Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: lapotenza    10/01/2019    0 recensioni
-Ispirata a Wings e The most beautiful moment in life-
"Come finisce lo spettacolo se le marionette sono i burattinai? Un burattinaio può davvero essere una marionetta? Dove vanno a finire i fili spezzati?"
"[...] era riuscito a scavare uno spazio vuoto dentro un altro spazio vuoto più grande."
Una serie di strani avvenimenti si dirama con un devastante effetto domino e piomba in vite diverse ma collegate.
E' forse la scomparsa di Taehyung la chiave di tutto? Od è il cadavere introvabile di quel ragazzo che Yoongi ha visto venir investito?
Nel mezzo della calma prima della tempesta Namjoon scopre di non essere il solo a cercare Taehyung, Yoongi chiede l'aiuto del minuto Park Jimin per fare qualcosa di incomprensibile e, aggirandosi nei meandri di vite spezzate, Jungkook è l'unico a sapere cosa stia realmente accadendo.
Da qualche parte la chiave del mistero pende come una spada di Damocle, in attesa di venir trovata.
Ovviamente, ma qual'è il mistero?
Storia disponibile anche sul mio account wattpad, sotto medesimo nickname.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Buongiorno.- Namjoon entrò nell'ufficio dell'agente Lim, inchinandosi appena mentre la porta veniva chiusa alle sue spalle dalla segretaria della centrale.

Si era coperto bene, con un Montgomery lungo ed una sciarpa grigia, per combattere il freddo dicembrino al meglio.

L'agente Lim, ben piazzato sulla sua sedia, mostrava una massiccia e solida corporatura in netto contrasto con la snellezza di Namjoon, che ben troneggiava dal suo metro e ottanta o poco più.

-Si accomodi, Kim Namjoon, immagino.- con un sorriso cortese l'uomo indico una delle due sedie poste di fronte alla scrivania, quella di destra. Namjoon eseguì senza proferir parola.

La sera prima era stata mandata un'auto medica per quel tale Min Yoongi ed una pattuglia che si era premurata di setacciare con cura la zona, ma non avevano ottenuto nulla se non la conferma che quello sparpagliato come un cremisi tappeto sull'asfalto era autentico sangue.

-Non la voglio trattenere troppo, signor Kim. Ha già lasciato le sue deposizioni nella notte e mi sono giunte esattamente come le ha pronunciate, dacché ho capito lei ha solo ricevuto una richiesta d'aiuto dal signor Min e l'ha accolta, giusto?-

Namjoon si assestò meglio sulla sedia, accavallando le gambe.

Annuì.

-Potrebbe raccontarmi in breve l'accaduto un'ultima volta? Solo per confermare.- Namjoon trattenne un sospiro, aveva rimandato nel pomeriggio ben due appuntamenti (un tatuaggio molto esteso ed un piercing alla lingua) solo per essere lì in caserma per dire cose che aveva già ripetuto diverse volte la sera precedente mentre un uomo trascriveva il tutto su di un portatile.

-Min Yoongi è irrotto nel mio negozio non molto prima dell'una di notte, mi ha chiesto aiuto ed è corso via. L'ho seguito fino all'incrocio e, dopo aver visto il sangue e domandatogli l'accaduto, siamo rientrati in negozio per chiamare le autorità. Questo è quanto.- Lim annuì e la sua espressione si fece grave.

-Il signor Min le ha detto nulla riguardo la presunta vittima? Se la conoscesse o qualcosa del genere?- nel suo sguardo era visibile una preoccupazione che non contribuì affatto a tranquillizzare il tatuatore.

-No, mi ha solo detto che era un ragazzo, e che la macchina è andata via senza prestare soccorso.-

-Capisco...- l'agente Lim parve quasi deluso, Namjoon domandò allora perché gli avesse posto una domanda del genere, ed egli scosse il capo con uno sguardo pieno d'una pietà chiaramente rivolta a qualcun altro.

-Due ore fa abbiamo parlato col signor Min, ha sostenuto d'aver riconosciuto la vittima e d'averci parlato giusto poco prima dell'accaduto. Ci ha fornito un nome e persino l'indirizzo.- Namjoon non seppe spiegarsi perché il volto dell'agente sembrasse così scuro nonostante avessero per lo meno una parte da cui iniziare.

-Quindi dovete confermare che il sangue sia effettivamente il suo?- domandò.

-No, l'abbiamo già fatto.- l'agente Lim scosse di nuovo il capo, come se si trovasse di fronte ad un indovinello tremendamente complesso e da esso ne dipendessero le sorti dell'umanità -Il sangue appartiene indubbiamente a Jeon Jungkook, stesso nome fattoci da Min Yoongi.-

-E dov'è il problema, quindi?-

-

Min Yoongi era seduto su una panca in cemento nella terrazza al quinto piano dell'edificio giudiziario. Quando Namjoon lo trovò stava sfogliando un quaderno dalla copertina in pelle rossa.

Il tatuatore gli si avvicinò con lentezza.

Soffiava un lieve vento che smuoveva i capelli castano rossicci del pallido uomo, accompagnando il frusciare delle pagine spesse, quando si mise a sedere accanto a lui, Namjoon compì un enorme sforzo di volontà ed evitò si spiare il contenuto del quaderno, ritenendolo un gesto di irrispettosa invasione della privacy.

Yoongi chiuse infatti di scatto il quaderno non appena lo vide, rivolgendogli un piccolissimo sorriso.

-Chi non muore si rivede. Kim Namjoon, ho saputo il tuo nome da altri, buffo no?-

La sera prima, tra la situazione assurda e preoccupante e lo strano incontro, Namjoon non aveva notato né la voce bassa e graffiante né il taglio affilato degli occhi dell'altro. Ora che lo vedeva chiaramente alla luce del giorno, Min Yoongi gli si presentava come una sorta di creatura magra e minuta in possesso di uno spirito potente e deciso, dallo sguardo duro non trapelava altro che freddezza.

-Già. Vedo che stai meglio.- Namjoon seguì attentamente il percorso della mano di Yoongi fino alla tasca della giacca, dalla quale estrasse un pacchetto di Marlboro ed un clipper nero nuovo di zecca.

Si posò una sigaretta tra le labbra e porse il pacchetto a Namjoon, la sottile stecca bianca a pendergli ad un angolo.

Namjoon accettò con piacere, facendosi passare il clipper non appena Yoongi ebbe acceso la sua, imitandolo.

-Ci avrei scommesso.- il castano, la Marlboro sempre a penzolare dalla bocca, gli rivolse un sorriso sghembo.

-Su cosa?- Namjoon espirò una sottile nuvoletta di fumo, che si andò ad inspessire con la condensa del suo fiato caldo.

Il modo in cui si arricciò in una spirale sconclusionata verso il cielo fino a dissolversi gli fece inevitabilmente pensare a come Taehyung avesse fatto altrettanto, solo per aver visto un disegno all'interno d'una busta anonima.

-Che eri un fumatore. Anche se occasionale, direi.-

Namjoon sorrise, e due fossette andarono a scavargli le guance.

Min Yoongi osservava la gente, e la osservava con cura. Di questo se ne convinse semplicemente udendo quella frase, il tono che l'uomo aveva usato era quello di qualcuno che la sapeva lunga e la sapeva davvero.

Regnò un piacevole silenzio per i minuti a seguire.

-La sai una cosa, amico?- Yoongi si alzò in piedi, stiracchiandosi e buttando la cicca della sua sigaretta giù dal parapetto, lanciò un'occhiata al suo orologio da polso -Siamo entrambi nella merda.-

Si avvicinò alla panca per recuperare il quaderno e rivolse a Namjoon uno sguardo di pura eloquenza.

-Lo siamo davvero. Non chiedermi perché, ma forse avremmo fatto meglio a non fare determinate cose.-

-Di quali cose parli?- Namjoon si alzò a sua volta, tra di loro intercorrevano almeno sette centimetri di differenza -Se ti riferisci ad aver chiamato aiuto ieri, sono convinto che abbiamo fatto bene.-

Yoongi ridacchiò e scosse il capo.

-Scusami, rischio di far tardi.- senza attendere risposta si diresse verso l'interno dell'edificio, non accorgendosi del sottile rettangolo che gli sfuggì dal quaderno poco prima che si richiudesse la porta alle spalle.

Namjoon lo richiamò inutilmente.

Si affacciò di sotto solo per vedere la figura sottile di Min Yoongi che attraversava di fretta il parcheggio.

Sbuffò, ragionando sulla strana affermazione dell'uomo.

Poi il vento condusse quel rettangolo lucido ai suoi piedi, Namjoon si chinò a raccoglierlo.

Era la fotografia di un moretto sui diciott'anni o anche meno, seduto su di una ringhiera, un'inconfondibile fontana di Trevi alle sue spalle. Faceva il segno della vittoria con un sorriso tutto denti che Namjoon associò a quello di un coniglietto.

Sorrise senza volerlo nel leggere la dedica sul retro.

"Al mio Hyung preferito,

le vacanze vanno alla grande e Roma è bellissima.

Passa una buona estate anche tu.

P.s.: ho espresso un desiderio anche per te"

Il tutto si concludeva con un grazioso cuoricino.

Che Min Yoongi avesse un fratello minore o qualche amico più giovane? Namjoon non se l'era proprio fatto il tipo.

Sorridendo scorse la carta bianca sotto alla scritta sino a raggiungere la firma.

Deglutì percependo un orribile groppo in gola.

"Sempre con affetto, JJK"

-J... JK...- mormorò, le parole dell'agente gli riverberarono in testa come un'insolita eco.

"Jeon Jungkook è morto in un incidente stradale due anni fa".

-JJK... Jeon Jung Kook...-

Ed il peso di piombo scese ancora.

   
 
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