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Autore: GaiaTon    17/01/2019    3 recensioni
Serie di one shot variegate. La prima si intitola Scherzi da caserma. Cosa succederebbe in una calda giornata d'estate se Porthos e Athos invitassero troppo insistentemente Aramis a farsi un bagno con loro? La seconda ci racconta la piccante avvenura di un giovane moschettiere dal nome di una montagna greca...
Genere: Avventura, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, Porthos
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Scrivo queste righe parafrasando l'omonimo caoitolo di Dumas e coniugandolo con i nostri beniamini in versione anime. É più una bozza che un racconto vero e proprio, ma chissà che non lo sviluppi di più prima o poi.

 

 

Cavalcando scalzo il suo ronzino arancione nei prati di Guascogna D'Artagnan aveva a lungo sognato la sua vita da moschettiere.

Ma le vicende vissute davvero avevano superato le sue aspettative ed il valore dei compagni d'arme immaginari era nulla al confronto del vero valore dei suoi tre nuovi amici. In un raro momento di pace, il guascone si ritrovò a pensare che non aveva mai riflettuto sulle necessità e sulla vita vera dei moschettieri. Ne aveva immaginato le prodezze, ma non pensava di poter essere tanto affascinato anche dai loro gesti quotidiani, dal loro carattere. E dopo sei mesi passati gomito a gomito con quegli uomini straordinari, D'Artagnan, che li aveva osservati con attenzione, aveva ritratto ciascuno dentro di sé per poterne emulare meglio anche ogni aspetto più intimo.

 

Certo non avrebbe mai potuto possedere in alcun modo la bellezza di Athos. Se D'Artagnan fosse stato così prestante forse sarebbe diventato vanitoso. ma il moschettiere sembrava del tutto inconsapevole o indifferente alla sua avvenenza. Capelli corvini, lisci e lucenti erano la cornice di occhi di un azzurro profondo che potevano trasmettere tutte le sfumature della rabbia, della saggezza e della cordialità anche senza che la bocca emettesse alcun suono. Il moschettiere più anziano parlava poco, sorrideva di tanto in tanto solo ai suoi amici e non rideva mai. Scambiava talvolta muti assensi con Aramis, e quel che risparmiava di parole lo guadagnava in ascolto. Di rado qualche trovata di Porthos aveva animato i suoi occhi di genuina ilarità. Sempre informato, sempre attento, sempre irreprensibile. Poteva contare con uno sguardo gli avventori di una taverna affollata sedendosi al tavolo e ordinando da bere. Conosceva intrighi di palazzo, nomi di dame e cavalieri, dinastie delle migliori famiglie e come potesse sapere tutto ciò D'Artagnan non riusciva a capirlo. Athos godeva della più alta stima del Capitano, le cui porte erano sempre aperte per lui. Tra palazzi e regge il moschettiere si muoveva con grazia e naturalezza. Si intuiva in lui un passato glorioso, ma svanito in cenere. Athos sembrava fare i conti col suo passato in certe sere torve dove tracannava fiaschi di vino in una tristezza plumbea. In quelle sere Porthos lo sosteneva fino a casa, mentre Aramis pagava il salato conto all'oste. La borsa di Athos era in genere più vuota che piena, ma egli, che pure non scommetteva poco poiché perdeva sempre, la apriva per i suoi amici e quando la fortuna lo abbandonava non lasciava che suoi suoi debiti sorgesse il sole di un nuovo giorno. Se poteva spendeva liberamente, senza trattare solo dai migliori fornitori.

“Voi dovete essere di gran lunga fortunato in amore!”, disse una volta un tale, che gli stava vincendo ogni cosa. A quelle parole Aramis e Porthos si scambiarono un sguardo, e misero ciascuno un mano sulla spalla dello sfortunato amico e l'altra sull'elsa, temendone le escandescenze.

Athos si era limitato a scuotere la testa. Aramis aveva quindi sussurrato all'avversario “Limitatevi a vincere”.

“Decisamente fortunato! Quale donna vi ama così tanto!”, aveva invece continuato l'ignaro vincitore. E sghignazzava arraffando le vincite e continuando con la stessa solfa. Era finita a tavoli per aria e pugni in faccia, Athos reso fin troppo agguerrito dai fumi dell'alcool. Alla fine la locanda era uno uno sfascio e solo ripagando profumatamente l'oste i quattro erano riusciti a tornare a casa incolumi. Quella sera fu Porthos a rimettere a letto lo sfortunato giocatore, molto contusoe D'Artagnan era tornato a casa con una certa amarezza. Quel lato di Athos non voleva emularlo mai.

Ma il giorno dopo Athos era di nuovo quello di sempre. Colui cui un intero reggimento accordava la propria stima, e senza che ciò destasse invidia perché la sua superiorità era palese.

Athos aveva insegnato la scherma a molti dei moschettieri e tra i suoi allievi Aramis era il più devoto. Ne era diventato col tempo amico fraterno, e per quanto Athos riservasse al Guascone un affetto quasi paterno, era il moschettiere biondo che aveva un rapporto d'elezione con lui e la sera spesso , rincasava solo con Athos. Il maestro scortava il suo allievo in rue Vaugirard e poi rientrava in via Ferou, al secondo piano di una bella casa, dove c'eran mobili eleganti provi di stemma creavano uno spazio sobrio e sicuro, come il proprietario. Proprio su quegli occhi favoleggiavano tante dame, ma D'Artagnan non aveva mai inteso che alcuna fosse la sua amante. Athos non aveva amanti, e quando si parlava di donne, egli taceva e se poteva beveva o si batteva.

 

Aramis era un uomo riservato e gentile. Di età sconosciuta, D'Artagnan pensava che non potesse avere che due o tre anni appena più di lui, ma si dovette ricredere quando seppe che il giovane era nei moschettieri da circa sei anni. Nessun accenno di barba o baffi era ancora spuntato sulle sue gote rosee ed il moschettiere avrebbe avuto un aspetto angelico se non fosse stato un soldato temibile. Lunghi capelli biondi e occhi di un azzurro cristallino e labbra di rosa vermiglie. Aveva una corporatura sottile ed allungata, ed un'andatura sicura, priva di quella malagrazia adolescenziale di cui invece il Guascone era ancora pregno.

Aramis indossava un farsetto azzurro profilato di rosso, sempre ben abbottonato sotto il collo sia d'inverno che d'estate, e anche nella calura o nelle mischie non lo allentava mai. Aveva mani bellissime, come quelle di una madonna fiorentina, che teneva sempre coperte dentro guanti dello stesso colore del farsetto. Tanto belle quanto letali, le mani di Aramis si muovevano con destrezza con ogni arma. Athos doveva essere stato un insegnante eccezionale con Aramis se in soli due o tre anni aveva raggiunto una tale destrezza con la spada, ma Porthos un giorno gli disse che Aramis era giunto a Parigi più che ben addestrato e che De Treville non aveva avuto esitazioni ad accoglierlo nel reggimento. D'Artagnan ne era stupito poiché Aramis aveva accennato di essere cresciuto in un convento una volta.

Carente in forza fisica, Aramis compensava con una grande velocità e con una mira eccezionale. “Quella non si può insegnare”, aveva un a volta detto Athos, dopo che Aramis aveva colpito un bersaglio a grande distanza. Il moschettiere più anziano guardava a lui con soddisfatta fierezza, quando, egli spesso, si copriva di gloria. Come non si conoscevano le origini di Athos così non si conoscevano quelle di Aramis, a parte la storia piuttosto vaga del convento e che avesse ascendenze bretoni, D'Artagnan non sapeva niente altro di lui.

“Siamo lo scudo del re, D'Artagnan. Forse ti chiedi da dove viene l'acciaio della tua spada od il cuoio delle tue scarpe? Così non chiederti del legno di cui sono fatti gli scudi del re”, aveva obiettato Athos ad una richiesta di d'Artagnan.

“Siamo servi inutili”, aveva aggiunto Aramis. “Ricorda d'Artagnan tutti per uno, questo solo ti basti”. E D'Artagnan non aveva fatto più domande, avrebbe fatto tacere la lingua ma non la curiosità.

Se Athos non amava la compagnia femminile, anzi sarebbe più corretto dire che ne fosse disgustato, ed era scortese con l'altra metà del cielo, Aramis era gentile, premuroso, attento. Egli sembrava entrare nel cuore di ogni donna di qualsiasi età e, che fossero nobildonne o popolane. Molte amanti gli si attribuivano e lui si scherniva con gesto della mano. Mai una volta però d'Artagnan lo aveva visto in tenera compagnia, non solo: mai una volta lo aveva visto irrispettoso, mai uno sguardo di troppo od un genuino apprezzamento. Solo poche parole e gentili. Se nell'anticamera del presidio De Treville si parlava di donne come ne parlano tra loro gli uomini, egli taceva e scuoteva la testa, ma, se c'era da ridere, al contrario di Athos, Aramis rideva.

E D'Artagnan guardava con sospetto la sua cortesia nei confronti di Constance, perchè anche lei, come tutte, era colpita da quell'uomo d'arme riservato e gentile.

 

Di Porthos si notava l'altezza. La misura non era dalla sua parte, in alcun aspetto dell'esistenza. Alto grande rumoroso, in Porthos l'eccesso era la regola. Smodato quanto generoso, il moschettiere era riuscito a penetrare la barriera di sospetto di Athos molti anni prima e a legarsi a lui fraternamente. Qualche anno dopo Aramis era riuscito a completare questo strano organismo ed ora non passava giorno che i tre non trascorressero insieme dall'alba a l tramonto. Aramis era leggero, Athos era grave, Porthos carnale. Vestiva di verde perchè voleva essere considerato bello. Indossava tessuti pregiati già più volte rivoltati e rattoppati da un sarto amico suo ed una tracolla troppo sfavillante per essere davvero nuova. Aveva appetiti smodati di cibo e di vita e compensava la cupezza di Athos e la morigeratezza di Aramis.

Athos aveva gusti raffinati,soprattutto in fatto di vini e quando erano a tavola un impercettibile movimento delle labbra denotava come egli apprezzasse limitatamente il quel piatto, poiché ne aveva assaggiati di migliori, in passato Aramis disdegnava il pesce ed era molto parco. Porthos gradiva tutto, in grande quantità, che fosse musica o che fosse cibo, sia di grasso che di magro, il pesce e la carne, e solo due cose lo rattristavano malamente: la scarsezza ed il digiuno. Il gigante era forte come Ercole, affamato come Polifemo e ingenuo come un bambino. Le sue doti militari erano forza e destrezza, ma strategia e astuzia gli facevano divetto. Per contro era leale e fedele, come un gigantesco mastino.

   
 
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