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Autore: Ragazza Gufo    15/01/2019    1 recensioni
[Rei/Nagisa - Reigisa week]
Rei, Corvonero, ha qualche problema ad evocare il suo Patronus. Nagisa, Tassorosso, gli dà una mano.
(Hogwarts!AU)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Rei/Nagisa

Prompt: Reigisa week – Day 3 time/place

Note d'autore: I prompts erano “tempo” e “luogo” quindi ho deciso di cambiare luogo e tempo rispetto all'opera originale e ho ambientato il tutto a Hogwarts, perché ogni scusa è buona per ficcarci in mezzo Harry Potter.

 

Rei è disposto a sorvolare su molte cose. Può accettare il fatto di essere una schiappa a volare su una scopa. Può fare finta (quasi) che quella data sbagliata sia finita nel suo ultimo compito di storia della magia per colpa di una piccola svista dovuta alla stanchezza. Il morso ricevuto da quella orrenda mandragola la settimana prima a Erbologia è quasi guarito. Ma non riuscire ad eseguire un incantesimo proprio no. In quattro anni di onorata carriera alla scuola di stregoneria di Hogwarts non c'è stato un incantesimo che non sia riuscito a fare suo nel giro di una lezione...fino ad oggi. Il suo orgoglio di Corvonero era ormai insudiciato da quell'onta.

 

"Non te la prendere, Rei-chan. Invocare un Patronus al primo colpo è praticamente impossibile."

 

Rei si voltò a guardare Nagisa che lo seguiva, saltellando spensierato, per i corridoi del castello.

 

"Tu non capisci, Nagisa-kun. La pronuncia era perfetta...i movimenti della bacchetta impeccabili...com'è possibile che non ci sia riuscito?"

 

Senza contare, e Rei si sentì un poco meschino a pensarlo, l'altro ci era riuscito senza troppi problemi. Dopo qualche tentativo andato a vuoto il Tassorosso aveva evocato un giocoso e adorabile pinguino che gli aveva fatto guadagnare cinquanta punti in un colpo solo. Rei era riuscito a malapena a far apparire qualche sbuffo di fumo argenteo.

 

"Ma per evocare un Patronus non serve solo studiare, Rei-chan. Se non pensi ad un ricordo felice non funziona mica."

 

Rei fece una smorfia indignata. Aveva letto tutti i libri presenti in biblioteca che parlavano dell'argomento. Sapeva benissimo anche quello.

 

"Ho stilato un elenco di tutti i miei ricordi più belli, Nagisa-kun. È chiaro che il mio sbaglio riguarda altro. Probabilmente la mia pronuncia è stata alterata dall'acustica della stanza. Sì...deve essere andata proprio così."

 

Il biondo gonfiò le guance e arricciò il naso, ormai abituato alla pignoleria del compagno Corvonero.

 

"Sentiamo...quali sarebbero questi ricordi felici?"

 

Rei smise di borbottare fra se e se e si illuminò in volto, assumendo un'aria pomposa e aggiustandosi gli occhiali rossi sul naso.

 

"Beh...da dove iniziare? Ovviamente c'è la mia media perfetta a incantesimi (per fortuna che quel maledetto Patronus era un argomento facoltativo)...la pozione soporifera che ho preparato il mese scorso che è stata definita perfetta dal professore...per non parlare di quel bellissimo tema di trasfigurazione che..."

 

"Non mi sorprende che tu non riesca ad evocare neanche un Patronus piccolino, Rei-chan."

 

"Come, prego?"

 

Il Corvonero era indignato. I suoi successi scolastici non erano forse una cosa più che sufficiente per renderlo felice? Cos'altro poteva esserci di meglio che spianare la strada verso il proprio futuro lavorativo?

 

"Non fraintendermi, Rei-chan. È fantastico che tu sia così intelligente, però...la felicità di cui ha bisogno un Patronus è...come dire...diversa.

 

"Non ti seguo, Nagisa-kun."

 

Il Tassorosso si fermò in mezzo al corridoio, pensieroso. Quello che voleva far capire a Rei non era così semplice da spiegare solo a parole. Si portò una mano al cuore.

 

"Deve venire da qui, Rei-chan. Prima, quando ho evocato Perry..."

 

"Perry? Hai dato un nome al tuo Patronus?"

 

"Ovviamente. Dicevo...quando ho evocato Perry ho pensato a te, Haru-chan, Mako-chan e a Rin-chan. A tutti i momenti belli che abbiamo passato qui. Le gite ad Hogsmeade...le partite di Quidditch..."

 

Gli occhi di Nagisa brillavano, le braccia rivolte verso l'altro quasi come a voler mostrare tutti quei bei ricordi che stava elencando.

 

"Non importa che sia una cosa grande...piccola...o che rende felice solo te. Devi solo...sentirla davvero. Capisci cosa voglio dire, Rei-chan?"

 

Rei capiva ma era sicuro di riuscire a mettere in pratica quello che gli biondo gli aveva spiegato. Nagisa era il ritratto della gioia e della felicità. si emozionava per le piccole cose e trovava qualcosa di bello in tutto e tutti. Gli era bastato pensare ai suoi amici per evocare un Patronus perfettamente formato.

 

"Io...penso di doverci pensare ancora un po'."

 

"Non devi pensarci, Rei-chan. Fallo e basta. Tira fuori la bacchetta, pensa alla prima cosa che ti rende felice che ti viene in mente e lancia l'incantesimo."

 

"È vietato utilizzare la magia nei corridoi." lo riprese il Corvonero, indignato.

 

"Vale solo per quelli che provocano danni, Rei-chan. Nessuno è mai stato punito per aver usato un "Accio" o un "Wingardium Leviosa", o sbaglio?"

 

Rei inarcò un sopracciglio, incerto. In effetti un Patronus causava danni solo ai dissenatori. Inoltre, molto probabilmente, non ci sarebbe riuscito neanche stavolta ad evocarne uno.

 

"Va bene, ci provo. Però dubito che funzionerà."

 

Estrasse la bacchetta e la puntò davanti a se. Un pensiero felice. La prima cosa che gli veniva in mente. Qualcosa che gli veniva dal cuore. Non dalla testa. Niente voti perfetti o test impeccabili. Ma cosa? Cosa lo rendeva felice, oltre a quello?

 

"Expecto...Patronum..."

 

Nulla. Neanche una strisciolina d'argento. Perché non ci riusciva, maledizione? Per Nagisa era così facile.

 

"Puoi farcela, Rei-chan. Coraggio."

 

"Expecto...Expecto Patronum!"

 

All'inizio sembrò un altro buco nell'acqua, poi dalla punta della bacchetta di Rei uscì uno sciame di farfalle argentate. I piccoli lepidotteri invasero il corridoio, volteggiando come se danzassero in formazione.

 

"Ce l'hai fatta, Rei-chan! Ce l'hai fatta! Guarda quante farfalle!" strillò Nagisa, alzando le braccia al cielo e lanciandosi in mezzo ai Patronus dell'amico, ridendo.

 

Rei, dal canto suo, era incredulo (non si aspettava di riuscire ad evocarne neanche uno) ma felice. Talmente felice da non rimproverare neanche il Tassorosso per gli schiamazzi, altra cosa vietatissima da fare in corridoio.

 

Le farfalle svolazzarono un altro paio di minuti, poi si dissolsero in una polverina argentea che scomparve prima di toccare terra.

 

"Lo sapevo che ci saresti riuscito, Rei-chan. E non un Patronus solo. Saranno stati un centinaio."

 

"È tutto merito tuo, Nagisa-kun. Non ci sarei mai riuscito senza il tuo consigliò." lo ringraziò Rei, grato.

 

"A cosa hai pensato?"

 

"Come, prego?"

 

"Per evocare tutte quelle farfalle devi aver usato uno dei tuoi ricordi più belli. A cosa hai pensato?"

 

Rei arrossì di brutto, quasi quanto gli occhiali, e cominci a borbottare e gesticolare come faceva sempre quando era imbarazzato.

 

"C-che importanza ha? Q-quello che conta è il risultato, no?" balbettò il Corvonero, ridendo nervosamente.

 

"Eeeeeh?!?!" protestò Nagisa, mettendo il broncio e aggrappandosi al braccio di Rei. "Ma io voglio saperlo, Rei-chan. Eddai, dimmelo. Tipregotipregotiprego."

 

"Scusamisièfattotardiadessodevoandarecivediamodomaniciao!"

 

Rei si liberò dalla presa dell'amico e si diede alla fuga, le proteste di Nagisa in sottofondo. Non badò neanche al fatto che stava violando la regola di non correre per i corridoi. Fece l'ultima rampa di scale che lo separava dalla sua sala comune a due a due, borbottò una riposta all'indovinello che gli venne posto per sbloccare l'accesso e, senza guardare in faccia nessuno, corse nel proprio dormitorio, fortunatamente deserto. Si gettò sul letto, le mani a coprirgli il volto ancora rovente per l'imbarazzo, gli occhiali finiti chissà dove.

 

"Mi dispiace, Nagisa-kun." mormorò, dispiaciuto per come lo aveva piantato in asso in mezzo al corridoio. Il giorno seguente gli avrebbe chiesto scusa, ma non aveva potuto fare altrimenti. Non aveva avuto il coraggio di confessare a Nagisa che per evocare il suo Patronus non aveva avuto bisogno di un ricordo felice in particolare. Aveva semplicemente pensato a lui.

   
 
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