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Autore: vesta    11/01/2019    0 recensioni
Due corpi, due anime che si rincorrono da molto prima che se lo ricordino...
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CALEB
Il mio livello d’irritazione non è mai salito tanto come in questo momento. Mi sento molto affine agli esplosivi: carichi e pronti ad esplodere. Cosa che potrebbe incentivare l’accendersi della mia miccia è che ho un bersaglio contro il quale esplodere in tutta la mia potenza proprio davanti agli occhi, proprio, ad occhio e croce, un metro e mezza di distanza. Cosa, l’esploderle davanti, al quanto stuzzicante e che sicuramente contribuirebbe a diminuire la mia irritazione…
 
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Diminuirebbe decisamente la mia irritazione.
 
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L’animaletto irritante che mi sta cinguettando addosso d’almeno quaranta minuti finalmente ha regalato al mondo il suo silenzio ed ora fissa con insistenza il suo orologio da polso dozzinale, di plastica e azzurro. È arrivata dentro l’orfanotrofio come una furia ed ha iniziato a sbraitare, o almeno quello avrebbe voluto fare se non avesse una vocina tale che un topo avrebbe potuto scambiarla per sua parente, e blaterare qualcosa su Cristina. Ovviamente appena ho sentito pronunciare quel nome l’ho trascinata subito chiudendola nel mio studio e da lì è stato il caos totale, in alcuni momenti, tra gli istinti omicidi e suicidi, ammiravo anche la sua capacità a trattenere il fiato, davvero straordinaria. Il mio cervello, del quale ringrazio la genialità, ha parafrasato le parole della bestiolina carpendone semplicemente le più importanti: Cristina non è andata a scuola. La bestiolina sa il perché. La bestiolina non riesce a trovare Cristina. La bestiolina non sa il perché.
Dopo queste nozioni l’unica cosa che aveva permesso alla bestiolina di continuare a rubarmi l’aria era solo una: lei sa una cosa che io non so e che voglio sapere.
 
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Oh! L’animaletto ha anche degli artiglietti.
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Devo dire che quel mezzo secondo di sguardo sorpreso su quell’animaletto mi ha provocato una soddisfazione che non provavo da mesi!
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Dopo tutti i mille paroloni adesso ritira le unghie e regredisce all’infanzia? Mi deludi animaletto.
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Devo ammettere che la questione si sta rivelando più irritante di quanto lo potesse essere nei quaranta minuti precedenti.
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Stupido animaletto, irritante e cocciuto! Se non mi dice dov’era Cristina stamattina sarò costretto a far vedere alla bestiolina cos’è una vera bestia.
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Rimango basito davanti alla bestiolina che in meno di cinque minuti ha messo a nudo le mie intenzioni.
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Rimango in uno stato confusionale vedendo la bestiolina girare i tacchi e uscire dal mio studio.
<> Mi trovo ad urlare mentre sto uscendo dall’istituto per seguire non so esattamente cosa.
 
 
 
CRISTINA
D’accordo, la situazione sta diventando preoccupante.
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Questo stupido idiota che continua a pressarmi! Non mi lascia neanche il tempo di respirare, figuriamoci di pensare se voglio fare una cosa del genere, di punto in bianco poi e senza aggiungere che sono malata.
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E senza neanche prendere fiato mi ritrovo a saltare da una scogliera. I pochi secondi del mio volo libero sono saturi di terrore e adrenalina, ma niente può descrivere la sensazione di quando tocco l’acqua e in un batter d’occhio mi ritrovo completamente sommersa. Il mondo scompare, l’emozioni sono così basite da non farsi sentire, nessun suono, anche i pensieri tacciono e per la prima volta da tanto tempo riesco ad immaginare di riuscire a descrivere la pace.
Come al rompere una bolla di sapone emergo e faccio appena in tempo a vedere Rayan buttarsi che sento subito l’impatto del suo corpo con l’acqua.
<> Comincio ad aggredirlo appena emerge, ma lui mi blocca subito parlandomi sopra.
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Ed ecco che comincio a stare male di nuovo, lo sapevo che era una pessima idea fare un bagno, non c’è il clima adatto, sicuramente peggiorerò e morirò! Che ne sarà del piccolo Ethan?
Ovviamente faccio per replicare e dirgli di quanto sia materialista e poco profondo se l’unica cosa importante per lui sia la bellezza, anche perché se è solo per questo che professa di “amarmi” allora gli passerà presto.
<> mi anticipa però il solito idiota con un sorrisetto creandomi anche uno strano presentimento inquietante: da quando sa leggere nel pensiero?
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Resto immobile, con un’espressione da pesce lesso probabilmente, ma appena vedo che sta per nuotare allontanandosi qualcosa mi spinge a far in modo che non accada.
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Si, beh, non serve ripetere di quanto le mie facoltà mentali stiano risentendo del fatto che sono malata… Cavoli, spero passi presto, mi sento irrimediabilmente stupida e molto probabilmente lo sembro anche!
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“Questo è perché sei un idiota” sarebbe la risposta che darei normalmente, ed è anche la risposta che sento di star per dare, qualcosa però lo impedisce e tutto quello che riesco a dire è semplicemente:
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Per un attimo tutto tace, solo il rumore dell’acqua a fare da sottofondo all’assordante sbigottimento che ci immerge per quello che ho detto.
<> Butta fuori lui ad un tratto prendendo prima un respiro profondo.
Decido che ormai il mio cervello non è più affidabile e quindi non penso neanche a quello che devo dire e rispondo di getto, con sincerità, mostrando semplicemente me stessa, come penso di non aver fatto mai.
<< Ogni volta che sento che ci sei mi sale un’irritazione che non provo con nessun altro>>
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< Mi irrita terribilmente averti vicino, si, perché mi fai sentire insicura: ho paura che farai o dirai qualcosa e che io non sappia reagire nella maniera corretta; mi fai sentire stupida: come se quando ci sei il mio cervello non sappia più formulare un pensiero di senso compiuto; mi fai sentire vulnerabile: io sono sempre stata forte, in tutta la mia vita non ho mai avuto paura, o almeno, sapevo che per sopravvivere se non potevo essere il pesce più grosso almeno dovevo averne il carattere e l’aspetto, ogni volta che ci sei invece sento come se tu potessi proteggermi da tutte le mie paure, come se avessi paura del buio e tu fossi l’unico ad accendere la luce. La cosa peggiore è che quando ci sei mi sento in un qualche modo sollevata, come se mi rendessi conto solo in quel momento che mi eri in un certo senso mancato… Io odio immensamente tutto questo, mi fa sentire arrabbiata, irritata con tutti, con te, contro il quale non posso far niente per non sentire tutte queste cose e mi porta ad odiarti sempre di più.
Bene… detto questo sappi che probabilmente sono malata quindi non darci tanto peso>> Dico in fine dopo aver ripreso a respirare.
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Ed è facile rispondere a questa domanda, anche troppo, perché, mi rendo conto, questi sintomi ce li ho sin da piccola.
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L’ultimo respiro che riesco a prendere, infine, mi è utile solo per dire un’ultima cosa, della quale sono consapevole da tanto tempo.
 
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E fu in un momento che le nostre labbra si unirono.
In un istante le bocche si accoglievano l’una nell’altra.
Le lingue iniziarono a cercarsi, ma si trovarono come se non fossero mai state separate.
E non so descrivere il bacio in sé, non so nemmeno se bacio sia la parola giusta. Tutto ciò che posso avvertire con chiarezza sono solo i suoni del vento che increspa le onde e le accompagna ad infrangersi sugli scogli, tutto il resto rimane come in un sogno: percepibile, ma indescrivibile.
  
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