«Tu hai fatto- cosa?!»
Il
tuo cambio di voce fece saltare Jimin, che, con un gridolino,
andò a nascondersi dietro la schiena di Namjoon, terrorizzato
dalla tua reazione. Se prima l'avevi spronato a dirti che cos'aveva
combinato, rassicurandolo sul fatto che l'avresti compreso e aiutato,
adesso volevi ammazzarlo: quella volta, l'aveva davvero combinata
grossa e non poteva biasimarti se gli volevi saltare addosso –
doveva ringraziare che ci fosse Namjoon a tenerti ferma e a impedirti
di commettere un omicidio sotto gli occhi di tutti gli studenti, che si
stavano godendo lo spettacolo. Non ti importava molto di quello che
stavano pensando o di quanto ridicola ti stavi rivelando, perché
la tua vita era appena stata rovinata e tu non potevi più fare
niente per mantenere il tuo segreto.
Tutti
sarebbero venuti a sapere della tua cotta per Kim Taehyung nel modo
peggiore possibile: con una lettera. L'avevi scritta così, su
due piedi, senza avere la minima intenzione di consegnargliela –
neanche in anonimo; volevi racchiudere i tuoi sentimenti in un misero
foglio di carta e custodirlo fino a quando non avresti preso la
decisione, e il coraggio, di dirglieli a voce. Invece, chiunque
l'avesse trovata, l'avrebbe sbandierata al mondo intero e non ci
avrebbero messo molto a comparare la calligrafia con la tua,
riconoscendoti – scoprire chi si celava dietro quelle parole
sarebbe stato un gossip enorme, ne avrebbero parlato per mesi e si
sarebbero divertiti a prenderti in giro.
Non
ci sarebbe stato nulla di male se ti fossi limitata alla classica
confessione "sono innamorata di me, accetta il mio amore", ma lì
avevi scritto di tutto, aggiungendo persino commenti sul suo bellissimo
lato B e ammettendo che avevi avuto modo di osservarglielo durante il
suo allenamento di basket – non c'erano tracce maliziose, era
stato per puro caso e lo trovavi carino.
Va
bene, forse ti sarebbe anche piaciuto toccarlo, però quello te
l'eri risparmiato. Ti eri salvata da potenziali nomignoli.
«Non era mia intenzione perderla» piagnucolò Jimin, facendosi piccolo piccolo.
E
lo sapevi, ma, Dio, il pensiero che qualcuno avrebbe invaso la tua
privacy e sarebbe diventata pubblica, ti irritava. Avevi commesso
l'errore di portare la lettera a scuola per continuarla nelle due ore
buche e farla leggere a Emi – lei era un'eccezione, visto che era
a conoscenza della tua cotta e un parare da parte sua era sempre ben
accetto. A fine delle ore, avevi infilato il foglio nel tuo quaderno di
matematica e, nel corso della giornata scolastica, te n'eri
completamente dimenticata e gliel'avevi prestato a Jimin, che aveva un
disperato bisogno di copiare i compiti.
«E
poi, non sanno che l'hai scritta tu-» aggiunse, ma venne
interrotto dal tuo ennesimo tentativo di liberarti dalla presa di
Namjoon.
«Ma sapranno cosa c'è scritto» replicasti. «Io ti ammazzo.»
Approfittasti
della tua statura per sgusciare via dalla presa del più grande,
mollare lo zaino ai piedi del tuo armadietto aperto e inseguire Jimin.
Vista da fuori, con lui che correva e urlava, tenendo le braccia in
alto e con te, che gli stavi alle calcagna e sembravi un nano furioso,
la scena era quasi comica. Al contrario del ragazzo, tu riuscivi a
scivolare tra uno studente e l'altro e acciuffarlo non fu tanto
difficile, alla fine; una volta atterrato, gli pizzicasti le guance
paffute.
«Come hai potuto farmi questo?» dicesti, disperata.
«Yah, non volevo» si difese, lasciandoti fare. «Non ne sapevo niente.»
Sospirasti
e mollasti la presa sul suo viso, incrociando le braccia. Eri ancora
arrabbiata – del resto, la lettera non era piccola e bastava
sfogliare il quaderno per trovarla –, tuttavia non l'aveva fatto
apposta e tu dovevi essere più responsabile. In poche parole,
non potevi incolparlo per qualcosa che era partito da te.
«Questi
atti osceni in luogo pubblico – da te non me l'aspettavo,
principessa.» Alzasti lo sguardo, incrociando quello divertito di
Hoseok, che, però, cambiò espressione non appena si
accorse di quanto fossi furiosa. «Non uccidermi, stavo solo
scherzando» si affrettò a rimediare.
Emi,
che era al suo fianco, aggrottò la fronte. «Cos'è
successo?» chiese, capendo che la situazione era più seria
di quanto avesse immaginato.
«Chim
ha perso la mia lettera» spiegasti e, nonostante fingesti un
pianto, rifugiandoti tra le sue braccia, avresti voluto farlo per
davvero.
Rovinata, ecco cos'eri. Le consolazioni servirono poco.
Stranamente,
non successe nulla. Erano trascorsi quattro giorni dallo smarrimento
della tua lettera e nessuno aveva ancora sparso la voce sulla tua
sdolcinata confessione – questo, però, non ti faceva stare
tranquilla, soprattutto dopo che ti eri assicurata che qualcuno
l'avesse presa. Avevi chiesto ai bidelli e avevi setacciato la
biblioteca da cima a fondo insieme a Jimin, che ti aveva informato di
aver svolto i compiti lì; si sentiva così in colpa da
chiederti scusa almeno ogni volta che vi incrociavate. Vedeva
chiaramente quanto eri agitata al mattino, all'ingresso, pensando che
le cose sarebbe cambiate di colpo e che ti saresti ritrovata al centro
dell'attenzione.
Kim
Taehyung era, ovviamente, uno dei ragazzi più popolari della
scuola e, sapendo quante ragazze gli giravano intorno, avevi deciso di
rimanere nell'ombra, non volendo imitare quelle oche e farti passare
per una che vuole solo ficcargli una mano nei pantaloni. Non eri alla
ricerca di una scopata e via.
Volevi
conoscerlo, scoprire quale fosse il suo vero carattere e, magari in
futuro, iniziare una relazione – ma questo rimaneva una tua
fantasia, riconoscendo che tu non avevi nulla di speciale e che non
potevi competere con tutte le ragazze popolari che aveva al suo
servizio. Emi ti sgridava sempre quando ti sentiva parlare così,
dicendoti che eri meglio di loro e allora tu le ricordavi che la
maggior parte dei ragazzi cercavano quello, che probabilmente si era
già scordato di te e del vostro scambio di battute durato due
secondi: eravate nello stesso corso di biologia e una volta, si era
dimenticato l'astuccio, così ti aveva chiesto una penna, dato
che eri seduta di fronte a lui. Adesso i posti erano cambiati e non
c'era stato più nessun tipo di contatto tra di voi.
Lo
avevi osservato da lontano, in modo discreto per non risultare una
maniaca e mai avevi capito se Lisa, una studentessa brillante e
bellissima, era la sua fidanzata o una che cercava di conquistare il
suo cuore – o il suo letto. Jungkook e Yoongi erano gli unici con
cui trascorreva la maggior parte del tempo, nonché i suoi
compagni di basket; quest'ultimo aveva, da poco, nutrito un forte
interesse nei confronti Emi, che, però, lo aveva definito una
"testa di cazzo" per il suo modo arrogante di agganciarla. Con sua
sorpresa, non si era arreso e continuava a trovare scuse più
ridicole per parlarle.
Nessuno
si sarebbe mai aspettato questo tipo di comportamento da parte sua e,
all'inizio, eri quasi tentata di salvarle il culo e trascinarla via, ma
ti eri accorta che, in fin dei conti, non le dispiacevano le sue
attenzioni. Seduta al tavolo della mensa, gli occhi puntati sui due
intenti a conversare, potevi constatare che erano una bella
coppia.
«Y/N»
ti chiamò Jimin. Voltasti il capo verso di lui e lo trovasti con
una forchetta in mano, una polpetta infilzata ad essa. «Arriva
l'aeroplanino. Dì "aaah".» cantilenò, muovendo la
forchetta da una parte all'altra e avvicinandola alla tua bocca.
Assottigliasti lo sguardo, borbottando un: «seriamente? Ora mi scambi pure per una bambina?»
Lui
ridacchiò insieme a Hoseok e ti costrinse ad assecondarlo,
facendoti sentire un'idiota; nel vederlo battere le mani, felice,
cambiasti idea e non potesti fare a meno di accennare un sorriso,
riconoscendo lo sforzo che stava facendo per farsi perdonare.
«Jimin,
non rubarmi il lavoro: sai che imboccare le persone è compito
mio» gli ricordò Jin, arrivando al vostro tavolo e
sedendosi al tuo fianco. Poggiò il suo vassoio stracolmo di cibo
che, in confronto al tuo, non era niente.
«Pensavo imboccassi solo me» bofonchiò Namjoon, accomodandosi davanti a lui.
«Cos'altro fate che noi non sappiamo?» indagò Hoseok, indirizzando un'occhiata maliziosa ai due.
Il
fatto che le loro guance presero un lieve colorito la diceva lunga. Si
stavano frequentando da un mese e voi eravate stati i primi a saperlo
– gli studenti ci erano arrivati col tempo e alcuni avevano avuto
il coraggio di giudicarli. Il tuo supporto e quello da parte degli
altri li aveva aiutati a ignorare i commenti poco carini e a
concentrarsi sui loro sentimenti. Per ora, le cose stavano andando a
gonfie vele.
«Emi?» chiese Namjoon, cambiando discorso.
Jimin
stese il braccio e puntò con la forchetta verso un tavolo poco
distante dal vostro. «E' con il playboy» rispose, non
nascondendo il sospetto nel suo tono di voce.
Non
gli andava molto a genio il comportamento di Yoongi, credeva che la
stesse solo prendendo in giro, vista la popolarità che aleggiava
intorno a lui; ti aveva anche chiesto se fossi sicura a lasciarla nelle
sue mani e tu lo avevi rassicurato, dicendogli che la tua migliore
amica sapeva quello che stava facendo. Se le avesse spezzato il cuore,
gliel'avresti fatta pagare ed eri sicura che Jimin ti avrebbe aiutato
con piacere.
«Sembra davvero interessato a lei» osservò Namjoon.
«Io spero per lui che lo sia» dicesti e afferrasti il tuo vassoio, alzandoti e andando a svuotarlo nel cestino.
Dopo
di che, lo sistemasti insieme agli altri vuoti e sporchi, ammucchiati
su una pila storta sopra a un bancone. Senza avvertire nessuno, uscisti
dalla mensa e andasti in cortile per prenderti una boccata d'aria e
stare un po' tranquilla, siccome in quella stanza c'era un vociare
fastidioso; gli altri sapevano che avevi bisogno dei tuoi spazi, per
questo non si stupirono nel non vederti più al loro tavolo. In
più, la storia della lettera era tornata a tormentarti e non
potesti fare a meno di chiederti chi diavolo l'avesse raccolta.
Era possibile che qualcuno fosse buono al tal punto da non sputtanarti in pubblico?
Ma se fosse così, perché tenerla? Perché non darla a qualche bidella?
Magari l'avevano anche bruciata o persa nuovamente e tu non saresti venuta mai a saperlo. A quel punto, cosa dovevi fare?
Riscriverla?
Che senso aveva, dopotutto?
Avevi
già liberato i tuoi sentimenti e ti sentivi più libera
rispetto a prima – o meglio, lo eri quando avevi quel foglio
sotto la tua custodia. Adesso potevi soltanto sperare che chiunque
l'avesse trovato, ci mettesse una pietra sopra.
Che disastro.
«Non pensavo che il mio culo ti piacesse così tanto.»
Il
sangue ti si gelò nelle vene e ti irrigidisti di colpo, non
potendo credere alle tue orecchie. Lentamente, ti girasti e ti trovasti
davanti Taehyung, un piccolo ghigno a inclinargli le labbra. Ecco, ora
potevi dire di essere finita.
«Co-»
Prima
che potessi concludere la frase, lui spostò la mano da dietro la
sua schiena, rivelando un foglio fin troppo familiare – la tua
lettera. Ora le opzioni era due: o qualcuno gliel'aveva data o era
stato lui a raccattarla.
«L'hai scritta tu, non è vero?»
Okay,
non ne era ancora sicuro. Potevi ancora salvarti, mentirgli e troncare
quella conversazione che ti stava facendo perdere anni di vita. Dire
che stavi morendo internamente, era poco.
«N-non so di cosa tu stia parlando» balbettasti, schivando il suo sguardo e rivelando tutto il tuo nervosismo.
Il
tuo cervello doveva ancora inquadrare la situazione e realizzare che
stavi parlando con la tua crush – dei tuoi sentimenti, dannazione.
«Allora
perché non riesci a guardarmi in faccia?» ti sfidò
lui e sussultasti quando poggiò l'indice sotto il tuo mento e ti
sollevò il capo.
Andasti
nel panico, perché non ti eri accorta che si era avvicinato e
che adesso il suo viso si trovava a pochi centimetri dal tuo.
«I-io-»
Non
avevi una cazzo di scappatoia ed eri praticamente incapace di muoverti
per colpa dei suoi occhi scuri e profondi. Le gambe ti stavano tremando
e il cuore aveva aumentato i battiti, facendoti venire quasi il timore
che avesse potuto sentirlo.
«Mi
è bastato dare un'occhiata al tuo quaderno la prima volta che ci
siamo parlati, per memorizzare la tua calligrafia e paragonarla a
quella della lettera» spiegò Taehyung, notando quanto
fossi in difficoltà. «Sei stata fortunata: se non ci fossi
stato io accanto al tuo amico, sarebbe finita nelle mani sbagliate. Mi
merito un premio, non credi?»
Deglutisti,
le corde vocali fuori uso. Pregasti di non avere una faccia da idiota
– occhi sgranati e bocca socchiusa –, perché
altrimenti ti saresti presa a pugni da sola.
«P-premio?» riuscisti a dire.
Dai, stavi migliorando.
Il
sorrisetto che ti mostrò il ragazzo, però, ti fece
perdere quella piccola capacità di parlare che avevi appena
acquistato.
Maledette labbra.
«Un caffè dopo scuola, domani. Cosa ne dici?»
Per
poco non ti strozzasti con la tua stessa saliva. Kim Taehyung, ragazzo
più popolare della scuola, nonché tua crush da quasi un
anno, ti aveva invitata ad uscire?
Era uno scherzo, per caso?
Incominciasti a dubitare che quello fosse soltanto un trucco per sfotterti meglio, per questo inarcasti un sopracciglio.
Lui sembrò leggere la tua espressione e aggrottò la fronte. «Cosa? Pensi che ti darò buca?»
Scuotesti il capo e, di conseguenza, il suo dito scivolò via da sotto il tuo mento.
«Perché
io, con tutte le ragazze che ti girano intorno?» chiedesti e ti
stupisti di te stessa quando formasti una frase senza balbettare.
Taehyung si fece serio e si passò una mano tra i capelli, distraendoti un attimo da tutto quello che stava succedendo.
Sul serio esisteva una bellezza simile?
«Perché
sei la prima che si è innamorata di me» ammise, stringendo
con entrambe le mani la lettera. «Non ho mai letto delle parole
così sincere come le tue – ero convinto che tutte le
ragazze avessero in testa solo la voglia di portarmi a letto. Invece tu
no.»
Il
tuo desiderio di conoscere il suo carattere, le sue preferenze e la sua
storia, lo aveva lasciato a bocca aperta e, quando aveva scoperto che
eri stata tu a scrivere tutte quelle cose, non aveva potuto fare a meno
di sentirsi felice: sperava che fossi interessata, come lui lo era di
te. Del resto, il tuo essere straniera e la tua timidezza avevano
influito molto ed era da un po' che stava architettando un modo per
parlarti. Adesso che aveva la scusa perfetta, poteva approfondire la
vostra conoscenza.
«Beh-» Le tue gote presero colore e lui tornò a ghignare.
«Oh,
quindi non sei tanto innocente come pensavo» ti provocò e
tu arrossisti violentemente, agitando le mani davanti alla tua faccia.
«Cosa vai a pensare? N-non intendevo quello!» esclamasti.
Taehyung
ridacchiò, definendo adorabile la tua reazione e si
intascò la tua lettera. «Bene, allora ci vediamo domani, piccola.»
Detto
questo, si voltò con un sorrisino, contento di averti messo in
imbarazzo. Alla fine, Jimin non aveva combinato chissà che
disastro.
Angolino autrice:
Innanzitutto, grazie mille per essere arrivati fino a qui ^^ non è la prima volta che pubblico su questo sito, ma lo è per quanto riguarda il genere, visto che mi sono appassionata poco a poco ai BTS e ho buttato giù delle scenette. Questa è una delle tante one-shot che ho scritto e, dopo una lunga riflessione, ho deciso di provare a pubblicarne una. Ho cambiato stile da poco e mi trovo bene, per questo ci tengo a mostrarlo a persone che non conosco per sapere un parare e, ovviamente, migliorarmi.
Come avrete già capito, il mio bias è Taehyung e avrò scritto un sacco di cose su di lui, ma in questo capitolo ho deciso di farlo diverso dal solito ragazzo solare e amorevole - non che in questa one-shot sia un playboy. Il finale è a libero, perciò non odiatemi, pls.
Detto questo, me ne vado.
ARMY, è stato un piacere conoscervi e grazie ancora :3
P.S. se qualcuno vuole sclerare sui fumetti e su qualsiasi altra cosa, la mia porta è aperta.
Angolino autrice:
Innanzitutto, grazie mille per essere arrivati fino a qui ^^ non è la prima volta che pubblico su questo sito, ma lo è per quanto riguarda il genere, visto che mi sono appassionata poco a poco ai BTS e ho buttato giù delle scenette. Questa è una delle tante one-shot che ho scritto e, dopo una lunga riflessione, ho deciso di provare a pubblicarne una. Ho cambiato stile da poco e mi trovo bene, per questo ci tengo a mostrarlo a persone che non conosco per sapere un parare e, ovviamente, migliorarmi.
Come avrete già capito, il mio bias è Taehyung e avrò scritto un sacco di cose su di lui, ma in questo capitolo ho deciso di farlo diverso dal solito ragazzo solare e amorevole - non che in questa one-shot sia un playboy. Il finale è a libero, perciò non odiatemi, pls.
Detto questo, me ne vado.
ARMY, è stato un piacere conoscervi e grazie ancora :3
P.S. se qualcuno vuole sclerare sui fumetti e su qualsiasi altra cosa, la mia porta è aperta.