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Autore: Jonghyun88    10/01/2019    3 recensioni
La morte di Giorgia.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorgia portava i capelli corti nel giorno della propria morte.
Aveva passeggiato lungo la strada principale aggrappandosi alla mano ruvida del padre, brandendo sotto il braccio un coniglietto di pezza dal muso consunto.
Era stata una bella mattinata aveva creduto, con quei pensieri causa-effetto tipici della mente di un bambino di cinque anni. Avevano ridisceso il fiume passando per un sentiero dismesso e lì suo padre le aveva mostrato le primule. Si era sentita come avvolgere dal tepore del sole di Maggio ed aveva trattenuto il respiro spalancando gli occhi, quasi che quello fosse un tesoro che solo suo padre avrebbe potuto mostrarle.
Ne avevano raccolta qualcuna con la promessa di darle alla mamma, una volta rientrati, fra l'odore della torta di mele e le lasagne che cuocevano in forno.
D'altronde, in certi paesini, le domeniche hanno tutte lo stesso profumo.
''Prendiamo un regalo anche per Lucky?'' aveva chiesto sgranando le pupille in un incontro di iridi color del bosco. Suo padre aveva sorriso, teneramente e le aveva concesso, ancora una volta, quello che lei gli chiedeva con voce sottile.
La sua principessa. Così gli piaceva chiamarla. Una piccola principessa venuta alla luce lottando, con quel battito cardiaco che non voleva riprendere ed i volti scuri dei medici attorno al lettino.
Eppure, come la goccia di rugiada più limpida, Giorgia ci era riuscita ed aveva visto la luce.  Aveva sollevato i pugnetti al cielo quasi volesse dire ''ci sono anch'io'' e c'era stata davvero, per cinque anni, cinque primavere trascorse giocando fra le gambe del nonno e gli abbracci della madre.
Il tesoro di tutti. Non vi era vicino di casa che non si sciogliesse sotto quei corti riccioli morbidi color del miele mentre lei salutava ampliando la manina e facendo ciao-ciao esattamente come le era stato insegnato.
''Una bambina educata'' - ''Una bella bambina''
Giorgia rispondeva senza capire, ampliando il sorriso e sollevando le guance rosate per poi ritornare a cacciare farfalle con le manine o a raccogliere margherite tutto intorno al giardino di casa.
Non aveva conosciuto un giorno soltanto che fosse infelice e mai l'avrebbe conosciuto.
Era una bella mattinata quella. Non l'avrebbe pensato soltanto una bambina di cinque anni. Il sole era tiepido, le primule erano in fiore e le ombre di un Re e della sua principessa frastagliavano il ciottolato del sentiero. Si potevano udire i rondinotti cinguettare in attesa del pasto principale.
Si erano diretti oltre lo sbocco del fiume, dove sassi un po' più grandi avevano la parvenza di scogli ed il muschio ne rivestiva viscido le superfici mentre l'ombra di un grande albero frondoso offriva ristoro a chiunque vi si fosse sdraiato ai piedi.
''Vieni tesoro, sediamoci a guardare i pesci'' le aveva sussurrato suo padre stringendole la mano ancora più forte.
Giorgia adorava ogni animale. Cresciuta assieme ad un golden retrive di nome Lucky, i suoi genitori le avevano sapientemente trasmesso l'amore e la cura per qualsiasi essere vivente e così è vero, lei ci giocava ad acchiappare le farfalle, ma solo quelle che immaginava, scambiandole con le nuvole soffici che stavano nel cielo turchino.
''Andiamo papà, voglio vederli!'' gli aveva risposto ed aveva sorriso, di nuovo, mostrando la finestrella di un dente davanti caduto la settimana prima. Stava diventando grande la sua principessa. Si perdeva un po' nell'abito gonfio che le aveva messo la madre, con le scarpette della domenica allacciate con cura e la fibbia argentata che splendeva al sole.
Si protese per arrampicarsi alla roccia tondeggiante tenendo ben salda quella esile manina mentre con la suola della scarpa destra tentava di trovare un appoggio che non fosse così sdruccioloso e che permettesse ad entrambi di sedervisi in cima. Un colpo di reni, facendo leva con il braccio libero e poi l'avrebbe tirata su di peso, era leggera, non sarebbe costato che un misero sforzo sollevarla per farla sedere proprio accanto al proprio fianco, a rimirare i pesciolini di fiume e le libellule rincorrersi sul pelo dell'acqua.
Eppure, una volta arrivato in cima, puntando lo sguardo sul palmo della mano ruvida, fra le ferite tipiche di chi lavora la campagna, non c'erano le dita della sua principessa né il suo piccolo volto poco più lontano, oltre l'esile braccio proteso mentre la corrente del fiume le rivestiva il corpo rimasto a giacere fra le spire dell'acqua, in un abito a festa divenuto quel giorno un ricordo di morte.
Scese rapidamente dal pendio sdrucciolevole incapace di comprendere quanto accaduto. Sentiva il suono ritmico della corrente che lambiva il bordo del letto del fiume mentre l'acqua trasparente diveniva color vino, forse solo un po' più chiaro e la sua principessa esalava , inerme, il suo ultimo respiro.
Si accartocciò serrandole il corpo fra le ginocchia e le braccia. Il verde dell'erba sembrava tremare offuscandosi sotto la patina delle lacrime che, copiose, gli solcavano il viso attraversandogli le labbra.
Era Maggio, il sole era tiepido, le primule erano in fiore e Giorgia giaceva riversa con un solco profondo in testa, a sporcare di rosso i suoi corti capelli color del miele.
A salire, nell'etere, un grido soltanto di un padre distrutto.
Per un padre che resta con la colpa più grande, non trovo rimedio se non la morte soltanto.

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Ciao a tutti! Spero che questo racconto vi piaccia, sebbene l'abbia scritto in un quarto d'ora e dubito che possa interessare a qualcuno ^^''
Nel caso doveste leggere, vi sarei infinitamente grata se mi vorrete lasciare un commento, fosse anche solo una parola.
Grazie
-Jjong
   
 
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