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Autore: Sarah Shirabuki    17/01/2019    4 recensioni
Salve! Eccomi con una fanfiction stavolta riguardante l'universo di Saint Seiya. La mia storia parte dalla fine della saga di Hades e non tiene conto delle altre, come Omega e compagnia. Ho voluto cambiare un pò di dettagli rispetto alla saga canonica, e forse alcuno personaggi saranno OOC.
Sono passati molti anni dalla sconfitta del Signore degli Inferi, e tutto scorre alla normalità sulla Terra. Ma una nuova minaccia incomberà presto sul pianeta, ed i cinque mitici eroi dovranno riunirsi nuovamente al fianco della loro Dea, Athena: Hades non fu sconfitto in modo definitivo. La sua anima vaga ancora in cerca di vendetta possedendo temporaneamente diversi umani aspettando di potersi vendicare, ma ora i tempi sono maturi: il figlio del Dio degli Inferi è sulla Terra, ed è l'unico essere idoneo ad ospitarne l'anima come a suo tempo fu per Shun. I Cavalieri dello zodiaco lo dovranno trovare prima che ciò avvenga, o per la Terra sarà finita. In tutto questo, chi è la bella giovane che ha fatto la sua comparsa in Grecia e, una volta incontrato il Cavaliere del Cigno ne rapirà il cuore? Cosa nasconderà Tea? Aiuterà davvero i nostri eroi a trovare il figlio di Hades?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il risveglio del male - trilogia '
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Alcuni anni prima, in una zona poco distante da Athene. 

Una trentottenne Alcmena sta camminando per la via portando due borse colme di ogni genere di cose: probabilmente ha appena terminato le commissioni. Improvvisamente ode il pianto di un neonato. Ma che ci fa un bimbo piangente nella notte e da solo, si chiede? Infatti si è avvicinata alla fonte di tali lamenti ma non ha notato nessuno oltre a quella bimba a terra, il cui corpo rifulge di una meravigliosa luce dorata. La donna ha potuto evincere che di una femmina si tratta quando, avvicinatasi, ha preso in braccio la creatura e ne ha potuto scorgere il bel visino. La creatura afferra dolcemente una ciocca dei capelli di Alcmena, la quale ha lasciato a terra le borse che stava portando ed ha iniziato a cullarla. " Shhh.. piccola, non piangere. Ci sono io qui con te ". Le sussurra amorevolmente. Una figura si palesa dall'ombra e questo fa spaventare la donna, che istintivamente stringe a sè la creatura. " Chi sei?! Sei forse uno dei genitori di questa povera creatura?! ". Chiede. La misteriosa figura prende parola di li a poco. 

" Non più ". Sentenzia, rivelando di avere una voce maschile. " Sarai tu ad occuparti di questa creatura d'ora in poi: la crescerai come tua figlia, e la chiamerai Iris ". Conclude la frase per poi farsi finalmente vedere. La donna sgrana gli occhi nel più totale stupore, come se avesse riconosciuto l'uomo in questione. 

" Ma che cosa dite? Dove si trova la madre di questa creatura? E perchè se ne vuole sbarazzare? ". Chiede. L'uomo esita qualche istante ma alla fine decide di dare una risposta. 

" Se si sapesse che quella bambina è ancora viva, probabilmente verrebbe uccisa: non serve a nessuno scopo e non servirebbe neppure tenerla in vita. Volevano che la uccidessi, ma non avrei mai potuto farlo ". Continua per poi avvicinarsi. Alcmena indietreggia istintivamente e decisamente spaventata: se ha appena detto che gli è stato ordinato di uccidere la creatura e se è davvero il padre, è a dir poco un mostro! Ed un tale essere non può neppure sfiorarla, quella piccola. 

" Indietro! ". Minaccia solamente la donna quasi inciampando in una delle borse. Vorrebbe indietreggiare ulteriormente ma dietro di lei vi è solo il muro. " Come osi solo guardare questa bambina, che hai appena minacciato di uccidere nonostante sia tua figlia?! ". Chiede perdendo ogni forma di rispetto: non ne può avere per un simile individuo. Lui la guarda dritto negli occhi con il proprio sguardo color dell'oceano, per poi guardare nuovamente Iris. 

" Donna, credi che se avessi avuto intenzione di ucciderla non lo avrei già fatto senza farla trovare a te? ". Chiede, ed effettivamente pensa Alcmena, non ha tutti i torti: se avesse intenzione di uccidere la piccola, non avrebbe fatto avvicinare lei. 

" Allora cosa vuoi? ". Chiede. L'aura dorata e bianca continua a circondare il corpo della piccola, ma non è una difesa: è come se fosse una cosa che non dipende da lei, ma dal contatto con quell'uomo di fronte a lei. 

" Voglio che la salvi: ti ho scelta perchè so che tuo figlio è morto in tragiche circostanze, insieme a tuo marito. Tu hai ancora molto amore da donare, e lei ha bisogno di riceverne. Prenditi cura di lei come se fosse tua figlia, ma ricorda: questa piccola ha un potere speciale in lei, e probabilmente chi mi ha ordinato di ucciderla un giorno la raggiungerà. Dovrai essere tu, Alcmena, a prepararla a quel giorno. Devi rivelarle la verità, farle comprendere che comunque, anche se non biologicamente, tu sei la sua sola madre e che la ami. Non la abbandonare mai. Da oggi sei la sola persona al mondo che ha ". Si volta verso Iris, che lo guarda con un sorriso dolcissimo. Le accarezza la fronte per poi baciargliela per la prima ed ultima volta. Alcmena gli porge la piccola e recupera il rispetto di poco prima.

" Congedatevi come si deve da vostra figlia, se le cose stanno così non ho remore ad accettare quanto mi chiedete. Ma non vi negherò di salutarla un'ultima volta ". Ha le lacrime agli occhi: è come se il suo cuore si fosse istintivamente fidato di quell'uomo, percependo che ama anche lui la piccola ma se ne deve separare. Lui prende la figlia in braccio per l'ultima volta, guardandola. 

" Mia piccola Iris, purtroppo io non sarò più in questo mondo quando tu crescerai e conoscerai la storia. Ma ci sarà la tua nuova mamma a proteggerti da ogni male, ad aiutarti ad affrontare il tuo destino ". Sussurra, per poi notare quanto lo sguardo della bimba ricordi il suo nonostante i lineamenti siano quelli della madre. Pronuncia solamente il nome di una donna, nome che sicuramente pensa Alcmena, appartiene alla mamma della piccola. " Nostra figlia sarà al sicuro, non temere. Non la troveranno mai ". Sussurra per poi passare nuovamente la bimba alla donna di fronte a lui ed iniziando a sentirsi poco bene. La signora si approssima a lui in ansia. 

" Ma voi state male ". Sentenzia, ma lui la allontana con unc enno della mano. 

" Non vi avvicinate! ". Ordina tornando alle formali maniere, e lei annuisce in apprensione: lo vorrebbe aiutare ma non sa il male che lo affligge. " Portate con voi la bimba, e ricordate: non dovrete mai abbandonarla, e un giorno dovrete rivelarle di chi è figlia. Aiutatela a salvarsi da chi la vuole uccidere, perchè io non potrò in alcun modo essere li a proteggervi... ". Mormora. Alcmena annuisce: non vorrebbe ma decide di andarsene, capendo che non può più fare nulla per quell'uomo. Eppure i nomi dei genitori di Iris sono bene impressi nella sua mente, ed un giorno, quando sarà tempo, la piccola dovrà conoscere la verità. 


" E questa figlia mia, è la storia di come ti trovai e di come tuo padre ti affidò a me ". Conclude il racconto Alcmena: è riuscita a calmare Iris ed a farla sedere, per poi raccontarle di come andarono le cose molti anni prima. La ragazzina sgrana gli occhi sgomenta mentre le lacrime iniziano silenziose a solcare il suo viso.

" Mi dispiace per come mi sono comportata, mamma ". Sussurra mentre anche ad Alcmena iniziano a sgorgare le lacrime dagli occhi. " Tu mi hai accudita ed amata senza nemmeno sapere quale fosse il destino di cui parlava mio padre, nè chi fossero le persone che gli avevano ordinato di sbarazzarsi di me. Eppure io ti ho rivolto parole di ingratitudine e cattive, mi dispiace! ". Scoppia in lacrime mentre la donna la stringe a sè.

" Mia piccola Iris, io ti perdono! Sei mia figlia e sempre lo sarai, nons cordarlo mai. Non tradirò la promessa fatta a quell'uomo, l'affetto smisurato che provo per te me lo impedirebbe in ogni caso: tu sei diventata tutta la mia vita ". Piange a sua volta la signora. Iris non può fare a meno di riflettere: allora non era un sogno, quell'uomo misterioso che ogni tanto sognava la stringesse a sè. Era davvero suo padre, e la conferma è arrivata quando Alcmena gliene ha rivelato il nome. 

In un luogo di cui non è dato sapere il nome, un antico rituale ha finalmente fine.

Rumore di vetri infranti precede la rottura di un sigillo posto da millenni e da una divinità probabilmente superiore alla stessa Athena. Chi ha praticato quel pericoloso ed arcano rito è in ginocchio ed attende per poi essere raggiunto da un'altra figura. " Allora? Ce l'hai fatta? ". Chiede. Quello in ginocchio si alza riprendendo fiato, per poi annuire. 

" Avevi qualche dubbio, per caso? ". Chiede con un ghigno di soddisfazione. " Il sigillo di Zeus non poteva durare in eterno, e la sua efficacia altrettanto. Sono passati milleni  e si era già indebolito molto, spezzarlo è stata dura ma non impossibile ". Sentenzia guardando la persona che gli sta a cuore: giace ancora in un sonno probabilmente millenario, nessuna aura lo circonda. 

" Eppure non percepisco nulla: il suo cosmo, niente di niente. E' come se fosse ancora vittima di quel sigillo ". Fa la figura giunta secondariamente, mentre l'altro si volge a guardarlo, o guardarla. 

" Non posso decidere io quando svegliarà i propri poteri, probabilmente ci vorranno degli anni perchè il secondo sigillo che Zeus ha posto sulla sua anima si spezzi, io ho potuto infrangere solamente quello posto sul suo corpo fisico ". Ammette. L'altra figura annuisce. 

" Credi che Athena ci ostacolerà? ". Chiede poi, mentre l'altro riflette un istante per poi rispondere.

" Ho sentito che sta affrontando Hades in questo momento: forse sarà lui stesso a togliercela di torno ed a spianarci la strada per la conquista della Terra. Aspettiamo e vediamo come si evolve la situazione ". Fa, mentre l'altra figura conclude la frase. 

" E soprattutto, attendiamo che lui si risvegli definitivamente ". Guarda quella persona ancora dormiente. " Mio signore... ". Sussurra solamente. Chi siano lui o lei ed il compare, e soprattutto la persona addormentata, non è dato saperlo. 

Al palazzo di Hades invece, lo scontro tra Astraeus e Crystal si è aperto senza esclusione di colpi. Il Cavaliere di Acquarius è incapace di trattenere la collera e scaglia tutti i suoi colpi più potenti contro il rivale, che li schiva con una velocità sorprendente: accidenti, pensa il biondo cavaliere. Di certo è più potente di Minosse, e dopo tutto è colui che in passato ospitò lo spirito di Hades. Sicuramente in lui è rimasta una minima parte del suo potere divino. " Tutto qui quello che i Sacri Guerrieri di Athena sanno fare? Beh, se sono tutti come te siete piuttosto scarsi! ". Lo irride sarcasticamente il suo avversario. Crystal risponde a tono mentre evita il nuovo e potente contrattacco avversario. 

" Ma come fai!? Come fai a restare dalla parte di chi ha usurpato il corpo di tuo figlio e di chi ha plagiato la donna che dicevi di amare?! ". Chiede. La risposta dell'avversario lo manda in bestia. 

" Posso averla amata, ma quando ho saputo la verità l'ho solo odiata. Specie dopo quello che mi ha fatto! ". Ribatte per poi colpire il nemico che, preso alla sprovvista, finisce contro la parete. " Per quanto riguarda Shura te l'ho detto, non è mio figlio. Quindi non vedo perchè dovrei provare pietà per il figlio di quella donna ". Sentenzia. 

" Quella donna? Ma è la tua Regina! ". Fa sconcertato il Cavaliere, mentre si rialza di scatto prima che la sua distrazione gli costi la vita: Astraeus lo aveva già attaccato senza che lui se ne rendesse conto, solo l'intuizione dell'ultimo momento gli ha salvato la vita. 

" Che sia la mia Regina non significa che la perdoni ". Continua cercando di abbattere le difese del Cavaliere di Acquarius. Il ragazzo sta per domandare altro ma pensa di non avere tempo: scaglia la sua tecnica contro l'avversario.

" Per il Sacro Acquarius! ". Grida. L'attacco va a segno e riesce a gettare a terra il braccio destro di Hades. Per un istante il Cavaliere dell'undicesima casa crede addirittura di averlo vinto, ma quest'illusione svanisce subito dopo la risata malefica del moro.

" Non montarti la testa, ragazzino. Credi che un pò di ghiaccio possa fermare me, il comandante dell'esercito di Hades? ". Chiede sputando un pò di sangue ma non perdendo quel ghigno di scherno. Si alza per poi pulirsi con la mano il sangue che gli esce dal labbro. " Adesso se permetti, tocca a me attaccare. E sta sicuro che non ne uscirai vivo ". Lo minaccia: adesso basta giocare, si è stancato. E' tempo di farla finita con quell'uomo una volta per sempre. 


Salve amici! Allora, non sono impazzita :D questo capitolo è un pò l'apertura della strada che condurrà alla seconda parte di questa storia, diciamo che sto lasciando vari " semi " che " cresceranno " nella seconda parte. Allora. Abbiamo visto la storia di Iris, che ve ne pare? Aperte le scommesse: chi sono i suoi genitori? :D E come mai furono costretti ad abbandonarla? Chi la minaccia? La ragazzina ha fatto pace con la madre adottiva, ma sarà davvero chiuso il " capitolo Iris "? In oltre abbiamo visto due entità rompere un sigillo posto da Zeus in persona nei tempi del mito, chi saranno? E chi avranno mai risvegliato? Astraeus e Crystal si stanno scontrando e nessuno dei due pare avere la meglio sull'altro, ed il braccio destro di Hades pare determinato ad eliminare l'avversario con la sua tecnica più potente. Cosa farà? Riuscirà nel suo intento? Aspetto vostri pareri come sempre, ci si vede nel nuovo capitolo! Baci
  
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