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《Sir Keroro, che ti è successo?》 Angol Mois era parsa piuttosto allarmata quando, dopo aver fatto il suo ingresso nella stanza di colui che adorava sopra ogni altra cosa al mondo, lo aveva visto giacere a terra, inerme, come se fosse stato svuotato della linfa vitale.
Un senso di agitazione si era intrufolato dispettoso nel suo animo, non appena si era accorta dell'insolito pallore che si era dipinto sul volto del ranocchio, spegnendone la brillantezza - la naturale tonalità.

Colta dall'ansia, a passi frettolosi si avvicinò all'alieno di cui era segretamente innamorata, per infondergli conforto e mitezza.
Voleva che recuperasse presto la vivacità che aveva smarrito, che ritrovasse le forze che in sua assenza gli erano state rubate con avidità.

《Kero... non ti preoccupare!》 bisbigliò lui, in un soffio fatuo, labile, con quei pochi granelli di brio e di lucidità che gli erano rimasti.
Sebbene il timbro fiacco e la pelle notevolmente secca lasciassero supporre che gli fosse toccato in sorte qualcosa di tragico che lo avesse squassato sia sul piano fisico sia a livello psicologico, sembrò proprio che fosse riuscito nell'intento di attenuare lo sgomento della bionda, di ridurne l'inquietudine ad un sottile alone grigio e opaco.

Con il suo sguardo vacuo, sfiorato da un velo flebile di stanchezza, lesse infatti una certa calma negli occhi nocciola dalle sfumature ambrate della ragazza.
Era come se fosse stato sufficiente incastonare quelle semplici parole, placide e leggere - un po' sofferenti, forse -, disporle ordinatamente in fila, una dopo l'altra, alla stregua di perline di un bracciale di valore, per darle sollievo, per strappare i lacci intricati del manto di tensione che si era creato.

《Ah, sì?》 formulò la giovane, dubbiosa; in fin dei conti non le era ancora chiaro con esattezza cosa fosse accaduto, se fosse stato colpito da una nera sventura o se le stelle gli avessero teso un bizzarro tranello per il gusto di movimentare l'atmosfera.
A meno che non glielo avesse spiegato, non avrebbe potuto saperlo: era da poco tornata a casa.

Quando Keroro decise di concludere il discorso che aveva sospeso, di portare a termine ciò che aveva interrotto, il mistero venne finalmente risolto...

《Un Nyororo mi ha strizzato come un limone》 ammise lui, quasi sconsolato, in un debole mormorio.
Già, proprio così: i repentini e violenti temporali estivi attiravano come il miele con le api gli acerrimi nemici degli anfibi spaziali. Nonostante quel giorno avesse piovuto soltanto di mattina, nel corso della settimana si erano susseguiti molti acquazzoni - acquazzoni che avevano inevitabilmente contribuito ad accentuare l'umidità che aleggiava nell'aria.
Ne avevano accresciuto il calibro, cospargendo l'etere di sprazzi della sua essenza.

In fondo, era noto a tutti che quei lunghi e massicci serpenti dalla lingua viscida amassero inghiottire specialmente il capo del plotone.
In fondo, era noto a tutti che quei lunghi e massicci serpenti dalla lingua viscida amassero inebriarsi della freschezza che il suo corpo assorbiva.
O no?






























~ Magico Regno dei Kinder Pinguì ~

Spero tanto che questa breve fanfiction dai toni ironici e leggeri vi abbia fatti sorridere!🍃
Purtroppo ultimamente ho molte cose da fare e poco tempo per gestire la mia vita, gli impegni mi inglobano, sto davvero collassando su me stessa!😣😔
E voi come state?

Un bacio 💋 💖

InsaneMonkey 🌺