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Autore: DewoftheGalaxy    09/01/2019    1 recensioni
Umberto I Biancamano fu il fondatore della dinastia Savoia. Dinastia che, nel bene o nel male, ha fatto la storia d’Italia.
Ecco un tributo al primo Savoia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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“Umberto?”.

 

Questa è la voce della Mamma, così dolce e melodiosa, che lo invita a venire nel suo letto grande grande.

 

Perché è grande grande il letto dello Mamma, ma è ancora più grande il mondo là fuori, oltre il balcone.

 

Sì, là fuori: dove vi sono i monti con le cime ricoperte di neve e le colline verdi e fertili di vigne che fanno quel vino che ogni tanto vede bere alla Mamma o ad al Papà quando c’è un banchetto.

 

Oppure...oppure più in là ancora! Verso terre inesplorate o a combattere gli infedeli come un vero cavaliere!

 

“Umberto!”. 

 

Ora la voce della Mamma è giocosa, divertita e Umberto si vede costretto ad obbedire.

È irresistibile la Mamma quando fa così e lui vuole tanto bene alla sua Mamma.

 

Caterina di Shiren accoglie il figlioletto nel suo letto a baldacchino e gli scompiglia i capelli biondi.

 

“A che cosa stavi pensando là fuori?”. Gli domanda mentre copre la sua camicetta da notte con la coperta.

 

“A Papà!”.

 

“Bugiardo. Tu non stavi pensando al Papà. Non è vero Umberto?”. 

 

Anche se è abbastanza probabile, ma una madre sa leggere sul viso del proprio figlio, specialmente se quel figlio è un dolce e sognatore bambino di quattro anni.

 

Da quando sono stati cacciati dalla corte di Sassonia suo marito, Beroldo di Sassonia, nipote degli imperatori Ottone II ed Ottone I, continua ad inculcare nella testa del piccolo storie di intrepidi cavalieri e forti eroi.

 

Forti eroi di cui Beroldo si vanta di far parte da quando aveva beccato l’imperatrice a letto con il suo amante ed li aveva uccisi entrambi per vendicare l’onore oltraggiato dello zio imperatore.

 

O almeno questo è ciò che sente dire dalla servitù e non sa se crederci o meno, ma un motivo ci sarà se dai monti sassoni sono finiti sulle Alpi italiche.

 

“No, Mamma, non stavo pensando al Papà...”. Confessa Umberto. “Stavo pensando al mondo!”.

 

“Al mondo?”.

 

“Sì! A tutto ciò che c’è là fuori!”.

 

Caterina non capisce la logica infantile del figlio, ma sa che è adorabile e per questo ride divertita.

Umberto, dal canto suo, cerca di farsi capire: vuole dire alla Mamma che ha sognato nuove terre e luoghi inesplorati, che in quei sogni è lui quel cavaliere intrepido delle storie di Papà!

 

Tuttavia solo una domanda gli esce dalle labbra.

 

“Quanto è grande il mondo Mamma?”.

 

Il piccolo si sdraia e le si accoccola vicino. Caterina rimbocca allora le coperte per entrambi.

 

“Oh è enorme tesoro mio...”.

 

“Enorme?...”.

“Già”.

 

“Ma io come farò ad esplorarlo tutto?”.

 

“Crescerai amore mio, fino quando sarai abbastanza grande e forte per compiere grandi imprese”.

 

Umberto non l’ascolta più: è ormai in un sogno. Un sogno dove vi è un cielo azzurro, di un azzurro intenso e mai visto prima e terre bellissime e rigogliose. 

 

Quel l’azzurro è suo, il bimbo lo sente e vuole immergersi in esso come in un abbraccio.

 

Caterina non conosce i suoi sogni, ma ha un presentimento dentro al cuore: suo figlio, in un modo o nell’altro, darà inizio a qualcosa di nuovo e di grande. La sua creatura sarà il germoglio di un albero che in futuro darà, nel bene o nel male, i suoi frutti.

 

E, in gesto d’amore materno, gli sposta una ciocca bionda dalla fronte.

 

Umberto invece spera solo tutto questo e continua a sognare di farlo. Nei suoi sogni vi è un richiamo. Un richiamo che rimbomba ovunque e gli penetra dentro:

 

“Avanti Savoia!”.

 

 

 

 

 

 

   
 
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