Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh
Ricorda la storia  |      
Autore: BloodyRoad    11/01/2019    0 recensioni
Su quel dirigibile non c'è molto da fare.
E la noia si fa sentire, anche se c'è un Faraone da far fuori.
Cosa fare per passare il tempo?
Bakura ha un paio di suggerimenti.
[Thiefshipping - Possibile OOC.]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Marik/Malik Ishtar, Yami no Bakura
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

So, do you remember your first kiss?

-No, non così.
Un sussurro ovattato, distante quasi miglia, nonostante i pochi centimetri che li tenevano separati. Marik non riusciva a stare tranquillo, tra le sue braccia, e quel respiro caldo sulla pelle sensibile del suo collo non lo aiutava di certo.
Non sapeva cosa diamine gli fosse passato per la testa, non sapeva nemmeno come fossero arrivati a quel punto. Tutto quello che riusciva a ricordare erano un’astuta bottiglia di saké, infiltratasi a bordo di quel dirigibile in modi che Marik non aveva nemmeno voglia di chiedere, il suo letto illuminato dalla luce della luna, chiacchiere partite da desideri di conquista ed ora arrivate a discorsi su lenzuola e gente che ci sta sotto, specialmente in compagnia, con tutto il disagio che il volto giovane ed inesperto di Marik poteva esprimere, e la voce roca di Bakura che gli sussurrava, con un irresistibile, perfido ghigno, “Vuoi provare?”.
E ora si ritrovava in piedi, bloccato tra quel corpo quasi irreale, pallido come la luce della notte, ed il muro dietro di sé, accanto al quale la città faceva capolino dall’oblò, scorrendo lenta, pronta a sbirciare qualora la situazione si facesse interessante.
O almeno, così Marik credeva.
Si sentiva tremendamente osservato e giudicato, nonostante davanti a lui ci fosse solo Bakura. Beh, come poteva non essere nervoso? Era il suo primo bacio. E aveva deciso di concederlo al suo partner in crime mosso dalla curiosità e da una strana sensazione nello stomaco che continuava a bruciare e a fargli arrossire le guance ogni volta che lo fissava troppo a lungo –non che lo avesse mai fatto. No, no.-, per quanto quasi impercettibile attraverso la sua pelle ambrata. Bakura lo teneva fermo, una mano a sollevargli il mento, l’altra poggiata sul suo bassoventre per avere un maggior controllo.
Si trattava pur sempre di un ladro. Il bottino doveva esser sempre tenuto d’occhio, per quanto la vittoria possa ritenersi assicurata. Marik, d’altro canto, sembrava pronto a scattare da un momento all’altro e darsi alla fuga. Ma Bakura aveva ciò che voleva proprio lì, davanti a sé. Il respiro di Marik era notevolmente accelerato, il viso abbassato quasi a voler evitare il destino in cui lui, ingenuamente, si era ficcato da solo. Allo Spirito non importava nulla dei rimorsi, e di certo non gli avrebbe concesso un ripensamento.
E a giudicare dal luccichio nei suoi occhi e da quel sorriso soddisfatto, era piuttosto orgoglioso di quanto era riuscito a rubare quella sera…
-Se tieni troppo strette le labbra, non posso baciarti.
-N-non le tengo strette. Sicuro di essere capace?
-Ragazzino, non ho passato la mia vita a rubare solo tesori. Se capisci cosa intendo…Vuoi smetterla di tremare?
-NON STO TREMANDO!
-Shhh, c’è il tuo fratellino nell’altra stanza…vuoi che entri e veda le brutte cose che stai facendo?
-Q-quali brutte cose? È solo un bacio, no?
-Beh, sì…ma sei tu quello che sta arrossendo.

Lo sguardo indignato di Marik fu, per Bakura, ancora più soddisfacente dell’atto in sé per sé. Oh, quanto adorava arruffargli le penne. Il principino d’Egitto, carico d’oro e arroganza, ora si scioglieva tra le sue braccia per un semplice bacio. Che, tra parentesi, non c’era ancora stato.
Quando Bakura si strinse ancora di più a lui, negli occhi di Marik tornò il panico.
-Schiudi le labbra, ho detto.
Accompagnò quell’ordine appena sospirato accarezzandogli il labbro inferiore col pollice, prima di costringerlo ad obbedire, con un’inaspettata delicatezza.
C’erano modi e modi di rubare qualcosa di così prezioso.
La pazienza era una virtù, per un ladro.
Marik si strinse alla sua maglietta a strisce, le dita che venivano avvolte da quella stoffa impregnata del suo profumo, disperate come se da quella dipendesse la sopravvivenza. Strizzò gli occhi, in un vano tentativo di fuggire almeno col pensiero, negare di trovarsi in quella situazione. A Bakura scappò un’altra risata.
-E tu sei quello che vorrebbe uccidere il Faraone? Se decidesse di baciarti, saresti finito.
-CHE RA MI PRENDA, PIUTTOSTO.
-Perdo il mio tempo qui, Ishtar. Vuoi che ti insegni o no?
Al tono così infastidito del ragazzo, Marik non poté fare altro che aprire gli occhi, in un’espressione che Bakura non poteva definire in altro modo che non fosse adorabile. Seriamente, aveva visto quel moccioso tentare di comportarsi come il più cinico ed astuto dei criminali, e aveva tutte le carte in regola per farlo. Sguardo tagliente, lingua biforcuta, astuzia da vendere e carisma degni di un killer. E ora quasi temeva di perderlo per arresto cardiaco, a giudicare dai battiti assordanti di quel cuore forse non troppo maligno come voleva sembrare. Sul serio gli faceva quell’effetto?

Insomma, sapeva di avere del fascino, ed il bel faccino del suo proprietario lo aiutava moltissimo in parecchie sessioni in cui era fondamentale un buon lancio di persuasione, quando era necessario. Ma nessun sospiro adorante di fanciulle in visibilio poteva competere con la guardia completamente crollata di Marik.
Il profumo del ragazzo si mescolava a quello dolciastro del sakè, in un mix letale che aveva un qualcosa di afrodisiaco. Per un istante, ebbe il desiderio di divorarlo: stringere le unghie nella sua carne fino a liberare rivoli rossi su quella pelle perfetta, tirarlo a sé solo per il gusto di udire un suo sussulto spaventato, risvegliato da una fame rimasta sopita per troppo. Bakura si strinse così tanto da poter sentire ogni curva del suo corpo sotto di lui. Un altro fremito impaziente. Maledizione a questo corpo da adolescente.
Temeva di perdere il controllo da un momento all’altro, e a quel punto Marik non sarebbe stato l’unico da dover prendere in giro.
Meglio, quindi, mettersi in posizione di attacco e mirare ai suoi Life Points direttamente, prima che l’animo da predatore prendesse il controllo e Bakura si trovasse, senza troppi complimenti, a spogliare Marik.
E senza neppure accorgersene, si ritrovò a fantasticarvi su.
La mano che gli bloccava il mento ora scese sul collo del ragazzo, sfiorando i suoi vestiti ed immaginandosi cosa stessero coprendo, con estrema lentezza, godendosi i suoi brividi, se di panico o di altro, non gli era dato sapere al momento.
Di certo, stava per scoprirlo.
Ora a quelli di Marik iniziarono ad unirsi anche i battiti del cuore di Bakura, inaugurando un concerto di strane sensazioni che non si dovrebbero poter provare mentre si organizza un piano omicida a discapito dello spirito di un faraone adolescente morto 3000 anni orsono e rinchiuso in un artefatto millenario.
Non importava davvero, in quel momento. Importava Marik. Quegli occhi color fioritura in primavera, impensabili da trovare nel deserto egiziano. Quella pelle dipinta dal dio del sole che gli ricordava tanto quella della sua gente. Quei capelli sottili, come sabbia tra le dita.
Importava la distanza tra loro, che a poco a poco si annullò.
Importavano quelle labbra morbide, incerte, tremanti sotto le sue.

Dapprima le sfiorò solo, aspettando che il ragazzo smettesse di sussultare.
Un tremito lo avvolse, e non poté più attendere che lui fosse pronto.
Finalmente
Lo stava baciando.


…o qualcosa del genere, siccome Marik continuava a rimanere rigido come una sfinge. Quell’inesperienza era tanto imbarazzante quando esilarante. Se non fosse stato impegnato a rubare l’innocenza dalle sue labbra e, sperava, dai suoi sogni notturni, probabilmente sarebbe scoppiato a ridere.
Ma doveva contenersi. Lui era quello esperto, quello posato, quello che aveva sex appeal da vendere, quello che aveva sedotto centinaia di fanciulle perse tra le dune e…
…e le ricordava bene, tutto ad un tratto, per qualche motivo. Strano, credeva di aver rimosso certi tipi di piaceri dalla sua memoria per lasciar spazio solo all’incessante desiderio di vendetta…
Ricordava le loro vesti fruscianti, tra le sue mani, di sete preziose, che scoprivano a poco a poco terre che sarebbero dovute rimanere proibite ai suoi occhi. Ricordava onde ora di rosso, ora di bianco, a rivelare isole e tesori che Bakura non si faceva troppi scrupoli ad agguantare, ladro di molteplici notti cedute, tuttavia, senza rimorsi.
Quella sensazione calda e morbida sotto alle sue dita, mentre le sue mani esploravano, ripagate da sussulti e gemiti e preghiere…
Iniziò ad immaginare lo stesso, a desiderare di nuovo quei tocchi, ma stavolta, al posto delle sue odalische per una notte, c’era qualcun altro.
C’erano capelli biondi, occhi lavanda, e spalle non troppo decise. Tra le sue mani quei fianchi sottili, quelle forme lisce, timide, ancora immature, che tentavano di sfuggirgli, che tremavano al suo tocco, e si rivelavano, poco alla volta, squarciando veli di virginea paura che gli si concedeva, con una lieve nota di riluttanza dovuta all’inesperienza, arrendendosi poi alle sue mani e al suo volere, orgoglio in frantumi come vetro sulla pietra.
Vedere quel faccino ornato di oro ed arroganza sgretolarsi in un capolavoro gemente.
Ricordava quanto adorasse essere pregato dalle proprie vittime.
Sentire Marik pregare per il proprio piacere. E solo lui poteva accontentarlo…
…male, molto male. Bakura sentì il sangue scorrergli violento, più velocemente, ora alla testa, mentre le dita affondavano nelle sue braccia, imprigionandolo, tanto era inutile che indietreggiasse ancora, insomma, la parete dietro Marik era sua alleata…e forzando l’accesso con la propria lingua in quella bocca che di solito parlava troppo, ma che ora cercava in tutti i modi di sfuggirgli, e dalla testa, il sangue stava iniziando ad arrivargli al…
Squick!

…era appena riuscito a sfiorare la lingua di Marik, quando improvvisamente sentì un…gemito? No, più uno…squittio. Oh cielo, Marik aveva squittito? Mentre lo baciava? Per lo spavento?

Aprì gli occhi, per un attimo confuso, come se stesse cercando di capire se davvero quel suono fosse provenuto da quello che tecnicamente doveva essere una minaccia omicida.
Ma a giudicare dal suo sguardo imbarazzato e dagli occhi spalancati e dal suo rossore accentuato, non potevano esserci malintesi.
Marik era ancora più teso. Come se stesse aspettando lo scoppio di una bomba.
Come se stesse pregando gli dei che Bakura non avesse sentito.

Tutta la carica erotica che stava iniziando ad intossicargli il cervello svanì, come in una nube di fumo. E Bakura dovette fermare la sua opera in corso, per staccarsi e lasciarsi andare nuovamente, ma stavolta ad una fragorosa risata.
-OH CIELO, OH CIELO.

-STAI ZITTO, IO…! MI E’ SCAPPATO, OK?-
Marik arrossì ancora più violentemente, provando a colpirlo senza troppa convinzione, indignato da quelle maldestre risate. Bakura semplicemente scansò quella specie di carezza a forma di pugno, tenendosi la pancia per il gran ridere. Troppo tenero. Troppo buffo. Assolutamente non da Marik.

-Cielo, se fai questo per un bacio, non immagino quando finalmente farai sesso!

-PER ALLORA SARò Più BRAVO DI TE, PUOI CONTARCI!

-Mi stai dicendo che ci sarò anche alla tua prima volta, Marik?

Il ghigno beffardo di Bakura lo mise a tacere, una volta per tutte. Marik strinse i pugni, ringhiando quasi. Che voglia che aveva di sfilare il suo scettro e rivelargli la parte meno conosciuta e più pungente dell’artefatto. Si limitò a tentare di prenderlo a pugni di nuovo, ancora ed ancora, mantenendo quell’aria furiosa ed imbarazzata. Impossibile da prendere sul serio.
Riuscì, comunque, ad indirizzare lo Spirito alla porta, quasi non intenzionalmente.

-BEL MODO DI ROVINARMI LA SERATA, IDIOTA. ORA VAI A DORMIRE CHE ABBIAMO UN PIANO A CUI ATTENERCI.

-Oh, senz’altro, lord Ishtar. Non posso che sottomettermi.
Certo, sostanzialmente aveva detto così. Ma Bakura si fermò all’uscio della porta, fronteggiandolo, arrogante e beffardo a discapito di quel delicato aspetto in prestito. Non sembrava affatto qualcuno intenzionato ad obbedire.
Marik si fermò davanti a lui, a braccia incrociate, affilando i possibili coltelli mentali da scagliargli contro.

-Beh? Quando te ne vai?
-Ingrato. Nemmeno un bacio della buonanotte?
-Ti ho detto di andartene. Ho…ho da fare!
-Tipo, pensarmi?

Marik stava per ribattere, senz’altro con una risposta talmente velenosa da ledere l’orgoglio di Bakura. Ma al ladro, talvolta, piaceva giocare sporco. E così ancor prima che potesse aprir bocca, gliela chiuse. Con la sua.
Giusto un paio di secondi. Veloce. Letale. Come una pugnalata.
Marik stette immobile a fissarlo, come sotto un incantesimo.

-…almeno stavolta non hai squittito!

Il legno della porta gli urlò contro tutta la disapprovazione, rimbombando nei corridoi di quel maledetto dirigibile. E Bakura rispose con un derisorio schioccare della lingua, sparendo nella notte.
Certo, era stato divertente.
Molto divertente.
…oh, dei. Bakura dovette realizzare qualcosa, con stupore.
Troppo divertente.



Note:
"
Secrets I have held in my heart
Are harder to hide than I thought
Maybe I just wanna be yours
I wanna be yours, I wanna be yours"

Quanto è bella "I wanna be yours" degli Arctic Monkeys?
Da quanto non scrivo una roba semi-innocente.
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh / Vai alla pagina dell'autore: BloodyRoad