retta a Conor, perché lui è ubriaco e non è consapevole delle sue azioni.

Ma alla fine non resisto più: stringo Conor tra le mie braccia e lo bacio con trasporto, con la dolcezza e il rispetto che merita.

Allora strillerò più spesso” mi soffia sulle labbra in tono fintamente innocente, con il sorriso nella voce.

Gli accarezzo piano un fianco e gli rubo un altro bacio a fior di labbra. “Meno male che ti sei lavato i denti.”

Lui ridacchia in quel modo dolce e leggero che ogni volta mi fa perdere la testa.

Sorrido e lo abbraccio forte, lasciandogli dei leggeri baci sulla fronte e tra i capelli. Mi fa impazzire la sua voce così delicata, il suo viso da bambino, la sua spontaneità, la sfacciataggine che porta fuori quando esagera con l'alcol. Mi chiedo come ho fatto, per tutto questo tempo, a stargli lontano e fingere di essergli semplicemente amico.

Conor ha sepolto il viso nella mia spalla e il suo respiro pesante e caldo mi fa rabbrividire.

Mi irrigidisco quando insinua le sue dita fredde sotto la mia maglietta e mi accarezza il ventre.

Conor...” mugolo.

Dimmi” sussurra lui contro la mia spalla.

Hai le mani congelate. Lascia stare, non è il momento.”

Dai...” protesta lui.

Lo allontano con dolcezza da me. Lui solleva il capo e punta i suoi occhi nei miei.

Dobbiamo dormire” affermo.

Stai qui con me?” mi chiede, sbattendo le ciglia come un cerbiatto.

Ma siamo su un letto singolo, non ci staremo mai” gli faccio notare.

Conor storce il naso. “Certo che ci stiamo!” Detto questo, si intrufola nel piccolo spazietto rimasto sul materasso accanto a me e io sono costretto a sdraiarmi su un fianco per fargli spazio.

Mi bacia di nuovo sulle labbra e mi trasmette tutto il desiderio che prova nei miei confronti. Lo stesso desiderio che provo anch'io.

È assurdo che Conor mi ricambi. E stavolta non credo sia l'effetto dell'alcol, l'ha voluto davvero.

Lo desidero così tanto, vorrei soltanto eliminare tutta quella stoffa che ci separa e averlo ancora più vicino. Ma non è questo il momento, e se mai accadrà, voglio che Conor sia sobrio e padrone di sé. Per il momento mi limito a lasciargli piccoli baci sul viso, accarezzargli i capelli e la schiena, godere della sua vicinanza e del calore del suo corpo.

Lui si addormenta poco dopo. Era prevedibile, anzi, mi sorprende che non sia crollato prima.

Lo cullo ancora tra le mie braccia, finché il sonno non rapisce anche me. È un sonno pesante e sereno, proprio ciò di cui avevo bisogno, allietato ancora di più dalla presenza del mio amico.

Lo posso ancora definire così?


Devono essere almeno le quattro del pomeriggio quando riapro gli occhi di scatto. Mi sono risvegliato di botto, forse ero nel bel mezzo di qualche incubo che non ricordo.

Sono stipato in un angolino del letto, ma accanto a me non c'è nessuno.

Dove si è cacciato Conor?

Scatto a sedere con gli occhi sbarrati. E se avesse deciso di tornare a casa senza avvisarmi? E se si fosse pentito di ciò che è successo ieri notte?

La tempia destra mi pulsa leggermente, ma non è poi così fastidioso. Ieri ero appena brillo, non dovrò combattere contro gli infiniti effetti collaterali dell'alcol.

Dei rumori in cucina mi avvisano che qualcuno è in casa, così tiro un sospiro di sollievo. Allora Conor non se n'è andato!

Mi metto in piedi e, senza nemmeno fare tappa in bagno, mi dirigo subito nella direzione da cui provengono i rumori. So già cosa mi troverò di fronte, e so anche che scoppierò a ridere.

Mi fermo sulla soglia e osservo Conor, ancora con la felpa al contrario e i pantaloni troppo lunghi che rischiano di incastrarglisi sotto i piedi scalzi. Sta canticchiando distrattamente mentre, con le mani ricoperte di schiuma, passa con cura la spugnetta su un piatto.

Non ci posso credere. Inizio a ridere senza riuscire a contenermi, sempre più forte.

Conor si volta appena nella mia direzione e aggrotta le sopracciglia. “Buongiorno. Ieri non scherzavo quando te lo dicevo. Il disordine mi dà fastidio.”

Allora ti porto a casa di Dom” ribatto tra le risate.

Lui mi sorride, lascia piatto e spugnetta nella vaschetta del lavabo, si avvicina a me e mi regala un bacio a fior di labbra.

Divento di pietra. Quindi anche quello era una sua decisione, se lo ricorda.

Che c'è?” mi chiede dolcemente, con un sorriso.

Quindi tu...?”

Lui si avventa nuovamente sulle mie labbra e fa aderire il suo corpo al mio, attento a non sgocciolare sul pavimento con le mani ancora piene di schiuma.

Senti, continuo a lavare i piatti, tu mi procureresti un antidolorifico? Ho una guerra nucleare in testa!”

Scuoto la testa e gli scocco un sorriso intenerito. “Sei allucinante!”

Lui ridacchia.

Nella sua imperfezione, è talmente perfetto che ancora non posso credere di averlo qui, accanto a me.

Forse questo 2019 non è cominciato poi così male.



♥ ♥ ♥



Ehilà, buona Epifania a tutti! *-*

Vi devo raccontare una cosa a proposito della Befana e dell'altra shot di questa raccolta XD dopo aver scritto “My bloody lip never tasted so sweet”, ho fatto un sogno in cui mia madre mi regalava due pacchi di marshmallow! Non sto scherzando, è successo davvero :D

Ebbene, ho raccontato questo sogno a mia sorella Kim e lei ha ben pensato di regalarmi un pacco di marshmallow oggi, in occasione dell'Epifania! Grazie Kim, sei sempre sul pezzo, ora la DomxJoe è ancora più dolce e concreta nella mia mente :'D

Ora la pianto di blaterare e dire cose che non interessano a nessuno!

Innanzitutto vi segnalo che il titolo di questo racconto è un verso del testo di “You Know Me Too Well” dei Nothing But Thieves, che vi consiglio!

Poi... che ne pensato di quest'altra ship? Già da qualche tempo il mio cervello stava macinando sulla ConorxPhil, poi un colpo improvviso di ispirazione mi ha praticamente costretto a scrivere questa storia ed ecco il risultato!

Eh sì, alla fine Conor ha lavato 'sti diamine di piatti, ahahahah!

Grazie a coloro che hanno recensito la shot precedente e grazie a Emy e Arianna che hanno deciso di accettare questa storia nel loro contest :3

Alla prossima avventura, stay rock!!! ♥



   
 
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