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Autore: DK in a Madow    10/01/2019    3 recensioni
Se c'è una cosa che fama e successo non possono cancellare è il gusto dolce dei primi amori.
Per il settantacinquesimo compleanno di Jimmy.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jimmy Page
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Desire

 

 

 

 

 

 

Lovin' you is the one thing I'll never regret.
(Sara - Bob Dylan)

 

 

 

 

 

1977, New York

Se solo tu potessi guardare attraverso i miei occhi, non so cosa vedresti. Non ho idea di che cosa rifletta il tuo specchio ogni mattina, a meno che tu non ne abbia coperto ogni centimetro con lenzuola immacolate.

È difficile spiegare a parole la morsa che sento in questo momento alla bocca dello stomaco, è come se deglutire la mia stessa saliva fosse diventato un tentativo di avvelenamento.

È folle.

La gente accanto a me sembra posseduta da demoni inferociti, mentre la musica sale e riempie il Madison fino alle ultime file. Suonano come pazzi, sembra che vogliano far crollare il palco a colpi di groove. Solo lui, vestito di bianco, sembra sfinito, una colomba con un’ala spezzata.

 

 

 

 

 

 

 

1965, Londra

Sembra che tu abbia bisogno di una corda nuova”.

Sto ancora fissando inebetita la mia chitarra per badare alla voce che mi sta parlando, così rispondo in fretta: “Riflessione acuta!”.

Non arriva nessuna risposta e mentre mi adopero a togliere la corda rotta mi rendo conto che il mio interlocutore si sta allontanando. Forse sono stata troppo cinica. Alzo lo sguardo e infatti vedo una figura mingherlina e un caschetto nero alla Beatles allontanarsi verso la sessione ritmica dello studio di registrazione.

Scusami, non volevo essere scortese!”, cerco di richiamare la sua attenzione, ma lui è già chino per terra, in mezzo ad amplificatori, cavi e custodie di chitarre. Non accenna nemmeno a voltarsi. “Damn, sarò stata acida, ma qui siamo permalosi!”, sussurro a me stessa, per poi tornare ad armeggiare con la mia dannata corda rotta e mentre riesco finalmente a districarla e toglierla, sento dei passi avvicinarsi. Non faccio in tempo ad alzare gli occhi, che un pacchetto di corde appare sotto il mio naso.

Ti capisco. È sempre fastidioso quando si rompono”.

Questa volta riesco a guardarlo in faccia. Si è piegato sulle ginocchia per essere alla mia altezza da seduta, ed è così che mi ritrovo davanti due occhi verdi dal taglio orientale mai visti prima. Forse è lui il little Jimmy di cui mi hanno tanto parlato, questo famigerato session man che sembra poter fare le scarpe a ai migliori blues man delle mie parti.

Troppo gentile” dico finalmente dopo essermi resa conto di averlo fissato per mezzo minuto buono “Tu sei?”

James Page. A suo servizio, Miss Mayer”, la sua voce è delicatissima, mentre mi porge la mano che stringo con cortesia e che non posso fare a meno di guardare. Dita lunghissime e unghie curate, qualche callo sui polpastrelli e qualche piccola macchia di vernice ormai sbiadita sul palmo.

Piacere mio, Mr. Page. Ma se non ti dispiace preferirei che mi chiamassi Jackie, visto che conosci anche il mio vero cognome”, ma il giovane inglese sembra imbarazzato, con le guance che hanno assunto una lieve tonalità rossa. Corro ai ripari: “Se per te non è un problema.”

Mi sorride, non c’è più ombra dell’imbarazzo di prima.

 

 

 

 

 

Sospiro.

Pagherei per tornare indietro, per vedere arrossire di nuovo quelle guance diventate ormai due solchi grigiastri. Vorrei sentire di nuovo i miei accordi suonati da lui, sentirli venir fuori precisi e delicati, perfetti. Vorrei tornare sulle spiagge della California, osservarlo mentre fotografa il tramonto. Vorrei tornare a sentire la brezza dell’oceano entrare dalla finestra aperta, mentre la sua mano mi avvicina a sé e ci stringiamo sotto le coperte.

Invece è giugno e questa marea di persone è soffocante. Non ce la faccio a guardare. Così mi faccio spazio tra la folla mentre Whole Lotta Love volge al termine, ma c’è un altro ritornello nella mia mente.

So easy to look at, so hard to define.

Dylan. Chissà se gli piace ancora.

 

 

 

 

2019, Londra, Tower House

Finalmente a casa. I nervi si distendono al solo suono dei miei passi attraverso il salone. Sono davvero troppo vecchio per viaggiare e le mie ossa si stanno ribellano dopo le ore passate nell’arredo di ritorno dallo Sri Lanka.

Papà, vuoi che ti prepari qualcosa? Una tazza di the?”.

Mi volto a guardare Scarlet e sorrido davanti alla sua premura, la stessa che lei stessa riserva per i miei nipoti.

Grazie tesoro, vado a rilassarmi un po’. Più tardi penserò io al the.”

Le lascio un bacio sulla fronte, mentre lei mi lancia uno sguardo carico di apprensione.

Ho i miei dischi che mi aspettano”.

Sorride e annuisce.

Passa un felice compleanno, papà.”

 

Arrivo nel mio archivio personale e inizio a scrutare gli scaffali. Nel tragitto verso casa, in macchina con Scarlet, la radio trasmetteva un vecchio pezzo di Dylan. Purtroppo per me, la mia memoria inizia a diventare poco affidabile e, nonostante mi sia sforzato, non ho ricordato il titolo della canzone. Così, mi avvicino ai dischi di Dylan, ne stili qualcuno fino a quando una copertina attira la mia attenzione. Desire.

Lo prendo e un ricordo, nitido quasi da toccarlo, affiora nella mia mente.

 

 

 

1977, New York

Vuoi sentire il nuovo disco di Dylan?”

Non credo ai miei occhi, è davvero lei. Qui, su questa porta. Dopo tutti questi anni.

Jackie”.

Mi sorride, ma ha gli occhi lucidi che scattano su ogni angolo del mio viso.

James” sussurra, le sue mani che stringono il vinile nuovo di zecca: “Perché?”

Non so cosa rispondere, mentre si avvicina una mano alla bocca, imbarazzata. Alla fine, trattiene a malapena un singhiozzo e inizia a piangere. Per un istante mi sembra di rivedermi. Torno indietro e sono all’aeroporto di Los Angeles, abbracciato a lei, il naso tra i suoi capelli. Anche quel giorno piangeva, ma con rassegnazione. Partivo e sapeva che non ci saremmo rivisti. La consapevolezza la portava ad essere combattuta tra il sorriso e il pianto. Quando la guardai per l’ultima volta negli occhi, vidi il mio riflesso, i miei vent’anni felici e pieni di aspettative.

Stasera no.

I suoi occhi mi rimandano la figura di uno scheletro, l’ombra dell’uomo che ero. D’istinto l’attimo a me, il disco tra noi due, mentre un mezzo sorriso si fa spazio tra le sue labbra.

Certo che voglio ascoltare il caro vecchio Bob” le dico stringendo a me “Ma non farmi altre domande, perché tu meriti una giusta risposta. Però io sono troppo codardo per dartela” sussurro al suo orecchio.

Si stacca da me, dolcemente. Ho di nuovo i suoi occhi che indagano i miei. Avevo dimenticato quanto fosse bella. Perché il successo e la fama sono così, ti accecano piazzandoti davanti la prospettiva di un mondo ai tuoi piedi, di un Eden pieno di frutti proibiti, e dimentichi il più dolce e necessario di tutti. Dimentichi l’amore. Così come avevo dimenticato quasi del tutto gli accordi di Tangerine.

Niente domande. D’accordo.”

Le prendo il mento tra pollice e indice. La bacio con devozione e la sento rabbrividire. Contrariato, mi stacco da lei. Provo a sorridere.

Vuoi tenermi sulla porta tutta la notte o vuoi lasciarmi entrare?” prova a scherzare lei.

La lascio entrare nel mio camerino e torno indietro di dieci anni.

Dio sa quanto vorrei restarci.

 

 

 

 

9 Gennaio 2019

 

La canzone era Sara.

L’album Desire, colonna sonora di una notte di mezza estate sotto il cielo di New York. Forse in uno squallido camerino del Madison, magari nel piccolo e ordinato appartamento di una cantante folk del Kentucky, due ragazzi facevano l’amore.

Lontano da tutti, indietro nel tempo.

 

 

 


Angolo dell’autrice.


Ehm. C’è nessuno? Ok, credo che da anni la sezione sia deserta, ma confido che qualcuno sia qui. Lo spero.

Anche io sono tornata dopo tutto questo tempo e ho lasciato alle spalle un po’ tutti i progetti che stavo portando avanti in questa sezione. Mi spiace non aver risposto a qualche recensione di qualche storia fa, ma gli eventi nella vita reale si moltiplicano col passare del tempo.

Dedico questa a Claudia, che aspettava da tempo qualcosa del genere. Spero di non averti delusa, amica mia.

Franny

   
 
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