Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kengha    10/01/2019    6 recensioni
Erano passati quasi sei mesi da quello che era poi stato ironicamente chiamato “Inverno Perenne” e adesso il freddo, quello vero, era arrivato ad Arendelle. Il freddo e il ventiduesimo compleanno della Regina.
 Dopo le numerose pressioni di Anna, Elsa si era arresa ed aveva deciso di organizzare un ballo per festeggiare l’evento. Dopo le altrettante numerose pressioni dei funzionari di corte, era stato stabilito che a tale ballo dovessero essere presenti anche i pretendenti della Regina.

La voce si era sparsa in un istante, nonostante il categorico rifiuto della sovrana di fare degli inviti ufficiali: non avrebbe mai pregato nessun’uomo di prenderla come moglie.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ancora, come sempre, in ritardo. Ringrazio tutti coloro che continuano a seguirmi, che mi lasciano commenti ben più che graditi, che impiegano il loro tempo per leggere di quanto ho sulle sorelle di Arendelle da raccontare. Come già annunciato in precedenza, questo capitolo (e gli ultimi due che lo seguiranno) risulterà stilisticamente differente, visto che ciò che avevo scritto quando avevo deciso di iniziare questa storia, circa quattro anni e mezzo fa, s'interrompeva con la fine del capitolo 12.
Mi sono interrogata molto su come continuare ciò che a lungo avevo lasciato incompleto, come riprendere in mano qualcosa che era cambiato e cresciuto con me, ma credo di aver trovato le risposte.
Come sempre, ancora, grazie di cuore.

Besos

Chapter 13


Era trascorso un giorno intero da quando Anna aveva fatto ritorno al castello, un giorno da quando Elsa aveva deciso di chiudersi nelle sue stanze e di non uscirne. Quando aveva visto Leanne in piedi, sulla porta spalancata della scuderia, si era illusa che le cose tornassero ad acquisire quella stessa magia che sembravano aver avuto l’Inverno precedente. Eppure, se ad Arendelle il detto “l’inverno passa e la neve si scioglie” non era troppo veritiero, ciò poteva dirsi per il calore, l’affetto e le speranze, che col gelido vento della fredda stagione sembravano di nuovo sul punto di cristallizzarsi. La Regina aveva avuto modo di rivedere la sua amata dopo un anno in cui, a dire il vero, aveva anche iniziato a dimenticare le sue reali fattezze; tuttavia, sembrava che il prezzo per una Principessa fosse un’altra Principessa e lei non sarebbe stata assolutamente pronta a pagarlo. Per nessuna ragione avrebbe perso Anna, neppure per Leanne.
Quest’ultima si era svegliata da diverse ore e nonostante i tentativi di convincere Elsa ad abbandonare il palazzo per seguirla in una passeggiata a cavallo, non era riuscita nel suo obbiettivo di condurre l’amata fuori dalle sue stanze: le sarebbe passato, probabilmente quella stessa sera la Regina si sarebbe presentata nella sala da pranzo, con l’estrema accortezza di recarvisi in orari nettamente diversi rispetto quelli cui andava, invece, la sorella minore; ben presto, la Regina avrebbe -per forza o per inerzia- dovuto ricominciare ad intraprendere la sua regolare routine. Ciò che si era preposta di far lei, in tutto ciò, era di riconciliarla con la maldestra Principessa dai capelli rossi.
Non aveva dovuto impiegare troppo impegno per trovare Anna, a dire il vero, poiché dopo aver notato la sua assenza nella galleria del castello, non le era servito neppure ascoltare il suggerimento di Gerda per intuire ch’ella fosse, invece, nei parchi reali, in prossimità delle scuderie. Si era dunque diretta là armata di nient’altro che buone intenzioni, i raggi freddi del sole invernale si screziavano sul suo lungo abito rosso, di tessuto leggero, indubbiamente estivo: non si era mai preoccupata delle stagioni, i suoi poteri erano tali da farle percepire indistintamente sempre il medesimo calore. Il vento gelido che si levava dal fiordo fu la sua unica compagnia per tutto il tragitto e, quando raggiunse il luogo indicato dalla dolce cameriera, dove prevedibilmente trovò Anna non poté fare a meno di perdersi ad osservarla.
Con austerità ed eleganza sedeva sulla groppa di Leif, che in sei mesi aveva reso obbediente quasi tanto quanto lo era stato Askel prima di lui. La Principessa del Regno del Sole si era limitata ad appoggiarsi contro un albero e ad osservare la rossa compiere diverse figure di dressage in maniera a dir poco esemplare: aveva atteso ch’ella finisse, prima di avvicinarsi apertamente a lei. Per quanto maldestra e caotica la giovane apparisse quand’era in giro, a cavallo sembrava trasformarsi.
« E dire che avevo creduto non poteste divenire un’amazzone migliore » pronunciò Leanne, affiancandola lentamente e volgendole un sorriso cordiale. Fatta eccezione per la piccola spiacevole parentesi del giorno prima, comunque non avevano avuto modo di vedersi per quasi un anno.
Anna, che in altre circostanze certamente sarebbe stata allegra e gentile, le lanciò a malapena un’occhiata, rispondendole senza guardarla e camminando imperterrita verso le scuderie.
« Non si finisce mai di imparare ».
« Lo avete appena confermato, siete in assoluto una delle migliori fantine che conosca ». Non si trattavano di lusinghe unicamente volte al fine di avvicinarla, poiché Leanne era di natura sincera e quelle cose le pensava davvero. Aveva sempre ammirato molto Anna, più piccola di lei di appena un anno e che di scogli, nella vita, ne aveva già dovuti superare parecchi. Avrebbe potuto discutere con lei di equitazione per ore, a dire il vero, ma non per questo la mora abusò delle sue conoscenze e della loro passione in comune per sviare il discorso dal motivo principale della sua visita inaspettata alle scuderie.
« Ascoltate, volevo parlarvi di Elsa… » iniziò con calma, cercando di misurare le parole.
« Ti ha mandato lei? » sbottò la rossa, ancora unicamente concentrata sul suo bellissimo stallone, cercando di ignorare quanto più possibile la sgradita presenza al suo fianco.
« No. Non sa che sono qui ».
« Non vi dite molte cose, da quanto ho modo di vedere ».
« Principessa Anna, ascoltatemi vi prego, capisco quanto siete ferita io– ».
« Oh, tu puoi capirmi? E dimmi, ti sei forse mai trovata in questa situazione, con una sorella estremamente distante -l’unica cosa che è rimasta della tua famiglia- che dopo tredici anni di rifiuti apparentemente immotivati inizia in qualche modo ad essere più vicina ed amorevole solo per poi farti realizzare che vi fosse ancora un altro grande segreto a separarvi perché lei non aveva avuto il coraggio di fidarsi di te?! » Non si era resa conto, la Principessa di Arendelle, di quanto effettivamente avesse urlato quelle parole, tantomeno aveva realizzato di essere ormai in lacrime, in balia di un dolore che, aveva pregato a suo tempo, di non dover provare mai più.
Istintivamente, Leanne l’avrebbe accolta in un abbraccio, tanto evidente il fatto che il dolore che attanagliava il cuore della sua compagna fosse tale e quale presente in quello più tenero e giovane della sua amatissima sorellina minore; poi, riflettendo sul fatto che buona parte di quella situazione fosse causa sua, decise di evitare un qualsiasi contatto che non fosse chiaramente voluto anche dall’altra, consapevole del fatto che la rossa incolpasse anche lei di tutto quello. Errando in parte, ma non del tutto.
« Non sono stata voi, Anna, ma sono stata lei. So che vuol dire essere diversi in più di un modo e mi sono sentita sbagliata anche se buona parte dei membri della mia famiglia possiedono i miei stessi poteri. Pur essendo più simile a loro di quanto voi due non lo sarete mai, mi sono sentita come se fossi in realtà una persona da nascondere, un motivo di vergogna e di disagio. Ad esser sincere, lo ero diventata solo perché me ne ero a tal punto convinta ».
Lentamente, Anna sollevò i propri occhi per soffermarsi a guardare finalmente la figura di Leanne, rendendosi conto solo in quel momento quanto la ragazza fosse cambiata dall’ultima volta che l’aveva vista: al di là del volto che sembrava improvvisamente aver assunto tratti più taglienti e maturi, con gli zigomi alti ed il collo lungo messi in evidenza dai capelli corvini che, dallo scorso Inverno, erano stati enormemente accorciati -in un taglio pressoché irregolare che le rasentava le spalle-, a spiccare più di tutto erano i profondi cerchi scuri sotto gli occhi ambrati della Principessa e il fisico più esile, magro. Era sempre bellissima, Leanne, ma in specie quei due ultimi fattori erano indice del fatto che non avesse passato un periodo poi così roseo anche lei.
« Ho fatto il medesimo errore di Elsa, a suo tempo, lasciando che la verità venisse a galla nel peggiore dei modi. Ho avuto la fortuna di esser nata e cresciuta in una famiglia molto unita, dotata di una mentalità aperta e di membri comprensivi, ma Vi renderete conto che la maggior parte delle persone non è così. Minai il rapporto con i miei famigliari per paura ed impiegai molto tempo a recuperare quella fiducia che, non nego, ho temuto per molti mesi di aver perduto per sempre. Fu grazie a mio fratello Alexander se la situazione si risolse, è sempre stato molto abile a placare gli animi, nella nostra famiglia. Ed è grazie ad Alexander se sono qui, adesso ».
Gli occhi di Anna si velarono improvvisamente di consapevolezza ed alzò il volto lentigginoso per guardare a quello dell’altra ragazza con esitazione.
« Lui lo sapeva? »
« Che tenessi a vostra sorella? Sì. Non sono stata io a dirglielo, ci parliamo molto ma era qualcosa che avevo preferito tenere per me, visto e considerato il fatto ch’egli fosse giunto qui come pretendente; che Elsa ricambiasse i miei sentimenti? No. Per molto tempo, anche dopo la nostra partenza, ho creduto che non l’avesse minimamente compreso… ma ancora una volta avevo sottovalutato il mio adorato fratello maggiore, che sapeva tutto già da tempo ».
Anna sembrò meditare dei lunghi istanti su quelle parole e, in quel silenzio assolutamente insolito per lei, si avvicinò alla cassa dove erano tenute un gran numero di spazzole e ne prese una in maniera piuttosto casuale, distratta. Leanne, in silenzio, si avvicinò alla stessa scatola, chiedendole con lo sguardo di poterla aiutare nella pulizia del puledro: la Principessa si limitò ad annuire. Per diversi minuti semplicemente nessuna delle due parlò, curando il manto di Leif, occupandosi di rimuovere gli schizzi di fango e di polvere dal ventre largo. Poi, quasi come avesse trascorso il tempo nel mentre in una sorta di profonda riflessione, Anna aprì bocca per parlare.
« Si è arrabbiato? »
« Come, prego? »
« Il Principe Alexander. Si è arrabbiato per il fatto che il matrimonio sia stato mandato a monte e che tu non avessi dato retta alle sue parole? Che tu– »
« Che mi sia innamorata? »
A quelle parole, Anna si sentì spiazzata ancor maggiormente: se aveva compreso il fatto che Elsa e Leanne fossero state unite da un legame molto forte sin dal principio, ciò che le era sino a quel momento sfuggito riguardava l’intensità di questi. E la semplicità con cui la Principessa del Regno del Sole avesse esposto i suoi sentimenti l’aveva sinceramente spiazzata. Leanne, dal canto suo, comprese lo stato d’animo dell’altra e, semplicemente, rispose alla sua domanda.
« In un primo momento credetti di sì. In seguito, pensai di essere io arrabbiata con lui per il modo in cui aveva calpestato i miei sentimenti. Alla fine, realizzai che nessuno dei due portasse sinceramente rancore nei confronti dell’altro. Alexander ha un animo gentile, senza ombra di dubbio avrebbe avuto cura di Vostra sorella e sarebbe stato un sovrano abile, giusto e magnanimo… ero più io a non poter sopportare l’idea che la prendesse in sposa, piuttosto che il contrario. Ci siamo evitati fino a poche settimane fa » confessò la mora, terminando il suo lavoro e posando nuovamente la spazzola nella scatola.
« E poi? » chiese ancora Anna, con una certa riluttanza nella voce, riponendo a sua volta la spazzola e conducendo lo stallone nel suo box, ritrovandosi poi senza distrazioni, prendendo ad osservare la sua interlocutrice come si sarebbe dovuto fare in una qualsiasi conversazione di reale interesse. Leanne si accomodò su una vecchia sedia sconnessa e si passò una mano tra i corti boccoli corvini, in un gesto che esprimeva sia una certa stanchezza morale, sia una vaga e positiva rassegnazione nei confronti delle persone che aveva intorno. Di coloro che amava.
« E poi, dopo aver ormai abbandonato l’idea di rivederla, dopo aver persino annunciato alla mia famiglia che non avrei preso parte al matrimonio… Vostra sorella ha spedito ad Alexander una lettera, chiedendo l’annullamento delle nozze ma promettendo l’integrità dell’alleanza ». Le labbra carnose della Principessa si distesero in un sincero sorriso, i suoi occhi d’ambra si posarono sul volto lentigginoso di Anna e, con piacevole sorpresa, incontrò lo sguardo di quest’ultima a metà strada.
« Mio fratello è politico di natura, vedendo i promettenti accordi garantiti da Vostra sorella non ha avuto più motivo per tenermi lontana, sopportare la mia tristezza ed il mio rancore. Mi ha detto che la mia felicità era dovuta ad entrambi ».
Anna sospirò piano e si appoggiò con la schiena contro la parete in legno massiccio, sfilandosi i guanti e lasciandoli cadere sul pavimento senza perdersi in alcuna cerimonia. Ora che le gesta ed i comportamenti dei mesi passati di Elsa sembravano aver acquisito improvvisamente un senso, ora che aveva avuto modo di ascoltare Leanne e di comprendere quale profondo sentimento ella nutrisse nei confronti di sua sorella, iniziava finalmente ad avere una visione più limpida dell’intera situazione. E comunque tutto ciò non lo rendeva più semplice.
« Elsa è mia sorella, le vorrò bene a qualsiasi costo ed in qualsiasi caso, non l’avrei mai e poi mai allontanata se mi avesse detto in principio di provare qualcosa per te… oppure di non provare in generale qualcosa per gli uomini, ecco. Insomma, abbiamo un pupazzo di neve parlante che si aggira per il castello! E Kristoff crede di essere l’interprete di una renna! -Detto tra noi, non è neanche così bravo- di certo non sarebbe stata la cosa più stravagante nella nostra piccola e assurda famiglia ».
A quelle parole, Leanne non riuscì a trattenere una leggera risata, il pensiero del primo incontro con Olaf ancora vivido nella sua mente; Anna si vide facilmente contagiata e rise lievemente a sua volta, volgendo alla Principessa del Regno del Sole la prima occhiata sinceramente bonaria e gentile da quando aveva fatto ritorno al castello.
« Non sei tu il problema Leanne. E non lo siete voi due, soprattutto dopo essermi resa conto quanto felice sia Elsa con te e quanto persa ed in balia di sé stessa diventi quando sei lontana. Ad essere complementari, a quanto pare, non sono soltanto i vostri poteri. Sono state le bugie, ad avermi ferita… alla fine, mi ha tenuta fuori nonostante la porta aperta e ha deciso che l’avrei vista come un mostro senza tentare neppure, a mostrarsi ».
« Capisco bene il fatto che tu abbia bisogno di tempo per perdonarla, ma sappi che nel suo errore Elsa ha solo cercato di evitare un vostro eventuale allontanamento. Ha sbagliato perché ha preso la sua decisione anche per te, ma ha fatto tutto questo perché troppo spaventata all’idea di perderti. Non distruggere ora tutto quello che difficilmente avete costruito solo per paura che possiate rovinarlo in futuro, o per errore ».
La rossa, che aveva chinato il capo dopo aver parlato poco prima, si limitò ad annuire, prima di sollevarsi ancora per guardarla con un lievissimo accenno di sofferente sorriso.
Leanne non seppe dire se la giovane Principessa di Arendelle fosse o meno consapevole della lacrime che le rigavano le guance tempestate di lentiggini, ma il dolore in quegli occhi bastò a farle comprendere quanto sincera ella fosse stata. Anna teneva ad Elsa in un modo semplicemente inesprimibile a parole, la sua paura più grande, quella che per due volte a distanza di poco tempo si era ritrovata a vivere -dopo essersi illusa che tutto andasse per il meglio- era di perdere ancora quel poco rimasto della sua famiglia.

Quel poco che, per la seconda volta, le stava scivolando tra le mani.
Quel poco per cui aveva dato letteralmente il cuore.

***

Elsa non era mai stata solita recarsi in quelle stanze, dopo che le porte erano state chiuse a seguito dell’incidente che aveva coinvolto Anna, si era imposta a tal punto di evitarla da aver perso totalmente l’abitudine di recarsi in certe aree del castello. Aveva ricominciato a frequentare la pinacoteca solo negli ultimi tempi, e generalmente in compagnia della sorella, mai da sola: provava sempre un singolare senso di angoscia e tristezza quando si trovava a passare in solitudine per quei luoghi in cui Anna aveva dovuto riempire anni ed anni della sua vita. Non che a lei fosse toccato un destino migliore, anzi, ma comunque la sua dolce sorellina non aveva mai fatto nulla per meritare tanto dolore… e tante bugie. Non sarebbe mai andata sin là se Leanne non le avesse chiesto di cercare per un vecchio ciondolo di famiglia che sembrava esser misteriosamente sparito da quel pomeriggio: sebbene la Regina di Arendelle non avesse perso di vista la bella Principessa del Regno del Sole per più di qualche ora, questa aveva insistito di aver camminato al lungo nel castello e di essersi fermata per diverso tempo ad osservare i dipinti, prima di recarsi in biblioteca; si erano divise al fine di velocizzare i tempi di ricerca ed anche se la platinata non avesse propriamente sprizzato di gioia all’idea di recarsi in quella sala, non aveva avuto il cuore di negare il suo aiuto a Leanne. Avevano faticato tanto per stare assieme ed ormai avrebbe mosso il mondo pur di vederla felice.
Era ancora chinata per controllare sotto il divanetto posto in prossimità del quadro di Giovanna d’Arco, la torcia stretta tra le gelide dita e gli occhi cerulei appena illuminati dalla fiamma della candela, mentre scrutava con attenzione gli angoli poco illuminati, quando un rumore proveniente dall’altro lato della stanza riscosse la sua attenzione: c’era qualcun altro, lì con lei.
Trattandosi dell’ora di cena, era molto difficile che si trattasse di qualche membro della servitù e, a giudicare dal fatto che fosse ancora vicino alla porta, doveva essere qualcuno che, in quella stanza, v’era da prima di lei, non si sarebbe spiegata altrimenti come questi potesse essere dall’altro lato, da qualche parte nella zona non illuminata. Con passo circospetto e con la torcia alta, si diresse nella direzione del brusio, i muscoli della mano libera contratti e pronti al rilascio del suo potere.
Si accorse di essere vicina quando notò un’ombra strisciare dietro un mobile che, evidente, era stato spostato. Solo a quel punto, scorse il limitare di due lunghe trecce rosse.
« Anna? »
Il tonfo sordo della testa della Principessa che, nell’udire l’inaspettata voce della sorella maggiore si era tirata su di colpo, andando a sbattere contro lo spigolo del mobile di legno intagliato, echeggiò nel silenzio della sala.
« E-Elsa! » Esclamò la rossa, massaggiandosi il punto dolente, imprecando a bassa voce e gettando occhiate di sfida allo spigolo incriminato.
« Cosa ci fai qui… al buio? » Domandò la Regina, avvicinandosi per assicurarsi che non si fosse fatta male realmente. Il volto lentigginoso di Anna fu contratto da una smorfia di dolore quando le mani fredde e delicate della bionda si posarono sul punto in cui, di già, stava comparendo un grande bernoccolo; avrebbe protestato, ma la verità era che il tocco gelido della sorella era un vero sollievo.
« Avevo da fare » rispose seccamente, apprestandosi però immediatamente dopo a giustificarsi ulteriormente « Cioè, non un da fare importante, o segreto… ma ecco, cercavo una cosa… tutto qui. E mi si è spenta la candela ».
« Che strano… » mormorò Elsa, la sua mente già lontana e sulla via della comprensione.
« Cosa? » Biascicò la rossa, allontanandosi appena per chinarsi a raccogliere la candela spenta e posarla così sulla superficie liscia del mobile dietro cui era stata rannicchiata fino a poco prima. Un sospiro proruppe dalle labbra rosee della sovrana, mentre giungeva alla conclusione di quell’apparentemente insolita situazione.
« Leanne ti ha chiesto di cercare una collana? »
« Sì, e tu come lo sai? »
« Perché è la stessa cosa che stavo cercando anche io, qui » sospirò la platinata, tirandosi indietro in un gesto meccanico delle ciocche di capelli ribelli sfuggite alla lunga treccia.
« Oh, ma che cosa strana! Chissà perché ti ha chiesto di cercare la collana nella galleria se l’aveva già chiesto a me! » Esclamò la Principessa, appoggiandosi al mobile e guardandosi attorno per scrutare i vari angoli della stanza.
Elsa rimase per dei lunghi istanti a guardarla, in silenzio, attendendo che anche lei giungesse alla sua stessa conclusione.
Improvvisamente, quasi come fosse stata richiamata da quel medesimo pensiero, la testa di Anna scattò verso di lei, il volto lentigginoso che era il riflesso della consapevolezza.
« Aspetta un attimo… ».
Elsa si limitò ad annuire.

   
 
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