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Autore: 33NaLu33    09/01/2019    15 recensioni
Questo è in assoluto l'ultima occasione per Natsu, se verrà espulso anche questa volta saranno guai, dei guai veramente grossi, ma il problema è proprio questo per il ragazzo, lui e i guai sono letteralmente una cosa sola.
Suo fratello l'ha messo in guarda: non deve aiutare nessuno, eppure quando un improbabile bionda finirà sul suo cammino i disastri si susseguiranno uno dopo l'altro.
-*-
-No- sbotta esasperata. –Devi aiutarmi a trovargli una ragazza-
Sollevando le sopracciglia la guardo allibito: -Vuoi che faccia Cupido? – le chiedo scettico –dico, mi hai visto? –
[...]
-Come si chiama tuo fratello? – le domando alla fine.
–Si chiama Gray, Gray Fullbuster-
[AU] [scolastica con un pizzico di fantasy] [Nalu, Gale, Gerza, Gruvia e tante altre]
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajeel/Levy, Gerard, Gerard/Erza, Gray/Juvia, Mavis, Natsu, Natsu/Lucy, Zeref, Zeref/Mavis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un increscioso incidente
Un inizio quasi normale
 

 



-Hai capito? – mi chiede Zeref che accanto a me mi scruta sospettoso. Cercando di sembrare il più disinvolto possibile guardo l’edificio che per i prossimi mesi sarà la mia scuola, sempre ovviamente se non mi espellono prima. –Hai capito Natsu? – ripete mio fratello maggiore sporgendosi verso di me con gli occhi socchiusi aspettando la mia risposta affermativa, non che possa dire di no alla sua domanda ma se sta seriamente cercando di incutermi paura sta fallendo miseramente.
A vederci la maggior parte delle persone non lo direbbe mai che siamo imparentati, figurarsi fratelli, e non solo per l’aspetto fisico. Siamo veramente diversi in tutto e lo si capisce non appena uno dei due, o meglio entrambi, apriamo la bocca per dargli fiato.
Se dal canto suo Zeref è buio, cupo, solitario e silenzioso, io sono una granata con la sicura tolta: non sai mai quando sto per esplodere, ma sta pur certo che esplodo sicuro.
 
-Ho capito, mi faccio gli affari miei, e se per caso c’è n’è qualcuno in giro faccio finta che non esiste- rispondo sospirando riportando la concentrazione al discorso. Lo so benissimo anche da solo che questa è la mia ultima possibilità, non mi serve un promemoria alto un metro e ottanta tutto vestito di nero che mi ripete in continuazione le cose, se mi buttano fuori anche da questa scuola io e Zeref saremo costretti a cambiare città, se non peggio a essere separati di nuovo, e l’idea non ci entusiasma per niente. Cosa invece che non entusiasma per niente me è il fatto che se va male sarà tutta colpa mia.
Soddisfatto dalla mia risposta fa un passo indietro facendomi finalmente tirare un sospiro di sollievo. Riportando il mio sguardo all’istituto varco i cancelli in ferro battuto iniziando ad incamminarmi verso l’edificio, pregando mentalmente dio che non ci sia morto nessuno dentro.
Per tutto il tragitto dai cancelli alla scuola tutti gli occhi di tutti i presenti nel cortile non si staccano da me nemmeno per un secondo, dando a mio fratello invece, solo un’occhiata di sfuggita. Sinceramente non so se mi stanno fissando perché sono nuovo e non mi hanno mai visto prima, perché ho i capelli rosa o perché invece indosso una sciarpa in cotone con tutto questo caldo afoso. Anche se siamo agli inizi di settembre c’è un’afa che fa sembrare di essere ancora in pieno agosto facendo venir voglia di gelato, spiaggia, mare e di abbracciare il più vicino condizionatore per non morire liquefatto, non che a me il caldo dia fastidio, comunque.
 
Varcando la soglia di Fairy Tail High School mi ritrovo in un atrio molto spazioso e accogliente, anche se ormai è una scuola secolare, medito guardandomi attorno, l’edificio è tenuto alla perfezione e non riesco veramente a scorgere il minimo strato di polvere o sporco, figurarsi crepe sulle pareti. Il che mi stupisce perché la reputazione di questo liceo è la peggiore in tutta Magnolia, non che io sia esattamente un santo, ma forse i professori e il preside avranno delle larghe vedute non facendomi espellere al primo casino che so già combinerò.
Incamminandomi verso la segreteria situata in fondo al corridoio vicino alle scale che portano ai due piani superiori, sento suonare la campanella che decreta l’inizio della lezione e di questo fatidico nuovo anno scolastico.
Fiumi di studenti, dalle matricole ai ragazzi degli ultimi anni, si riversano nell’edificio tutti apparentemente allegri e in vena di scherzi. Ognuno ha il proprio gruppo e tutti sanno esattamente dove andare. Non è la prima volta che cambio scuola, ma il primo giorno è sempre quello più difficile, perché non solo io devo capire con chi ho a che fare, ma anche loro devono decidere se fare la mia conoscenza sia una buona idea oppure no.
Riportando la mia attenzione su mio fratello lo vedo sparire dietro la porta della segreteria, e appoggiandomi alla parete aspetto Zeref con aria disinvolta.
-Signorina Alberona- afferma una voce poco lontana da me attirando la mia attenzione e facendomi voltare, in silenzio guardo la scena. In piedi in tutti il suo metro e trenta un rugoso e arzillo vecchietto sta guardando una mora con aria fintamente contrariata –Me la dia- dice porgendole una mano col palmo verso l’alto.
Dietro alla ragazza un gruppo di amiche, di tutte le età e di tutti i più improbabili colori di capelli, scoppia a ridere divertito. Cercano in vano di mettersi una mano davanti alla bocca per smorzare il suono ma il risultato non cambia affatto l’intensità delle risate.
-Vedete? – domanda Albero Qualcosa voltandosi verso le altre indicando l’anziano per poi riportare la sua attenzione sull’uomo. –Nonnetto io l’ho sempre detto che lei è un pervertito di prima categoria- ribatte col sorriso sulle labbra.
-Me la dia- ripete l’uomo diventando questa volta più serio.
-Mi dispiace- afferma scuotendo la testa –appartiene già a un altro- dice facendo partire un altro scoppio di risate.
-La birra- conclude agitando la mano.
Con un sospiro rassegnato la ragazza apre il davanti del suo giacchetto marrone tirando fuori una bottiglia per poi passarla al vecchietto. Sotto non indossa altro che un… bikini? Costato sgranando gli occhi. Meno male che i pantaloni li ha almeno, penso scrutandola da capo a piedi, pantaloni molto aderenti per giunta, che lasciano ben poco all’immaginazione, ma sempre meglio questi che niente.
-È vino comunque- dice allegra iniziando a girarsi per tornare dal gruppo di ragazze, che molto probabilmente sono le sue amiche.
-Tutto- afferma l’anziano signore bloccando la sua avanzata con una semplice parola.
Sospirando tira da sotto la giacca un'altra bottiglia passandola di nuovo all’uomo, che senza staccare gli occhi dai suoi continua a guardarla.
-Ok, ok – afferma Albero tirando fuori una terza bottiglia per poi chinarsi e prendere una fiaschetta da dentro lo stivale. Alzando un sopracciglio il nonnetto non accenna ad abbassare il braccio, sconsolata la mora tira fuori un, a quanto pare, ultima fiaschetta da dentro al seno prosperoso. Bel nascondiglio penso continuando a guardare la scena.
Contento il vecchietto sorride alle ragazze: -Mi raccomando eh- afferma indicandole –non finite nei guai prima della fine della settimana- conclude voltandosi ed andandosene via, molto probabilmente a mettere le varie bottiglie e fiaschette tra l’altro ammasso di roba sequestrata agli studenti durante gli anni.
-Si master- dicono in coro le ragazze che nel frattempo si sono raggruppate. La rossa del gruppo mi lancia un’occhiata e alzando la mano destra mi fa in segno di saluto, che senza esitare contraccambio.
 
-Allora- dice una voce alle mie spalle facendomi voltare di scatto. Davanti a me Zeref mi guarda con un fascicolo di documenti in mano. –Tu sei nella classe 4A che si trova al secondo piano- continua controllando l’orologio che ha al polso – e io sono in ritardo, quindi vedi di non perderti- mi ammonisce puntandomi un dito contro.
Annuendo da bravo samaritano lo saluto nel momento esatto in cui suona la seconda campanella che ci avverte dell’imminente inizio delle lezioni, girandomi mi avvio verso le scale su fino al mio piano.
 
-Fate largo- urla una voce maschile prima di finirmi addosso. Due tizzi, uno pieno di piercing con gli occhi rossi, molto probabilmente lenti a contatto, e con dei capelli lunghi neri che farebbero invidia a qualsiasi ragazza, seguito a ruota da un altro ragazzo con dei occhi blu glaciali e i capelli neri tagliati corti mi superano in malo modo correndo verso la propria classe.
-Che modi sono? – grida un'altra voce alle mie spalle, questa volta invece è femminile. Un brivido mi percorre la schiena e so già che non devo voltarmi a guardare.
-Scusali- dice una ragazza dai lunghi capelli biondi passandomi accanto e inseguendo i due ragazzi, in silenzio la ignoro. Sospirando rumorosamente cerco sconsolato la mia classe, che scopro essere alla fine del corridoio.
 
Dopo aver bussato e ricevuto il “permesso” dall’altra parte della porta entro senza indugi. In piedi accanto alla lavagna un avvenente uomo sui quarantacinque, quaranta sei anni mi da il benvenuto.
-Io sono Gildarts- dice presentandosi – sono il professore di storia, tu devi essere il ragazzo nuovo, giusto? –
-Si- rispondo scrutandolo. Ha i capelli di un color rame lunghi fino alle spalle, degli occhi intelligenti di un marrone intenso e un accenno di barba sul mento.
-Presentati pure- dice facendo un ampio semicerchio con la meno indicando la classe. Voltandomi verso i presenti faccio uno dei miei migliori sorrisi.
-Mi chiamo Natsu Dragneel è un piacere conoscervi-
Tra le varie persone che mi salutano di rimando noto i due tizzi di poco prima, in piedi accanto a loro la bionda di prima se ne sta appoggiata contro la parete. Indossa una minigonna bianca e una t-shit blu che la fascia il busto alla perfezione, più giù ha degli stivali marroni che le arrivano fin sopra il ginocchio.
-Tu mi vedi- afferma sgranando gli occhi.
Di scatto riporto la mia attenzione sul resto della classe facendo finta di niente.
-Ti ho visto- urla –mi hai guardato- dice spostandosi dalla parete e venendomi incontro.
-Bene- si intromette il professore che senza altre cerimonie mi indica un posto libero in ultima fila. Passando tra i banchi supero la bionda senza guardarla e senza fare alcunche che possa indurla a parlarmi di nuovo.
Hai fatto una promessa ripeto a me stesso. Non posso farmi coinvolgere di nuovo. Non. Questa. Volta.
Sedendomi poso il mio zaino rosso ai piedi del banco e fissando dritto di fronte a me guardo il prof. che nel frattempo ha iniziato a fare l’appello.
-Non provarci nemmeno- sbotta la ragazza avvicinandosi. –Mi hai guardato. Lo so che l’hai fatto- dice sempre più forte. In silenzio sento i nomi che vengono pronunciati, al cognome Fullbuster Occhi di Ghiaccio alza la mano.
-Andiamo! – esclama sventolandomi una mano davanti alla faccia –mi ignori? –
Chinandomi apro lo zaino tirando fuori una penna smangiucchiata all’ennesima potenza e un foglio bianco che ho trovato alla bell’e meglio sta mattina tra le scartoffie di Zeref. Posando le cose sul tavolo alzo lo sguardo tranquillamente.
 
-Che stai facendo? – urlo attirando l’attenzione di tutti i presenti su di me. Davanti ai miei occhi un seno prosperoso mi è talmente vicino che ne rimango spiazzato. Si è alzata la maglietta davanti alla mia faccia mettendo in bella vista il reggiseno rosa.
-L’appello- dice tranquillamente il professore –c’è qualche problema signor Dragneel? – chiede sollevando un sopracciglio.
-Si- affermo –cioè, no- mi correggo subito dopo –devo andare in bagno- decreto alla fine alzandomi senza aspettare risposta e precipitandomi fuori dall’aula.
Fantastico penso fottutamente fantastico.
Entrando il bagno mi passo le mani tra i capelli sconsolato.
-Avevo ragione- dice la ragazza soddisfatta di se stessa, che nel frattempo si è materializzata davanti ai miei occhi.
-Non puoi stare qui- sibilo.
-Si lo so è il bagno dei maschi ma…-
-Non qui nel bagno – affermo esasperato –qui, qui. Perché stai perseguitando quei due? -
-Non li sto perseguitando- dice offesa incrociando le braccia sotto il seno, che accidenti a lei, era davanti ai miei occhi neanche due minuti prima. Maledizione
-Devi aiutarmi – ribatte avvicinandosi a me. Per la frustrazione mi porto indice e pollice all’attaccatura del naso sperando che in un aiuto divino.
-Non posso- dico scuotendo la testa.
-Sei l’unico che può aiutarmi –
-Lo so- affermo alzando gli occhi al cielo.
-Lo sai? – chiede interdetta.
-Tu per caso conosci qualcun altro che riesce a vedere o sentire i fantasmi? – le domando ironico guardandola di sbieco -io si, ma dettagli-
-Si? – ora è veramente stupita.
-Mio fratello- dico sventolando la mano come a voler dissipare il discorso –senti. Non posso mettermi nei casini, non questa volta, se mi espellono di nuovo…-
-Ti hanno espulso altre volte? – chiede curiosa interrompendomi.
-Sei volte in due anni – specifico.
Facendo un fischio sgrana gli occhi squadrandomi. –Sai- inizia –dal tuo colore di capelli non lo avrei mai detto-
-Se questo tuo è un insulto, non l’ho capito-
-Senti- taglia corto tornando all’argomento principale –nella tua classe c’è un ragazzo…-
-Scommetto che è il tuo fidanzato e devo dirgli che lo ami molto? – domando impedendole di finire la frase.
-Che schifo- dice corrucciando la faccia.
-È il tuo nemico? – proseguo imperterrito sparando ipotesi - non contare su di me se vuoi ucciderlo- la ammonisco alzando le mani in segno di resa, fin quando si tratta di risse è okay, ma non ho nessuna intenzione di finire in galera, medito.
-No- sbotta esasperata. –Devi aiutarmi a trovargli una ragazza-
Sollevando le sopracciglia la guardo allibito: -Vuoi che faccia Cupido? – le chiedo scettico –dico, mi hai visto? –
-Yup- afferma iniziando a fare avanti e indietro sui talloni squadrandomi da capo a piedi –fattelo dire, i capelli ci sono, per il resto…- continua storcendo le labbra –sembra che qualcuno ti ha vomitato un arcobaleno addosso-
-Che sei simpatica – dico facendo un sorriso tirato che assomiglia più a una smorfia. Che poi non è minimamente vero perché oltre alla mia inseparabile sciarpa indosso una maglietta a maniche corte rossa con sopra stampata una fiamma, dei jeans blu e delle scarpe bianche.  –Questo tizio non se la può trovare da solo la ragazza? –
-Mio fratello non è esattamente affettuoso- afferma virgolettando in aria l’ultima parola. –E ha un vizio abbastanza singolare, ma te lo giuro, non finirai nei guai-
Facendo una faccia triste e unendo le mani in segno di preghiera mi scruta con i suoi grandissimi occhi nocciola. Facendo un sospiro di rassegnazione mi metto l’anima in pace.
-Come si chiama tuo fratello? – le domando alla fine. Facendo un salto di gioia scatta verso di me per abbracciarmi con il solo risultato, invece di passarmi attraverso. Un brivido freddo mi percorre tutta la schiena.
-Scusa- squittisce voltandosi verso di me –Si chiama Gray, Gray Fullbuster-
 
Sarà un disastro medito, ma almeno adesso ne ho la conferma: non sono io che mi metto nei guai, sono i guai a cercare me, e questa volta è un casino alto un metro e settanta, con lunghi capelli biondi e due bellissimi occhi nocciola.








Angolo autrice!
Salve! eccomi qui alle quattro del mattino con un'altra improbabile storia!
Grazie mille per essere arrivati fino a qui e spero che questo inizio vi sia piaciuto! Per chi se lo stesse chiedendo yup Lucy è decisamente un fantasma, anche se spero che nel contesto si sia capito.
Ancora grazie mille e al prossimo capitolo
 33NaLu33


 
   
 
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