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Autore: Hikari_F    13/01/2019    1 recensioni
-Vai via…non ti basta tutto questo dolore?-
Posso sentire il mostro sorridere -Tornerò sempre. Sei tu che continui a darmi da mangiare.-
Più che un racconto, un piccolo sfogo personale di chi ogni giorno lotta contro il disprezzo verso se stesso.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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LA BESTIA

La creatura mostruosa mi sta fissando. Non posso vederla, non posso sentirla, eppure percepisco la sua presenza: è così vicina a me che mi è impossibile persino vedere la sua ombra.
Anche stavolta è tornata da me.
Ho paura di non farcela, di non essere abbastanza forte da tenerle testa nel caso in cui decidesse di attaccare. Posso solo immaginare che terribile aspetto abbia, questa bestia…quanto sia acuminata la fila di orribili zanne dentro la sua spaventosa bocca, quanto sia penetrante il suo sguardo avido di morte e dolore. Deglutisco e abbasso lo sguardo per osservare le mie mani: stanno tremando, un tremore incessante, così come i muscoli del mio addome. Il mio intero corpo ormai è scosso da tremori e non c’è nulla apparentemente in grado di cessare questo movimento involontario.
-Lasciami in pace.- Vorrei essere minacciosa, ma la mia voce è ridotta ad un sussurro: la gola mi brucia come se fosse ricoperta di graffi profondi e anche solo pronunciare queste parole mi causa immane sofferenza -Che cosa vuoi da me?-
Il mostro non mi risponde. Non fa un passo e resta immobile alle mie spalle; quando mi alzo in piedi per tentare di scappare, sento che anche lui ha appena compiuto il medesimo movimento.
Rinuncio ad ogni tentativo di comunicare con la bestia e provo ad allontanarmi da lei. Mi fa paura e vorrei mettere più distanza possibile fra noi, ma seminarla sembra impossibile…mi sta alle calcagna, non importa quando sia veloce la mia andatura, lei sarà sempre alle mie spalle.
Più mi resta accanto, più inizia a sembrarmi tangibile.
-Non puoi liberarti di me.- Dice finalmente, dopo un interminabile silenzio.
-Cosa vuoi?!- Ripeto. Mi porto la testa tra le mani ed inizio a premere forte i palmi contro le orecchie, ma la sua voce è così profonda da passare attraverso quella barriera.
-Sei una nullità.- Mi dice, sprezzante -Sei la creatura più brutta ed insignificante che esista e nessuno ti amerà mai-
Queste parole fanno male come la lama di un rasoio, scuoto la testa per scacciarle, ma il mostro riprende a parlare, con un tono di voce sempre più alto.
-Guardati…sei un disastro. Un fallimento.- Sogghigna -Ogni cosa che proviene da te è del tutto priva di valore.-
-NO! STAI ZITTO!- Grido, ma non è sufficiente a coprire quel che mi sta dicendo, né a mitigare il dolore che mi provoca semplicemente parlandomi.
-Non ti vergogni ad essere te?-
-BASTA! SMETTILA!-
-Chi potrebbe mai volerti bene?-
-VAI VIA!-
-Sarebbe meglio se non fossi mai nata.-
Affondo la faccia nel cuscino per soffocare l’ennesimo grido: è così forte che, per un istante, non riesco a sentire più nulla, al di fuori di un impercettibile ronzio.
Silenzio.
Il mostro deve essersi spaventato, penso: mi guardo intorno e dalle labbra emano un sospiro di sollievo.

-Sono ancora qui.- Mi sussurra, cogliendomi alla sprovvista tanto da causare un sobbalzo -Sai che cosa fare per mandarmi via.-
Continua ad insultarmi e ferirmi, facendo leva sulle mie debolezze…la bestia mi conosce meglio di chiunque altro e tutte le mie paure e fragilità sono scoperte davanti a lei.
Vorrei gridarle in risposta che si sbaglia, che non fa altro che ripetere menzogne…eppure le sue parole sono così dure e così reali, al punto da convincere persino il mio ultimo barlume di razionalità.
-Sì.- Sussurro, sconfitta -Come dici tu…è sempre stato come hai detto tu.- Gli occhi mi si riempiono di lacrime -Non dovrei neppure esistere.- Singhiozzo ed affondo le unghie nelle mie guance: prendo a graffiarmi il viso sempre più forte, continuando a piangere, mentre il bruciore che avverto sulla pelle inizia a sostituirsi al male che mi sta facendo il mostro.
-Brava.- Dice, ma il suo tono non è gentile -Devi punirti per la tua miserabile esistenza.-
Obbedisco e continuo a ferirmi, incitata dalla bestia alle mie spalle.
-Lo sai che cosa dovresti fare?-
Non rispondo. Ho i muscoli indolenziti e la testa mi gira così tanto che, da un momento all’altro, potrei anche perdere i sensi.
-Dovresti proprio ammazzarti.-
Non dico niente. La vista offuscata dalle lacrime, lo stomaco attraversato da fitte…il mostro mi ha sconfitta ancora una volta.
-Perché non ti ammazzi?-
Stringo la testa forte con le mani, ancora, e mi dondolo come per cullarmi.
-Vai via…non ti basta tutto questo dolore?-
Posso sentire il mostro sorridere -Tornerò sempre. Sei tu che continui a darmi da mangiare.-

Sollevo la testa di scatto e spalanco gli occhi…stavolta sembra davvero che se ne sia andato. Con immane fatica riesco ad alzarmi in piedi e, barcollando, arrivo fino al lavandino del bagno. L’acqua fredda sulla pelle lesa brucia più delle ferite stesse ma, al contempo, mi fa sentire bene.
Nel momento in cui riemergo, per la prima volta la bestia decide di manifestarsi…il suo aspetto è diverso da come lo avevo immaginato. Non è minaccioso: non ha zanne affilate, né occhi iniettati di sangue…eppure è un mostro senza cuore, che si nutre della mia sofferenza, che ha il solo scopo di tormentarmi e consumarmi lentamente…ma allora perché…

-Perché mi somigli così tanto?-

 
 
   
 
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