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Autore: Vero_Chan96    06/01/2019    1 recensioni
"Al tramonto i cavalieri tornarono ognuno nei loro alloggi.
Mu si levò l'armatura sospirando e stiracchiando le braccia indolenzite, quella maledetta copertura pesava e anche molto.
Le ancelle gli avevano preparato la vasca, si levava il fumo dall'acqua il che era ancora calda.
Il cavaliere levò i vestiti, senza dare importanza alle ragazze che ancora erano nella stanza, le donne non erano di suo gradimento, come invece lo era per Milo il cavaliere dello Scorpione, ogni sera lo vedevano in compagnia di una donna diversa.
Mu si immerse nella vasca, appoggiando la testa sul bordo e chiudendo gli occhi. L'unico momento di pace della giornata." -Tratto dal capitolo 1.
Genere: Erotico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Aries Mu, Virgo Shaka
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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La luce del sole che irrompe dalle tende bianche dell'alloggio privato.
L'uomo biondo si rigira nel letto con un debole suono impastato ancora dal sonno. Debolmente apre gli occhi che si rivelano di un azzurro cristallino. Si tira a sedere sul letto passandosi una mano dietro il collo.
Un'altra mattina che avrebbe passato nella Sesta Casa, la casa del segno della Vergine.
Si alzò dal letto, andando vicino al contenitore dell'acqua, versandocene un po' con una caraffa e poi apprestandosi a lavarsi il viso. L'acqua gli cadde anche sul torso nudo, come al solito aveva dormito solo con i pantaloni addosso.
Nell'altra stanza le ancelle avevano sistemato la colazione sul tavolo. Dopo aver mangiato finì di vestirsi e poi si diresse verso la scatola dorata che stava  vicino all'entrata del suo alloggio, ne toccò una parete e questa si aprì sprigionando la luce che poi l'avvolse. L'armatura della Vergine si sistemò sul suo corpo asciutto, dandogli quell'eleganza che spettava solo ai Gold Saint.
Intanto anche nella prima casa, il cavaliere dell'Ariete si era svegliato e si era preparato per iniziare la sua giornata.
L'armatura che lo avvolgeva era caratterizzata da due corna, rappresentanti il suo segno, a livello delle clavicole.
Il ragazzo si legò i capelli lilla in una coda bassa che gli scendeva lungo la schiena, guardando per qualche secondo la sua immagine allo specchio. I suoi occhi verdi acqua lo scrutavano inquisitori dallo specchio, poi si soffermarono sulle sue particolari sopracciglia che lo riportavano sempre alla sua infanzia del Jamir, vissuta con i lemuriani, il suo popolo.
"Pronto per una nuova giornata, Mu?"
Mu sorrise, sapeva chi era l'unico che come lui dei dodici cavalieri sapeva usare la psicocinesi.
"Shaka... Sì, mi apprestavo a scendere al tempio. E tu sei pronto?"
"Scendo giusto ora."
Shaka stava percorrendo le scale che portavano al suo tempio e un pensiero era andato all'amico che stava cinque case più sotto. Loro due si erano capiti dal primo momento, cosa che non valeva per gli altri loro compagni, che più che alla riflessione e alla calma, puntavano sulla fisicità e sull'azione istantanea.
Entrambi erano stati educati con gli insegnamenti del Dio Buddha.
"Shaka, stasera ti va di andare ad osservare le stelle come una volta?"
La proposta colse di sorpresa il cavaliere, era tempo che loro due non scendevano alla radura ad osservare il cielo stellato, le guerre per la difesa di Atena li avevano tenuti impegnati per parecchio tempo e la pace non sembrava nemmeno reale, erano sempre all'erta, sapevano che Ade non si sarebbe fermato.
"Ne sarei felice."
Mu seduto sul suo scarno del tempio sorrise felice chiudendo gli occhi e concentrandosi sulla voce del compagno.
La giornata passò lentamente, oltre alla visita giornaliera di Atena, non succedeva nulla di interessante per cui i cavalieri dovessero intervenire.
Al tramonto i cavalieri tornarono ognuno nei loro alloggi.
Mu si levò l'armatura sospirando e stiracchiando le braccia indolenzite, quella maledetta copertura pesava e anche molto.
Le ancelle gli avevano preparato la vasca, si levava il fumo dall'acqua il che era ancora calda.
Il cavaliere levò i vestiti, senza dare importanza alle ragazze che ancora erano nella stanza, le donne non erano di suo gradimento, come invece lo era per Milo il cavaliere dello Scorpione, ogni sera lo vedevano in compagnia di una donna diversa.
Mu si immerse nella vasca, appoggiando la testa sul bordo e chiudendo gli occhi. L'unico momento di pace della giornata.
Aprì gli occhi guardando le ancelle.
-Uscite... Vi chiamerò io quando avrò finito.
Le ragazze ubbidirono, chiudendo la porta di legno dietro di loro.
Lasciato solo, tornò a chiudere gli occhi appoggiandosi con la schiena alla parete della vasca e immaginando Shaka immerso nella vasca con lui. Si portò le mani lungo i fianchi per poi scendere sul basso ventre e poi ancora più giù. Prese a darsi piacere, mentre immaginava i capelli dorati che ricadevano su di lui e due labbra che compivano il lavoro delle sue mani.
Shaka intanto aveva finito il bagno ed era davanti allo specchio con solo un asciugamano legato in vita, che si asciugava con uno straccio i lunghi capelli dorati allo specchio. Finita l'operazione che richiedeva tempo per via della loro lunghezza, si diresse vicino al letto, dove aveva preparato la tunica bianca per il tempo libero, tolse l'asciugamano dalla vita lanciandolo sul letto. Si rivestì e prese la via per uscire dall'appartamento.
Arrivò alla radura dove Mu gli aveva dato appuntamento, lui era già lì seduto sull'erba, Shaka si accomodò vicino a lui portandosi le ginocchia al petto e osservando l'amico, che stranamente aveva le guance arrossate.
-Che hai fatto? Sei tutto rosso in faccia...
Stava per avvicinarsi con le dita alla guancia di Mu, ma quest'ultimò gli bloccò la mano.
-Shaka... Secondo te noi possiamo amare?
La domanda lasciò Shaka un attimo intontito.
-Che stai dicendo? Certo che possiamo. Non mi pare ci sia una regola per questo. E se ci fosse Milo sarebbe già stato esiliato dal tempio.
Mu aveva uno sguardo rabbuiato e non lo aveva guardato in faccia ponendogli la domanda.
-Mu... Ti sei per caso innamorato di qualcuno?
Aveva paura della risposta, ma doveva saperlo e mettersi l'animo in pace.
-S-Sì...
Mu non disse altro.
Shaka non voleva essere invadente e chiedere chi fosse il soggetto, semplicemente si sdraiò a guardare le stelle e prese l'amico per un braccio portandoselo vicino.
   
 
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