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Autore: Nao Yoshikawa    17/01/2019    12 recensioni
Starker// Tony's POV.
DAL TESTO:
Non può essere amore. Confondere quest’ultimo con il semplice affetto, la stima, è facile, il confine è sottile. Non puoi cedere, non è giusto, non è giusto per entrambi, non è giusto per Peter. Perché lo vedi così fragile, cose sensibile – contrariamente a te – che temi possa spezzarsi fra le tue braccia.
E questo non lo vuoi. Ha già un’incrinatura nel suo cuore e non vuoi peggiorare a situazione.
Speri che sfumerà tutto, come un bel sogno. Le mani di Peter adesso però si aggrappano a te, ti cercando disperatamente, quella è la sua silenziosa preghiera, non rifiutarmi. Non allontanarmi, rimani qui.
Il fiore è sbocciato senza che potessimo far nulla per fermarlo.
Storia partecipante alla challenge “Ispirational words of widsom… Wise old sayng Challenge” indetta dalla pagina facebook “Boys love – Fanfic & fanart’s world.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Il volersi bene si costruisce. Ma l’amore quello vero, no. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. È dire “ti sento”, non ha tempo. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. 
Ti può bastare una vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è f0lle, sempre e comunque.
- Erri de Luca
Turn Around and down mask
 
“Mi chiedo perché non puoi ammetterlo e basta”.
Il suo tono deluso e pieno di amarezza ti da la stessa sensazione di un coltello che trafigge la carne. Il tono ma anche lo sguardo, gli occhi lucidi ma l’evidente sforzo che Peter fa per cercare di non piangere, per cercare di darsi un contegno. Probabilmente non ci riuscirà. Hai sempre odiato vederlo piangere, ironico che la causa della sua sofferenza sia proprio tu.
Dovevi aspettartelo. Certo che dovevi. Se tu l’adulto fra i due, avresti dovuto fermati quand’eri in tempo, ma oramai il tempo è andato.
Cerchi di non lasciar trapelare le tue emozioni mentre guardi quegli occhi, Dio quegli occhi, quelle labbra, quel magnifico, unico giovane ragazzo – troppo giovane – in grado di farti mandare al diavolo tutto, ragione, morale e ideali.
“Peter, te l’ho già spiegato”, cerchi di dire paziente. “Quello che c’è stato non dovrà più accadere”.
Sai per certo che tale affermazione non farà altro che infiammarlo di più. E infatti, Peter si fa avanti, la fronte corrugata, le guance rosse e i pugni stretti. 
Non può accettarlo. È come un bambino che fa i capricci, eppure non è un capriccio il suo, sono i sentimenti di una persona che in una sola notte è tanto maturata.
Forse sei stato tu a toglierli l’innocenza?
“Ma perché?”, la sua voce adesso trema. Scoppierà a breve, te lo senti. “Ci sono delle cose che ho sentito, cose che non posso dimenticare. E so per certo che neanche tu puoi dimenticarle”.
È incredibile come riesca a guardarti dentro. Ciò ti fa paura, probabilmente ti fa sentire vulnerabile. Un altro degli effetti che Peter ha su di te.
Vorresti dirgli che anche per te lo è lo stesso, che di certo non potrai dimenticare la magnifica sensazione delle tue labbra sulla sua pelle, il sapore dei suoi baci, l’ardore e la passione con cui pronunciava il tuo nome.
Vorresti, ma non puoi. Perché è sbagliato, lo è moralmente, eppure il tuo cuore grida esasperato altro, tutt’altro.
“Ammetto di aver sbagliato”, dici ancora. “E so che sei deluso, arrabbiato, amareggiato. Hai ragione, hai perfettamente ragione. Ma è stato un attimo, la follia di una notte. Hai confuso l’affetto con l’infatuazione, l’amore”.
Cerchi di convincerti di questo, di convincerti del fatto che l’ammirazione che Peter ha sempre avuto nei tuoi confronti sia più simile a quella che un figlio prova per il proprio padre, ma hai avuto modo di capirlo la notte precedente.
Non era più un ragazzino tra le tue braccia, ma un uomo a tutti gli effetti, un uomo che cercava te e le tue attenzioni.
“Non puoi sapere quello che sento!”, esclama, spazientito, sembra non avere più le parole per spiegarsi. “Non è semplice affetto, non lo è. Non so come io lo sappia… però lo so! L’affetto è un’altra cosa. E anche per te non lo è mai stato, lo so, l’ho sentito quando ti ho conosciuto, ma non ho mai neanche lontanamente pensato che per te potesse essere lo stesso. Perché è lo stesso, me lo hai dimostrato, accidenti!”.
È vero, vero, vero, non è mai stato affetto, ma sei sempre stato abile a nasconderlo, per vergogna, perché pensavi sarebbe passata.
Ma non passa, oh no, l’amore non passa. Nasce, cresce e matura, persiste alle intemperie, resiste alle tue stupide paure. Perché sì, Tony Stark. Indubbiamente sei tu quello impaurito, quello codardo. Perché Peter ha affermato di amarti con la spontaneità tipica dei bambini e tutto quello che sai fare è cercare di allontanarlo.
Per questo ti odi. Odi il tuo essere stato fragile, la tua difficoltà nel risolvere questi problemi. Se solo fossi riuscito a controllarti… ma come avresti potuto?
Siete umani, tutti e due. Non avresti immaginato che con il calare della notte la tua maschera cascasse lasciando uscire ciò che era dietro.
E con delicatezza ti eri avvicinato e decidendo di mandare al diavolo tutto – perché non avresti potuto fare altrimenti – lo avevi baciato. Era stato il gesto più naturale del mondo, per niente strano come avevi immaginato. Naturali erano state le sue braccia che poco dopo si aggrappavano a te con disperazione, naturale era stato il vostro cercarsi famelico, il togliersi i vestiti e il prendervi in tutti i modi sensibili. Era stato allora che l’avevi sentito. Una persona, esattamente come te, ma anche diversa. Una persona i cui occhi lucidi traboccavano di ardore e ammirazione. Avevate sentito l’essenza l’uno dell’altro e vi eravate uniti. Ma l’alba aveva distrutto la magia e come un codardo avevi abbandonato il giaciglio in cui vi eravate consumati.
Non può essere amore. Confondere quest’ultimo con il semplice affetto, la stima, è facile, il confine è sottile. Non puoi cedere, non è giusto, non è giusto per entrambi, non è giusto per Peter. Perché lo vedi così fragile, cose sensibile – contrariamente a te – che temi possa spezzarsi fra le tue braccia.
E questo non lo vuoi. Ha già un’incrinatura nel suo cuore e non vuoi peggiorare a situazione.
Speri che sfumerà tutto, come un bel sogno. Le mani di Peter adesso però si aggrappano a te, ti cercando disperatamente, quella è la sua silenziosa preghiera, non rifiutarmi. Non allontanarmi, rimani qui.
Il fiore è sbocciato senza che potessimo far nulla per fermarlo.
E tu tremi, proprio non puoi farne a meno. Tremi nel sentire le sue dita attraverso la stoffa, il suo profumo, nel sentire la sua voce tremula, carica di rabbia, disperazione. Sai per certo che da debole uomo quale sei, finirai per cedere di nuovo e cancellare ogni tuo buon proposito.
Quindi, dopo aver allontanato le sue mani, ti volti.
Non puoi guardarlo. Non puoi ascoltarlo. Sarebbe una battaglia persa in partenza.
“Te ne prego, Peter”, sussurri con un briciolo di esasperazione nella voce. “Vai. Potrei non rispondere delle mie azioni”.
“Allora non farlo! Voltati, ti prego. Ho bisogno di vedere il tuo viso! Smettila con questa farsa. Smettila di mascherare l’amore con l’affetto. Sono giovane ma non sono stupido. Io l’ho capito, sai”, non puoi vederlo, ma le sue labbra si dipingono di un sorriso pieno di amarezza. “Ti manca il coraggio. Ma va bene così, te ne darò un po’ del mio se servirà. Però ti prego, girati e guardami”.
Lui sarebbe coraggioso fino a questo punto? Perché si sforza tanto per te, che non meriti nulla, nessun conforto, niente di niente?
Probabilmente è per questo che lo ami. Perché è sensibile, profondo, terribilmente umano. Il suo più grande pregio, la tua debolezza.
Cosa succederà domani se adesso decidi di cedere ai tuoi istinti, a quell’amore celato da una maschera di scuse?
In quel momento non ti senti un supereroe, ti senti il più infimo degli esseri umani. L’hai preso e adesso non hai il coraggio di andare oltre.
Senti il respiro di Peter che si calma. Le sue braccia ti circondano il busto, vorresti scostarti ma non ce la fai, come se quel ragazzo all'apparenza così fragile esercitasse su di te chissà quale forza.
Ancora non lo vedi, ti basta sentirle le lacrime che gli rigano le guance.
Proprio un bambino.
Fa male, fa male, fa troppo male, non ce la fai. Ti rende troppo umano, troppo.
Ti porti una mano sul viso, sospiri.
“Tu sei un pazzo, Peter. Sei un pazzo ad esserti innamorato proprio di me, nonostante tutto”.
La sua presa si fa più stretta, probabilmente sentirà il tuo cuore sotto il palmo della mano.
“Quello pazzo fra i due è lei, signor Stark”, sembra quasi che ti stia canzonando. “Sei il mio una volta nella vita* come io sono il tuo. Se ci rinunci te ne pentirai per il resto della vita Ed io… io non posso vivere di rimpianti. È meglio morire sì, morire subito e…”.
Non puoi permettergli di terminare la frase. 
Ti volti e con severità gli afferri il viso, senza però fargli male. Lo guardi negli occhi, sembra in attesa. 
Le parole ti escono da sole.
“Meglio morire? Chiariamo una cosa, ragazzino: se ci sarà qualcuno a dover morire per primo, quello sono io. Non provare neanche a formulare certi pensieri. Hai capito?”.
Lo pensi davvero. Nonostante le apparenze sai che potrebbe andare benissimo avanti in un mondo in cui non esisti. 
Ma non tu. Sei molto più debole di quanto vuoi far credere.
Lo senti tremare.
“Allora… Non voltarti più, perché ho bisogno dei tuoi occhi su di me. Forse ciò che c’è fra noi è una pazzia, lo so, me ne rendo conto ma… preferisco gioire, soffrire ed emozionarmi amandoti piuttosto che vivere di vuoto lasciandoti andare”.
È categorico. E tu crolli. Ci hai provato. Forse fra le due follie sarebbe meglio scegliere quella che ti permettere di rimanere con lui?
Cos’hai da perdere, se la tua sanità mentale si è già smarrita?
Passionale, irruento e forse un po’ aggressivo è il bacio che gli doni in seguito. Decidi di accontentare il suo volere – che poi è anche il tuo – e ti lasci andare come la notte precedente.
Una volta nella vita. Hai fatto la tua scelta. Non vi resta che andare avanti insieme, tenendovi per mano.
 
 
Nota dell’autrice
*Citazione presa da "Meteor Garden". Quando ho letto la citazione la prima volta non sapevo su quale coppia scrivere. Poi quando l’ho riletta una seconda volta, Peter e Tony hanno sussurrato il loro nome. In queste cose sono molto istintiva, quindi l’ho fatto.
Ovviamente non sono pienamente soddisfatta, ma penso che ciò sia dovuto al fatto che… fandom nuovo, coppia di cui non avevo mai scritto.  È strano poi che io abbia scelto il pov di Tony, in genere mi immedesimo tantissimo in Peter, ma… questa storia si è scritta praticamente da sola. Spero soltanto di aver rispettato il prompt e di aver reso bene i personaggi. Il contesto intorno a loro è vago, non saprei dove inserire questa storia, sicuramente nell’universo canonico, per il resto non so. 
Ringrazio le ragazze del gruppo Boys Love, perché ho finalmente scritto su una coppia che mi stuzzicava parecchio. In particolare ringrazio Miryel, perché è grazie a lei se ho iniziato a shippare Starker e le sue storie mi hanno ispirata e forgiata [?].
Quindi grazie davvero. Spero di tornare ancora da queste parti 
   
 
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