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Autore: ViolaClegane    13/01/2019    0 recensioni
Un ragazzo sedicenne, dopo un incidente, inizia a ricevere inquietanti premonizioni. Uno spirito cerca di mettersi in contatto con lui e una storia già accaduta tornerà a ripetersi.
La Musa, fotografa e voodoo queen, ritroverà il suo amato scomparso e riuscirà a vendicarsi?
ATTENZIONE
---- Questo sarà un romanzo voodoo che pubblicherò più avanti --- nell'attesa pubblico un interludio che andrà più o meno a metà storia ma che si può leggere anche così per spizzicare.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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INTERLUDIO

 
DAL DIARIO DI NINA K
 
L’ansia è densa come l’aria, mi entra nei polmoni con i ricordi rarefatti come un sogno dopo una dose extra di  Roipnol.
Jack non c’è più. Dicono che se ne è andato con il Barone ma io so che non è così. Non sarebbe mai sparito da un giorno all’altro senza dire una parola.
Io so che gli è successo qualcosa e voglio sapere. Sto lavorando alla mostra di fotografie, sta andando bene, ormai posso dire di avercela fatta.

Sono a casa adesso, è notte. Il Roipnol è pronto sul comodino ma indugio perché quando prendo il sonnifero gli spiriti non riescono ad arrivare e io sto aspettando Jack.

Sono distesa a letto, con due cuscini sotto la schiena, appoggiati al muro. Così rannicchiata scrivo e aspetto l’onda che arrivi.
La luce fioca dell’abat-jour tremola. Mi sembra di avere sentito una brezza. Chiudo gli occhi per un attimo e indugio, lo sento.
Sta arrivando.

Spengo la luce e lascio che il buio avvolga tutto. Tengo gli occhi chiusi, la vista non mi serve, so riconoscere Jack. Mi sommerge il respiro come un’onda, con un ritmo costante, un misto di garbo e impazienza.

E’ seduto vicino a me, siamo su una scogliera, con i piedi nel vuoto e un immenso mare di fronte a noi. Dove siamo ora, nulla di male ci può accadere. Mi prende per mano e mi riporta indietro, a quel sentiero nel bosco che ho imboccato il giorno del mio compleanno trovando lui.
L’onda mi soffoca. Davanti a me c’è solo un immenso mare, nessuna terra promette salvezza, sto annegando, ne ho pieni i polmoni. Respirare mi è diventato impossibile. Jack mi bacia e mi restituisce l’aria. Mi deve dire qualcosa.

- Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, sono invisibili, tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime[1].

Mano nella mano ripercorriamo il nostro stare insieme. Le stelle la notte nel bayou! E quando abbiamo cavalcato fino a sfinirci e abbiamo cenato nella fattoria, con il camino acceso. Ricordi, Jack? La mia prima macchina fotografica. Il mio primo tutto.

Jack mi stringe la mano. Anche se io non lo vedrò più, lui è con me. Questo pensiero mi strazia e mi solleva allo stesso tempo.
Rivedo il giorno nel pub quando mi ha regalato i sonetti di Shakespeare e ho letto la sua dedica. La sua Musa. Mi avrà fatto centinaia di ritratti, che adesso sono nel suo studio e io non oso entrare.  Non so come salvarmi.

- Vendicarsi di un nemico è rivendicare un’altra vita.

Vendicarsi di un nemico. Forse non era la salvezza, ma sarebbe comunque stata un’altra vita. Ci posso provare, Jack.

- Mi dispiace, Nina – sussurrò Jack stringendo forte la mia mano per l’ultima volta.

- Tornerò da te, te lo prometto. Troverò un modo.

La stanza buia non è più un mare, ma un deserto scuro. Il cielo è immenso e si confonde con la linea ormai invisibile della sabbia all’orizzonte.

Compare una stella.

Jack. La vendetta.
 
[1] S. Agostino.
   
 
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