Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: darren123    17/01/2019    0 recensioni
Se sei un adolescente Italiana, sai perfettamente cosa significa sopravvivere a 16 anni, sai anche cosa significa dover lottare con le unghie e con i denti per salvare la tua reputazione. Io, sono qui per raccontarvi come sono arrivata ad essere ciò che sono, sono qui per raccontarvi cosa significa essere un adolescente italiana e cosa significa sopravvivere in questa giungla silenziosamente, o meglio ancora, nel modo più invisibile possibile, perché qui in Italia, se vuoi diventare qualcuno, non devi far notare la strada che stai percorrendo, perché qualcuno, potrebbe voler troncare il tuo percorso ancor prima di iniziarlo.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Se sei un adolescente Italiana, sai perfettamente cosa significa sopravvivere a 16 anni, sai anche cosa significa dover lottare con le unghie e con i denti per salvare la tua reputazione.
In Italia, c’è un ignoranza incredibilmente radicata e purtroppo, per quanto noi, persone comuni, cerchiamo di salvare la nostra specie da questa malattia, non c’è nulla che possiamo fare se non lasciarli nella loro ignoranza e camminare per la nostra strada.
Se sei un adolescente Italiana o un Italiano, sai perfettamente cosa significa il bullismo nelle scuole e sai perfettamente cosa significa non essere compresi dai genitori o non essere accettati, certo, non tutti si trovano in queste situazioni scomode, ci sono anche adolescenti italiani fortunati che non sono costretti a vivere queste situazioni, ma loro sono un’altra storia, loro sono coloro che ci schiacciano gran parte delle volte.
Io, sono qui per raccontarvi come sono arrivata ad essere ciò che sono, sono qui per raccontarvi cosa significa essere un adolescente italiana e cosa significa sopravvivere in questa giungla silenziosamente, o meglio ancora, nel modo più invisibile possibile, perché qui in Italia, se vuoi diventare qualcuno, non devi far notare la strada che stai percorrendo, perché qualcuno, potrebbe voler troncare il tuo percorso ancor prima di iniziarlo.
La mia famiglia, e per tale intendo mia nonna, mi ha sempre detto che quando desideravo qualcosa fortemente, non dovevo mai raccontarla, quando mi accadeva qualcosa di bello, dovevo sempre fingere con gli altri, che in realtà, quella cosa, era una cosa orribile.
Insomma, non dovevo mai mostrarmi entusiasta o felice di ciò che mi circondava, perché se lo avessi fatto, avrei attirato tutte le emozioni negative degli altri, così non ho mai seguito il suo consiglio e vi sembrerà strano, ma lei, aveva incredibilmente ragione.
Ogni qualvolta ero felice e lo condividevo con gli altri, c’era sempre qualcosa che andava storto o c’era una difficoltà così grande che non riuscivo a superare, così, mi arrendevo, come sono sempre stata abituata a fare, insomma, io getto la spugna ogni volta che non riesco a fare qualcosa, non mi sono mai spinta oltre i miei limiti da ragazzina, mi sono sempre accontentata di ciò che riuscivo a raccogliere con il minimo degli sforzi, sbagliato lo so, ma ero così e forse lo sono ancora.
Nonostante la mia pigrizia, sono sempre stata molto ambiziosa, sognavo in grande, ma lo sognavo solo, sognavo vendetta che poi non compivo, sognavo di diventare qualcuno, di diventare indipendente, cosa che mi hanno sempre insegnato, ma poi, concretamente, non facevo nulla per realizzare questi sogni che un po’ mi stavano stretti. Se oggi, sono diventata ciò che sono, lo devo soltanto ad una persona: Fabio, lui, è stato l’artefice del mio destino e un po’ ho sempre pensato, fosse stata una divinità a farlo capitare sulla mia strada, a far sì che i nostri percorsi si incrociassero.
Ma cominciamo dal principio, tutto il mio calvario è iniziando quando ho iniziato le medie, verso gli 11 anni, mentre i miei compagni di classe già si sentivano dei piccoli uomini e delle piccole donne, io sognavo ancora di ricevere per natale il castello delle principesse, ancora sognavo di giocare con i giocattoli tradizionali, non avevo nemmeno il computer, anche se, in quel periodo andava di moda avere un account MSN, ovvero una messaggistica istantanea molto simile a whatsapp, soltanto che, l’unico modo per comunicare, era con un mezzo che ora, si utilizza davvero poco, cioè il computer, ormai abbiamo gli smartphone che fungono da tale e quindi, si è quasi del tutto perso l’uso di quest’ultimo, se non per i professionisti.
Avevo una sola amica, che poi tale non si è rivelata, ma anzi, è stata una vera seccatura per tutto il periodo adolescenziale, Gioia, per quanto il suo nome possa sembrare così idilliaco, lei non era esattamente così, anzi, era un vero e proprio demonio, sembrava satana nel corpo di una bambina innocente, è sempre stata bruttina, antipatica e priva di fantasia, non che io ne abbia sempre avuta molta, ma lei era proprio una bastarda.
La nostra amicizia risale all’asilo e da quel giorno, non si è più staccata dalla mia persona, ricordo che ci litigavo spesso, anche per motivi futili, ricordo di quel giorno in cui lei, pur di ridicolizzarmi, mi tirò i capelli in classe perché avevo dimenticato un libro a casa che però condividevamo a lezione, ricordo i pianti di quel giorno e ricordo anche di quanto mi salì la febbre il pomeriggio stesso, io ho questa particolarità, quando soffro emotivamente, il mio corpo ne risente e trasforma la rabbia in febbre e così, sfogo tutto il dolore, questa è una sorta di maledizione che mi perseguita da sempre.
Ricordo di quando si finse online la mia crush, insomma, creò un account msn falso e mi contattò tramite quello e fingendosi questo ragazzino, che chiameremo “Alessandro”, mi illuse che forse avrei potuto avere una storia con quest’ultimo, la cosa più umiliante fu quando mi rivelò di essere Alessandro, dinnanzi a tante altre persone, raccontando nei minimi particolari le nostre conversazioni, le cose private che raccontavo e le balle che raccontavo a questo ragazzino, insomma, parlò troppo e da quella volta, per me fu la fine, l’inizio di un dolore che non è mai finito.
I miei compagni di classe, d’altronde non erano poi più simpatici di Gioia, anzi, erano esattamente come lei, anche se poi, non accettavano nemmeno lei nel “gruppo classe”, infatti, io, Gioia e altre due ragazzine, che successivamente sono diventate nostre amiche, eravamo le emarginate della classe ed io, non so ancora perché siamo diventate le emarginate della situazione o meglio dire le “sfigate” della classe, forse per la nostra timidezza o per il nostro non volerci omologare alla massa che all’epoca erano delle bambine che giocavano a fare le adulte.
Ero consapevole della mia età e volevo comportarmi da tale, volevo giocare e sognare ancora molto e perciò presa in giro, esattamente come Gioia e le altre due.
Negli anni, in particolare durante il secondo anni, io e Gioia, diventammo molto amiche delle altre due sfigare: Claudia e Ludovica, due ragazzine semplici che odiavano studiare esattamente come me e Gioia e speravamo in un inserimento nel “gruppo classe” che però, non avvenne mai.
La mia via di fuga dal rapporto d’amicizia malato con Gioia, fu proprio Claudia, fu lei a portarmi via da quell’amicizia assurda, diventammo così amiche durante l’estate che precedeva il secondo anno di medie, che quando iniziammo di nuovo l’anno scolastico, ci ritrovammo sedute allo stesso banco, volevo davvero bene a Claudia, mi ascoltava ed io ascoltavo lei, ci difendevamo a vicenda e sapevamo entrambe cos’era la cosa migliore per noi, scambiavamo opinioni sul nostro futuro e sognavamo una vita futura ricca di emozioni e di libertà, quale un lavoro, una laurea, una casa nostra o meglio, sognavamo di andare a vivere insieme e di diventare così indipendenti da poterci permettere una carta di credito illimitata, insomma, non sognavamo una vita normale, ma una vita da serie tv, infatti eravamo anche amiche di film adolescenziali e serie tv, spesso lei veniva a casa mia per studiare insieme, ma alla fine, finivamo per vederci un film in streaming sui drammi adolescenziali delle ragazze americane, sognavamo di diventare come loro, le più popolari della scuola e di battere tutte le nostre compagne di classe che si sentivano già delle modelle.
Io sapevo di essere superiori a quelle oche della nostra classe, ma non posso dire lo stesso di Claudia, lei invece, sognava nel suo profondo di diventare amica di quelle oche giulive e di unirsi nel loro gruppo “gossip” stupido e inutile, grande quanto il loro quoziente intellettivo, ( non so se mi spiego ) ma soprattutto ragazzine come noi, che però, non si facevano problemi sui brufoli che comparivano sul loro volto.
Non ho mai sofferto di acne, mentre Claudia, si e anche molto, ricordo che passavamo interi pomeriggi a cercare su internet delle maschere facciali contro l’acne adolescenziale e ne abbiamo provate davvero tante, ma senza alcun risultato, l’unico consiglio buono e davvero valido, glielo diedi io e indovinate un po’, lei non lo seguì mai.
Ad un tratto però, durante il secondo anno di medie, accadde una cosa che non mi sarei mai aspettata da Claudia, lei riuscì nel suo intento, o meglio, le oche della nostra classe, la illusero che fosse riuscita ad integrarsi con loro, nonostante poi si siano dimostrate delle false, lei tutt’ora è convinta che per un piccolo periodo lei ha fatto parte di quel gruppetto, anche se poi, non si sa spiegare il perché si è trovata fuori da quel gruppetto da un giorno all’altro.
Ma la realtà ve la racconterò io: ricordo che un giorno, una delle nostre odiose professoresse, ci divisero, insomma, io e Claudia, finimmo in due banchi diversi perché chiacchieravamo troppo tra di noi, tanto da finire anche in presidenza, mentre il mio compagno di banco, diventò un brufoloso secchione convinto che potesse mai piacermi nella sua pessima e pulciosa vita, lei finì seduta accanto ad una delle capo branco delle ochette, per un periodo mi tradì anche per quelle stupide.
Ora vi racconterò una cosa che non c’entra con quello che vi sto raccontando, ma è fondamentale per farvi capire come ho scoperto il tradimento di Claudia, ho da sempre una sorta di “potere” che non mi so spiegare, in realtà sono solo molto sensitiva, riesco a percepire il pensiero di ognuno delle persone che mi ascoltano quando parlo, oppure di tutte quelle persone che mi guardano, non è una questione di intuito, lo so e basta, l’80% delle volte, ho avuto ragione.
Tornando al discorso di prima, un mattino, mia madre decise di farmi delle trecce alte, un acconciatura che per un ragazzina di 12 anni, poteva sembrare al quanto ridicola, o meglio, per le mie compagne di classe, lo era sicuramente.
Entrai in classe in ritardo, i miei compagni erano già seduti dietro i loro banchi, Claudia e la sua compagna di banco mi fissavano, lei mi salutò poi io mi sedetti e sentì esattamente quella situazione di cui vi ho parlato prima, ero convinta che Claudia avesse commentato insieme a quell’oca, quanto erano brutte le mie treccine e quanto io fossi ridicola quella giornata, ero sicura di quello che sentivo, per cui, quella giornata non le rivolsi parola e la conferma, la ebbi proprio perché lei, durante la ricreazione non si avvicinò al mio banco, a quello di Gioia e Ludovica, ci lasciò a noi tre sole come delle povere sconsolate mentre lei se la divertiva con il gruppetto di coglioni.
Ci rimasi male e indovinate? Quella sera mi salì la febbre molto alta, lo ricordo perfettamente, ricordo quanto ci rimasi male e quanto avrei voluto affrontare Claudia da vicino, ma forse, nella mia testolina da ragazzina di 12 anni, era meglio ignorare la situazione ed andare avanti come se nulla fosse accaduto, anche perché, come provi di essere sicura che una persona abbia detto una cosa su di te, se tu non l’hai sentita effettivamente? Per evitare di risultare una pazza schizzo frenica, non ho mai raccontato a nessuno di queste sensazioni che ho, piuttosto preferisco far capire all’altra persona che con me non si scherza.
Poi arrivò il giorno tanto atteso, quello del confronto e della verità, prima di quel giorno però, Claudia ormai era diventata troppo amica di quelle stupide e quasi si vergognava a salutarci fuori scuola, anche se, non notava quanto le ochette la isolassero spesso, infatti, mi faceva più pena di me stessa, cosa può essere più triste di una persona che pensa di aver raggiunto un obiettivo, ma in realtà non è così? Nulla, ve lo dico io, quella  è l’umiliazione peggiore per una persona, ricordo che quella mattina, lei mi si avvicinò come un cane con la coda fra le gambe ed io la ignorai totalmente, durante tutta la giornata scolastica, lei cercava di mandarmi dei bigliettini, ma che non ebbero mai una risposta da parte mia, poi tornai a casa e lei cercò di contattarmi sul telefono fisso, ovviamente, avvisai mia madre che se al telefono fosse stata Claudia, avrebbe dovuto dire che non ero in casa e così fece.
La sera però, mi chiamò sul cellulare ed io non potetti fingere di non vedere la telefonata, così risposi, e ricordo ancora la conversazione tra di noi:
«Perché sei arrabbiata con me?» mi chiese «Perché sei diventata come loro» risposi arrabbiata, il mio tono chiariva tutto «Ma non è vero e lo sai meglio di me! Io non sono come loro, io sono come te e non perché sono loro amica non posso essere anche tua amica» mi rispose, pensando di rassicurarmi, ma non fu così, questa è la peggior scusa che potessi sentire, così stanca di sentirmi raccontare balle le risposi: «Sai, una di loro, mi ha detto che qualche giorno fa, quando sono entrata in classe con le treccine alte, hai detto a loro che ero ridicola e che le mie treccine erano orrende, beh, se pensi questo, dovresti dirlo a me, non pensi?».
Quella fu la nostra conversazione, ma terminò come non mi sarei mai aspettata, Claudia scoppiò in lacrime, mi prego di fare pace e di tornare amiche come prima, con la promessa che non avrebbe mai più parlato male di me con loro e che mi avrebbe difesa se fossero state loro le prime ad iniziare un pettegolezzo su di me.
Io mi fidai, e così mi sono fidata di lei per il resto della mia adolescenza, anche quando non avrei dovuto.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: darren123