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Autore: Dante Vail 1911    07/01/2019    0 recensioni
Vail.
È un cognome antico.
La quantità di aggettivi accomunabili a questa famiglia è estremamente ampia.
C'è chi li chiama "psicopatici", altri solo "impresari".
Ma di sicuro c'è una cosa su cui tutti sono d'accordo quando si tratta con i Vail.
Sono pericolosi.
La lingua può essere tagliente come una spada, ma nessuno ha spade come quelle dei Vail, e di sicuro nessuno sa usarle come loro.
Membri attuali della famiglia: 5 più uno sacrificabile.
Di quanti di loro parleremo?
Bhe, c'è solo un modo per scoprirlo.
[Revamped intro!Also tweaking primo capitolo]
Genere: Azione, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1
America Fuck Yeah
 

Tsuyu Asui osservò per qualche altro secondo la mappa dell'edificio, quindi si sistemò l'auricolare e la passò al suo, secondo, compagno.
 
 
Pensandoci bene, di sicuro ci sarebbero stati modi migliori per gestire quel test in 22, invece che dividere in squadre da due che si affrontavano a due alla volta, cosa che avrebbe, e infine portò, a due squadre da uno, che dovettero essere aggiunte di qualcuno che aveva già eseguito il test per rendere equo il sistema.
La scelta era ricaduta su di lei e Uraraka, la ragazza della gravità che fortunatamente si era ripresa dalla condizione di mal d'aria che aveva ricevuto nel primo scontro.
Almeno conosceva minimamente il suo Quirk, cosa che non poteva dire dell'altro avversario. O effettivamente, del suo stesso compagno.
 
 
"So..." disse lui in quel momento facendola voltare.
 
 
"Kero?" rispose lei, usando nuovamente l'onomatopea giapponese del verso della rana come se fosse una domanda, e nuovamente si trovò ad osservare il ragazzo in fronte a se.
 
 
Max Vail. Conoscendo il suo paese d'origine, qualcosa le diceva che il suo nome fosse il diminutivo di Maxwell o qualcosa del genere. Aveva sentito della possibilità di studenti stranieri, ma quando era entrata alla U.A. non si aspettava di trovarne due, e per di più fuoricorso.
 
 
Rispetto ai suoi 150 cm di altezza, i 184 del ragazzo sembravano molti di più, ma stranamente non erano i più della stessa classe, poiché il ragazzo dalle tante braccia sembrava leggermente più alto di lui.
 
 
Certo, quello in cui era più avanti rispetto agli altri era l'età, con un vantaggio di 5 interi anni e probabilmente di più. Di certo dimostrava 20 anni dalla corporatura, ma anche altri della sua classe non erano dissimili da lui, per quanto nettamente più giovani.
Per quanto un universitario in un liceo sembrasse alquanto ridicolo, era quasi necessario se voleva ottenere una licenza da eroe giapponese, e accadeva più spesso di quanto si pensasse.
 
 
Il ragazzo indossava un pesante redingote di pelle marrone, chiuso dal ventre al collo con bottoni e cerniere, dotato di svariate tasche, così come di una serie di brevi cartucciere sparse. Le più notabili erano quella sull'avambraccio destro, che teneva in posizione 5 di quelli che lei supponeva fossero proiettili da caccia, o almeno così li avrebbe chiamati, non conoscendo un termine migliore ma riconoscendo la plastica rossa di cui erano fatti da alcuni film che aveva visto. In realtà non era così lontana dalla verità, dato che erano 12 gauge buckshot 00 per fucili a canna liscia. E quella sulla spalla destra, che teneva solo due proiettili con un design molto più militare, ma nettamente più lunghi, ovvero due .50 Browning Machine Gun.
Le sue mani erano coperte da un paio di guanti militari marroni integrati di protezioni in kevlar e fibra di carbonio per le nocche.
I pantaloni erano stranamente anonimi, in pelle sempre marrone e che andavano a terminare coprendo un grosso paio di stivali militari che sicuramente avevano la punta anti infortunio in metallo.
 
 
Ma chiaramente il pezzo più evidente del suo costume da eroe lo portava in testa. A coprire i suoi lunghi capelli biondi, vi era un largo cappello da cowboy sempre rigorosamente marrone, che torreggiava sopra la sua testa. La falda destra del cappello era rialzata e si attaccava alla corona dello stesso con un bottone.
 
I suoi occhi, o per meglio dire l'occhio destro, era di un azzurro intenso, che scrutava il foglio con stampata la pianta dell'edificio con aria di sufficienza.
L'altro occhio era interamente nascosto sotto una costosa benda grigio canna di fucile, che era legata saldamente con tre lacci di cuoio alla sua testa, coprendo interamente l'orbita oculare, ma lasciando trapelare l'inizio, o forse la fine, di una brutta cicatrice.
 
 
"Ci sono tre posti in cui potrebbero aver messo il "Little Boy" in carta pesta..." disse girando il foglio verso la ragazza.
Non parlava malissimo in giapponese, per quanto si sentisse parecchio che non era la sua lingua madre, o nemmeno la seconda per ciò che valeva, ma a quanto pare era in grado di usare parole più complesse come "cartapesta" e probabilmente altre.
 
 
"Qui. Qui. E qui" disse poi puntando una serie di stanze.
 
"Questa però sembra la stanza più difendibile" rispose la ragazza indicando una stanza con una sola entrata e probabilmente la maggiore difendibilità.
 
"Già, lo è. Per questo non la metteranno lì. Se non avessimo la mappa sarebbe una buona idea, ma vista la situazione, da un punto di vista strategico la metteranno in una di queste tre" disse lui indicando le stanze che aveva indicato in precedenza per poi piegare la mappa ed infilarla in una tasca.
 
 
La ragazza lo guardò alzarsi dalla ringhiera su cui era seduto e stiracchiarsi leggermente.
 
 
"Abbiamo un piano d'attacco?" chiese la ragazza non preoccupandosi di usare parole semplici, data la padronanza della lingua del ragazzo.
 
"Search and secure" disse lui finendo di riscaldare i muscoli.
 
"Non mi sembra granché" rispose lei.
 
"Già... 15 minuti?" chiese il ragazzo cambiando di colpo argomento mentre settava il cronometro sul suo costoso orologio da polso, che stranamente indossava al contrario, così che per guardarlo dovesse tenere il palmo verso l'alto.
Lei lo guardò curiosa, quindi scese a sua volta dalla ringhiera, poggiandosi a terra a quattro zampe come una rana.
 
"Bene. Io sono pronto" disse il ragazzo pronto a far partire il conto alla rovescia.
 
"Se lo dici tu" rispose la ragazza acconsentendo.
 
 
La voce di All Might rimbombò attraverso i loro auricolari "Team eroi K VS Team villain L. BATTLE START!!!"
 
 
Max sorrise facendo partire il cronometro e si avvicinò alla porta dell'edificio dicendo: "Let's show them how it's done", quindi abbassò la maniglia della porta.
 
 
Gli si inarcò il sopracciglio quando la porta non si aprì.
 
 
Abbassò nuovamente la maniglia provando sia a tirare sia a spingere, ma la porta metallica rimase comunque nella sua posizione.
Il ragazzo tamburellò per un attimo sulla maniglia, quindi si voltò verso il lampione più vicino, sopra il quale era montata una telecamera, e disse: "Shouldn't this be open?" indicando la porta.
 
 
All Might si trovò spiazzato nel notare che la porta era chiusa.
 
"Ah... ecco..." disse tastandosi le tasche posteriori dei pantaloni del costume.
 
"All Might sensei. Si è dimenticato di aprire la porta dell'edificio del test?" chiese Ashido trattenendo a stento una risatina nel vedere l'eroe numero uno che tastava ogni parte del costume in cerca delle chiavi.
 
"... emh... no... mi sembrava di averla aperta... eppure erano qui da qualche parte..." disse l'imponente uomo continuando a cercare le chiavi anche in posti dove non potevano essere, come sui possenti pettorali o nel mantello.
 
 
Ascoltando la confusione del professore e il tempo che scorreva, Asui guardò il ragazzo dicendo: "Dovremmo vedere se c'è un'entrata sul retro o provare la scala antincendio. Le finestre sono sbarrate".
 
Il ragazzo osservò la porta, che si apriva verso di loro e disse: "Nessun problema, ci penso io".
La ragazza lo guardò e disse: "Guarda che si apre verso l'esterno. Ci impiegherai troppo tempo a buttarla..." ma fu interrotta dal ragazzo che si sistemò e urlò: "OPEN THE FUCK UP!!! IT'S FREEDOM!!!" per poi tirare un possente calcio affianco alla maniglia della porta, che si incurvò di colpo, ma senza aprirsi.
Il ragazzo ritornò su entrambi i piedi, quindi si posizionò di nuovo e colpì nuovamente la porta con ancora più forza, questa volta sventrandola dai cardini e facendola volare per il corridoio che aveva dentro.
 
 
"Aperta" disse il ragazzo avviandosi per il corridoio.
 
"Nel modo più Americano possibile" disse la ragazza osservandolo per un istante con i grossi occhi verde scuro.
 
Lui, sentendola, si voltò dicendo: "On a scale of 1 to America, how free are you?".
 
"Kero?" rispose nuovamente lei.
 
Il ragazzo sorrise ruotando semplicemente gli occhi, quindi tornò a percorrere il corridoio seguito dalla ragazza, che saltellava esattamente come una rana.
 
Ci volle poco meno di un minuto perché i due salissero al secondo piano.
 
Sorpassato un angolo, il ragazzo smise di correre di colpo, fermandosi in scivolata sul pavimento di cemento.
Asui sorpassò l'angolo a sua volta, trovandosi di fronte Max che le indicava di fermarsi con il braccio.
La ragazza alzò lo sguardo sopra di lui capendo perché si era fermato.
 
 
Dall'altro capo della stanza, vi era una figura che bloccava la rampa di scale per il piano superiore.
Alta circa 169 cm indossava anche lei un redingote in pelle marrone, che per quanto dissimile da quello di Max, comunque aveva svariate similitudini. Si notava però la mancanza delle cartucciere, a parte per il corto pezzo di un nastro di munizioni calibro .7.62 che usciva da una delle tasche.
Stivali e pantaloni erano anch'essi praticamente uguali a quelli di Max, se non per piccoli elementi di design, e per una serie di piccoli portachiavi non identificabili attaccati ad una catenina connessa ai pantaloni.
Indossava solo un guanto rinforzato, il sinistro. Stranamente il destro era un normale guanto di pelle, ma che comunque riproponeva il colore marrone del resto del costume.
Il cappello che indossava era decisamente più largo e logoro di quello di Max, compreso di qualche buco e strappo ricucito. In compenso non aveva la falda attaccata alla corona, e dalla posizione di chi lo indossava non era possibile vederne la faccia.
 
 
La mano sinistra della figura era impegnata a far roteare un piccolo mazzo di chiavi sull'indice.
 
 
"Volete sapere una cosa divertente?" chiese la figura, rivelando una voce femminile e giovanile.
 
Di colpo smise di far roteare il mazzo di chiavi fermandolo su un portachiavi a forma di testa di All Might stilizzata.
Con un semplice movimento della testa, la ragazza spostò il cappello all'indietro, rivelando il suo splendido e giovale viso, assieme ai profondi occhi azzurri e i lunghi capelli lisci e biondi.
"All Might ha una piccola Testa di All Might come portachiavi" disse poi trattenendo a stento le risate.
 
 
L'eroe in questione si strinse leggermente nelle spalle sentendo che diversi degli studenti dietro di se ridevano di soppiatto e facevano battutine.
"Quello è il portachiavi più egocentrico che abbia mai visto" disse Kaminari ridendo in silenzio insieme a Kirishima.
All might si voltò di colpo cercando di nascondere l'imbarazzo sotto il suo smagliante sorriso e disse: "Ah ah... emh... per essere chiari... l'azienda che l'ha prodotto me ne ha mandata una scatola intera... e non volevo-cioè non potevo lasciare così il loro lavoro e allora..." ma le scuse non sembrarono reggere molto con la classe che discendeva sempre di più in risate soffuse e battute.
 
 
Tsuyu osservò per qualche attimo la ragazza, poi si voltò verso il ragazzo, aprendo la bocca per parlare, ma fu interrotta ancora prima di iniziare da lui, che disse: "Hi, Jenny".
 
 
"ONII-CHAN!" disse lei con voce sognante unendo le mani e alzando la gamba destra, poi cambiò di colpo espressione in una smorfia dicendo: "Sì, non c'è modo che io possa dirlo che non suoni o fastidioso o tremendamente pornografico...".
 
 
"Mi sento preso in giro" pensò All Might osservando la ragazza attraverso i monitor.
 
 
"Arriviamo alla parte divertente" disse Jenny scrocchiandosi il collo mentre infilava il mazzo di chiavi in una tasca. Quindi allungò una mano verso la catenina con i portachiavi, staccando il moschettone di uno che sembrava uno stuzzicadenti.
Facendo roteare il moschettone sul dito, la ragazza lo portò dietro la schiena per non far vedere cosa faceva.
In un istante si poterono vedere svariati fasci di luce, che si unirono in fretta fino a formare un lungo Bō di 180 cm, con entrambe le punte rinforzate in metallo, con un effetto molto simile a una grossa stampa 3D fatta molto molto in fretta.
Con maestria fece poi roteare il bastone puntando i due in fronte a se dicendo: "Allora? Chi vuole delle ossa rotte?".
 
 
"Forte, il suo Quirk sembra quello di Momo" disse Hagakure nella sua trasparenza.
 
"Non credo sia simile al mio" disse la ragazza in questione. "Sembra che abbia preso qualcosa dalla cintura" disse poi.
 
 
"Preferisci che sia io a distrarla o lo vuoi fare tu?" chiese Asui senza togliere lo sguardo dalla ragazza che saltellava pronta allo scontro.
 
"No" disse il ragazzo.
 
"Kero?" fece confusa la ragazza.
 
"Torna indietro e sali dalla scala antincendio a lato dell'edificio" disse voltando verso di lei l'occhio bendato.
 
"A lei ci penso io" continuò poi osservando la sorella.
 
"È armata, non è una grande idea affrontarla da sola" controbatté Asui.
 
"E chi ti dice che sono disarmato?" disse il ragazzo, per poi allungare la mano destra.
 
All'istante un turbinio rovente di fiamme arancioni divampò dalla sua mano, estendendosi fino a 150 cm nella sua mano, per poi diradarsi di colpo e svanire, lasciando nella sua mano una spada a due mani di pregevole fattura.
 
 
"Wow. Ha una spada" disse Sato stringendo i pugni.
 
"Deve anche saperla usare" disse Todoroki, che era improvvisamente diventato interessato alla situazione, ma più che per la spada di Max, per il modo in cui l'aveva richiamata, e di quanto potesse essere simile a parte del suo Quirk.
 
 
Tsuyu osservò stupita la spada del ragazzo, mentre la afferrava con entrambe le mani puntando la sorella in una guardia shlüssel.
 
"Spero tu sappia quello che fai" disse per poi saltellare via lungo il corridoio da cui erano arrivati.
 
"Non preoccuparti. È il mio lavoro" disse lui senza staccare lo sguardo dalla sorella.
 
 
"Oh... ma io volevo combattere contro la raganella..." disse la ragazza, con un tono misto tra lo strafottente e il deluso.
 
"Have you noticed that you are still talking the "anime language"?" chiese il ragazzo alzando il sopracciglio dell'occhio buono.
 
"Uh! Right!" rispose la ragazza, facendo notare come entrambi fossero estremamente fluenti nella loro lingua madre.
 
 
"Io però vorrei sentire cosa si dicono..." disse Hagakure, ancora infastidita dalla mancanza di audio dei monitor.
 
"Per ora si stanno solo parlando in Inglese" disse All Might.
 
"Ah già... mi ero scordato che fossero Americani..." disse Kirishima, notando i primi movimenti da parte della ragazza.
 
 
Jenny si avvicinò di colpo, cercando di colpire il ragazzo con un ampio movimento diagonale dal basso verso l'alto, che lui schivò facendo un passo indietro, per poi contrattaccare con un colpo diagonale discendente, che a sua volta la ragazza schivò.
 
I due cominciarono così una pericolosa danza, formata da ampi movimenti con le armi e veloci aggiustamenti.
 
 
Effettivamente, nessuno che osservava lo scontro poteva dire con certezza come stesse andando, dato che nessuno aveva idea se i due conoscessero effettivamente le armi che usavano, oppure stessero andando ad istinto, All Might compreso.
 
Vi era una sola eccezione. Momo Yaoyorozu osservava stupefatta la tecnica della ragazza, studiandosi i suoi ampi e fluidi movimenti, così come i suoi cambi di posizione e le sue pose. La sua non era solo una buona tecnica. Era eseguita alla perfezione, con una precisione e una pulizia che facevano sembrare a confronto, la sua tecnica con il bastone, l'equivalente di una ragazzina che roteava un manico di scopa. Inoltre, per quanto non ne sapesse molto di scherma medievale, il solo fatto che il ragazzo fosse in grado di tenere testa alla ragazza e incalzarla a sua volta, comportava che anche la sua tecnica fosse di altissimo livello.
 
"È questa la differenza che c'è tra di noi?" si chiese sottovoce la ragazza, senza che nessuno la sentisse.
 
 
Con maestria, Jenny fece roteare il bastone intorno a se lasciandolo con una mano e sistematicamente afferrandolo con l'altra, portando tre colpi dalla sinistra del ragazzo, alternati tra alti e bassi.
Quando il ragazzo li schivò tutti e tre indietreggiando, la ragazza ruotò su se stessa, tenendo il bastone con una mano sola per il fondo, cercando di colpirlo con un fendente con tutta la forza che aveva, urlando: "BONE CRACK-", ma venne interrotta da ragazzo, che mollando la presa con la mano destra, si aiutò poggiandola sulla lama, intercettando il colpo del bastone, superandolo con i suoi migliori punti di presa urlando in Latino: "INCUMBE!".
 
Perdendo la presa sulla sua arma, che rotolò lungo la stanza, e non avendo tempo per schivare, l'unica cosa che la ragazza poté fare per proteggersi da quel possente colpo a mezza spada diretto alla sua testa fu alzare il braccio destro.
 
 
Tutti trattennero il fiato di colpo nella sala monitor, capendo che quello spadone era più che in grado di troncarle il braccio di netto.
 
 
La lama impattò con forza contro di lei generando un forte rumore metallico.
Senza perdere tempo, il ragazzo trascinò verso di se la spada, strisciando più di due quinti di essa sul suo braccio generando una nuvola di scintille roventi che piovvero sul terreno affianco a lui.
La ragazza si allontanò di scatto con un salto osservando il ragazzo fermo in fronte a lei.
 
 
"Ma... come...?" chiese Tokoyami osservando stupefatto il braccio della ragazza, ancora perfettamente al suo posto.
 
 
Max si appoggiò la spada sulla spalla, dipingendosi un ghigno sul volto, quindi fece un cenno con la mano libera e la testa, indicando il braccio della ragazza.
 
Jenny lo osservò un attimo confusa, quindi abbassò lo sguardo sul suo braccio curiosa.
Rimase spiazzata nel notare che la manica del redingote era rimasta tagliata per l'interezza del pezzo su cui era passata la lama, ed ora le fibre di kevlar che vi erano strettamente tessute all'interno al interno erano fuoriuscite in una matassa sconnessa.
 
 
"Oh you motherfucker!" disse sollevando il braccio e osservando il disastro che era diventato il pezzo di manica.
 
 
"Uh... sembra più interessata al costume che alla sua salute..." disse Kaminari, leggermente stupito dal comportamento della ragazza.
 
 
""Fucking ballistic fiber" they said..." disse poi Jenny infilando la mano sinistra nella matassa. "..."Can fricking stop bullets" they said..." continuò poi con tono infastidito cercando di strappare via il pezzo tagliato con scarsi risultati. "FUCK OFF!!!" urlò infine riuscendo con un forte strattone a liberarsi del pezzo tagliato, che si lasciò dietro solo parte del kevlar aggiuntivo.
 
 
Lì tutti compresero come avesse fatto la ragazza a non perdere il braccio, ed anche il perché delle scintille.



Sotto la manica, quello che si palesava era un avambraccio metallico interamente colorato di uno scuro nero grigiastro, dotato di una serie di piccoli led bluastri.
 
 
"Ha una protesi!" disse Sero, nel caso qualcuno non lo avesse notato.
 
 
"Bloody corporate costume designers... God Damned wankers... Stupid ass suckers..." continuò a sproloquiare la ragazza mentre toglieva i mazzetti di fibre che le davano tanto fastidio.
 
 
"Ha un vocabolario alquanto nutrito..." pensò All Might ascoltando la ragazza attraverso l'auricolare.
 
 
"...THOTS!" concluse quindi la ragazza levandosi anche il guanto destro, mostrando la mano meccanica che c'era sotto.
Vista da lontano sarebbe anche potuta sembrare una mano vera, se non per il colore nero, ma di sicuro si comprendeva essere una protesi di primissima qualità, con un prezzo non indifferente. Il punto su cui era passata la lama del ragazzo non riportava nemmeno un graffio, facendo comprendere che con buone probabilità era stata pensata per il combattimento, o almeno per la resistenza alle lame.
 
 
"Are you finished?" chiese Max, togliendosi la spada dalla spalla, per poi agitarla e avvolgerla di fiamme, nelle quali svanì.
 
"Suck. My. Dick." gli rispose la ragazza, scandendo ogni parola e non curandosi del piccolo problema anatomico che comportava quell'affermazione.
 
 
"Qualcosa mi dice che quello fosse un insulto" disse Ashido leggendo più o meno le labbra della ragazza e osservando il suo sguardo.
 
 
Lo scambio di sguardi fra i due durò pochi secondi, dopo i quali la prima a reagire fu la ragazza.
Spronandosi con un urlo da guerra caricò il ragazzo cercando di colpirlo con un gancio sinistro.
Il ragazzo si spostò come un vero boxeur, colpendo la ragazza con un montante sinistro al fegato, forte abbastanza da sollevarla leggermente da terra.
Stringendo i denti, la ragazza tornò in guardia, parando il gancio destro del ragazzo, per poi cercare di colpirlo con una serie di 1-2 che lui parò o schivò con abilità.
All'istante, la ragazza piantò il piede destro a terra, roteando su di esso per poi colpire il ragazzo al volto con un roudhouse kick.
Stordito, lui non riuscì a bloccare il montante destro della ragazza, che lo colpì in pieno petto generando un particolare rumore metallico dal braccio meccanico.
La ragazza seguì con un altro diretto destro, ma lui lo bloccò afferrando il suo pugno con la mano sinistra.
In fretta roteò su se stesso, colpendo il gomito della protesi con un colpo di karate, che seguì poi con una gomitata al volto della ragazza.
 
 
"Mescolano Boxe e Karate" disse Sato, dall'alto della sua conoscenza della boxe.
 
"Non è solo Karate" disse Ojiro osservando i movimenti dei due, attirando su di se l'attenzione di buona parte della classe. "Ci sono anche Ju-jitsu, Taekwondo, Muay Thai, quello che credo sia Krav Maga e dell'altro che nemmeno conosco" continuò quindi.
 
"Si possono conoscere così tanti stili di combattimento?" chiese Kaminari.
 
"Io non sapevo nemmeno esistessero tutti questi stili..." disse Hagakure.
 
 
Con una serie di finte e schivate, Jenny riuscì a raggiungere un'apertura nella guardia del ragazzo, colpendolo con un gancio a piena potenza sulla guancia destra.
Dimostrando la possente forza del suo braccio meccanico, la ragazza scagliò il fratello contro il muro, che cedette in parte al suo impatto, lasciandolo mezzo incastrato nel cemento dei pannelli removibili di cui era costituito.
 
 
"Porca miseria che colpo..." disse Kirishima osservando il ragazzo che si estraeva dai detriti.
 
 
Max si estrasse dal muro con dei secchi movimenti. Voltò lo sguardo verso la sorella, mentre un rivolo misto di sangue e polvere cementizia gli colava dalla bocca, la cui mandibola era chiusa in una posizione storta non molto naturale.
Tenendo l'occhio fisso sulla ragazza si avvicinò in fretta, per poi spiccare un salto in quello che sembrava un butterfly kick, ma che si rivelò solo una finta, nella quale la ragazza cascò.
Mentre ancora roteava il calcio, un veloce turbinio di fiamme portò qualcosa alla sua mano.
Con ormai la guardia sbagliata a causa della finta del ragazzo, Jenny non riuscì a difendersi dal suo vero attacco, e lui riuscì a piantarle l'oggetto che si era portato alla mano nella base del collo, per quanto quasi nella spalla.
Con il fiato tagliato, la ragazza tentennò per mezzo secondo, ma immediatamente si poté udire uno strano suono, come di vetro che strisciava su vetro.
Afferrandosi al braccio del fratello, che ancora teneva l'oggetto piantato nel suo collo, la ragazza roteò un calcio di punta, piantandoglielo nel costato con forza, per poi torcere la gamba e far chiaramente udire il suono di qualcosa che si spezzava.
 
 
Con una smorfia di dolore il ragazzo lasciò la presa allontanandosi di un passo, cosa che fece anche lei, mantenendo un equilibrio precario.
 
 
Gli occhi dell'intera classe si sgranarono notando che dal collo della ragazza sbucava il manico di un grosso coltello, la cui lama era interamente piantata nella sua carne, da cui ora sgorgava sangue in copiose manciate.
Anche il ragazzo perdeva sangue copiosamente dal punto in cui lei l'aveva colpito, e ora cercava di mitigare la perdita con la mano sinistra.
 
 
"ALL MIGHT SENSEI LI FERMI SUBITO!!! QUEI DUE SI STANNO AMMAZZANDO!!!" urlò prontamente Iida, dando fiato ai pensieri sgomenti dell'intera classe.
Il pro-hero afferrò prontamente il microfono dicendo: "VOI DUE FER-" ma fu interrotto da una voce nell'auricolare.
 
 
"Sto... bene..." riuscì a dire la ragazza in un misto di giapponese e rantoli di sangue.
 
"Anche io..." disse il ragazzo per poi infilarsi due dita della mano destra nella ferita.
 
Con mano tremante Jenny afferrò il manico del coltello, cominciando a estrarlo dalla ferita stringendo i denti.
 
 
Assieme ad un ultimo fiotto di sangue, Max riuscì a estrarre dal suo costato quella che sembrava essere una lama di vetro di almeno 15 centimetri, che aveva preso un colore rossastro a causa del sangue.
Con un raccapricciante suono di carne tagliata, anche la ragazza estrasse il coltello, rivelatosi essere un Ka-Bar dalla lama parzialmente seghettata.
Tossendo sangue, entrambi buttarono a terra le lame, incurvati dalle ferite.
 
 
Per primo, Max si rimise diritto, mentre il sangue della sua ferita smetteva di fuoriuscire, e al suo posto, roventi lingue di fuoco arancione si facevano largo attraverso di essa.
Sputò a terra un misto di sangue, saliva e malta e poi soffiò dalle narici quella che sembrava fuliggine.
 
"Bugger off" disse poi assumendo una posizione eretta completa e osservando la sorella in fronte a se.
 
 
"Max Vail" tuonò la voce di Present Mic in fronte all'immagine in bianco e nero del ragazzo.
"Quirk: Purge By Fire" continuò poi. "Ha un assoluto controllo sul fuoco, tale che non può essere bruciato o ferito dallo stesso. Sembra anzi che tramite esso sia in grado di curare se stesso. Inoltre è in grado di trasportare oggetti attraverso il fuoco, spiegazione del come nel secondo foglio..." continuò poi il Pro-hero, "... Secondo foglio che a quanto pare qualcuno si è dimenticato di stampare, quindi suppongo ci si debba accontentare..." concluse deluso, lasciando che la scena riprendesse il suo corso.
 
 
Dalla ferita di Jenny cominciò a volare fuori una piccola polverina che brillava sotto la luce delle lampade della stanza, come polvere di vetro, quindi il sangue si fermò e un piccolo cristallo amorfo si generò dalla ferita con un leggero e delicato colore rosa.
Con la mano destra, la ragazza afferrò il piccolo conglomerato cristallino, per poi spezzarlo e buttarlo a terra, infrangendolo, lasciando solo la sua pelle senza nemmeno un graffio.
 
"Fuck off" disse lei osservando a sua volta il fratello.
 
 
"Jenny Vail" sancì nuovamente la voce di Present Mic, fermando la scena per la seconda volta.
"Quirk: Pure Crystal" continuò. "Può generare e manipolare qualunque forma di vetro, specialmente quello di tipo "cristallo". Inoltre può usare lo stesso cristallo che crea per richiudere le sue ferite, questo perché la sua pelle e il vetro che comanda..." l'eroe presentatore però si fermò facendo chiaramente sentire il suono di una risma di fogli che si muoveva davanti al microfono. "... Ci sono sei pagine di spiegazione per il quirk di questa ragazzina, ma siamo pazzi??? Non abbiamo scritto di essere concisi nel compilare i documenti?" una voce fuori campo non riconoscibile sembrò spiegare qualcosa all'uomo. "Cosa significa che questa è la versione riassunta? E che intendi dire con smettila di essere così UNPROFESSIONAL!?!?! Oh lasciamo perdere... Si chiude le ferite, spiegazioni aggiuntive su richiesta (tanto non interessa mai a nessuno...)" concluse l'eroe lasciando nuovamente che la scena scorresse.
 
 
Lo stupore generale si era sparso per la sala monitor. A parte per Aoyama, Ashido, Koda, Jiro, e Hagakure, che si erano voltati per il ribrezzo e la crudezza della scena, gli altri osservavano ancora i due che si riprendevano dalle ferite e si rimettevano in una guardia da combattimento.
 
"Possono guarire le loro ferite..." disse Mineta leggermente sotto shock e leggermente scosso.
 
"Mostruoso..." disse Kirishima senza staccare gli occhi dai due.
 
"Ha intenzione di fermarli... sensei...?" chiese Iida, ora effettivamente non molto sicuro della situazione.
 
 
All Might osservava i monitor mantenendo il suo iconico sorriso, anche se leggermente incrinato dagli eventi. "Avevo letto che i Quirk di quei due potevano guarire le ferite, ma non pensavo fino a questo punto. Sono davvero incredibili" pensò l'imponente uomo mentre su un altro monitor compariva l'inizio dello scontro fra Uraraka e Asui, a cui nessuno fece caso, dato che erano lì solo per fare numero e non sarebbero state giudicate.
 
"Per ora li lascerò continuare, ma se arriveranno nuovamente a questo punto li fermerò" disse l'eroe tornando ad osservare i due.
 
 
Max osservò l'orologio che aveva al polso, notando che il tempo era quasi scaduto.
 
"Are you pointing on your frog friend, "Hero"?" chiese la ragazza osservando con un ghigno il fratello.
 
Lui alzò lo sguardo verso di lei.
 
"You may need to hurry. I could or could not have given a hand to my dear gravity friend" disse poi facendo una leggera risatina.
 
 
Il ragazzo non si scompose, mettendosi poi in guardia.
Jenny sorrise, e dopo aver assunto una guardia anche lei si fece avanti cercando di colpire il fratello con un calcio volante.
Il ragazzo si spostò schivando il colpo, quindi spiccò un salto portando le braccia dietro la schiena come per colpirla con un doppio colpo dall'alto.
La ragazza sembrò però prevedere cosa aveva in mente e indietreggiò.
 
Dalle mani del ragazzo scaturì un lungo vortice di fiamme, e prima ancora che si estinguessero il ragazzo portò avanti il colpo.
La ragazza riuscì ad evitare il fendente, che si andò a schiantare a terra mentre le fiamme iniziavano a dissiparsi.
Una pregiata ed elaborata testa d'ascia impattò con il terreno generando scintille.
Il ragazzo però non perse tempo, e mantenendo la presa sull'arma portò avanti un affondo, soffiando via le fiamme rimanenti e rivelando una punta di picca.
La ragazza evitò nuovamente il colpo indietreggiando, riuscendo appena a lasciare la picca a pochi centimetri dal suo petto.
Lì però sgranò gli occhi notando che ciò che il ragazzo aveva richiamato non era né un'azza né un'alabarda come aveva immaginato.
 
 
Ghignando, il ragazzo tirò il grilletto dell'arma.
 
 
Con riflessi pronti e un pizzico di fortuna, la ragazza riuscì a rotolare di lato evitando il proiettile che fuoriuscì dalla canna su cui erano innestati ascia e picca.
Il penetratore in tungsteno sfiorò di pochissimo la ragazza, superandola per poi schiantarsi contro un muro di cemento e continuare attraverso di esso, mentre il suo sabot di plastica si fermò al primo muro.
Un sistema di recupero di gas su un tubo soprastante alla canna, fece muovere il possente meccanismo di fuoco, facendolo ciclare ed espellere un enorme bossolo che rimbalzò a terra con un piacevole "ding".
Il possente rinculo dell'arma fu assorbito pienamente dalle braccia del ragazzo, così come in parte dal terreno, sopra il quale aveva appoggiato il retro gommato e imbottito del calcio di legno dell'arma.
L'assordante rumore dello sparo si diffuse per tutta la stanza, e fu abbastanza forte da essere udito dagli studenti nella stanza dei monitor, attraverso l'auricolare di All Might.
 
 
La ragazza si riprese dalla rotolata evasiva voltandosi verso il ragazzo, che si stava alzando imbracciando la possente arma.
Lunga due metri e mezzo buoni, e ulteriormente allungata dalla picca-baionetta in cima, si trattava di un massivo fucile di proporzioni quasi inappropriate.
Un occhio inesperto lo avrebbe bollato come fucile per elefanti, ma un occhio più esperto avrebbe riconosciuto la sua struttura come quella di un Противотанковое ружьё Симонова (ProtivoTankovoe Ružʹë Simonova) o PTRS-41.
Ma nonostante la struttura molto simile al fucile anticarro sovietico della seconda guerra mondiale, anche quella definizione era sbagliata, poiché il fucile era più grosso e camerato per una cartuccia nettamente più grossa del 14,5 x 114 mm (calibro .57), ovverosia il possente 20 x 102 mm Vulcan.
Alla fine della canna, sotto l'enorme freno di bocca, era montata una testa d'ascia, con sopra una punta di picca che spuntava oltre il termine della canna come una baionetta.
Solo a guardarlo si comprendeva che un uomo avrebbe fatto fatica a sollevarlo, figuriamoci a sparare, ma il ragazzo sembrava perfettamente a suo agio con l'arma.
 
 
"QUELLO È UN CANNONE!!!" sproloquiò Mineta osservando il mostruoso fucile in mano al ragazzo.
 
"Credo sia più alto di te..." disse Hagakure indicando Shoji e l'arma di Max con i guanti.
 
 
"That thing is classified! You can't put it out like that!" disse Jenny indicando il fucile.
 
"Your ass is classified too, but I'm pretty sure that I can find it on the internet" rispose il ragazzo per poi aprire con un singolo movimento il bipode del fucile e adagiarlo a terra.
 
 
All Might rischiò di strozzarsi con un groppo di saliva all'affermazione del ragazzo. In fondo era felice che gli altri non potessero sentirli. La loro stravagante volgarità avrebbe potuto intaccare la loro innocenza. Per quanto a quanto pareva quella di Bakugo era già stata intaccata da un pezzo...
 
 
La ragazza si sistemò in fretta, per poi scrocchiare le nocche della mano sinistra, l'unica che poteva farlo.
 
"We are running out of time, "hero". It is probably time to lose our heads" disse poi saltellando sul posto in trepidazione.
 
"I agree" rispose il ragazzo, per poi abbassare le mani ai suoi fianchi.
 
Una stringa di fiamme si allungò fra le due e poi oltre, svanendo subito dopo in una nuvoletta di fuliggine, lasciando nelle mani del ragazzo una grossa ascia barbuta di fattura se possibile superiore a quella di ogni arma prima mostrata.
Inciso sul dorso della lama c'era la scritta "Skull Splitter".
 
 
"Oh... I was waiting for her" disse Jenny sorridendo e mettendosi in posa.
 
 
Il ragazzo la osservò per un secondo, quindi si spronò con un urlo e caricò la ragazza con tutta la velocità che possedeva.
 
 
La ragazza sorrise come se se lo fosse aspettato e fece un singolo passo portando avanti la mano sinistra nella quale iniziò a formarsi uno stocco interamente di vetro rosa, puntato alla testa del ragazzo, urlando: "YOU TRIGGERED MY TRAP CAR-" ma non fu in grado di finire.
 
 
Appena prima di finire contro la lama ancora in formazione, l'intero corpo di Max prese interamente fuoco facendolo svanire in una nuvola di fuliggine.
 
 
"WHAT?!?! NOO-" urlò spiazzata la ragazza, ma fu interrotta dalla ricomparsa del ragazzo affianco a lei intento a portare un mostruoso colpo con l'ascia, la cui lama argentata era comparsa esattamente all'altezza del collo della sorella.
 
 
Fu un singolo attimo.
 
 
Netto, liscio e pulito.
 
 
Il ragazzo fermò la mezzaluna formata dall'ascia in aria, disegnando una curva di sangue in fronte a se.
 
 
Un rumore sordo si sparse per la stanza mentre il cappello di Jenny cadeva a terra lentamente.
 
 
Lo stocco di vetro nella sua mano, ancora incompleto, si sgretolò in una finissima polvere di vetro mentre il suo braccio cadeva senza forze.
 
 
Solo d'inerzia, il suo corpo cadde in ginocchio, per poi accasciarsi in avanti e cominciare a generare una grossa pozza di sangue.
 
 
 
Un grido di terrore femminile si sparse nella stanza monitor, probabilmente appartenente a Mina che per lo spavento era caduta a terra.
 
 
 
All Might afferrò di colpo il microfono rischiando di distruggerlo sotto la sua forza.
 
"MAX SHŌNEN!!!" urlò con tutto il fiato che aveva ed una furia crescente che aveva interamente rimosso il suo sorriso, mentre disperazione generale si diffondeva per la stanza .
 
"COSA DIAMINE TI SALT-" cominciò a urlare in preda alla furia, ma l'eroe venne interrotto dal ragazzo, che alzò di colpo lo sguardo verso la telecamera che lo stava inquadrando.
 
 
Tutti quanti si zittirono osservando interamente il suo unico occhio che osservava la telecamera con un ardore e una potenza senza pari.
 
L'indiscutibile sensazione di terrore che quell'occhio stava fornendo fece stare in silenzio l'intera sala, finché lui stesso puntò la telecamera con l'ascia che gocciolava sangue.
 
 
"Look. At the cameras"  disse scandendo talmente le parole da far in modo che si capissero anche senza auricolare.
 
 
Confusi e shockati, tutti osservarono i monitor, notando che il sensore di un'altra telecamera si era appena attivato.
 
 
Nella stanza, sopra a una panca centrale si poteva notare un piccolo oggetto di massimo 30 centimetri che fluttuava sopra di essa.
Formata da due piramidi esagonali di cristallo una sopra all'altra, ruotava leggermente mentre galleggiava nell'aria.
 
 
Nessuno fu in grado di fare domande, perché d'improvviso l'oggetto si illuminò di una luce accecante, rendendo il monitor niente altro che bianco.
 
 
Con confusione crescente tutti continuarono a guardare, fino a che la luce non si fermò di colpo.
 
 
Non appena la telecamera si fu abituata al cambio di luce, la confusione e lo stupore raggiunsero i livelli massimi.
 
 
Al posto dell'oggetto di cristallo, si trovava ora Jenny, riconoscibile dai lunghi capelli biondi e dal braccio meccanico, che si notava non essere solo avambraccio e mano, ma praticamente dall'intera spalla destra in giù era interamente protesi, che si teneva alla ragazza tramite due cinghie di cuoio che passavano sopra e sotto il braccio sinistro.
 
 
Tutti questi dettagli erano facilmente notabili perché la ragazza era interamente nuda, ma stranamente nessuno ci fece caso per il livello di confusione in cui si trovavano.
 
 
La ragazza rimase in equilibrio per poco, poi cadde in avanti a peso morto come se fosse completamente senza forze.
Riuscì ad evitare di sbattere completamente a terra grazie al braccio meccanico, che come se avesse una volontà propria le attutì la caduta.
 
 
D'improvviso la ragazza aprì gli occhi inspirando aria di colpo, come se fosse appena riuscita a uscire dall'acqua da cui stava affogando.
 
 
Il cuore di All Might ricominciò a battere sentendo la ragazza che ricominciava a respirare tossendo attraverso l'auricolare.
 
"È viva..." disse tirando un sospiro di sollievo e riuscendo a calmare leggermente la classe.
 
 
La ragazza, nuda ed esausta si girò con il braccio meccanico di schiena, respirando affannosamente per riprendersi.
Dopo qualche secondo, diede un leggero pugno frustrato alla panca non la mano meccanica dicendo: "Fuck arse..." con uno sconsolato tono di sconfitta.
 
 
Gli occhi di qualcuno si spostarono alla ricerca di Max, giusto per vederlo uscire dal campo visivo della telecamera in cui si trovava, portando con sé il fucile che aveva abbandonato a terra.
 
 
 
"Non ti permetterò di toccare la bomba, hero!" sproloquiò Uraraka esibendosi poi in una risata malefica che non sarebbe riuscita a spaventare nemmeno un moccioso, soprattutto abbinata al suo costume rosa skin tight.
 
 
"Sta prendendo fin troppo spunto da Iida..." disse Asui tenendo le distanze da attaccata ad un muro.
 
 
"Prendi questo!" disse poi Uraraka alzando la mazza da baseball in alluminio che aveva in mano e assumendo una posa che avrebbe fatto inorridire anche un neofita dello sport.
 
"Attacco speciale: Sadaharu Oh Multiple Grand Slam Home Run" disse, per poi iniziare a colpire in sequenza una serie di detriti di cemento che le fluttuavano davanti.
 
Per quanto non così preciso, e dotato di un nome:
-troppo lungo;
-detto in un inglese raccapricciante;
-del quale il nome di Sadaharu Oh, e il termine Grand Slam erano stati forniti da Jenny (dato che lei non aveva la minima idea di chi o cosa fossero);
la serie di sassi lanciata dalla ragazzina, e di cui disponeva di un intera catasta, era stata più che efficiente nel tenere la ranocchia lontana dal bersaglio della missione: una bomba di cartapesta alta tre metri e mezzo colorata di nero.
 
 
"Kero" disse Asui saltellando di colonna in colonna della stanza evitando i sassi della ragazza.
 
 
"AH AH AH! La mia tecnica è troppo potente per te?" chiese la ragazza, mettendocela tutta per sembrare cattiva, ma fallendo miseramente.
Osservò per un attimo la mazza in alluminio che aveva in mano.
Per quanto non sembrasse star subendo i colpi che le stava facendo prendere contro il cemento, si sarebbe infastidita rovinandola, per quanto Jenny le avesse detto che poteva pure romperla e non si sarebbe arrabbiata.
 
Ma doveva restare concentrata.
La ramanzina subita dopo il primo match le era servita. Non avrebbe commesso lo stesso errore.
 
 
"Stampeding charge!".
 
 
Colta di sorpresa, la ragazza si voltò verso dove veniva la voce, venendo incornata in pieno da Max, che la sollevò di peso correndo, fino a portarla lontano dalla sua catasta di sassi e buttarla a terra, facendo cadere a terra quelli che fluttuavano.
 
 
Sbatté con forza con il sedere a terra, venendo lanciata da lui praticamente contro il muro, aprì subito gli occhi pronta a reagire, ma si trovò di fronte la picca del fucile del ragazzo, che si piantò nel muro affianco al suo collo lasciandole il freno di bocca a sfiorarle il colletto del costume.
 
 
Istintivamente alzò la mano destra per toccare il fucile e usare il suo Quirk, ma Max si spostò bloccandole il polso al muro con un piede, riuscendo a tenere il dito sul grilletto in una posizione che urlava Guns Safety da tutte le parti.



"Try touching neither me nor the fucking gun and I shoot your adorable head of your neck" disse il ragazzo avvicinandosi a lei.
E per quanto non avesse compreso più di metà di quello che aveva detto, comprese che muoversi non era una grande idea.
 
 
"Kero?" chiese confusa Asui osservando l'entrata di Max.
 
"Touch the fucking bomb" disse lui senza voltarsi.
 
 
La ragazza si riprese immediatamente e appoggiò una mano sopra l'ordigno di cartapesta.
 
 
Ci fu più di qualche secondo di esitazione, poi la voce di All Might rimbombò negli auricolari di tutti.
 
 
"Il team degli eroi... vince".
 
 
Per quanto non eccitato come le volte precedenti in cui lo aveva detto, Asui accettò volentieri la seconda vittoria della giornata.
 
 
Max attese fino alla fine della sentenza di All Might per togliere il piede dal braccio di Uraraka, quindi estrasse la picca dal muro appoggiandosi l'enorme attrezzo sulla spalla. Diede poi uno sguardo all'orologio, notando che mancavano 40 secondi esatti alla fine della prova.
 
 
Uraraka si massaggiò il polso, leggermente delusa dalla sconfitta, fino a che non si vide la mano del ragazzo di fronte al viso.
 
"GG" disse porgendole la mano per alzarsi.
 
Lei lo guardò perplessa, facendogli ruotare gli occhi e dire "Good Game".
 
 
Con un cenno di comprensione allungò la mano per afferrare la sua, ma si fermò vedendo qualcosa che colava da essa.
 
 
Ci mise qualche secondo a riconoscere il liquido scarlatto che colava dalle sue nocche.
 
 
Istintivamente ritrasse la mano alzando lo sguardo, notando che non solo la mano del ragazzo ne era ricoperta, ma allo stesso modo parte del suo volto, e il suo fianco ne erano zuppi.
Girando lo sguardo dietro di lui, si poteva notare una serie di orme sinistre, tutte di quel caratteristico rosso scarlatto.
 
La ragazza osservò il ragazzo nell'occhio, per poi dire: "Dov'è Jenny?".
Il ragazzo la guardò con la stessa espressione che aveva mantenuto fino ad ora e senza abbassare la mano disse "She is... volevo dire, sta bene".
 
 
Ci fu un altro attimo di esitazione, ma alla fine la ragazza afferrò la sua mano e si fece aiutare ad alzarsi, facendo attenzione a non sporcarsi di sangue.
 
 
I due si voltarono e cominciarono a camminare verso Asui, che li guardava con i suoi grossi occhi verdi, che in fretta puntò sull'arma in spalla al ragazzo.
 
"E quello?" chiese appoggiandosi l'indice sul mento.
 
"È grosso e fa "bang". Proprio ciò che noi Vail adoriamo" disse ghignando.
 
 
I tre iniziarono a discendere l'edificio per arrivare alla sala dei monitor per la valutazione.
 
 
A un certo punto svoltarono un angolo trovandosi di fronte ad una Jenny indaffarata ad allacciarsi la cintura dei pantaloni mentre camminava, unico indumento che indossava oltre alle scarpe.
 
Completamente spiazzate nel vederla mostrare al vento le sue forme, le due ragazze si fermarono di colpo, e per quanto cercassero di non considerare la cosa, non poterono fare a meno di notare che per quanto la ragazza avesse 18 anni, le sue curve non erano così più grandi dalle loro da quindicenni.
 
 
Lei si voltò verso di loro fermandosi per un attimo notandoli, quindi riprese a camminare infilandosi solo il redingote per risparmiare tempo, portandosi reggipetto e camicetta a braccia ed il cappello in testa.
 
 
Passando affianco al fratello per scendere le scale disse: "Asshole...", per poi cominciare a scendere.
Max sorrise e disse: "Thot" e in risposta lei si voltò facendogli una linguaccia.
 
 
Le due ragazzine si guardarono perplesse, fino a che lui non si mosse iniziando a scendere le scale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
[Note dell'autore]
Heya Folks, it is me, Dante Vail, che esce dalla sua confort zone un altra volta.
Come potete notare sono nuovo in questo Fandom, e devo dire di essere sorpreso dai suoi sviluppi...
Con sorpreso intendo interamente stupito dalla quantità di storie riguardanti niente altro che Ship.
Mi piacciono le navi, ma non fino a questo punto, soprattutto considerando il materiale di base.
 
Ed è per questo che mi sono comparso, portiamo dell'azione nel manga/anime d'azione.
Certo, magari potrei inserire delle ship da qualche parte, piccole ovviamente (rafts), ma non saranno decisamente il mio principale obbiettivo.
 
In ogni caso, spero abbiate apprezzato il primo capitolo, che potrebbe avere degli errorini da qualche parte a causa dei miei correttori sottopagati (it is not my fault).
Nel caso li notassi, cercherò di rimediarvi.
 
Non aspettatevi regolari upload, o se per questo anche solo frequenti.
Ho tanto tempo per perdere tempo e tendo ad essere piuttosto lento.
 
Per il resto, scrivete pure nelle recensioni.
 


Farewell.

 

P.S.
I know, the intro sucks. I'm really bad at doing them... maybe i'll fix it... in time...

And yes, of course it wil be explained later.
(Now out of date)

P.P.S.

Rejoice! The Intro is bettered! Borken English for everyone! 


P.P.P.S.

Of course with everyone we intend the no-ones who reviued... andiamo ragazzi, non posso sapere se funziona o no senza feed-back, posso avere qualcosa?
Notice me senpai?
Pretty please?
   
 
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