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Autore: Noa    07/01/2019    0 recensioni
Al Principe Noctis viene notificato il nuovo assetto politico derivato dagli accordi di Re Regis ed il consigliere Izunia del Niflheim, una pace non proprio serena suggellata da un matrimonio di forma con Lady Lunafreya di Tenebrae. Analisi del giovane erede al trono prima dell'inizio della sua avventura da una prospettiva differente, i saggi e malinconici occhi di Ignis.
lievi spoilers sulla trama del videogioco
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Regis Lucis Caelum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era imperiosa ed elegante la sala del trono di Insomnia, un salone di storia raccontata nella solennità della sua struttura. Immutabile in due millenni, restauri a parte, dai tempi del fondatore della stirpe dei Lucis Caellum, mostrava tutta la sua grazia autoritatia, era persino opprimente a volte, a seconda della luce che filtrava dagli ampi finestroni, il trono era torreggiante su tutto, li per essere imponente e per certi versi schiacciante.
Non tutti i Re di Lucis era stato illuminato, su quel trono si erano succeduti anche despoti e tiranni, oltre che saggi e lungimiranti, ma soprattutto inerti e semplicemente nella media sovrani ordinari che avevano mantenuto lo status quo, senza arte né parte, senza finire come nomi incisi nella pietra, si sa alcuni nomi finiscono semplicemente su tavole di ghiaccio.
Re Regis non era mai stato considerato banale o anche solo nella norma, era un uomo ponderato, nobile e leale, intransigente in modo discutibilmente accanito, ma senza dubbio qualcuno di cui potersi fidare e con il benessere del suo popolo nel cuore. Solo una cosa lo poteva far vacillare dal suo ruolo di saggio custode della sua gente, e quel qualcosa era un qualcuno: suo figlio. Per Noctis il sovrano in carica era pronto a scendere a patti con il diavolo, contrattare su onore e sincerità.
Alle dieci in punto di una calda mattina di inizio estate era stato decretato l’ultimo incontro tra il Re ed il Principe di Lucis, come da accordo con il Niflheim le nozze si sarebbero celebrate in Altissia, senza la presenza del sovrano di Lucis impegnato nella firma del trattato di pace con l’Imperatore Aldercapt. Come in un sogno, per Noctis, stava avvenendo, il fatidico giorno, il suo commiato dalla Cittadella stava avvenendo, ma il suo cuore lo viveva come un evento esterno, come uno spettatore davanti ad un film e non come un personaggio agente sui fatti.
Era vestito con abiti semplici, da tutti i giorni, quelli che avrebbe tenuto per le prossime ore in automobile, anche i suoi tre cavalieri erano in tenuta informale, tutti sentendosi molto piccoli e molto fuori posti nella grande sala del trono.
-Infine il giorno è giunto- esordì solenne il Re seguendo alla lettera il cerimoniale, - la tua partenza ha il nostro benestare, Principe Noctis-
Un inchino impacciato, troppo rigido, ma abbastanza compito nel complesso da parte del giovane.
-Grazie… vostra maestà – cerimoniale incespicante.
- Vai, e che gli dei ti siano benevoli –
- Già…-
Un altro inchino, veloce, troppo veleno, niente incrocio di sguardi e un’uscita troppo rapida da davanti al sovrano, per poco Noctis non andò a sbattere contro Gladio a qualche passo dietro di lui. I suoi cavalieri, fuori sincrono come lui quest’oggi, si inchinarono a tempi sfasati, ma il sovrano non sembrava nemmeno vederli, i suoi occhi seguivano solo il figlio che si allontanava, senza voltarsi indietro. Una smorfia ne solcò il volto provato dalla stanchezza.
-Beeene…- esordì nervosamente Pompto, una volta fuori dalla sala del trono e prossimo alla scalinata centrale, - il nostro principino non cambia mai-
- Tanti saluti al cerimoniale di corte- puntualizzò oltraggiato Ignis.
- Neanche ti avessero chiesto un discorso formale- rincarò la dose Gladio, lanciando una bella e lunga occhiata al principe.
- Vostra altezza!- chiamò il generale Drautos alle spalle del gruppo. Stava scendo le scale accompagnando il Re, a rilento due passi indietro.
- E adesso che c’è?- teso il tono di Noctis, una occhiata ad Ignis, rapida, per poi affrettarsi per sospendere quello spettacolo grottesco, del padre zoppicante che lo insegue sulle scale.
- Temo di non aver detto tutto- esordì Regis, non il sovrano, - cerca di non gravare troppo su chi ti sta intorno-
- Senti chi parla-
- Non vi chiedo di guidare questo mio figlio indisciplinato – disse verso i cavalieri, - ciò nonostante, vi chiedo di rimanere al suo fianco-
-Sarà fatto vostra maestà- Ignis si inchinò formalmente per primo.
- Accompagneremo il Principe ad Altissia, a qualunque costo- si accodò gladio, inchinandosi a sua volta.
- emm si, confermo- bofonchiò un disastroso Prompto, senza razionalizzare che l’inchino era d’obbligo.
- Scusate se interrompo, ma Cor ha già messo in modo- tagliò bruscamente corto Noctis, ruvido. Non perché volesse esserlo, ma perché aveva bisogno che tutto questo finisse, Ignis lo sapeva, lo sentiva fin troppo bene, avrebbe voluto dirgli di sopportare, che quei momenti con il sovrano avevano un grande valore, ne avrebbero avuto di maggiore nella sua memoria poi al matrimoni quando la sua assenza sarebbe pesata, ma era il suo Consigliere, e doveva tacere ora, davanti al Re.
-Drautos, te lo affido- Noctis liquidò il padre, con un cenno al generale.
- Un’ultima cosa- bloccò il congedo Regis, un passo avanti, appesantito sul bastone, un gesto che feriva il principe che si chiudeva maggiormente a riccio, - ricorda le buone maniere davanti alla tua incantevole promessa sposa-
- Lo stesso vale anche per vostra maestà- teatrale e faceto Noctis nel fare un ampio inchino, - comportatevi bene con i nostri illustri ospiti del Niflheim- stoccata che non si risparmiò, uno sguardo che rimarcava che non aveva dimenticato il congedo prima della firma.
- Non hai motivo di temere-
- Neanche tu-
-Ricorda, - esitò il Re, nel breve attivo in cui i cavalieri si erano allontanati, - una volta partito non potrai voltarti indietro-
- Pensi che lo farei? -
- Voglio solo assicurarmi, che tu sia pronto a non tornare- regale preoccupazione nel volto del sovrano. Stava dicendo altro, molto altro, ma il principe non poteva vederlo.
- Non so tu, ma io sono pronto al meglio delle mie possibilità- intenso lo sguardo che rivolse al padre, e la scelta delle parole.
- Fai attenzione, è una lunga strada- piccole crepe nel padre, - ovunque essa ti conduca la Stirpe di Lucis sarà con te- sorrise poggiandogli una mano sulla spalla e c’era qualcosa di davvero malinconico e profondo in quel semplice festo, - cammina a testa alta, figlio mio-


Ignis aspettò fuori dall’auto l’arrivo di Noctis, che scese i gradini dopo gli ultimi momenti con il sovrano ad una lentezza angosciante da guardare. Sorrise al principe, o almeno forzò l’espressione in tale senso, doveva, uno di loro doveva resistere, impietoso e stoico allo stesso tempo.
-Sei pronto- non era una domanda, gli stava solo ricordando la loro ultima conversazione.
-Devo esserlo-
Ecco la verità, in una manciata di secondi, quando non si poteva più argomentare nulla, gli occhi blu oltremare che urlavano un caos che non poteva avere voce, dovette farsi del male Notis per non guardarsi indietro.
-Siete pronto, principe- insistette Ignis abbracciando il ruolo che gli era d’obbligo, per il bene superiore.
-Sto salendo su quest’auto perché ci sei tu davanti a quello sportello, ma d’accordo…- abbozzò un’espressione falsamente divertita, un che di nervoso che fece forzatamente sfumare in uno che di disinteressato e leggero, - sono assolutamente pronto- mentì con il sorriso, ne incrociò lo sguardo per un brevissimo istante ed entrò in macchina.
Fu un secondo, un solo dannato secondo, che però al cavaliere sembrò tutta un’eternità, sentì il suo corpo muoversi senza realizzare l’atto come conscio, il muovere delle mani per aprire la portiera a Noctis e lasciarlo accomodare nell’abitacolo, i loro occhi che si incrociano per solo per quel dannato attimo.
Il Marshall fece da autista a Principe e Cavalieri fino alle porte occidentali di Insomnia, dove la Regalia li attendeva per l’inizio del loro viaggio. Volarono commenti divertiti, allusioni alla vita matrimoniale per cui Noctis non era pronto, senza però che le risate prendessero troppo piede, il giovane erede al trono rispondeva a monosillabi e con il suo totale disinteresse abbatteva ogni insinuazione.
I cambi d’auto fu silenzioso, salvo che per un paio di minuti in cui Ignis si ritrovò nuovamente solo con il principe, era frustrante questo centellinare gli attimi prima della linea di confine che avrebbe chiuso i loro dialoghi per dare loro una forma diversa, quella necessaria allo scopo.
-Non torneremo indietro- mormorò Noct con sguardo distante, alla strada.
-Come previsto, altezza-
-Loro lo sanno?-
-Sanno abbastanza, e lo accetteranno senza fatica-
Le risposte di Ignis erano già nel metodico, dovevano, stava fremendo dentro di sé, lo scambio di battute alla scalinata avevano dissestato tutte le sue barriere di buonsenso. Ci fu un altro scambio di sguardi e poi un sorriso.
-Andiamo Ignis, siamo pronti quel tanto che è necessario- concluse semplicemente il principe salendo in auto.
Ignis fece un inchino con il capo, tardivo, lo avevano freddato le parole di Noctis, avrebbe pagato per avere più tempo, il modo giusto di dire le cose…
A volte semplicemente non ci sono parole e tempi giusti… o semplicemente le parole sono sopravvalutate.
Partenza.
  
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