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Autore: Shika_Neji    13/01/2019    3 recensioni
Ho dolori dappertutto e non posso muovermi a causa della camicia di forza che mi hanno costretto ad indossare.
Già, non avrei dovuto ribellarmi...
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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PRISON.


Mi sveglio senza aprire gli occhi e la prima sensazione che mi pervade è il freddo. L'umidità che proviene dalle pietre incastonate che compongono questa terribile cella è insopportabile e mi penetra fin dentro le ossa.
Ho dolori dappertutto e non posso muovermi a causa della camicia di forza che mi hanno costretto ad indossare.
Già, non avrei dovuto ribellarmi... 
Ricordo di aver gridato per il dolore, la sofferenza, e non so cosa altro, di aver cercato disperatamente di piegare sotto le mie mani le sbarre della prigione che ormai è diventata casa mia. 
Ricordo poi un uomo che si avvicina a me con una grossa siringa mentre altri due mi bloccano... E il bruciore che ha poi invaso il mio corpo dopo che il sedativo era entrato in circolo.
Sento ancora echeggiare nella mia testa le loro ultime parole. "Condannato a morte".

Sono qui dentro da sedici giorni. Riesco a percepire lo scorrere del tempo solo grazie ad una piccola finestra posta a qualche metro di altezza. Vedo il sole sorgere e calare, sorgere e calare, sorgere e calare...
 È curioso come si inizino ad apprezzare le piccole cose solo quando le si perde. Penso alle cose che prima ritenevo così scontate e che adesso non potrò più vedere, sentire, toccare. Rimpiango di aver guardato poco il cielo, ora che me lo hanno tolto. Penso a tutte le volte che avrei potuto stendermi su un prato a osservare le nuvole e non l'ho fatto e a quanto invece adesso mi manchi terribilmente. Penso a tutte le parole che avrei potuto dire e che invece ho tenuto per me. Bisognava essere condannato a morte per capire che nella mia breve vita ho sbagliato tutto?

Sono passati altri tre giorni, mi hanno tolto la camicia di forza. È bastato poco affinché lo facessero, mi sono solo comportato come volevano. Mi alzo, le braccia mi fanno male, fatico a stare in equilibrio sui miei stessi piedi e sono dunque costretto a reggermi alla parete di rocce incastonate, le braccia gridano pietà. In questo lasso di tempo non ho detto una parola per cui la mia voce appare incredibilmente roca. 
-U-una penna...-  tossisco e quasi perdo l'equilibrio.
-Che vuoi?-  la voce dell'uomo che mi fa la guardia è dura, sempre con quel tono di rimprovero. È l'incarnazione della prigione, tutto è prigione intorno a me. Prigione che mi trattiene fra le sue mura di granito e che non mi lascia libero nemmeno nei sogni. 
Mi schiarisco la voce -Una penna, per f-favore... E un foglio.- Devo scrivere per rompere la monotonia che mi circonda. Se qui fuori è tutto fermo e statico la tempesta è dentro di me, vi prego datemi ciò che vi ho chiesto...

Sembra che per un condannato scrivere sia un desiderio esaudibile. Il carceriere mi guarda con sospetto e si allontana senza dire niente ma torna subito dopo con tra le mani rudi una penna mezza rotta e dei fogli mangiucchiati agli angoli, ah già, i topi...
Avendo modo di scrivere, perché non farlo?
Ma cosa scrivere se non il mio testamento?
Non scriveró la mia storia, non è degna di nota e a dirla tutta non saprei nemmeno come cominciare o come intitolarla ("memorie di Sasuke Uchiha" oppure "gli ultimi giorni del traditore condannato." Come pensavo. Fanno tutti schifo).
Mi giro i fogli fra le mani e non posso fare a meno di chiedermi cosa accadrà dopo.
È davvero tutto bianco come vuole farci credere la religione? È davvero la fine di tutto come invece contesta la scienza? E l'anima? L'anima che fine fa?
E chissà la ghigliottina come è fatta... Non ne ho mai vista una.

Un' altro giorno è passato, non so come ho fatto fino ad ora a sfuggire al suo ricordo. Ma questa notte l'ho sognato. Aveva le mani calde e mi lasciava dei baci delicati sulla fronte. Mi stringeva a sé e diceva di amarmi. E pensare che mi basterebbe così poco per essere felice o almeno per andarmene con serenità. Lo abbraccerei anche io, gli direi che mi dispiace per tutte le mancanze, i baci mancati, le attenzioni non ricevute, le litigate... Gli direi che è colpa mia. Non importa per cosa. Ah, e lo ringrazierei per ogni piccola e apparentemente insignificante cosa, per il bacio che mi dava sempre prima di uscire, per le carezze quando non riuscivo a dormire, per essermi stato accanto in ogni momento e avermi preso la mano quella volta che eravamo su quella torre altissima e avevo paura senza riuscire ad ammetterlo.
Per il primo bacio sulla panchina accanto al parco e per quelli che si sono susseguiti. Ah, e per quella volta che durante una missione mi sono ammalato e mi ha dato il suo sacco a pelo. Sono davvero tante cose...
Io lo conosco, piangerebbe come una fontana. Lancerebbe grida di dolore come ho fatto io. Direbbe di non voler vivere senza di me e pianificherebbe un modo per farmi evadere.
Dura lex sed lex, Naruto. E poi è impossibile evadere da qui.
Mi manchi.

Parlano come se non ci fossi ma io li ho sentiti, avverrà oggi. Ormai sono rassegnato e non ho paura. 
Dopo un po', finalmente prendo la penna dalla prima volta da quando mi è stata consegnata, recupero il foglio, scrivo.
"Caro Naruto, li sento salire le scale. Ti amo."

Sono nella piazza dove avverrà il tanto atteso evento. Ci sono tante persone a vedere lo spettacolo. Non pensavo di avere un pubblico tanto ampio, fantastico.
La ghigliottina è peggio di come la avessi mai immaginata. È una struttura imponente, scura, sporca del sangue di chi ci è passato prima di me. Tutti aspettano il momento in cui verrà tagliata la testa al traditore, addirittura c'è chi paga per avere il posto più vicino. Fanno scommesse su quanto sangue uscirà, loro si divertono.
Ma tra il pubblico ci sei anche tu, Naruto. Fai appello a tutto il tuo coraggio per assistere a questa scena pietosa. Allunghi il collo per guardarmi, ti fai largo tra la folla a spintoni, gridi il mio nome e piangi. Ma tranquillo... La tua voce è l'unica che sento e i tuoi occhi gli unici che vedo. È incredibile come il tuo sguardo mi faccia dimenticare ogni cosa. Addirittura ti dedico un sorriso amaro ricco di emozioni. Rassegnazione, paura, sfiducia, tristezza... Il tempo che anticipa la caduta della lama dura un'eternità. L'ultima cosa che vedo è il tuo meraviglioso viso sporcato da un'espressione di dolore. 
Addio, amore mio.
   
 
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