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Autore: Luizyku    15/01/2019    0 recensioni
[skam italia]
La loro compatibilità consisteva nel fatto che Martino non sminuiva quello che sentiva Niccolò, non lo pressava: ascoltava e cercava di farlo sentire al sicuro e capito. Ci riusciva benissimo, soltanto la sua presenza faceva calmare il suo ragazzo, lo faceva sentire amato come non gli era mai successo in vita sua. E le sue paure, che all’inizio erano enormi mostri di due metri, piano piano si rimpicciolivano tanto da diventare mostriciattoli da scacciare insieme senza timori.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era notte e Niccolò si agitava nel letto, non riusciva a calmarsi e urló “MARTINO!” svegliandosi bruscamente.

Neanche si era accorto di averlo chiamato, era quasi un riflesso di quando sentiva che la situazione era troppo pesante per lui.

“Amore?” Martino era affianco a lui, inizió ad accarezzargli i capelli guardandolo dolcemente.

“Nulla..ho fatto solo un incubo, sto decisamente meglio adesso”.

Martino ha sempre avuto l’abilità di sapere leggere gli occhi di Niccolò e quella notte erano spaventati, non sapeva se fosse per l’incubo o altro.

Martino, allungando il braccio sul petto di Niccolò, gli disse dolcemente “vuoi parlarmi del tuo incubo?”

“Non so..” Niccolò si gira dall’altro lato, non voleva guardare negli occhi Martino, iniziava a sentirsi fragile e Martino questo lo capiva.

“Non lo sai? Puoi dirmi tutto, ti ascolto” la sua voce era rassicurante e nonostante Niccolò non volesse guardarlo, lui cercava contatto fisico dandogli un bacio sul collo.

“È che.. non voglio che tu pensi che io sia debole” disse cercando di trattenere le lacrime.

Martino lo guardò per qualche secondo senza dire una parola, poi gli mise la mano sul vivo e cercando di sembrare il più rassicurante ma deciso possibile disse “Debole? Niccolò, sei la persona più forte che io conosca.”

Queste parole fecero calmare un po’ la confusione nella testa di Niccolò. Aveva questi momenti di coas, eppure Martino conosceva sempre il modo per calmarlo: una parola, un gesto, o semplicemente la presenza della sua testa sulla spalla di Niccolò.

Niccolò fece un grande respiro prima di parlare.

“So che sembrerò sciocco, ma mi sembrava così reale nonostante fosse solo un sogno. Ero in una stanza piena di gente, c’eri anche tu ma io e te eravamo un po’ più isolati dagli altri. Mi giro un secondo e quando mi sono rivoltato verso di te, tu non c’eri più. E ho sentito tipo un pugno nello stomaco, la solitudine stava invadendo tutto il mio corpo. Ti ho cercato, ma senza trovarti e più ti cercavo e più la folla aumentava, e più la folla aumentava e più mi sentivo solo. E poi mi sono svegliato”

Ad ogni parola detta, la voce di Niccolò si abbassava e le sue paranoie aumentavano. Disse le ultime frasi quasi sussurrando, con la paura che se le avesse dette ad alta voce sarebbero diventate reali.

Il suo sogno rappresentava le sue più grandi fobie, e Martino lo sapeva bene. Parlavano spesso di queste cose, conoscevano tutto dell’altro: paure, desideri, speranze, segreti.

Martino prese con le mani il viso di Niccolò e guardandolo dritto negli occhi disse “Ma ora sono qui affianco a te, no?” tirandoselo a sè con dolcezza.

Niccolò tratteneva ancora le lacrime, era tra le braccia di Martino e questo gli faceva bene, ma aveva comunque queste voci nella sua testa che gli dicevano che ad un certo punto sarebbe stato solo, che anche il ragazzo che tanto ama se ne sarebbe andato. Nonostante sapesse non fosse vero, la paura c’era sempre, soprattutto in momenti di vulnerabilità come questo.

La loro compatibilità consisteva nel fatto che Martino non sminuiva quello che sentiva Niccolò, non lo pressava: ascoltava e cercava di farlo sentire al sicuro e capito. Ci riusciva benissimo, soltanto la sua presenza faceva calmare il suo ragazzo, lo faceva sentire amato come non gli era mai successo in vita sua. E le sue paure, che all’inizio erano enormi mostri di due metri, piano piano si rimpicciolivano tanto da diventare mostriciattoli da scacciare insieme senza timori. 

Rimasero per qualche minuto in silenzio, Martino continuava ad accarezzargli i capelli. In genere era proprio Martino quello tra le braccia di Niccolò, ma quando Niccolò aveva paura dei propri pensieri, aveva bisogno che Martino lo abbracciasse e sentire il battito del suo cuore. In qualche modo sentirlo riusciva a calmarlo. Soltanto loro due, sdraiati sul letto, nient’altro che il silenzio e l’orecchio di Niccolò sul cuore di Martino. 

“Potrei stare così per ore” disse Niccolò rompendo il silenzio 

“Possiamo” ribattè Martino sorridendogli.

 

   
 
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