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Autore: misselenoire    14/01/2019    1 recensioni
"E' talmente bello qua va bene, che pure quando va male te ne fai una ragione"
Questa storia è ambientata subito dopo la fine della seconda stagione! I protagonisti sono ovviamente Marti&Nico, ma non mancheranno certo tutti gli altri!
Il titolo è tratto da una canzone che a mio avviso rispecchia moltissimo il loro rapporto, e verrà ripresa più volte nel corso della FF, proprio con un filo "rosso" conduttore!
Buona lettura!
Genere: Angst, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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4. Oggi come Ieri

 

Niccolò’s POV

 

25 Dicembre 2018, ore 17:30

 

 

Il pranzo di Natale probabilmente si sarebbe trasformato nella cena di Natale, continuando di questo passo. Sono già le 17:30 e mia madre ha appena distribuito i piattini da dessert. Tutti i commensali sono pronti per il prossimo round, round che vedrà come protagonista il più vasto assortimento di dolci natalizi e non mai visto nella storia. Sono le 17:30, però, e questo mi rallegra immediatamente.. sono le 17:30 e tra poco arriverà Martino.

“Niccolò non è meglio se vai di là a controllarlo?” mi dice mia mamma piano all’orecchio, per non farsi sentire dagli altri commensali

“Mamma mi hai mandato a controllarlo quindici minuti fa.. non possiamo semplicemente tenere la porta aperta?”

La sua risposta mi arriva chiara e lampante anche solo attraverso l’espressione del volto.. decisamente non una buona idea!

“D’accordo vado. Ricordati che tra poco arriva Marti!”

“Sì, certo” e mi guarda con un sorriso teso. Avevamo già discusso a riguardo, lei non è del tutto favorevole al fatto che Martino venga da noi più tardi. Non tanto per lei e papà, che già lo conoscono, quanto per il resto della famiglia, che ancora mi spera allegramente fidanzato con Maddi. Più volte ho cercato di introdurre il fatto che non stiamo più insieme, ma tutti quanti a questo tavolo, tranne papà, sembrano -o forse sperano- non capir bene. Questo non mi fermerà certo dal farlo venire oggi e da dargli finalmente il suo regalo.

Mi alzo per dirigermi verso la mia camera da letto e pian piano apro la porta. Lo guardo e sorrido. Sono così emozionato. In realtà questo regalo è si per Marti, e spero che lo renderà felice come lui riesce a rendere me felice ogni giorno e oggi forse di più, ma è anche per me. E’ quasi un sogno che si avvera, un po’ come tutto ciò che mi lega a lui.

Mi avvicino e lo carezzo. “Ehi tu.. sei pronto?” e lo vedo svegliarsi, aprire gli occhietti e guardarmi assonnato “tra poco conoscerai il tuo padroncino” e gli parlo con una voce decisamente imbarazzante, appuntandomi mentalmente di evitarla magari più tardi, in presenza di Marti. “Finalmente così ti daremo un nome” finisco di dirgli prima di rialzarmi e controllare che abbia tutto il necessario per bere e mangiare.

Controllo il telefono e vedo un messaggio di Martino “Ehi Nì.. come sei messo? Per me non è un problema venire più tardi se avete ancora ospiti <3”

Digito la risposta rapidamente “Ti aspetto. Fai presto <3”

Anche Marti probabilmente non si sarebbe sentito troppo a suo agio con tutta quella gente in casa. Tutti lo avrebbero guardato, qualcuno avrebbe fatto qualche domanda, e stare al centro dell’attenzione non è certo il suo forte. Ma ci sarò io al suo fianco, e spero che la fase dei saluti scorra velocemente, così che poi lo possa portare subito in camera e far si che tutto il resto si chiuda alle nostre spalle.

 

Dopo circa mezz’ora sono di nuovo seduto a tavola, pronto a resistere al terzo tentativo di mia zia di propinarmi quella specie di dolce che ha portato, fiera di dimostrare quanto quel corso di pasticceria che lo zio le ha regalato le sia servito. E mentre penso che forse dovremmo denunciare il titolare del corso per aver minato alla salute pubblica, sento il campanello suonare.

“Vado io!” esclamo, saltando quasi dalla sedia

In dieci secondi netti sono alla porta e senza nemmeno sentire chi sia ho già aperto il portone. Attendo trepidante che l’ascensore arrivi al mio piano e quando le porte si aprono scoppio a ridere, incredulo di quanto quel ragazzo - il mio ragazzo - possa essere tanto bello anche quando sembra aver corso la maratona di New York due volte di seguito.

“Che c’è?” e si gira per riflettersi nello specchio dell’ascensore, giusto qualche secondo prima che le porte si chiudano “Mi hai detto di far presto.. però questi capelli” e cerca di sistemarseli

“L’ho sempre detto che tu tieni troppo a quel ciuffo” dico con tono canzonatorio

“Beh pensavo di averti dimostrato il contrario” mi risponde a tono… e mi avvicino giusto quel poco che basta per scarrufarli ancora di più

“Dai Nì! Sembro già uno scappato di casa”

“Sei bellissimo” e lo vedo che il suo respiro si inceppa leggermente, per poi sorridere, controllare che nessuno ci stia vedendo e posarmi un leggero bacio sulle labbra

“E tu sei un barone del cazzo..” mi dice staccandosi “Dai andiamo.. facciamo questa cosa” ed entrambi entriamo in casa, con la mia mano posata sulla sua spalla.

Arriviamo in sala e subito ci accoglie un silenzio che di naturale ha ben poco. Per fortuna c’è la mia cara bisnonna Esme che con i suoi 98 anni di età può permettessi qualche uscita più sopra le righe degli altri, ed esclama: “Ma che bel giovanotto!”

“Lui è Martino” esordisco a voce alta, e sento un peso grande dentro di me evaporare pian piano.. presentare il mio ragazzo alla mia famiglia era sicuramente un passo temuto ma tanto necessario al tempo stesso

“Piacere di conoscervi” risponde Martino, con le guance leggermente arrossite, risultato di quell’imbarazzo che immaginavo l’avrebbe colto.

“Vieni Martino, siediti qua accanto a me” risponde nonna Esme, e subito Marti le si rivolge con quel sorriso bellissimo ringraziandola e spostando la sedia che mia mamma gli aveva nel frattempo passato, mettendola a fianco della sua.

“Martino vuoi assaggiare un pezzo della mia torta?” gli propone subito mia zia, come in uno dei cliché più frequenti della storia..

“Sì, grazie..” risponde Martino, notando solo dopo i segnali di fumo che stavo facendo per evitargli quella tortura.

“Vedrai che ti piacerà” e non sappiamo come, nasce subito spontaneamente una risata da parte di tutti, tutti esclusi la zia, e ovviamente quel povero martire del mio ragazzo, che ancora non è ben coscio di quello che lo sta aspettando.

 

Venti minuti dopo abbiamo finito la prima delle tante manche di tombola, e sono felice. Felice perchè Martino si sta realmente divertendo, ormai riesco a capire quando il suo sorriso è sincero. Felice perchè so quanto un Natale del genere possa essergli mancato oggi, e forse anche negli anni passati. Certo, la mia famiglia non è perfetta come possa sembrare, e in qualsiasi altro giorno dell’anno forse ci sarebbero state discussioni, ma oggi, per un solo giorno, tutto è tranquillo, si respira un’atmosfera diversa e c’è amore nell’aria. Felice perchè Martino è parte di questo.

“Pronti per la prossima partita?” dice mio zio, interrompendo il mio flusso di pensieri.

“Ragazzi se volete andare..” interviene mia mamma, dandomi finalmente il via libero per alzarmi

“Si..” rispondo io guardando Marti, che nel mentre se la stava spassando con Nonna Esme, che gli stava raccontando non so che all’orecchio

“Arrivo” mi risponde Martino

Prima che sia completamente alzato mia nonna gli afferra la guancia e fissandolo gli dice “Mi piaci giovanotto.. Fai brillare gli occhi al mio zuccherino”

“Nonna!!!” intervengo io “quante volte ti ho detto di non chiamarmi così?”

“Io ti chiamo come voglio” e detto questo riprende a parlare della tombola “questa volta il tabellone lo tengo io!”

Scuotendo la testa mi avvicino a Marti e insieme andiamo verso camera mia

“Zuccherino eh?”

“Smettila subito Martino” intervengo io

“Addirittura con il nome intero?” mi dice arrivando di fronte alla porta chiusa

“Già..con quel nome solo nonna Esme, ok?”

“Ok” mi risponde ridendo

“Ok” rispondo di nuovo “Quindi sei pronto per il tuo regalo?”

“Sì.. spero”

“Perchè?”

“Niente.. So che ne hai parlato con Giò” mi risponde, ed effettivamente è vero. Avevo bisogno di capire se quest’idea folle, nata in una notte per lo più insonne, potesse avere un qualche senso, e se soprattutto potesse andar bene anche alla Mamma di Martino. L’aiuto di Giò era stato fondamentale.

“Si.. mi auguro che non ti abbia anticipato nulla” e lo dico giusto per dire, so che non si sarebbe mai permesso. Mi aveva però fatto promettere di mandargli al più presto una foto.

“No, certo.. ha solo gongolato come non mai”

“Bene.. allora chiudi gli occhi” gli dico con il mio sorriso sghembo

“Dovrei fidarmi Fares?”

“Certo!”

“D’accordo” e dicendo questo chiude gli occhi

“Non sbirciare” e con questo apro la porta, vedo il cucciolo sempre buono nella sua cuccia e prendo la mano di Martino per guidarlo verso il letto.

“Non mi far sbattere contro qualcosa”

“Non avevi detto che ti fidavi?”

“Insomma..” e detto questo scoppia a ridere.

Lo faccio sedere proprio davanti a dove si trova quella palla di pelo, ed emozionato gli dico: “Apri”

La prima espressione che appare sul suo volto traspare confusione.. Guarda il cucciolo e poi me, per due o tre volte, e questo ricorda un po’ la mia reazione di stamani di fronte a quei biglietti. Non la giudicherei del tutto negativa. Però continua a non parlare, ed è vero che i cuccioli piacciono a tutti, ma se lui non volesse un cane? Se magari gli piacessero i gatti? O le tartarughe? ‘A questo non avevi pensato eh Niccolò?!’ mi dico fra me e me…

“Marti?”

E lui per tutta risposta prima mi guarda e poi si avvicina alla cuccia, carezzandogli la testa e  facendolo nuovamente svegliare. Il cucciolo per tutta risposta finalmente si alza, e dopo aver scrutato attentamente chi si trovava di fronte, decide di salutare quello che forse ha capito essere il suo padroncino, iniziando a saltargli addosso e leccandolo praticamente ovunque. Io rimango incredulo a fissare la scena dall’alto.

“Hai preso un cane?” mi risponde finalmente, con la voce incrinata dalle risate e ormai troppo preso a rispondere a quel saluto affettuoso.

“Si.. per te”

“Per me?” mi dice girandosi finalmente

“Già.. è il tuo regalo” inizio “se ti piace”

“Se mi piace? E’ il mio sogno da quando sono bambino! Mio padre non ha mai voluto” e questo Giò me lo aveva anticipato, una volta fattagli presente la mia idea “E tu sei veramente bellissimo” e questa volta non si riferiva a me, ma a quella palla di pelo che ormai era diventata oggetto di ogni sua attenzione.

“Guarda che sono geloso eh”

“Che stupido..” e nel mentre continua a ridacchiare

“Allora ti piace eh.. non perchè stavo pensando di tenermelo io”

“Non ci pensare nemmeno per sogno” mi dice guardandomi giusto un secondo e poi riprendendo a grattargli la pancia

Io approfitto della situazione e prendo il cellulare dalla tasca, giusto in tempo per immortalare il momento in cui il cucciolo lecca la guancia di Marti.

‘Clic’

“E questo?” mi dice Marti rivolto al mio cellulare “Sto sognando o il mio ragazzo è finalmente approdato nel ventunesimo secolo?”

“No, non stai sognando”

“Chi devo ringraziare?”

“Mio padre, credo.. ” penso fosse stata sua l’idea di questo nuovo cellulare. Invio subito la foto scattata a Giò con la didascalia ‘l’abbiamo perso’.

“Prima di andar via ringrazierò Luigi personalmente”

“Bene mi fa piacere”

“Ma lo sai usare?” mi chiede con quel ghigno che di adorabile ha ben poco

“Si, tranquillo.. ora non pensare che inizierò a postare foto di tramonti o cuccioli, per quello ci sarai già te a intasare la home con tutti gli scatti di lui” dico indicando la cuccia.

E Marti in tutta risposta mi tira il cuscino. Lo riprendo e mi siedo sul letto, subito seguito da Marti e dal nuovo arrivato, che incredibilmente riesce ad arrampicarsi sul letto, sfruttando il supporto delle nostre gambe, e si siede in mezzo a noi.

“Che hai?” mi chiede Martino passandomi la mano sulla guancia. Spontaneamente mi volto e lo guardo, giusto due secondi, per poi voltare di nuovo lo sguardo. Avrei voluto aspettare, magari parlagliene domani, ma non adesso, in una così bella giornata.

“Niente.. può aspettare” cerco di dire, rimandando

“No che non può aspettare”

“Ok” cerco subito la sua mano “I miei da domani vanno in Umbria dagli altri parenti, e io devo andare con loro” finisco di dirlo guardandolo sempre negli occhi

“E quanto state via?” mi chiede

“Non lo sappiamo ancora, sicuramente fino al 2” ed è questa la brutta notizia. Non poter stare insieme tutti questi giorni, ma soprattutto l’ultimo dell’anno. Non che avessimo fatto grandi progetti, ma era il nostro primo 31 Dicembre, e sicuramente ci saremmo fatti andar bene tutto pur di stare insieme.

“Ho capito” mi risponde Marti

“Mi dispiace” dico abbassando lo sguardo

“Ehi” mi dice subito prendendomi il mento e rialzandomi il volto “Non ti preoccupare, non è colpa tua”

“Lo so.. ma non volevo che andasse a finire così” e gli occhi si fanno leggermente lucidi. Non voglio piangere, non ancora, non per questo. La discussione con i miei è stata già sufficientemente accesa, e non sono ancora completamente uscito da tutto quello che è successo nelle scorse settimane. Ma tutto questo mi fa star male

“Certo, lo so Nico..”

“Ho provato a convincere i miei, ma ora come ora hanno paura a lasciarmi solo qua”

“Non si fidano della tua infermeria personale?” cerca di smorzare la tensione, ma lo vedo che anche lui è rimasto male per tutto questo

“No, ancora no.. ”

“Ci saranno altri 31 Dicembre” mi dice lasciandomi un bacio sulle labbra. E questa è la cosa più bella che potesse dirmi. Mai come ora mi sono sentito compreso, protetto e amato allo stesso tempo.

“Quanto ti amo Martino” e mi viene fuori così, spontaneamente, sussurrato sulle sue labbra, come se l’avessi già detto infinite volte e questa fosse l’ennesima, e sicuramente nella mia mente è stato così. E ci baciamo per un tempo indefinito.

“Comunque” dico riprendendo fiato “Ho contrattato con i miei genitori quasi 24 ore con te” dico riprendendo a baciarlo “sempre che tu voglia”

“Ci devo pensare Fares” mi dice infilando la mano nei miei capelli, un po’ tirandoli e un po’ facendoci leva per premere ancora di più la mia faccia contro la sua, quasi come se potessimo fonderci definitivamente l’uno nell’altro.

E sorridiamo insieme. “Quando hanno inizio queste 24 ore?” mi chiede

“Beh sono già iniziate” sarei dovuto partire domani nel pomeriggio, ma mi avevano concesso la serata e il pranzo del giorno seguente

“D’accordo, allora stai con me stanotte” mi risponde scendendo a baciarmi anche il collo

“Si se ci arriviamo a stasera” rispondo ridendo, e entrambi capiamo che è il momento di fermarci, giusto perchè nella stanza a fianco ci sono una decina di parenti e invece su quel letto c’è un cucciolo desideroso di attenzioni che continua a saltellare qua e la

“Senti il piano” interviene Marti “mia mamma è fuori con una sua collega, noi adesso salutiamo tutti e ce ne andiamo, ci prendiamo quella pizza che ti piace tanto vicino casa mia e..”

“Ci chiudiamo in camera tua per le prossime ore?”

“Fares vuoi attentare alla mia virtù?” mi risponde ridendo

“Certo!” e gli sorrido “Comunque vada per questo piano, ma c’è una cosa a cui ancora non hai pensato..”

“A come tu possa mangiare una pizza stasera nonostante tutto quello che hai mangiato oggi?”

“No..” anche se effettivamente me lo stavo chiedendo anche io.. “Non abbiamo pensato al nome da dargli”

“Che ne dici di Renato?”

“Renato?” e in tre secondi netti la mia mente è li, in quella piscina, sott’acqua, quel costume da fantasma e quel bacio che nemmeno nel film più romantico del mondo credevo potesse esistere. E anche la sua mente è li. Oggi come ieri.

“Mi sembra perfetto” rispondo “E poi siamo a Roma.. Chi non ama Renato?” e subito ci voltiamo verso il cucciolo che finalmente ha un nome.

“Ehi! Ti piace Renato?” e lui subito abbaia

“Beh si direi che apprezza..”

 

 

 

Notes:

Buonasera a tutti! Grazie per essere arrivati cine me al quarto capitolo.. finalmente abbia o scoperto il regalo di Niccolò a Martino, e sicuramente nei prossimi capitolo capiremo meglio il perchè, quale sia stata l’idea alla base di tutto. Il nome del padre di Niccolò è inventato, perchè non credo sia mai stato fatto presente nella serie. Grazie a chiunque perda qualche minuto per lasciarmi un pensiero o un commento, sono sempre fondamentali!

A presto con il prossimo capitolo,

 

Eleonora

  
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